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Autore: McHardcore    05/07/2011    5 recensioni
Il personaggio di Anna Bolena mi ha sempre affascinato. Con questa one-shot volevo rendere i suoi ultimi istanti di vita, mentre ripensa a quello che ne è stato della sua vita dal momento in cui ha deciso che doveva essere lei la nuova moglie di Enrico VIII e quindi la nuova Regina d'Inghilterra.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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Io sono Anna Bolena. Alcuni mi chiamano Regina, altri puttana, altri ancora strega.
L’unico errore che ho commesso nella mia vita è stato quello di credere di poter sottomettere al mio volere un Re, un uomo. Pensavo che sarebbe stato facile trarlo dalla mia parte, farlo ballare come una marionetta seguendo la mia musica. Una musica chiamata lussuria, piacere. Pensavo che la sua carne, come quella di tutti gli altri esseri viventi, di tutti gli altri uomini, fosse debole, ed avevo ragione, ma c’era una cosa che non avevo preso in considerazione. Lui voleva un figlio. Bramava un figlio sopra ogni cosa. Era pronto a uccidere per averlo, ed avrebbe scatenato persino una guerra se essa gli avesse consentito di ottenere un erede. Un erede maschio. Un piccolo Tudor che potesse portare la Corona sul suo capo una volta che suo padre fosse morto. E’ proprio questa “piccolezza” che mi sta conducendo al patibolo. “Vi darò un figlio. Vi darò un figlio maschio”. Odiosa promessa che mi costerà la vita. Quel figlio non è mai arrivato. Mai giocare con i desideri di un uomo. Mai promettergli qualcosa che potrebbe non concretizzarsi. E soprattutto mai credere di vincere contro un Re. Se solo lo avessi capito prima. Se solo mi fossi accorta prima di quanto sarebbe accaduto…no, non mi sarei tirata indietro.
Volevo il potere. Volevo la Corona. Volevo essere Regina. Basta essere la secondogenita di un signorotto divenuto nobile dopo aver sposato una Howard. Basta essere la sorella della “Grande Prostituta”. Basta essere “Nan Bullen”. Basta. Volevo cambiare vita. Volevo potermi guardare allo specchio e dire: “Anna Regina. Anna Bolena Regina d’Inghilterra”. Volevo essere fiera di me stessa. Volevo apparire tra la gente comune come un diamante tra gli zirconi. Eppure ora dove sono? Sto andando incontro alla morte salendo i gradini di un patibolo, dove mi aspetta il boia che mi aiuterà ad andarmene da questa terra. Ecco cosa ho guadagnato con il mio “diventare Regina”. Ecco quale sarà la mia Corona.
Ora la Nera Signora mi attende con la sua lunga falce stretta tra le sue ossute dita e ride di me. Ride di “Nan Bullen”, la sorella della “Grande Prostituta”, la secondogenita di un signorotto divenuto nobile dopo aver sposato una Howard. Ride per l’errore che ho fatto in gioventù, e sussurra di continuo: “La morte è l’unica cosa certa che hai ottenuto nel momento in cui ti sei seduta sul Trono d’Inghilterra”.
Non mi spaventa. Non mi spaventa niente, ormai. Sono pronta a morire, e mentre mi inginocchio per essere presa dalla Nera Signora, come una strega lancio la mia maledizione:
“Nonostante non sia maschio, la mia Elisabetta otterrà la Corona e sarà la più grande Regina che l’Inghilterra abbia mai visto”.
   
 
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