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Autore: Darling Eleonora    05/07/2011    1 recensioni
Nella prestigiosa Accademia San Margot, dove vi è difficile entrare, si iscrive Leonard, un ragazzo all’apparenza duro e associale ma dentro di sé nasconde un ’innato talento per la poesia, che da sempre il ragazzo ha tenuto segreto a tutti fuorché alla sua dolce sorellina Winnie, nata da pochi anni e causa del trasferimento della sua famiglia. La vita nell’accademia si scopre sorprendentemente piacevole per il nostro semiprotagonista, ma per ben poco perché inaspettatamente qualcuno viene a sapere della sua passione segreta cambiandogli la vita…
Dal secondo capitolo "La primavera":
Lei raddrizzandosi si tolse la polvere dai vestiti e in un secondo momento, si accorse che un fiore di ciliegiolo le era caduto sul viso. Lo prese candidamente e lo adagiò sul palmo mano, assumendo un’espressione tenera. Leonard capì che l’albero con la sua sfera non attirava solo cose pure ma soprattutto cose belle.
-Io mi chiamo…
Cercò di parlare nervosamente ma la ragazza non se ne accorse neppure e senza staccare lo sguardo dal fiore disse con una voce melodiosa:
-Sai che giorno è oggi?
Lui era sbalordito.
-Marte…
Lei lo interruppe nuovamente e un sorriso ironico le si dipinse in volto:
-Non in quel senso, e comunque è venerdì…
Lui arrossì e non aggiunse altro per paura di fare un’altra figuraccia. Lei si avvicinò alla sua finestra e sorridendo allungò il palmo della mano verso il suo. Lui d’impulso glielo offrì.
-Oggi è il 21 marzo…
Prese tra le dita affusolate la sua mano e vi posò sopra il fiorellino rosa con delicatezza. Poi finalmente intrecciò lo sguardo al suo con delle iridi verdi e sorrise.
-….l’equinozio di primavera.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La metà del bicchiere

  

-Non ci posso credere!
Esclamò sbigottito Gregory nella stanza di Marc. Erano circa le nove di sera, in mezzo al tavolo circolare un bel gruzzoletto di fiches da Poker.
-Ma dai! Non sparare balle Phil!                     
Disse Marc rimirando la scala minima che teneva in mano. Era facile vincere contro di loro, se nel gioco Philippe non rischiava mai, Gregory era il suo opposto rischiando sempre troppo fin dall’inizio, finendo sempre a mani vuote.
-Piantala di dirlo, ti dico che è vero, ero presente perché il mio club, quello che sfotti tanto, aveva il banchetto!
In risposta il ragazzo si mise a ridere dicendo che, non per niente il suo club era da sfigati.
-Vedo!
Esclamò Gregory sovraeccitato per gli ultimi attimi da giocare, sistemandosi ancora una volta la visiera verde che indossava sempre per giocare, diceva che portasse fortuna ma, per qualche strano motivo, perdeva sempre. Immediatamente Philippe si affrettò ad esclamare un:
-Passo!
-Comunque se ci si pensa bene è strano, Leonard non c’era nemmeno a cena e poi neanche in camera sua oggi.
Osservò Gregory ricordando di essere passato dalla sua camera e averla trovata vuota.
-Questo non vuol dire nulla, sarà andato in biblioteca! Ma dai, ce lo vedi lui che fa tanto il duro e l’anarchico in quel maledetto club, super privilegiato tutto rose e fiori? Per non parlare della gente pazza che c’è iscritta, soprattutto quello con i capelli lunghi…com’è che si chiama?
Chiese Marc appoggiando un gomito alla spalliera della sedi alta e voltano il busto così da farsi distrarre a sua volta interrompendo la partita.
-Ma se Leonard è uno romantico! Non dimenticare che scrive poesie.
Philippe intervenne:
-Sono davvero rimasto colpito da questo suo lato. Sono stato a letto solo qualche giorno per l’allergia al polline ritornando soltanto ieri per il festival e vedo Leonard fare casino sul palco davanti a tutta la scuola, non riesco ancora a capire come ci sia finito!
Gregory assottigliando lo sguardo disse:
-Penso che sarebbe un discreto affare entrare in quel club, tutti i maschi lì dentro si dice becchino tanto e, metti che Leo piaceva anche prima di questo casino, diventerà anche lui un idol.
-Rilancio di sette!
Disse Marc interrompendo i suoi pensieri e facendo aumentare la posta in gioco lanciando uno sguardo di sfida al compagno, ma non appena ripensò alle parole che aveva appena pronunciato si bloccò e alzando il capo chiese stupito:
-Hei, chi becca…? Cioè, a chi piace Leonard?
Gregory si resse la testa puntando un gomito sul tavolo.
-Scherzi? Quell’aria da duro poeta tormentato fa impazzire le ragazze! Non vedi Miss Tiffany e tutto il circondario?
-Il circondario sarebbe…?
Chiese incerto provocando le risate dei suoi amici che stavano perdendo a carte.
-Non ti preoccupare palestrato…
Lo provocò Philippe dandogli una pacca sulla spalla.
-Che vuoi dire secchione?!
Si stava innervosendo non riusciva a capire cosa ci trovassero di così divertente nella sua domanda. Gregory lanciò nel mucchio in mezzo l’ultima misera fish che gli era rimasta e, facendogli l’occhiolino gli disse:
-Tranquillo la tua cara Rina è bella al sicuro, non vedi come ti guarda i polpacci durante ginnastica?! Hahaha!
Marc arrossì e si difese urlando:
-Non dire cavolate! E comunque ho vinto io…
Disse scoperchiando finalmente le carte, Gregory imprecò mostrando la sua misera doppia coppia.
-…e come da patti la visiera per la prossima partita tocca a me!
 
Nel frattempo Leonard era ritornato in camera sua, ovviamente Gregory non c’era. Per fortuna non c’era stato nemmeno per la sua disfatta, ai fatti accaduti quel pomeriggio in cui, davanti a tutta la scuola, a quel pubblico immenso composto da club, studenti di tutti e cinque gli anni, i futuri studenti con i loro genitori e solo alcuni insegnanti, aveva dichiarato di appartenere a quel club. Ovviamente ora avrebbe dovuto entrarci a tutti gli effetti.
Si sdraiò sul letto cercando di non pensarci e notò appoggiato sul comodino il suo vecchio e abbandonato mp3 e il suo libretto di poesie. Infondo non aver utilizzato più quelle cuffie non poteva essere che un bene. Le indossò e fece scorrere le canzoni fino a “Transatlanticism” dei Death Cab for Cutie. Ascoltando quella bella e malinconica canzone sfogliò le pagine del suo blocchetto per le poesie andandone a rivederne le strofe e ridendo di se per le cose scritte, fino a che non incontrò in una pagina di     chissà quanti anni fa. La canzone che gli cantava sua madre per farlo addormentare. Mentre fuori c’erano tuoni e lampi di cui aveva tremendamente paura, gli accarezzava la testa e la adagiava sul suo petto, mentre gli copriva le orecchie per non fargli sentire la tempesta, lui piangeva e quando iniziava a calmasi gli cantava una melodia malto dolce dalle parole rassicuranti…

Se taci potrai sentire
cullato in questo candore,
nonostante tu senta il vento soffiare,
tutto il mondo, incerto e sfocato.
Vorrei esser come te,
che credi ancora nell’incantato.
Sotto le tue coperte lievi
vorrei esser te,
tu che sogni senza pensieri;
che corri nei marciapiedi
di una città sconosciuta.
Vorrei esser te,
una sinfonia incompiuta
che deve ancora iniziare.
Vorrei esser come te  
che anche da sveglio,
continuerai a sognare.

Con nota nostalgica lesse quelle brevi righe e sentì profondamente la mancanza della sua famiglia. Forse era da allora che aveva incominciata a soffrire di insonnia quando pioveva, e ogni volta desiderava risentire la sua voce, perché  era stata proprio la voce tenera e melodiosa di sua madre, con questa ninna nanna a dargli la voglia di scrivere. Da una settima non la sentiva, neanche quella rassicurante di suo padre e quella acuta e dolce di Winnie, la sua sorellina. L’avrebbe chiamata e le avrebbe detto:”Sorellina, sai? Ora non sei la sola a conoscenza del nostro piccolo segreto…”. Fino a poco tempo fa Winnie era la sola a sapere delle sue poesie.
Mentre sfogliò le ultime pagine scritte cadde qualcosa da dentro al blocchetto che lo distrasse dai suoi pensieri. Prese in mano il piccolo fiore di ciliegio appiattito per il tempo trascorso tra le pagine, annusò il suo profumo con il tempo andato ad aumentare, rievocò la persona che glielo aveva poggiato sul palmo della mano: “Ok. Forse non rimpiangerò il fatto di essere entrato in quel club. E non nego che una parte di me desiderava entrarci, e ora che quella parte è stata accontentata dipende, ancora una volta, tutto da me. Perché so che se voglio essere felice potrò impegnarmi davvero”…
-Cavolo!
Leonard cadde dal letto accorgendosi dell’orario. Le 8.30. Le lezioni erano iniziate da mezzora e il ragazzo era ancora scosso dal traumatico risveglio e probabilmente il suo amico non era in uno stato migliore del suo. Si sfilò dalle orecchie le cuffie dell’mp3 con i quale si era addormentato, nell’alzarsi vide il libretto di poesie e il fiorellino a terra, li mise in un  cassetto ed iniziò ad urlare.
-Greg! Greg! Maledizione, svegliati!
Bussò con gran baccano alla porta che portava alla sua camera. Decise di entrare notando che sul pavimento non si riusciva ad intravedere neanche un metro quadrato di spazio che fosse sgombro di vestiti, cibarie avanzate e giornalini di cui non volle nemmeno guardare la copertina per non rovinarsi l’adolescenza. Scostò il lenzuolo da sopra e come aveva previsto, Gregory che dormiva in mutande con la bava alla bocca in uno stato pietoso così iniziò a strattonarlo.
 -Greg! Sono le 8.30!
In risposta il ragazzo mugugnò qualcosa ancora nel mondo dei sogni. Leonard andò a scostare le tende per far inondare di luce la stanza.
-E dai svegliati!
Lui alzò un dito per puntualizzare chissà cosa e biascicò nel dormiveglia:
-Ma sce tu ieri haisscialtato la sciuola, che tie ne frega…?
Parlava come un vecchio ubriacone, chissà cosa aveva sognato.
-Si ma oggi bisognava essere giù a fare colazione un’ora e mezzo fa!
-Ma, ti sctai sbagliando…
Prese di peso l’amico e lo buttò giù dal letto, spazientito.
-Aihooo…
Si lamentò l’ennesima volta, ancora semiaddormentato.
-Gregory datti una moss…aaaah!
Continuando a scuoterlo per sbaglio calpestò un giornalino a terra e ne strappò una pagina,  ritrovandosi per terra e con un osso sacro in frantumi, imprecando contro qualche divinità pagana.
-Il-il mio gior-nalino!
Disse Gregory impietrito protendendo una mano implorante e ignorandolo.
-Dai te ne comprerò un altro, all’edicola di fronte casa mia ce n’è uno scompartimento pieno!
Cercò allora di alzarsi ma rinciampò e finì direttamente dritto dritto sul costato del suo compagno moribondo in lutto per uno stupido giornalino. L’atroce dolore che ne seguì lo fece rianimare finalmente. 
-Adesso basta!
Urlò di scatto acquistando notevolmente lucidità.
-Ma sei scemo? Bisogna muov…
Gregory tappò la bocca a colui che lo aveva svegliato dal suo letargo e profanando la sua tana.
-Secondo te, perché la sveglia non è suonata?!
Gli chiese sussurrando come se stesse parlando ad un bambino deficiente, con occhi da omicida.
-Perché…l’hai messa male?
Chiese esitando.
-No!
Rispose infuriato per poi riprender fiato calmandosi e sforzarsi di sorridere:
-Perché oggi è domenica.
Leonard impiegò qualche minuto per realizzare la cosa per poi mettersi a ridere scraiandosi del tutto per terra.
-Come ti sei permesso di strappare una pagina del numero 130 di FaiDaTe?!
Leonard, osservò incredulo la pagina di giornale dove appariva una casalinga con un sorriso a trentadue denti che mostrava come fare a mano un barbecue di polistirolo, una cosa assurda.
-Greg, compri gli stessi giornali che compra mia zia? Credevo che quelle riviste fossero porn…
A lui divamparono gli occhi e non lo lasciò finire.
-Stai scherzando vero?! Il FaiDaTe è un giornale meraviglioso che insegna vari arti espressive come gli origami, bricolage, collage, stencil, uncinetto, punto croce e moltissimo altro, essendo cresciuto in montagna queste cose erano all’ordine del giorno, come puoi non apprezzare una persona che con le proprie forze costruisce qualcosa, esatto perché noi abbiamo questo grande e immenso potere, e tu sciocco essere umano come osi insultare il FaiDaTe e la sua profonda etica morale?!
Leonard gli tirò un giornale in faccia scoppiando a ridere e notando per la prima volta, poggiati sulla scrivania di Gregory, tantissimi modellini in lego. A pensarci non si era mai soffermato a lungo nella stanza accanto alla sua, per paura di ritrovarci rifiuti tossici o calzini radioattivi.
-Ti piacciono i lego?
Chiese curioso.
-Ma certo, il FaiDaTe e la sua etica morale vengono al secondo posto in confronto ai miei modellini in lego.
Disse con aria esperta poi cambiò improvvisamente discorso:
-Leo, noi siamo molto amici…giusto?
L’amico lo guardò sorpreso per il repentino cambiamento.
-Non ce l’avevi con me per la pagina?
Gli chiese.
-Lascia stare quella pagina.
Disse invogliandolo a rispondere.
-Certo. Ma se hai intenzioni perverse perché non ai una ragazza non venirmi a cercare.
Lui abbassò le palpebre in un’espressione di noia, che voleva dire che in qualche modo “era serio”.
-Si, Greg. Sei il mio amichetto preferito.
-Bene, sono contento visto che gli amici condividono tutto.
Leonard si chiese dove volesse andare a parare e quindi gli rivolse uno sguardo dubbioso, al quale rispose:
-Ti devo chiedere una cosa: è vero che sei entrato…
Leonard lo interruppe scuotendo il capo in segno di assenso ricevendo uno sguardo stupito.
-Sì. Lo so, non c’è bisogno che mi guardi così. So che tutti ora pensate che sia un cretino e soprattutto che non sono una persona coerente, ma sono stato quasi costretto, e sinceramente penso che non sia poi una brutta cosa.
Disse con un accenno d’ira nel tono di voce provocando un tentennamento ai nervi dell’altro, che rispose d’impulso:
-Sei sempre il solito! Prendi sempre le cose negativamente e ti fai tutti i tuoi ragionamenti contorti, piantala Leonard! Piantala di vedere sempre e solo il bicchiere per metà vuoto e piantala di credere che le persone riescano a vedere in te solo quello. Perché ho una notizia davvero bella, la sai?
Leonard indietreggiato per la sua reazione fece cenno di no con il capo, a bocca ben chiusa.
-…quel bicchiere è pieno.
Disse con un sorriso. Leonard rimase molto colpito e dopo un pausa aggiunse quasi a voler sdrammatizzare:
-E i migliori amici condividono tutto soprattutto quel bicchiere, sia la metà vuota sia la metà piena, in qualsiasi cosa. Quindi quando avrai tante ammiratrici, dobbiamo condividere anche quelle.
-Ecco a dove andavi a parare!
Disse Leonard piombandogli addosso e iniziando a fare un combattimento corpo a corpo. Però era contento perché quando aveva detto che erano migliori amici, sapeva che era vero, tralasciando le ammiratrici e tutto il resto.
-Sei sempre il solito, ma chi vuoi che voglia un ragazzo che somiglia ad una pervertita zittella di mezza età fissata con il FaiDaTe e lo Strip Poker?!
Gregory assunse un’espressione accattivante.
-Scherzi? Le donne amano gli uomini domestici, e per certi versi sono più perverse di noi.
E così dicendo provocò altre risate, sonore e spensierate.

  
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