Nickname
(forum / EFP):
Baboshine – Slab
su EFP
Titolo della storia:
Puoi promettergli amore.
Personaggio
scelto: Lily Potter
Altri
personaggi / Pairing: James Potter
Genere:
Oneshot
Rating:
verde
Citazione
scelta: (riportatela interamente, con i dovuti
credits) : Dicembre -
"Like a flower waiting to bloom, like a light bulb in a dark room, I'm
just sitting here waiting for you to come home" ["Turn me on",
Norah Jones] *** Trad. "Come un fiore in attesa di sbocciare, come un
puntino luminoso in una stanza buia, me ne sto seduta qui ad aspettare
il tuo
rientro"
Breve
introduzione:
“Che
significa per te, allora?” James mi guarda infuriato. Non
l’ho mai
visto così. Non l’ho mai sentito urlare contro di
me. Non penso di averlo mai
visto nemmeno accigliarsi nei miei
confronti.
“Significa
che non voglio più sentire storie!” Gli urlo
contro. Stiamo
litigando. Stiamo litigando davvero. Mi guarda inferocito. Come se
fossi la
persona più crudele del mondo. Mi avvicino a lui, cercando
di farlo ragionare.
Allontana il suo braccio dalla mia mano.
“Lasciami
solo.” E mi volta la faccia.
Rimango
immobile. A fissarlo.
Rimango immobile. E faccio dietrofront.
Puoi
promettergli Amore
Sbatto la porta e me ne vado a letto. Non capisco perché la fai tanto lunga. E perché non capisci che per me non è importante, ora. Mi dici che prendere una decisione da sola corrisponde a non avere rispetto per te. Che siamo una coppia, noi. Che la tua idea vale tanto quanto la mia, in questo caso. E allora prendila tu, una decisione.
Ma che sia la mia. Che sia identica alla mia.
Mi butto sul letto, esasperata.
Buio. Intorno a me
c’è
solo buio.
Intorno a
me. Ed anche dentro me.
Sento dei
movimenti al di là della porta della nostra stanza. Adesso
sei tu a sbattere
qualcosa. Sbatti la porta di casa.
E te ne vai.
Ecco, ora sono sola.
Letteralmente sola.
Sono le due. Ancora non torni.
Mi rigiro nel letto cercando di trovare la posizione giusta per addormentarmi. Non la trovo e mi sto irritando. Ma a chi voglio darla a bere questa. Non riesco a dormire perché tu non ci sei.
La prima
notte da sola, da quando ci siamo sposati.
Guardo fuori
dalla finestra, il lieve raggio di luce che entra e illumina il letto.
Il
giardino è deserto. L’erba è immobile.
Non c’è vento, non c’è
pioggia.
Niente di niente.
Stasera c'è
la luna piena. Non tanto tempo fa ti dissi che avrei associato questo
fenomeno
a te, pensandoti.
Non tanto
tempo fa ho capito che ci si riconosce subito. Che la chimica esiste e
non è
un’invenzione. E che per qualche ragione, ci
si sceglie.
Io l’ho
sempre saputo.
Anche quando
tu dicevi che avrei potuto non esserci più. Io
l’ho sempre saputo.
E non mi pento di nulla.
Di tutti gli sbagli fatti
per trovare la nostra dimensione.
Di tutto il dolore. Di tutto il sale ingoiato.
Rifarei tutto. Ogni
singolo
momento. Ogni singolo sorriso. Ogni lacrima al bordo degli occhi per il
troppo
ridere. Ogni incomprensione sviscerata. Ogni canzone ascoltata. Ogni
abbraccio
dato e ricevuto. Ogni gesto. Ogni voglia di fare quello che ci andava.
Ogni
goccia di pioggia su quei finestrini a novembre. Quella pioggia che ci
ha fatti
diventare migliori di prima. Che ci fa cenare con bottiglie di vino e
ci fa
dire in faccia senza scrupolo delle cose fatte per dispetto. Di quello
che
pensiamo della gente che ci circonda. Che ci rende tanto coppia agli
occhi di
tanti, tanto amici agli occhi di altri ancora. Tanto noi,
ai nostri.
Anche se sono stanca. Stanca di lottare. Stanca di pensare al futuro.
Su tutto
quello che dovrà arrivare alla fine.
Mi
hai detto che prendere una decisione da sola corrisponde a non
avere rispetto per te. Che siamo una coppia, noi.
Che la tua idea vale tanto quanto la mia, in
questo caso.
Vorrei darti
ancora più speranza, ancora più tenacia. Vorrei
che tu non fossi spaventato.
Dal futuro. Da quelle che sembrano perdite di tempo. Che tu non fossi
preoccupato, dal futuro.
Vorrei che
fosse più semplice.
Guardo la
porta della mia camera. Che senso ha stare qui dentro ora che tu non ci
sei?
Esco e mi
siedo sul divano. E fisso la porta d’ingresso. Prima o poi
tornerai.
Devi
tornare. Eccomi, sono qui. Io non vado da nessuna parte.
Come
un fiore in attesa di sbocciare, come un puntino
luminoso in una stanza buia, me ne sto seduta qui ad aspettare il tuo
rientro.
Perché non
capisci che per me è davvero insostenibile?
Perché non ti metti nei miei panni?
Mi hai detto
che prendere una decisione da sola corrisponde a non avere rispetto per
te. Che
siamo una coppia, noi. Che la tua
idea vale tanto quanto la mia, in questo
caso.
Frasi sparse
che mi tornano alla mente come ossessioni inguaribili.
Rispetto.
Io ti
rispetto. Io ti amo. Non potrei amarti se non ti rispettassi, ma questa
cosa è
più grande di te. È più grande di me.
È più grande di noi.
Coppia.
Siamo
un’entità unica. Sempre. Lo capisco questo. Lo
capisco benissimo.
Idea.
La tua non è
un’idea. La tua non è un’idea. La mia
non è un’idea.
La mia è una
decisione.
Io ho
deciso. Io ho già deciso.
Con un
movimento involontario mi porto le mani sulla pancia. Eccola la mia
decisione.
È qui che cresce. È qui. La sento. Anche se
probabilmente è un puntino
minuscolo.
Non posso
dargli tutto questo. Non posso.
Non posso
promettergli paura e terrore.
Non posso
promettergli guerre.
Non posso
promettergli disperazione.
Non posso. E
ho deciso. Non lo farò.
Ce ne
saranno altri, James. Ce ne saranno altri in tempi migliori.
Tolgo la
mano dal ventre. Guardo la porta. Il buio intorno non tradisce nessun
movimento. Apro le orecchie per sentire anche un minimo rumore
giù in giardino.
Rumore di passi sull’erba, rumore di chiavi nel chiavistello.
Cigolio del
cancelletto.
Niente.
Mi alzo e
ritorno sul letto.
Mi
appallottolo, stringendo il cuscino con la mano. Con l’altra
mano rassicuro il
puntino che giace dentro di me. Diventerà una virgola. E poi
una parentesi. E
poi qualcosa di più grande.
Stringo i
denti, cercando di rigettare le lacrime dentro di me.
Fino a che
non mi addormento esausta.
Il
caldo
delle coperte mi avvolge, qualcosa mi stringe in vita. Una bocca
conosciuta si
avvicina al mio orecchio, accarezzandomi i capelli. James! Apro piano
gli
occhi, e lui è qui, vicino a me.
“James!”
“Shhhh...
non ti svegliare, è ancora notte.“ la sua voce
è calma, non c’è più traccia
di quell’agitazione
e di quella rabbia con cui l’ho sentita l’ultima
volta...
“Ma che ore
sono?” domando, leggermente assonnata e con gli occhi chiusi.
Mi attorciglio
tra le sue braccia, rendendomi conto che quello che voglio è
solo stare con
lui. La mia mano, ancora sul mio ventre.
“Le cinque” risponde
lui, tenendomi tra le braccia.
“Tecnicamente
allora è l’alba“ Farfuglio. È
qui. È vicino a me. Sorride. È abituato alle mie
risposte saccenti.
Affonda la
sua testa nei miei capelli. Mi stringe forte.
James.
Sussurra
piano, prima che mi riaddormenti “Puoi promettergli
amore.”
“Amore“ Ripeto,
come in trance.
“Puoi
promettergli amore.“ Mi stringe, sospirando nel mio orecchio.
Posso
promettergli amore, penso. “Posso promettergli
amore.” Dico.
Lui mi
stringe, poi mi guarda. Mette una mano sul mio ventre. Trova la mia. Mi
guarda
negli occhi.
“Tu però non
andartene più.” Sussurro.
“Non vado da
nessuna parte” mi risponde sicuro e mi stringe a
sé, sospirando.
Tu non vai da nessuna parte. Io non vado da nessuna parte. Eccoci.
Siamo qui. Io, te e questo puntino.
Non ce ne
saranno altri, James. Ci sarà questo, in questo tempo e ce
lo renderà migliore.
E poi, ci
saremo noi.
Valutazione:
1. Baboshine, “Puoi promettergli amore” – 78.80/80
Grammatica, sintassi, ortografia / Lessico, stile: 29.60/30.00
Punteggiatura: - 0,1. Giusto un paio di virgole che sarebbero state meglio da un’altra parte, e forse qualche punto di troppo in certe parti. Per il resto, tutto ok.
Lessico e stile: -0,1. Personalmente, amo le storie come questa, con frasi frammentate che rendono bene il flusso dei pensieri della protagonista, però ogni tanto ho faticato a star dietro a tutto. Comunque, non c’è male.
IC / Caratterizzazione dei personaggi: 20.00/20.00
Lily Evans: 10/10. Caparbia, testarda, decisa e capace di grandi prove d’amore: ecco come ci è stata presentata la madre di Harry nel corso della saga. La Lily di questa storia è semplicemente identica a quella che abbiamo imparato ad amare nei romanzi.
James Potter: 10/10. Ho deciso di valutare anche i coprotagonisti, quando presenti, e devo dire che ho apprezzato molto anche James. Ho apprezzato molto il fatto che se ne sia andato sbattendo la porta, uscendo per far sbollire la rabbia. Credo proprio che la Rowling l’avesse pensato così.
Rispetto delle regole: 9.00/10.00
Regolamento / Divieti: - 1,0. Nello specchietto hai indicato tra gli avvertimenti “Flashfic”, ma la storia conta più di 1000 parole. Inoltre, non hai rispettato la regola riguardante il font, usando il Calibri invece del Times New Roman.
Burocrazia: Nulla da eccepire.
Utilizzo della citazione: 5.00/5.00
Nulla da dire in proposito. Hai saputo usare la frase alla perfezione, adattandola ad un personaggio e ad una situazione non semplice, riuscendo tra l’altro ad inserirla pari pari. Complimenti.
[cit. “Like a flower waiting to bloom, like a lightbulb in a dark room, I’m just sitting here waiting for you to come home” = ‘Turn Me On’, Norah Jones; “Come un fiore in attesa di sbocciare, come un puntino luminoso in una stanza buia, me ne sto seduta qui ad aspettare il tuo rientro”]
Originalità della storia: 5.00/5.00
Che dire? È più che originale. Non ho mai letto nulla del genere. Complimenti.
Valutazione personale: 10.00/10.00
Non do quasi mai il massimo, ma qui ci voleva. L’ho davvero amata.
Grazie a Pocahontas_Effie per la valutazione e per il contest che è stato bellissimo :)
Spero che anche voi, abbiate apprezzato la storia :)
un bacio!