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Autore: Legar    04/07/2011    11 recensioni
Ho voglia di carne, di sangue. Seguo l’istinto per placare il mio desiderio ossessivo.
L’olfatto dell’animale registra un piacevole profumo, che sa di promesse per la mia fame agitata. L’animale non può fare a meno di seguirlo, lo cerca, lo vuole. È la carne di un bambino, tenera, giovane, fresca. Irresistibile.

[Terza classificata al contest "Harry Potter è bello, ma Mangiamorte è meglio!" indetto da Kyra Nott sul forum di EFP.]
[Sedicesima classificata al '1h contest', indetto da mazza94 sul forum di EFP.]
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fenrir Greyback, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Questa flashfic ha partecipato al '1h contest' di mazza94. La limitazione contenuta nel pacchetto che ho scelto era il genere Dark.

Il personaggio è Fenrir Greyback; il momento descritto è quando trasforma Remus Lupin in un lupo mannaro.

Ho scritto questa cosa in una sola ora, dunque comprendetemi!







Dark hunt

Un lupo mannaro a caccia.

È questo quello che sono, quando le chiome degli alberi sono rischiarate dalla luna piena e il silenzio è rotto solo dai miei ululati feroci. Ho voglia di carne, di sangue. Seguo l’istinto per placare il mio desiderio ossessivo.

L’olfatto dell’animale registra un piacevole profumo, che sa di promesse per la mia fame agitata. L’animale non può fare a meno di seguirlo, lo cerca, lo vuole. È la carne di un bambino, tenera, giovane, fresca. Irresistibile.

Corre –corro- verso quella creatura ignara del futuro che l’attende. Non sa ancora che sta per diventare il mostro più potente, l’animale più forte, l’uomo più fortunato.

Finalmente, il mostro lo vede.

È un bambino, ha i capelli scuri e innocenti occhi marroni che esprimono curiosità, anziché paura: non sa di essere di fronte a una bestia pronta a trasformarlo in un essere suo pari.

È un bambino, perfetto per crescere come un feroce mostro.

È un bambino, e la sua pelle è un desiderio troppo attraente per essere represso. Irresistibile.

Mi avvento sul suo fragile corpo e lo mordo, affondando le zanne nella sua carne. Per l’impeto, il bambino cade sul terreno del bosco. Si contorce dal dolore, gridando e invocando pietà. Il suono delle sue urla arriva al mio orecchio, e ne godo. Godo della sofferenza che gli ho inflitto, godo di ogni gemito di dolore che esce da quella piccola bocca. Le sue grida si alzano al cielo stellato di questa notte fredda: sono le note di una melodia che ho ascoltato più volte, la musica della mia vita.

Mi stacco dal suo corpo tremante, scosso dal dolore, per vedere la luce innocente dell’infanzia abbandonare i suoi occhi e il mostro entrare a far parte di lui, per sempre.

Lo lascio lì, sul suolo sporco del suo sangue. Dovrà trovare la sua strada da solo, ma so che un giorno non lontano incontrerò ancora i suoi occhi.

Ci rivedremo, prima o poi.

   
 
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