Capitolo 4: L’apertura
della maschera
Trascorsero alcuni
giorni, prima di poter verificare la teoria di Cancer.
D’altro canto,
bisognava quantomeno prendere qualche provvedimento, in caso d’imprevisti.
E nel Santuario, quando
ne capitano, spesso sono di dimensioni galattiche.
Letteralmente.
Nonostante le
precauzioni, Death Mask, deputato all’esecuzione materiale dell’esperimento,
avrebbe rischiato di combinare un bel macello.
Anche se cercava di non
darlo a vedere, il cavaliere del Cancro non era per niente rilassato.
Virgo aveva notato lo
stato d'animo del collega:
-Tutto a posto,
cavaliere? Sei piuttosto nervoso-
-Beh, ho tutte le
ragioni di esserlo- rispose l’italiano, senza neppure tentare di nascondere la
tensione: -Se sbaglio qualcosa, sveglierò persino i morti, col botto che farò-
-Non preoccuparti-
rispose Shaka, con tono paterno: -Non credo farai più danni di quelli causati
nell’ultima guerra santa-
-Lo spero per te,
Virgo, non sono del tutto sicuro di poterti risarcire, in caso di fallimento-
sdrammatizzò l'italico cavaliere, col suo solito ghigno.
Infatti, Shaka aveva insistito
per tenere l’esperimento all’interno della propria dimora.
Probabilmente perché
era una delle case meglio isolate del Santuario, o semplicemente per via della
curiosità che stava aggredendo segretamente l’uomo più vicino agli dei.
Dopo aver preso un
grande respiro, Cancer iniziò a bruciare il proprio cosmo, aiutandosi con le
mani per direzionarlo sull’oggetto misterioso.
Questo iniziò a sua
volta ad irradiare luce, creando un effetto surreale nella penombra della sera.
Death Mask stava
tremando. Per lui, abituato ad usare il cosmo alla stregua di un’arma da fuoco,
era innaturale agire in quel modo.
In pratica, stava
sondando l’artefatto, come uno scassinatore con una cassaforte, cercando la
combinazione cosmica per aprirlo.
L’unico problema, era
che un ladro di solito non rischia di fare un enorme buco.
Nel santuario, non nel
pavimento della sesta casa.
Anche Virgo se n’era
accorto, e senza preavviso, gli afferrò la mano.
Nessuno dei due seppe
esattamente cosa accadde l’istante dopo.
Nel momento in cui il
cavaliere della Vergine pose la mano su quella del collega, ci fu uno scoppio,
abbastanza forte da mandare ko entrambi.
Quando si ripresero,
rimasero stupefatti.
Difficile non esserlo, vedendo
una ragazza fluttuare nell’epicentro dell’esplosione.
Fortunatamente, questa
lasciò un cratere di dimensioni molto più contenute di quanto temesse il
cavaliere del Cancro.
-Sembra un ologramma-
costatò l'italiano, notando come la figura non avesse forma fisica.
-Hai ragione, Cancer-
confermò Shaka: -La maschera è semplicemente il proiettore della coscienza di un
defunto-
Death Mask si avvicinò,
con un vivo disappunto sul viso.
Quando Aiolia aveva
posato la maschera vicino al lettore, era convinto fosse un supporto di
memorizzazione, non un mezzo per visualizzare un’anima dall’Ade.
Non che fosse andato
molto lontano dalla sua ipotesi: credeva, infatti, che la maschera servisse a
recuperare dei dati e, in un certo senso, era così.
Osservando meglio la
figura, notò che aveva i capelli rossi, portati fino alle spalle, e gli occhi
azzurri. Non era molto alta, ma aveva un fisico proporzionato, sia pur nascosto
dall’abito mortuario che indossava.
Alla defunta, però, non
andavano a genio le attenzioni di Cancer.
Infatti, gli tirò un
coppino, manifestando così una certa tangibilità:
-Vè, granchietto, mai
visto un fantasma?-
Death Mask stava
preparandole un viaggio di sola andata per l’aldilà (non realizzando
l’inutilità del gesto), quando Shaka gli si parò davanti.
Il fantasma sembrò
calmarsi, fissando l’indiano:
-Dunque è stato l'attuale
cavaliere della Vergine a chiamarmi…-
Death Mask si
spazientì:
-Ma che cosa? Sono
stato io a richiamarti dall’altro mondo!-
La ragazza non aveva
preso bene la frase dell’italiano.
Ella socchiuse gli
occhi, e sibilò:
-Non farmi ridere,
stronzetto. Figurati se risponderei al tuo cosmo di…-
Non finì la frase, per
merito di Shaka, che si frappose tra i due:
-Pregherei entrambi di
calmarvi- disse, con la sua solita calma: -Durante il rituale di richiamo ho
cercato di fermare il mio compagno d’arme, probabilmente il mio cosmo ha fatto
da portante per il suo-
Una volta calmatesi le
acque, la rossa si sedette a mezz’aria, incrociò le gambe, e chiese:
-Ad ogni modo, qual è
il motivo di questa evocazione?-
Se Shaka riuscì a
mantenere un minimo di contegno, Death Mask non riuscì a nascondere un certo
imbarazzo.
Dopo alcuni secondi di
attesa, l’italiano fece un passo indietro, alzò le mani e ammise:
-Prove tecniche di
trasmissione-
-Stai scherzando,
vero?- chiese la ragazza, impietrita.
-Purtroppo no, mi sono
ritrovato in laboratorio una maschera di troppo e la dea in persona mi ha
ordinato di investigare-
Il fantasma stava per
ribattere, ma uno sguardo dato al cavaliere della Vergine la fece desistere:
-Insomma, pare proprio
che non ricordiate nulla, riguardo alla storia di questa maschera-
-Hai azzannato il
bersaglio, cocca- confermò Death Mask, calmatosi.
-E sia- rispose la
proiezione, sedendosi su di un cuscino sbucato dal nulla: -Però vi consiglio di
mettervi comodi, ci vorrà molto tempo-
Note:
Non ho molto da dire su questo capitolo, mi serve
più che altro come transizione tra il mistero su "cosa è" la
maschera, e la storia che l'oggetto nasconde. Qui vedete pure il mio secondo (e
ultimo) OC di questa storia, questo misterioso fantasma che non cede
esattamente di buon occhio il nostro granchietto made in Italy.