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Autore: SimplyMe514    05/07/2011    3 recensioni
Da qualche parte nel mondo magico, qualcuno ha un'idea che lo renderà più ricco e famoso di Merlino in persona... o forse no. Cliccate per scoprire cos'avrà mai in mente questo misterioso inventore!
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Sì!» Quell'unica sillaba riecheggiò per tutta la casa in un urlo liberatorio di esultanza pura. «Sì! Sì! Ce l'ho fatta! Sarò il Bill Gates del mondo magico! Diventeremo ricchi!»

Fissò per qualche istante il pacchetto di dolciumi che si era appena materializzato sano e salvo accanto al vecchio computer – ci aveva messo un po' a imparare a dirlo correttamente, ma che il primo mago informatico della storia non sapesse pronunciare quella parola era semplicemente inammissibile –, poi osò aprirlo con mani tremanti, come temendo che sarebbe sparito di nuovo non appena l'avesse toccato. Niente. Estrasse una caramella dall'aria ragionevolmente innocente (dato che era rossa, poteva sempre sperare che sapesse di ciliegia) e la mangiò con delicatezza infinita.

«Ahi! Brucia!» Ignorando caparbiamente il fatto che avere la lingua desensibilizzata non aiutasse molto a lanciare incantesimi nel modo giusto, si puntò la bacchetta alla bocca per dirigervi un sottile getto d'acqua. Peperoncino ultrapiccante, naturalmente. Non era mai stato fortunato con le Tuttigusti+1.

Ma che avesse l'inferno sulla lingua oppure no, era felice. Ora che aveva perfezionato l'incantesimo per allegare oggetti ai gufi virtuali (un Babbano avrebbe detto e-mail, ma lui era stato ben attento a creare tutto un corredo di nomi che fossero più familiari al pubblico. Sì, era proprio un genio), quelli in piume ed ossa non sarebbero serviti nemmeno più per spedire pacchi e probabilmente sarebbero andati in pensione per sempre. Dopotutto, il mondo dei non-magici si stava evolvendo a una velocità terrificante, quindi perché il loro non avrebbe dovuto fare lo stesso? Era ora che qualcuno inventasse un World Wide Web dei maghi, e sarebbe stato lui, accidenti! Dei fornitori da cui aveva ottenuto i computer su cui lavorare (e ne erano esplosi parecchi prima che cominciassero ad arrivare i successi) preferiva non parlare, ma tutto quello che contava era che ci fosse finalmente riuscito. Presto, molto presto, non appena avesse avuto il tempo di vestirsi elegante e fare un salto al Ministero per far brevettare la sua idea, sarebbe diventato uno dei maghi più ricchi di tutti i tempi. Sognava già di imitare tutto ciò che sua figlia aveva visto quando era andata in visita da quella sua strana, adorabile amichetta che solo di recente si era convertita alle Holyhead Harpies perché fino a non molto tempo prima teneva per... dunque, come si chiamava? Ah, sì, il Chelsea. Undici Babbani che correvano dietro a un solo pallone. Bah, che passatempo assurdo. Aveva la testa che ronzava tanto era piena di idee che spingevano per uscire come folletti della Cornovaglia impazziti. Diede un'occhiata ai suoi infiniti rotoli di pergamena di appunti: non voleva certo fermarsi alla versione magica della posta elettronica. Per esempio c'era Hooter, per maghi e streghe di poche parole che volevano mostrare al mondo “gufetti” da centoquaranta miseri caratteri; oppure, il meglio del meglio, Spellbook, che si sarebbe riempito in breve tempo di frasi come “Le 999 cose da fare prima di morire – Numero 713: provare tutti, ma proprio tutti i sapori delle Gelatine Tuttigusti+1”, o, Merlino ce ne scampi, di inguaribili romantiche che avrebbero condiviso video musicali di Celestina Warbeck dal mattino alla sera. Naturalmente la parte più importante sarebbe stata la sicurezza: non poteva permettere che qualche Babbano accedesse per sbaglio alla Rete dei maghi, scoprendo tutto. Ma se dal vecchio Arthur Weasley aveva preso la fissazione per la tecnologia Babbana, da un amico che lavorava in radio ai tempi della guerra aveva ereditato la furbizia: avrebbe fatto in modo che ci si potesse connettere solo con un colpetto di bacchetta e una parola d'ordine. Certo, tutto ciò era ancora poco più di un prototipo, ma per essere una prova era dannatamente vicina alla perfezione.

 

«No». Il suo povero cuore era appena precipitato sotto le scarpe tirate a lucido, ne era assolutamente certo. Era una sua impressione, o l'austera stanza del Ministero dove l'avevano così gentilmente indirizzato si era appena fatta più fredda?

«Come sarebbe a dire, “no”?» protestò debolmente.

«Esattamente quello che ho detto: no. La sua invenzione non ci interessa, signore. In un mondo dove un colpo di bacchetta può far diventare quasi tutto facile e veloce, ogni tanto ci piace fermarci e prendercela comoda, come ai vecchi tempi. Ora, per favore, riporti a casa il suo comtuper, e... un consiglio da amico: non cerchi di rendere il nostro stile di vita frenetico come il loro. È l'ultima cosa che vogliamo».

 

Note dell'Autrice: sì, di solito scrivo di vampiri. E sì, sono anche cresciuta con Harry Potter. Il mio ultimo tentativo, non pubblicato, di fan fiction sull'argomento risale a poco dopo l'uscita della prima parte de I doni della morte, ma il progetto si è fermato sul nascere. Ora ci sto riprovando per mettermi dell'umore giusto in vista dell'epico gran finale. Questa me la sono (quasi) letteralmente sognata di notte: ieri proprio non riuscivo a dormire, forse per il caldo, e rigirandomi nel letto mi è saltato in testa che ehi, se ai maghi piace tanto giocare con la nostra tecnologia, perché non s'inventano anche Internet? Però si sono subito affollati anche i problemi: con le e-mail, ciao ciao ai gufi, per esempio. Quindi ho capito che no, la velocità estrema del Web non è per niente nello spirito dell'universo un po' moderno e un po' antico del nostro maghetto preferito; ergo, all'Ufficio Brevetti o come cavolo lo chiamano dalle loro parti viene bocciato senza riserve.

PS: se non c'eravate arrivati, Hooter = Twitter e Spellbook = Facebook. Il secondo è stato facilissimo da alterare, per il primo sono corsa sul dizionario online per assicurarmi di non dire scemenze: se su Twitter c'è l'uccellino, su Hooter c'è il gufetto (hoot è il verso che fanno in inglese). E poi sì, la parola ha anche un secondo significato volgare (cercatevelo, se ve lo spiego devo alzare un po' il rating), ma al massimo nella testa bacata del nostro inventore senza nome può attirare clientela!

PPS: sì, il 713 è un evidentissimo, spudorato omaggio a una certa camera blindata della Gringott. Avevo bisogno di un numero a caso tra 1 e 999 che magari contenesse anche qualche cifra dalla tipica valenza magica, come appunto il 7 e/o il 3, quindi era perfetto, no?

  
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