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Autore: Shadow Eyes    05/07/2011    5 recensioni
E adesso cosa ci si aspettava da lui?
Semplicemente tutto quello che non avrebbe mai voluto essere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alistair Therin, Morrigan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Denying the lying
A million children fighting
For lives in strife
For hope beyond the horizon

A dead world
A dark path
Not even crossroads to choose from
All the blood red carpets before me
Behold this fair creation of God

My only wish to leave behind
All the days of the earth
An everyday hell of my kingdom come.”

Nightwish – “Planet Hell”






E adesso cosa ci si aspettava da lui?
Semplicemente tutto quello che non avrebbe mai voluto essere.
Alistair si prese la testa fra le mani, lasciandosi andare ad un lento e bruciante sospiro.
Re lui? Ha! Per arrivare a costruire una battuta così esilarante saranno serviti decenni di preparativi, pensò. Che storia…! Il problema, però, era che dopo nessuno era andato a tirargli una pacca sulla spalla, rivelandogli che quella, in realtà, era una simpatica burla, che tutti si erano divertiti un sacco nel vederlo tribolare e che, per amor del Ferelden e di tutte le ignare creature che lo abitavano, avrebbe potuto continuare per la sua strada libero di essere semplicemente Alistair. Si, quello divertente. Quello che ama il formaggio ed è ossessionato dai propri capelli. Quello impacciato e cocciuto come un moccioso riguardo le questioni personali. Quello che non ha mai desiderato una vita da re. Esatto, proprio lui.
Le iridi nocciola del Custode vagarono fra le ombre del bosco, senza vederle realmente. Le uniche che riusciva a sentire e a scorgere chiaramente, per il momento, erano quelle all’interno del suo animo in tumulto.
Cercò di imporsi la calma e pensò alle storie che gli venivano narrate da bambino e a quelle che aveva letto da solo, durante i pomeriggi più uggiosi e le notti più cupe. L’eroe dei racconti non aveva mai paura. Mai. Neanche solo per un istante  il dubbio attraversava il suo sguardo fiero e nobile e, se solo vi fosse stata anche solo una piccola chiazza di insicurezza fra i suoi pensieri, l’avrebbe estirpata con forza e avrebbe proseguito lungo il suo cammino senza mai voltarsi, assumendo sulle proprie spalle qualsiasi responsabilità la sorte gli avrebbe assegnato. Un monolite che affronta con stoica fermezza la tempesta che lo travolge. Una figura romantica, tragica per certi versi… piena di fascino e carisma.
L’immagine di Duncan gli sovvenne nella mente. Anche lui era così: risoluto, capace, di buon cuore… illuminato di una luce dei cui raggi solo gli eroi possono gloriasi. Al posto suo Duncan non avrebbe avuto il minimo dubbio su cosa fare, lo sapeva.
Re Alistair... il re “accadono cose orribili quando ci sono io al comando. Ci perdiamo, la gente muore… dopodiché finirò svenuto da qualche parte senza pantaloni”. Una leggenda promettente, da narrare ai nipotini con orgoglio. Poteva scommetterci.
Si sentì patetico, stordito e completamente demotivato. Non era portano per il ruolo di condottiero, figurarsi per quello di sovrano! Non che la cosa gli dispiacesse poi molto, anzi… era una qualità con la quale era sceso a dignitosi compromessi tempo addietro. Seguire, oh quello sì che riusciva a farlo piuttosto bene, senza danneggiare nessuno. O quasi. Mettere tutta quella responsabilità nelle sue mani era un grosso errore; lui lo sapeva, Loghain lo sapeva e persino il mabari lo sapeva!
Morrigan alzò lo sguardo su di lui nel buio. I ferini occhi gialli immobili.
Ecco, quello sguardo era l’ultima cosa che avrebbe voluto sentirsi addosso in quel momento. Alistair rabbrividì.
Erano rimasti – con estremo cordoglio di lui e immenso disappunto di lei – soli all’accampamento. Anche i Custodi Grigi avevano un senso dell’umorismo piuttosto crudele, a quanto pareva… visto che si ricordavano di lasciarlo solo sempre al momento giusto.
Gli scappò una risatina leggera che si smorzò subito dopo in un ennesimo sospiro.
«Maledizione.»
Re si nasce. È il sangue a decidere. Non è una scelta; nessuno è mai stato veramente libero di decidere chi essere alla propria nascita – un punto per Sten, segnò mentalmente. A parte, si ritrovò a riflettere, chi nasce figlio di nessuno. Chi è svincolato dalle proprie origini forse è l’unico in grado di crearsi con le proprie mani un destino diverso. A lui di certo non era andata così e non poteva farci nulla, a parte accettare o negare il proprio fato mentre migliaia di vite danzavano sul filo di un rasoio.
Era questo ciò che odiava di più di tutta quella situazione.
«Sei passato a studiarti i piedi? Tsk, il tuo ombelico si sarà di certo mortalmente offeso.», sibilò nell’oscurità della notte Morrigan, con dei ciocchi di legna fra le braccia ceree.
«Cosa?», fu tutto quello che mugugnò Alistair, cascando dalle nuvole.
La Strega delle Selve schioccò la lingua, in un ormai connaturato segno di disapprovazione che amava riservare quasi esclusivamente a lui.
«Mmh, vediamo se riesco a catturare i tuoi pensieri.», mormorò la donna fingendosi concentrata, «Gli eventi recenti devono aver sconvolto non poco la tua fragile mente. Vuoi scappare via, forse? Dovremo, dunque, affrontare una grave perdita? … Be’, cercherò di trattenere le lacrime.»
Alistair, abituato alle schermaglie giornaliere con Morrigan, aprì automaticamente la bocca per replicare ma non gli uscì un solo respiro. Non una risposta gli si affacciò alla mente: se avesse davvero potuto ricominciare ogni cosa a miglia di distanza, in un luogo sperduto e isolato… cosa ne sarebbe stato di lui?
In parte, un’idea se l’era già fatta, grazie al Demone della Pigrizia.
Se chiudeva gli occhi, poteva ancora risvegliarsi nella casa di Goldanna; sentire tutti quegli odori familiari accarezzargli i sensi e riempirlo di una nostalgia dolceamara che gli faceva stringere il cuore. Eppure, al contempo, non si era mai sentito così felice. L’ambiente era piccolo ma accogliente, le risate dei suoi nipotini erano acute e infantili, lo spingevano a cercarli con lo sguardo e a giocare con loro. E Goldanna, sua sorella, guardava divertita le loro battaglie, con un sorriso radioso,  dolce, prima di spronarli con aria teatralmente altezzosa a sistemare la tavola per la cena. Nel ricordo, il suo abbraccio era caldo e pieno d’amore – proprio come se l’era immaginato – e le sue parole erano quelle che avrebbe da sempre voluto sentirsi dire:
«Bentornato a casa, Alistair.»
Poi tutto sfumava e non restava che l’amarezza di un’illusione che gli scivolava tra le dita.
«E io che credevo che non vi importasse nulla di me.», sbottò infine sulla difensiva, improvvisando un’espressione melodrammatica. «Sono commosso e… ah, tranquillizzatevi, non ho deciso nulla in merito alla mia "rocambolesca fuga senza ritegno".»
«Oh, in caso contrario sarebbe stata una rinfrescante novità. Niente di plausibile, comunque.»
«Non sentite il richiamo della natura selvaggia?», esclamò con aria mistica il Custode Grigio dopo un premeditato istante di silenzio, portandosi una mano dietro l’orecchio, «Non sentite quel cespuglio di rovi chiamarvi? O quella roccia laggiù? Perché non vi ci tuffate di testa contro per vedere se vi basterà un colpo per frantumarla o se sarà la roccia a scappare via per prima, terrorizzata?»
«Dove sono le catene che ti trattengono? Sei libero di scappare quando più lo desideri, eppure esiti. Da quel che ho inteso, sei anche piuttosto allenato nella nobile arte della fuga. Dopotutto, anni di esperienza sul campo ti avranno reso un esperto.», commentò causticamente Morrigan. «Non vedo situazione più propizia di questa: nessuno perderà tempo a correre dietro ad uno sciocco, con il Flagello dinnanzi da affrontare al posto suo.»
Alistair la fissò in silenzio.
«… La cosa che mi ha colpito di più è, tuttavia, il fatto che persino tu sia stato in grado di imparare qualcosa dalla vita – anche se dopo anni e anni. Affascinante.»
«Oh, mi è appena arrivata una goccia di veleno sul braccio… o è solo la vostra saliva?», le chiese sbuffando il Custode Grigio, arrabattando in fretta e furia sul proprio viso ferito una maschera arrogante, «Scappare… come se potessi davvero farlo. Come se potessi davvero correre lontano da qui senza che nessuno si aspetti niente da me. Senza che nessuno si aspetti che io decida di fare la cosa giusta per ciascuno di loro e nessun altro.»
Dopo aver inarcato un sopracciglio scettico, Morrigan scoppiò a ridere.
«Si, questa proprio non me la aspettavo.», grugnì sarcasticamente Alistair, sentendo imbarazzo e rabbia mescolarsi nel sangue. «Dovreste però ricordarvi di sghignazzare di più e di salire a cavallo di una scopa, la prossima volta… somigliereste ancora di più a vostra madre.»
«La natura presuntuosa della tua risposta mi fa riflettere, Alistair.», lo ignorò la Strega delle Selve, «Aspettarsi qualcosa da te? Tu credi davvero che qualcuno si aspetti da te qualcosa? E che quella cosa sia: “la più giusta” per tutti? Mai sentite tante sciocchezze tutte in una volta. E siamo costretti a viaggiare insieme da più di un anno.»
«Non sono stato certo io a pregare in ginocchio vostra madre con grandi occhini lucidi e doni nuziali, sapete?»
«Se è per questo, non sono stata nemmeno io a volerlo ma non sono nemmeno fuggita con la coda tra le gambe, piangendomi addosso per qualsiasi sciocchezza mi capitasse.»
«Oh, per il Creatore, chiedo scusa! Sapete, è che a volte gli esseri umani, poveri, miseri mortali, devono avere a che fare con una cosa chiamata “anima”, se vogliono essere in grado di proseguire il proprio cammino. I mostri no, ovviamente, come voi ben saprete.»
«Se davvero la responsabilità di tutto questo ti sta schiacciando, vattene.»
La voce di Morrigan, solitamente calda e controllata, fu uno schiocco di frusta nell’aria. Il giovane, infatti, si ritrovò a sussultare e stringere i pungi senza nemmeno rendersene conto, sentendo un brivido gelido risalirgli lungo la spina dorsale. Ha!, “spina dorsale”… allora gliene era davvero rimasta una dopo tutto, constatò fra sé. Buono a sapersi.
«Nessuno si aspetta mai nulla da un essere inetto, debole e insicuro. In natura, non esistono scelte. Gli animali hanno menti semplici e istinti ancestrali a guidarli ma sono molto più schietti. Loro sanno cosa fare, è insito dentro di loro ed è automaticamente l’unica cosa da fare. La più “giusta”, se la cosa ti fa sentire meglio; ma in realtà in natura non esiste il concetto di giusto o sbagliato, esiste solo la sopravvivenza. Se un vecchio capobranco è troppo debole per continuare a proteggere il proprio gruppo e il territorio, viene sconfitto e sostituito da un esemplare più giovane e forte, che prenderà il suo posto, accollandosi tutti i doveri del capo senza lamentarsi abbandonando tutto e tutti. In un ciclo infinito. Solo il più forte e determinato può diventare il capo e consolidare il suo dominio sul proprio gruppo. In questo caso quell’esemplare non sei di certo tu, ma la figlia del tuo nemico.»
«Voi si che sapete come illuminare il mio cuore di gioia. Vi abbraccerei, se non temessi che il mio cuore potesse gelarsi e andare in frantumi esattamente come il vostro. C’è parecchio spazio vuoto là dentro, immagino. Oh, e le ragnatele ovviamente. Tante, tante ragnatele. Vi hanno costruita i nani assieme ai golem, vero?»
Morrigan gli lanciò un’occhiata carica di studiata compassione ma Alistair notò che gli zigomi le si erano imporporati per lo sdegno. Intimamente, eseguì la danza della vittoria.
«Continui a nasconderti dietro un muro troppo sottile.», fu tutto ciò che aggiunse la Strega, le labbra piegate in un sorriso sprezzante. «Immagino sia troppo sperare che tu sappia cosa accade alle strutture fatiscenti…»
Alistair sventolò un fazzoletto quando, con un sibilo soddisfatto, la donna girò sui tacchi e si allontanò verso la propria tenda per accendere il fuoco.
«Tornate a trovarmi, ogni tanto!», le urlò dietro, imitando il tono di voce di una madre apprensiva.
Poi si rese conto che Morrigan lo aveva crudelmente abbandonato con i suoi pensieri. Compagnia non proprio raccomandabile, soprattutto durante le ore notturne passate in solitudine.
Oh, per la fiammeggiante spada di Andraste…
Nel momento in cui avrebbe accettato, l'Alistair che tutti conoscevano sarebbe morto lasciando il posto ad uno uomo che sarebbe vissuto in funzione del Ferelden fino alle fine dei suoi giorni. Triste ma necessario.
Vediamo un po’… ho già tutto quello di cui ho bisogno?
Abnegazione? C’è. Dedizione? C’è. Totale assenza di un’idea migliore? C’è. Dignità? … Si, dev’essere lì, da qualche parte.
Il Custode Grigio sorrise.
Abbraccia il tuo destino, perché, in realtà, non esiste altra scelta. Chi è che l’aveva detto? Era stato davvero qualcuno a dirlo, o era solo la sua mente che adesso aveva chiaro cosa fare? … Be’, non aveva importanza, perché era così.










.:~*~:.

I dialoghi mi uccidono. T^T
Aliastair e la realtà spesso non vanno d’accordo ma non è l’unico a cui capita. Idealizzare Duncan e sminuire sé stesso di certo non giova granché al morale. Mh, se qualcuno se lo stesse chiedendo, sì, Morrigan è membro onorario di BastardiDentro.it… ed in realtà suo padre è il Sergente Hartman di “Full Metal Jacket”.

Sergente Morrigan: «Io sono il sergente maggiore Morrigan, tuo Capo Istruttore. Da questo momento puoi parlare solo quando ti sarà richiesto e la prima e l'ultima parola che dovrà uscire dalla tua fogna sarà "Signora". Tutto chiaro, luridissimo verme?»
Alistair: «Signorsì signora.»
Sergente Morrigan: «Ah, che cazzo, non ti sento! Rispondi come se le avessi davvero!»
Alistair: «SIGNORSÌ SIGNORA!» *corre in una angolo a piangere*

… Ovviamente lei è la versione raffinata di suo padre. Gh. Se volete essere consolati andate da lei. Ops, scusate, ho dimenticato il “non”.
Chissà perché, quando capita qualcosa di interessante al campo il/la mio/a Custode è sempre in giro a pesca di lumache. *troll face* La prossima volta lo/a spedirò a caccia di cinghiali ad Altura Perenne.
Dunque alla fine qual è la risposta alla domanda: “essere o non essere re?”. Personalmente io credo che, qualunque sia l’esito finale etico della risposta, sia una mera questione di indole. Chi ha spirito di autoconservazione da buttare ovviamente direbbe un cortese: “no, grazie, il dottore mi ha detto che devo evitare le ulcere, sa’ com’è…”. Le altre risposte più o meno le conoscete… XD voi che avreste fatto al posto suo? Sul trono o in fuga? Nella polvere o sull’altare? *___*
Comunque le citazioni che ho fatto sono giuste o sbagliate in base a quanto ingrana ancora la mia memoria, perdonatemi quindi se non sono propriamente letterali. XD
Oh, ve lo immaginate Alistair che chiede in ginocchio a Flemeth di fare andare Morrigan con loro? Pfff… ecco la vera opinione del custode grigio a riguardo:

Alistair: «Ammazza la vecchia~… ♪»
Resto del party: «… col fli~t! ♪»
Morrigan di un certo punto del gioco: «Approva +9999»

Ok, chiudo il teatrino. Ringrazio chi è arrivato fin qui, oh prode creatura! XD Chi ha letto le mie precedenti storie, chi le ha commentate, chi le ha criticate... etc. Tutti. GRAZIE! *___*

See ya,

Shadow Eyes
  
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