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Autore: R e d_V a m p i r e     05/07/2011    2 recensioni
Kira è convinto di avere tutto sotto controllo.
Ucciso Elle, Ryuzaki - o chi era veramente, non importa, d'altronde - Si sente al sicuro.
Ha vinto. Finalmente. Ha vinto quella partita psicologica che andava avanti da troppo tempo oramai.
Ma non ha fatto i conti col fattore sorpresa.
O forse ha sottovalutato ancora una volta il suo nemico.
...
Esiste un secondo Kira, già.
Ma nessuno, tantomeno Light Yagami, poteva immaginare dell'esistenza di un secondo Elle.
E Ryuzaki non è mai stato il primo.
[Presenza OC]
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Watari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Death Note:
Last Note





Una volta intrecciato il filo del destino non può più essere sciolto.
(Inuyasha)




Near rimane a guardare il compagno senza battere ciglio nè muovere un muscolo.
Si limita a sedersi sul logoro tappeto ai piedi del letto, una gamba stretta al petto e l'altra abbandonata di lato.
Abbassa lo sguardo, analizzando la fibra del tessuto. Si pente di non aver portato con sè qualcuno dei suoi modellini; non uscirà tanto presto da quella stanza.
Sciocco e avventato.
Riflette, passando piano le dita sulla stoffa consunta.
Mello è precipitoso in tutto quello che fa. Attacca, sperando di raggiungere il suo scopo, ma così non capisce che riesce solo a ottenere mutismo e diffidenza dalle persone.
E non risposte. Quelle sono solo per chi riesce ad ottenerle.
<< Dimmi un pò, Mello >>
Mormora dopo qualche istante la ragazza, senza smettere di oscillare avanti e indietro, e senza distogliere lo sguardo dal punto fisso davanti a sè.
Il ragazzo inarca un sopracciglio, cercando di dissimulare la confusione che non può far altro che modificarne inconsapevolmente l'espressione ogni volta che si ritrova a parlare con quella stramba mocciosa che dimostra meno anni di quanti non ne abbia realmente sulle spalle.
<< Hm? >>
La detective schiude le labbra rosee, socchiudendo gli occhi.
<< Non eri tu quello che Elle aveva scelto per succederlo, vero? >>
Il giovane si irrigidisce, guardandola con astio e sorpresa. Stringe i pugni, trattenendosi dal fare gesti inconsulti.
Near non sembra essersi accorto di nulla, continua a far passare le dita pallide e sottili sul tappeto, come se niente fosse.
Questo gli da ancora più fastidio.
<< Questo cosa c'entra? >>
<< E' una domanda. Devi solo rispondere >>
Sbatte le palpebre, guardandolo.
<< Ma... >>
La ragazza alza finalmente il capo, puntando lo sguardo ceruleo sul suo viso, come a volerlo scrutare fin dentro l'anima.
E' una sensazione strana, vischiosa e opprimente. Quello sguardo riesce a soffocarlo, facendogli desiderare di distogliere l'attenzione da lei.
Ma non può farlo, o gliela darebbe vinta.
E lui non è un debole.
<< >>
Soffia finalmente, arrendendosi con un groppo di delusione e cocente imbarazzo alla gola. Ansima, come se avesse corso per diverse miglia.
E' stato così difficile ammettere quell'ennesima sconfitta!
Lo sguardo si sposta sul bambino seduto a terra, che continua a ignorarlo.
Soprattutto davanti al suo rivale.
<< Lo immaginavo >>
Si limita a commentare quella, dopo qualche secondo di stallo, tornando a dondolarsi su se stessa.
Mello si sente a disagio, in quella stanza. Se pur la finestra è aperta sul giardino dell'Orfanotrofio, nemmeno l'aria che fluisce da quello spazio rende l'ambiente più confortevole.
Dubita fortemente che quella camera sia mai potuta essere in qualche modo confortevole.
<< Cosa significa? >>
Domanda dopo un pò, astioso. Non gli piace che quella inizi qualcosa e non lo porti a termine.
Qualunque cosa sia.
La giovane donna scrolla le spalle, lentamente, guardando con distacco il piccolo Near che si attorciglia una ciocca dei capelli nivei a un dito, riflettendo completamente estraneo ai loro discorsi.
<< Oh, in realtà niente. O forse tutto. Chissà >>
Borbotta, distratta.
Il ragazzo biondo si sente preso in giro. E in una maniera così crudele e surreale, che quasi fa fatica ad arrabbiarsi sul serio.
O ribattere, in qualsiasi modo.
Stronza!
<< Non dovevi raccontarci del secondo Elle? >>
Si fa sentire per la prima volta dopo più di un ora il ragazzino seduto a terra.
Nonostante dall'esterno sembrasse talmente concentrato su quel suo giochetto infantile da non aver seguito la conversazione, in realtà ha ascoltato tutto.
C'era da immaginarselo.
Revy si appoggia con le spalle contro il muro, portando il pollice alle labbra, tornando a torturarne l'unghia smangiucchiata.
Dopo tutto dev'esserci un motivo se Ryuzaki aveva scelto quel piccolino come suo successore.
Tutto ciò è tremendamente noioso. E divertente al contempo.
Non gli ha mai detto nulla sulle sue scelte. Le ha tenute nascoste persino a lei, rifuggiandosi dietro un sorriso e un "vedrai" che aveva il sentore di una sorpresa che non era sicura avrebbe voluto scoprire.
Annuisce dunque, ignorando il breve ringhio rabbioso che vibra dalle labbra socchiuse dell'altro orfano.
<< Hai ragione, Near >>
Ammette candidamente, quasi nell'imitazione grottesca del suo giovane interlocutore.
Persino River non riesce a comprendere cosa si celi dietro quel sorriso che gli mostra, se è solo una presa in giro la sua o qualcosa di più e di diverso.
<< Lo conobbi per la prima volta qui, alla Wammy's House. Mentirei se dicessi che fu Watari a farci conoscere. Anzi, ho sempre avuto il dubbio che il vecchio volesse scoraggiare una nostra amicizia, chissà per quale motivo. >>
<< Già, chissà perché... >>
Le fa il verso Mello, le braccia incrociate testardamente al petto e lo sguardo basso, a fingere ostinatamente un indifferenza che non può fare a meno di non provare.
La giovane sembra ignorarlo, o comunque non far caso all'interruzione. Non cambia posizione, si limita a inclinare leggermente il capo sulla spalla destra.
<< A quel tempo non mi chiamavano ancora Revy. Fu solo dopo che io e Ryuzaki lasciammo l'orfanotrofio che iniziai a farmi conoscere come Revenge. Buffo, visto che fu proprio Ryuzaki a darmi questo nome >>
Un breve sbuffo le sale alle labbra.
I due ragazzi si scambiano un occhiata furtiva; nessuno dei due è riuscito a vederci una risata o almeno l'ombra di questa.
Near assottiglia lo sguardo, fissando un punto del tappeto logoro senza vederlo realmente.
Revy, Revenge, Vendetta.
Per quale motivo chiamare una ragazza così? Un'amica, per giunta.
Scuote appena il capo. Ma dopo tutto è stato lo stesso Elle a dare a lui il nome con cui si fa conoscere.
Near, Vicino.
Colui che deve essere al fianco degli uomini, vicino alla giustizia.
Posa lo sguardo sulla detective.
Vicino a Elle? Quale che sia.
<< Molto bello, già, ma non ci hai ancora detto niente di concreto a proposito di... Ryuzaki >>
L'interpellata lo fissa nuovamente, con quello sguardo che ha il potere di farlo rabbrividire e ammutolire allo stesso tempo.
<< Vi ho detto molto di più di quanto non avrei dovuto >>
Mormora, gentile. O forse falsamente cordiale.
Questo lo irrita così tanto...
<< Ci stai prendendo per il culo?! >>
Near agrotta le sopracciglia, voltandosi a guardare con rimprovero il compagno. Sta urlando di nuovo.
La ragazza sbatte piano le palpebre, e la sua espressione che continua a non mostrare niente si fa più dura.
Mello si trattiene dal lanciare un urlo, battendo con forza un pugno sulla parete alle sue spalle, rischiando di rompersi la mano.
<< Non ci hai detto proprio niente! >>
<< Mello... >>
Lo richiama l'albino, alzandosi con lentezza da quella sua strana posizione scomoda per qualsiasi essere umano normale.
Il ragazzo fa per ribattere, ma qualcosa ne distoglie l'attenzione.
<< Mello, Near! >>
Un ragazzino alto e dinoccolato si è appena affacciato dalla porta aperta, frenando sul pavimento e fermandosi appena in tempo, prima di superare la soglia.
Sui corti capelli rossi porta degli occhialoni da motociclista gialli, e fra le mani ha una console portatile del medesimo colore su cui continua a posare lo sguardo, dandogli tutta la sua attenzione.
<< Matt >>
Si limita dunque a scandire, rivolto al suo compagno di camera. Il ragazzo fa scoppiare un palloncino di chewingum fra le labbra, premendo con forza sui pulsanti sopra la tastiera, prima di borbottare qualcosa contro lo schermo da cui proviene un'allegra musichetta.
<< L'avevo detto che... >>
Ma lo sguardo dei tre puntato su di lui lo fa arrossire brevemente, abbassando il gioco e schiarendosi la gola.
<< Ecco... Mi ha mandato a chiamarvi Roger. Dice che c'è un problema >>
   
 
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