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Autore: Slab    05/07/2011    7 recensioni
“Che significa per te, allora?” James mi guarda infuriato. Non l’ho mai visto così. Non l’ho mai sentito urlare contro di me. Non penso di averlo mai visto nemmeno accigliarsi nei miei confronti.
“Significa che non voglio più sentire storie!” Gli urlo contro. Stiamo litigando. Stiamo litigando davvero. Mi guarda inferocito. Come se fossi la persona più crudele del mondo. Mi avvicino a lui, cercando di farlo ragionare. Allontana il suo braccio dalla mia mano.
“Lasciami solo.” E mi volta la faccia.
Rimango immobile. A fissarlo.
Rimango immobile. E faccio dietrofront.
QUESTA STORIA HA PARTECIPATO AL CONTEST "Perché Aspettare Te E' Come Aspettare La Pioggia Durante La Siccità: Inutile E Deludente" INDOTTO DA POCAHONTAS_EFFIE E SI è CLASSIFICATA PRIMA. HA VINTO INOLTRE IL PREMIO STILE.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nickname (forum / EFP): Baboshine –  Slab su EFP
Titolo della storia: Puoi promettergli amore.
Personaggio scelto: Lily Potter
Altri personaggi / Pairing: James Potter
Genere:  Oneshot
Rating:  verde
Citazione scelta: (riportatela interamente, con i dovuti credits) : Dicembre - "Like a flower waiting to bloom, like a light bulb in a dark room, I'm just sitting here waiting for you to come home" ["Turn me on", Norah Jones] *** Trad. "Come un fiore in attesa di sbocciare, come un puntino luminoso in una stanza buia, me ne sto seduta qui ad aspettare il tuo rientro"
Note dell’Autore: spero di non essere fuori personaggi... e di aver dato alla storia i caratteri che avevi impostato senza essere uscita fuori tema. J

Breve introduzione:

“Che significa per te, allora?” James mi guarda infuriato. Non l’ho mai visto così. Non l’ho mai sentito urlare contro di me. Non penso di averlo mai visto nemmeno accigliarsi nei miei confronti.

“Significa che non voglio più sentire storie!” Gli urlo contro. Stiamo litigando. Stiamo litigando davvero. Mi guarda inferocito. Come se fossi la persona più crudele del mondo. Mi avvicino a lui, cercando di farlo ragionare. Allontana il suo braccio dalla mia mano.

“Lasciami solo.” E mi volta la faccia.

Rimango immobile. A fissarlo.

Rimango immobile. E faccio dietrofront.

Puoi promettergli Amore

Sbatto la porta e me ne vado a letto. Non capisco perché la fai tanto lunga. E perché non capisci che per me non è importante, ora. Mi dici che prendere una decisione da sola corrisponde a non avere rispetto per te. Che siamo una coppia, noi. Che la tua idea vale tanto quanto la mia, in questo caso. E allora prendila tu, una decisione.

Ma che sia la mia. Che sia identica alla mia.

Mi butto sul letto, esasperata.

Buio. Intorno a me c’è solo buio.
Intorno a me. Ed anche dentro me.
Sento dei movimenti al di là della porta della nostra stanza. Adesso sei tu a sbattere qualcosa. Sbatti la porta di casa.
E te ne vai.
Ecco, ora sono sola. Letteralmente sola.

Sono le due. Ancora non torni.

Mi rigiro nel letto cercando di trovare la posizione giusta per addormentarmi. Non la trovo e mi sto irritando. Ma a chi voglio darla a bere questa. Non riesco a dormire perché tu non ci sei.

La prima notte da sola, da quando ci siamo sposati.
Guardo fuori dalla finestra, il lieve raggio di luce che entra e illumina il letto. Il giardino è deserto. L’erba è immobile. Non c’è vento, non c’è pioggia.
Niente di niente.
Stasera c'è la luna piena. Non tanto tempo fa ti dissi che avrei associato questo fenomeno a te, pensandoti.
Non tanto tempo fa ho capito che ci si riconosce subito. Che la chimica esiste e non è un’invenzione. E che per qualche ragione, ci si sceglie.
Io l’ho sempre saputo.
Anche quando tu dicevi che avrei potuto non esserci più. Io l’ho sempre saputo.
E non mi pento di nulla.
Di tutti gli sbagli fatti per trovare la nostra dimensione.
Di tutto il dolore. Di tutto il sale ingoiato.

Rifarei tutto. Ogni singolo momento. Ogni singolo sorriso. Ogni lacrima al bordo degli occhi per il troppo ridere. Ogni incomprensione sviscerata. Ogni canzone ascoltata. Ogni abbraccio dato e ricevuto. Ogni gesto. Ogni voglia di fare quello che ci andava. Ogni goccia di pioggia su quei finestrini a novembre. Quella pioggia che ci ha fatti diventare migliori di prima. Che ci fa cenare con bottiglie di vino e ci fa dire in faccia senza scrupolo delle cose fatte per dispetto. Di quello che pensiamo della gente che ci circonda. Che ci rende tanto coppia agli occhi di tanti, tanto amici agli occhi di altri ancora. Tanto noi, ai nostri.
Anche se sono stanca. Stanca di lottare. Stanca di pensare al futuro. Su tutto quello che dovrà arrivare alla fine.

Mi hai detto che prendere una decisione da sola corrisponde a non avere rispetto per te. Che siamo una coppia, noi. Che la tua idea vale tanto quanto la mia, in questo caso.
Vorrei darti ancora più speranza, ancora più tenacia. Vorrei che tu non fossi spaventato. Dal futuro. Da quelle che sembrano perdite di tempo. Che tu non fossi preoccupato, dal futuro.
Vorrei che fosse più semplice.
Guardo la porta della mia camera. Che senso ha stare qui dentro ora che tu non ci sei?
Esco e mi siedo sul divano. E fisso la porta d’ingresso. Prima o poi tornerai.
Devi tornare. Eccomi, sono qui. Io non vado da nessuna parte.
Come un fiore in attesa di sbocciare, come un puntino luminoso in una stanza buia, me ne sto seduta qui ad aspettare il tuo rientro.
Perché non capisci che per me è davvero insostenibile? Perché non ti metti nei miei panni?
Mi hai detto che prendere una decisione da sola corrisponde a non avere rispetto per te. Che siamo una coppia, noi. Che la tua idea vale tanto quanto la mia, in questo caso.
Frasi sparse che mi tornano alla mente come ossessioni inguaribili.
Rispetto.
Io ti rispetto. Io ti amo. Non potrei amarti se non ti rispettassi, ma questa cosa è più grande di te. È più grande di me. È più grande di noi.
Coppia.
Siamo un’entità unica. Sempre. Lo capisco questo. Lo capisco benissimo.
Idea.
La tua non è un’idea. La tua non è un’idea. La mia non è un’idea.
La mia è una decisione.
Io ho deciso. Io ho già deciso.
Con un movimento involontario mi porto le mani sulla pancia. Eccola la mia decisione. È qui che cresce. È qui. La sento. Anche se probabilmente è un puntino minuscolo.
Non posso dargli tutto questo. Non posso.
Non posso promettergli paura e terrore.
Non posso promettergli guerre.
Non posso promettergli disperazione.
Non posso. E ho deciso. Non lo farò.
Ce ne saranno altri, James. Ce ne saranno altri in tempi migliori.
Tolgo la mano dal ventre. Guardo la porta. Il buio intorno non tradisce nessun movimento. Apro le orecchie per sentire anche un minimo rumore giù in giardino. Rumore di passi sull’erba, rumore di chiavi nel chiavistello. Cigolio del cancelletto.
Niente.
Mi alzo e ritorno sul letto.
Mi appallottolo, stringendo il cuscino con la mano. Con l’altra mano rassicuro il puntino che giace dentro di me. Diventerà una virgola. E poi una parentesi. E poi qualcosa di più grande.
Stringo i denti, cercando di rigettare le lacrime dentro di me.
Fino a che non mi addormento esausta.

Il caldo delle coperte mi avvolge, qualcosa mi stringe in vita. Una bocca conosciuta si avvicina al mio orecchio, accarezzandomi i capelli. James! Apro piano gli occhi, e lui è qui, vicino a me.
“James!”
“Shhhh... non ti svegliare, è ancora notte.“ la sua voce è calma, non c’è più traccia di quell’agitazione e di quella rabbia con cui l’ho sentita l’ultima volta...
“Ma che ore sono?” domando, leggermente assonnata e con gli occhi chiusi. Mi attorciglio tra le sue braccia, rendendomi conto che quello che voglio è solo stare con lui. La mia mano, ancora sul mio ventre.
“Le cinque” risponde lui, tenendomi tra le braccia.
“Tecnicamente allora è l’alba“ Farfuglio. È qui. È vicino a me. Sorride. È abituato alle mie risposte saccenti.
Affonda la sua testa nei miei capelli. Mi stringe forte.
James.
Sussurra piano, prima che mi riaddormenti “Puoi promettergli amore.”
“Amore“ Ripeto, come in trance.
“Puoi promettergli amore.“ Mi stringe, sospirando nel mio orecchio.
Posso promettergli amore, penso. “Posso promettergli amore.” Dico.
Lui mi stringe, poi mi guarda. Mette una mano sul mio ventre. Trova la mia. Mi guarda negli occhi.
“Tu però non andartene più.” Sussurro.
“Non vado da nessuna parte” mi risponde sicuro e mi stringe a sé, sospirando.
Tu non vai da nessuna parte. Io non vado da nessuna parte. Eccoci. Siamo qui. Io, te e questo puntino.
Non ce ne saranno altri, James. Ci sarà questo, in questo tempo e ce lo renderà migliore.
E poi, ci saremo noi.


Valutazione:
1. Baboshine, “Puoi promettergli amore” – 78.80/80
Grammatica, sintassi, ortografia / Lessico, stile: 29.60/30.00
Punteggiatura: - 0,1. Giusto un paio di virgole che sarebbero state meglio da un’altra parte, e forse qualche punto di troppo in certe parti. Per il resto, tutto ok.
Lessico e stile: -0,1. Personalmente, amo le storie come questa, con frasi frammentate che rendono bene il flusso dei pensieri della protagonista, però ogni tanto ho faticato a star dietro a tutto. Comunque, non c’è male.
IC / Caratterizzazione dei personaggi: 20.00/20.00
Lily Evans: 10/10. Caparbia, testarda, decisa e capace di grandi prove d’amore: ecco come ci è stata presentata la madre di Harry nel corso della saga. La Lily di questa storia è semplicemente identica a quella che abbiamo imparato ad amare nei romanzi.
James Potter: 10/10. Ho deciso di valutare anche i coprotagonisti, quando presenti, e devo dire che ho apprezzato molto anche James. Ho apprezzato molto il fatto che se ne sia andato sbattendo la porta, uscendo per far sbollire la rabbia. Credo proprio che la Rowling l’avesse pensato così.
Rispetto delle regole: 9.00/10.00
Regolamento / Divieti: - 1,0. Nello specchietto hai indicato tra gli avvertimenti “Flashfic”, ma la storia conta più di 1000 parole. Inoltre, non hai rispettato la regola riguardante il font, usando il Calibri invece del Times New Roman.
Burocrazia: Nulla da eccepire.
Utilizzo della citazione: 5.00/5.00
Nulla da dire in proposito. Hai saputo usare la frase alla perfezione, adattandola ad un personaggio e ad una situazione non semplice, riuscendo tra l’altro ad inserirla pari pari. Complimenti.
[cit. “Like a flower waiting to bloom, like a lightbulb in a dark room, I’m just sitting here waiting for you to come home” = ‘Turn Me On’, Norah Jones; “Come un fiore in attesa di sbocciare, come un puntino luminoso in una stanza buia, me ne sto seduta qui ad aspettare il tuo rientro”]
Originalità della storia: 5.00/5.00
Che dire? È più che originale. Non ho mai letto nulla del genere. Complimenti.
Valutazione personale: 10.00/10.00
Non do quasi mai il massimo, ma qui ci voleva. L’ho davvero amata.


Grazie a   Pocahontas_Effie per la valutazione e per il contest che è stato bellissimo :)
Spero che anche voi, abbiate apprezzato la storia :)
un bacio!
Slab

  
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