Pergamena
di LizzY Tears
Traduttrice: Faith Lupin
Sirius si era semplicemente seduto per scrivere il suo tema di Storia della
Magia. Intendeva veramente, sinceramente usare l’antico libro che Remus gli
aveva suggerito, posare la piuma sulla pergamena e iniziare a scrivere sulla
Guerra dei Goblins.
L’aveva fatto, l’aveva fatto veramente.
Però altri pensieri erano entrati nella sua mente e aveva trovato un po’
difficile pensare a Gilderhard il Dorato, quando altri pensieri dorati
continuavano a intromettersi nella sua mente.
Cose dorate come occhi dorati e capelli dorati.
Così invece di cercare freneticamente della pergamena nella sua borsa perché era
ispirato da un particolare pezzo di storia, stava cercando freneticamente nella
sua borsa un pezzo di pergamena per scarabocchiare quei pensieri distratti.
Carissimo Moony, iniziò, sebbene non avesse davvero intenzione di
scrivere una lettera all’amico,
Stavo pensando a Gilderhard il Dorato quando in realtà pensavo a te.
Sperò non fosse una cattiva cosa paragonare Remus a un Goblin.
Stavo pensando al modo in cui mi guardavi stamattina. So che tu non ti
accorgevi di farlo, ma mi sono sentito come se mi stessi spezzando in due. Vedi,
mi hai guardato con quell’espressione di rimprovero sul tuo viso che mi dice che
disapprovi. Così, ecco perché mi sono seduto a scrivere il tema di Storia della
Magia.
Solo che ora sono seduto qui con una piuma in mano e della pergamena
stropicciata con quell'enorme e spesso libro che tu hai insistito perché usassi,
e tutto ciò a cui riesco a pensare sei tu.
Ho scoperto che quando stai cercando di scrivere un tema, questa non è una
cosa molto utile.
Ma poi non sembro in grado di fare altro che pensare a te e sta diventando un
problema. Vedi, anche se tu non te ne accorgi, ti sto guardando. Il tuo sorriso
fa dire al mio stomaco ‘ehy, sta sorridendo’ e il tuo cipiglio mi fa pensare ‘oh
no, si sta arrabbiando, cosa ho fatto?’
Quando mi guardi, Remus, mi accorgo che a volte mi diventa molto difficile
parlare e pensare logicamente. Per favore non fare quell’espressione che dice
‘Padfoot, tu non pensi mai logicamente', perché per una volta sto cercando di
essere serio. Va bene, sì, puoi fare quello sguardo che significa ‘E’ davvero un
gioco di parole orribile, Sirius.’
Ma non sto avendo molto successo nel farti capire ciò che sto pensando. Tu
hai questo effetto su me, lo sai. Beh, in realtà probabilmente non lo sai, e
questo è il motivo per cui non ti accorgi che lo sciocco buffone che ti gira
attorno non rispecchia chi sono veramente io. Qualche volta, nelle rare
occasioni in cui non sono vicino a te, sono anche un essere umano pensante.
Vedi, Moony, la sensazione luminosa e leggera di quando sono con te è
incredibile. Non penso che sia totalmente naturale o molto prudente. Perché
quando mi sento così felice, tutto ciò che vorrei sarebbe baciarti e non penso
che tu apprezzeresti molto. Perciò ti prego, smettila di tentarmi con i tuoi
bellissimi capelli, i tuoi occhi profondi e le tue labbra rosse. So che tu non
mi feriresti, ma farmi vedere tutte queste cose ed essere impossibilitato a
toccarle, mi fa male.
Non ho ancora detto quello che voglio dire, Remus. Spero che tu la smetta di
distrarmi. Smettila di farmi pensare al modo in cui la mia pelle prende fuoco
quando mi sfiori alla fine della lezione, o al modo in cui mi gira la testa
quando tu sorridi in quel modo così malizioso, o al modo in cui entri nella
stanza dopo aver studiato e indossi quell’aria da ragazzo studioso e vorrei
solamente corromperti ora e poi. E qualche volta, carissimo Moony, quando ti
stai trasformando, dò una sbirciata e ti guardo, perché voglio che tu sappia –
perché so che tu lo puoi sentire—che non sei da solo. Il pensiero di te da solo,
Moony, è abbastanza per farmi piangere – e tu sai che io non lo faccio mai.
E – Remus, l’hai fatto di nuovo! Tutto ciò che ti voglio dire è quanto
magnificamente tu mi faccia sentire e non dirti ciò che intendevo. Perché, come
mi sento benissimo quando tu sei vicino a me, così sento triplicarsi quella
sensazione in negativo quando tu sei lontano da me, o quando rifletto sul fatto
che tu non provi lo stesso. Questa parte non è piacevole, Remus. Tutto di te è
piacevole, abbracciarti quando tu non pensi che significhi qualcosa e dirti “Ti
voglio bene”, sebbene in senso platonico, è piacevole.
Il che, devo confessare, non è platonico.
Ecco ora mi sto avvicinando a dirti ciò che intendevo fin dal primo momento,
perché nel mio modo poco eloquente, ci ho girato attorno. E’ la tua influenza,
Moony, tu mi sconvolgi.
Ma ho intenzione di dirlo proprio ora.
Remus John Lupin, sono terribilmente, totalmente, assolutamente, completamente,
selvaggiamente, pazzamente ma risolutamente innamorato di te.
Ecco, ora ce l’ho veramente fatta. Appare così brusco sul foglio, così privo di
emozioni, ma non lo è. E’ qualcosa che si è insediato dentro di me da quelli che
sembrano anni ed ora è su un foglio. Spero che tu non lo veda mai, perché non
voglio distruggere la nostra amicizia come so che accadrebbe se tu sapessi.
Perciò ti prego, smettila di essere così irresistibile, così bello, così
affascinante, così saggio, così intelligente, così…tu, e lasciami vivere in
pace.
Tuo per sempre,
Sirius Padfoot Black
Sirius fissò la pergamena, leggendo attentamente le sue dichiarazioni, sperando
di poter apparire così eloquente e razionale anche quando parlava con Remus di
persona.
Poi sospirò e ripiegò la pergamena, infilandola sotto l’enorme manuale della
‘Guida per gli Idioti alla Guerra dei Goblins’ e iniziò il tema.
Pochi momenti dopo, comunque, un pensiero accorse alla sua mente e riprese il
piccolo pezzo di pergamena da sotto il libro, con l’intenzione di aggiungere un
P.S.
Quasi gelò per lo shock quando si accorse che la pergamena era bianca.
Cercò freneticamente nella sua borsa, alla ricerca dell’allusiva lettera d’amore
e entrò in panico quando non riuscì a trovarla. Stava per tornare a fissare
disperatamente la pergamena sulla quale sapeva di aver scritto quando capì.
Lentamente appoggiò la pergamena stropicciata e aperta, cercando ciò che aveva
scordato prima nel suo frettoloso tentativo di buttar giù i suoi pensieri.
Lì, nell’angolo, c’era la piccola ‘M’ che stava per Malandrini.
Oh, dannato fottuto inferno.
Aveva appena scritto i suoi pensieri privati sulla pergamena dei messaggi che
divideva con gli altri Malandrini. L’avevano inventata in modo da poter
comunicare con successo durante le lezioni più noiose, senza essere scoperti
dagli insegnanti. L’inchiostro si cancellava da solo dopo che era stato scritto,
e a nessun insegnante veniva in mente di controllare che fosse incantata.
(Scusate, ho dimenticato il nome di questo incantesimo – Piton lo usa in “Harry
Potter e il Prigioniero di Azkaban. N.d.A.)
Quel solo pensiero era l’unica speranza disperata di Sirius.
Se Remus – o qualcun altro – non stavano leggendo la lettera nell’esatto momento
in cui la stava scrivendo – o poco dopo – c’era una buona possibilità che non
sarebbe stato scoperto.
Sperava ardentemente che questo fosse il caso.
E ancora…in un qualche modo sperava che Remus avesse letto la lettera e che si
sarebbe scagliato nel dormitorio proclamando il suo eterno amore per lui,
Sirius. Si permise un minuto di fantasia, immaginando di raccontare tra qualche
anno la storia di come si erano messi insieme agli amici di Lily e James, con
Remus che l’avrebbe guardato con affetto accanto a lui.
Poi si diede una rude scrollata per risvegliarsi e si disse duramente, senza
mezze parole, che Remus era eterosessuale e che non era interessato a Sirius in
quel senso.
Gemette, appoggiò pesantemente la testa sulla mano sinistra e afferrò la piuma,
aprendo con riluttanza l’enorme libro e iniziando il fastidioso tema che aveva
causato problemi fin dal primo momento.
Non era andato molto avanti di ‘Gilderhard il Dorato era uno dei maghi più
influenti della società per il suo…’, quando sentì la porta aprirsi e il suo
stomaco precipitare, quando tornò al pensiero che qualcuno poteva aver letto la
sua lettera appassionata.
Il suo stomaco affondò nel centro della terra, quando Sirius realizzò che la
persona che era entrata altri non era che il soggetto della sua lettera
appassionata. Finse di concentrarsi sul suo tema, sebbene i suoi occhi fossero
focalizzati sulla parola ‘incantevole’ e stesse in realtà prestando attenzione a
ogni movimento del suo amico.
”Eccoti qui, Sirius.” Remus disse. “Ti stavo cercando dappertutto.”
”Davvero?” Sirius chiese, la voce un po’ tremante. “Perché?”
”Oh, non c’è un motivo.” Remus gli disse allegramente, sedendosi sul tavolo al
quale Sirius stava lavorando. “Ho solo letto qualcosa di veramente interessante
pochi minuti fa e pensavo che tu fossi in grado di aiutarmi a capire.”
Oh, dolce Merlino, lui sa. Sirius pensò disperatamente, e poi cercò di
consolarsi con il pensiero che Remus aveva studiato molto, forse c’era qualcosa
che non aveva capito…? Ma sapeva che era una vana speranza. Non c’era nulla che
Remus non capisse.
”Sì?” Sirius chiese, la voce strozzata. “Cosa potrebbe essere?”
Remus lo osservò silenziosamente per un momento, le gambe che oscillavano
leggermente.
”Bene, lascia che te lo legga.” Disse, prendendo un pezzo di pergamena dalla
tasca e aprendolo, lisciandolo con cura. “Carissimo Moony.” Lesse. “Stavo
pensando a Gilderhard il Dorato quando in realtà pensavo a te.” Fece una
pausa e sollevò un sopracciglio. “Spero che non fosse intesa alcuna somiglianza
fisica.” Rifletté. “L’autore potrebbe aver notato che Gilderhard il Dorato si
veste completamente di oro solido e che era brutto come un pizzicotto sul
sedere…” Aspettò una risposta e, quando non ne ricevette alcuna, proseguì. “Stavo
pensando al modo in cui mi guardavi stamattina. So che tu non ti accorgevi di
farlo, ma mi sono sentito come se mi stessi spezzando in due. Non
sono completamente sicuro di come ci sono riuscito, ma mi sento piuttosto
gratificato.”
Aspettò nuovamente una risposta, ma Sirius stava ancora fissando imperterrito
l’enorme tomo, solo che ora i suoi occhi erano fissi su ‘lancinante’. Stava
facendo del suo meglio per fingere di non essere lì.
”Passerò alla parte più interessante.” Remus promise, la voce divertita dalla
mancanza di reazione di Sirius e dal suo ovvio disagio. “Um…tutto ciò a cui
penso sei tu…luminose, felici sensazioni…aria da ragazzo studioso e
vorrei solamente corromperti ora e poi…Padfoot, hai idea di chi possa averlo
scritto?”
Sirius scosse la testa senza dire una parola.
” Ecco ora mi sto avvicinando a dirti ciò che intendevo fin dal primo
momento.” Remus proseguì. “Remus John Lupin, sono terribilmente,
totalmente, assolutamente, completamente, selvaggiamente, pazzamente ma
risolutamente innamorato di te.”
Sirius emise un breve gemito ferito a questo punto e appoggiò la testa sul
tavolo.
”Oh, aspetta, Sirius, diventa ancora meglio.” Remus promise, e lesse l’ultima,
incriminante frase. “Tuo per sempre, Sirius Padfoot Black.” Smise
di leggere e ripiegò la pergamena, infilandosela nella tasca. “Ora non mi resta
che chiedermi perché qualcuno avrebbe scritto una tale esplicita lettera
firmandola con il proprio nome. Mi piacerebbe anche sapere perché era la tua
scrittura e perché era scritta sulla pergamena che solo noi Malandrini
possediamo.”
”Pensavo che sarebbe svanita dopo pochi minuti.” Sirius disse rauco, la sua
prima frase dal momento in cui Remus aveva iniziato la sua lettura.
”L’ha fatto.” Remus lo rassicurò. “Ma ho avuto l’ingegno di copiare la lettera
su un pezzo di pergamena non incantato così da poterla leggere ancora e ancora
con comodo.” Si avvicinò e presto la sua testa fu vicina a quella di Sirius,
ancora affondata sul tavolo. “Sirius, guardami.”
Sirius non si mosse.
”Sirius, guardami.”
Sirius improvvisamente alzò la testa per affrontare Remus sul tavolo, il viso
rosso e seccato.
”Cosa, Moony, cosa? Dimmi solo che mi odi e facciamola finita.”
Remus sorrise.
”Veramente, ci sono altre cose che vorrei fare prima.” Disse.
Sirius gemette. Remus stava per torturarlo in modi orribili? Forse
costringendolo a essere carino con Mocciosus?
”Per esempio?” Sirius chiese debolmente.
Remus scese dal tavolo e si inginocchiò accanto al ragazzo mortificato. Appoggiò
delicatamente la mano sulla testa di Sirius e lo forzò a sollevarla, le dita che
scivolavano tra i suoi capelli scuri.
Gli occhi di Sirius si spalancarono quando le dita di Remus accarezzarono
delicatamente la calda pelle sotto i suoi capelli, e un’altra mano trovò la sua
strada sulla nuca di Sirius e rimase lì, una gentile presenza sul suo collo
accaldato.
Uno sguardo malizioso si fissò sul viso di Remus, e anche se Sirius fosse stato
nello stato d’animo per notarlo, avrebbe realizzato che nulla ad eccezione di
un’assoluta tenerezza, era evidente nei suoi occhi. Remus si avvicinò e sfiorò
dolcemente la guancia di Sirius con le sue labbra, facendo una leggera pressione
sulla sua pelle.
Il tocco provocò piccole scintille sul corpo di Sirius e Remus sorrise contro la
sua guancia.
”Immagino che tu avessi ragione per quanto riguardava il prender fuoco della tua
pelle, huh?” Sussurrò e poi fece correre la bocca lungo la sua mascella,
assaggiando delicatamente la pelle sensibile.
Sirius rabbrividì al contatto, ritirandosi a malincuore dalla piacevole tortura.
”Remus…” Sirius sussurrò. “Ti prego, baciami o dammi un pugno, ma non
torturarmi.”
Remus si scostò leggermente e sorrise.
”Scelgo l’opzione A.” Disse e si avvicinò, appoggiando finalmente le sue labbra
su quelle di Sirius, causando una moltitudine di fuochi d’artificio.
Remus era un baciatore inesperto, non sapeva nulla di come fare, ma appoggiò le
labbra su quelle di Sirius, sperando che Sirius sapesse cosa fare.
Fortunatamente Sirius lo sapeva, e non perse alcuna occasione per farlo. Una
volta che le labbra di Remus si appoggiarono con decisione sulle sue, Sirius non
fu più in grado di controllare le sue reazioni e dovette afferrare Remus. Aprì
la bocca e forzò Remus a fare lo stesso, lasciando entrare la lingua in posti
che Sirius sapeva inesplorati.
Provò un non indifferente senso di soddisfazione quando Remus gemette nel bacio
e gli si avvicinò maggiormente, premendosi ulteriormente nella stretta di
Sirius. Sirius afferrò le spalle dell’altro ragazzo e lo sollevò dal pavimento,
pareggiando le loro stature.
Le labbra di Sirius si chiusero su quelle di Remus, le sue labbra catturavano
quello superiore di Remus, mentre Remus prendeva possesso del suo labbro
inferiore. Sirius percepì Remus lasciarsi andare sul suo collo e sentì le sue
mani vagare in altre zone.
Ora consapevole di dove stavano i confini, Sirius lasciò che le sue agili dita
facessero un lavoro veloce sui bottoni di Remus e la sua mano scivolò tra i
capelli del ragazzo, spettinando le belle ciocche che vi risiedevano.
”Hai scritto una lettera molto carina, Padfoot.” Remus mormorò qualche momento
dopo, la mano nei capelli di Sirius.
”Ti ringrazio mio carissimo Moony.” Sirius rispose, sorridendo. “Grazie al cielo
è successo che tu la stessi leggendo al momento.”
Remus arrossì.
”In realtà, se tu non l’avessi scritta maledettamente più veloce di me,
probabilmente avresti avuto la tua personale lettera d’amore.” Disse, baciando
nuovamente la guancia di Sirius.
”Oh, davvero? Com’è andata?”
”Te la mostrerò più tardi.” Remus ringhiò e si ributtò addosso a un remissivo
Sirius.
Qualche volta le lettere sono una cosa molto, molto buona.
Fine^^
Note della Traduttrice: mi scuso fin da ora per gli errori che sicuramente ci
saranno nella traduzione, ma, non avendo una beta-reader, mi devo arrangiare da
sola…Spero solo di non averne fatti troppi ç___ç
Ringrazio tutte le ragazze che hanno commentato le scorse ff di questa autrice,
ha fatto molto piacere anche a me leggere cosa ne pensavate e vi ringrazio di
cuore per aver lasciato un commento. Stamattina li ho tradotti tutti e postati
all’autrice, sono sicura che sarà molto felice di leggerli. Per quanto riguarda
questa ff cosa ne dite? Vi è piaciuta? Beh, se avete un attimo di tempo e se vi
va, fatemi sapere cosa ne pensate…Grazie! Faith