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Autore: SlightlyMad    05/07/2011    2 recensioni
"Sta per andare via.-Sta per andare via-pensava.Lo guardava impotente vestirsi lentamente,troppo distrutto per guardarlo in faccia." fanfiction su Brian (Qui leggermente OOC) e Justin dopo la puntata 5x13. disclaimer: abbondante uso di romanticismo sdolcinato XD
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sta per andare via.-Sta per andare via- pensava. Lo guardava impotente vestirsi lentamente, troppo distrutto per guardarlo in faccia. Brian era steso sul letto, ancora nudo, sudato: nella sua mente balenava velocemente anzi vorticosamente ogni azione, ogni momento passato col suo Raggio di Sole. Poteva ancora sentirlo sotto di sè che lo abbracciava, lo teneva stretto, mentre lui pregava che quell'istante fosse eterno, che lui, Brian Kinney, potesse restare dentro l'amore della sua vita per sempre. E ora questo se ne stava andando. Per sempre.

  L'appartamento era buio. Solo una luce illuminava lo spazio necessario affinchè Justin potesse finire di prepararsi, una luce che al contempo impediva a Brian di scorgere leggere lacrime sul volto di Justin, e viceversa. Non che ce ne fosse bisogno; Brian non aveva la forza d voltarsi, di staccare il suo viso madido di sudore e di lacrime da quel cuscino, su cui per quattro anni aveva posato la testa il suo amato, nonchè tutti i suoi altri uomini, a cui non aveva mai voluto rinunciare. Odorava quel cuscino; cercava di cogliere ancora il sapore del suo amato; lo vedeva ancora davanti agli occhi,l o sentiva ancora sulla sua pelle. Desiderava rimanere in quello stato per sempre, rifiutando mentalmente ciò che stava già accadendo, quando questo suo stesso timore si materializzò nel modo più dolce possibile: un bacio sul collo,il respiro caldo, le labbra umide che esalavano un ultimo straziante addio. Brian trattenne le lacrime: già troppe ne aveva versate, già troppo dolore aveva provato e fatto provare a quel ragazzo, troppo giovane per sopportare un amore mancato, ma di certo più forte di quanto fosse lui. Lo sentì andare verso la porta. Justin si bloccò. Era arrivato fino a lì da solo,compiendo ogni minimo gesto con indicibile pesantezza, e ora, quell'atto fatale, inevitabile ma al contempo così impossibile da compiere, nonostante fosse così imminente, gli sembrava cosi distante, come dovesse fare ancora tanti passi per arrivare a quell'infima porta, che per quanto sicura e forte fosse, non lo aveva mai trattenuto nè dentro nè fuori quelle quattro mura. Ancora una volta, Justin se ne stava andando, e Brian non stava cercando di fermarlo. E' sempre stato cosi, Brian Kinney: non ha mai cercato di impedire che qualcosa accadesse mostrando i suoi veri sentimenti. Fra loro non c'erano mai stati lucchetti, nè per trattenerli insieme, nè separati. E non c'erano neanche allora, quando potevano aiutarli. Toccava a loro decidere. Anzi, toccava a Brian, nonostante avesse già preso una fatale decisione che lo avrebbe reso infelice per la vita. In quel momento era come se quella vita di solitudine fosse già cominciata, spietata e inesorabile.

  Justin guardò verso il letto. Era tutto immobile. Era davvero solo. Come sempre d'altronde. Si asciugò gli occhi con la manica. Raccolse i bagagli che pochi giorni prima aveva riportato in quell'appartamento. Li portò oltre la porta. Quanto la odiava quella porta scorrevole. Provò a tirarla; gli mancarono le forze. Ci riprovò mentre un senso di frustrazione misto a rabbia si faceva spazio nella sua malinconia trasformatasi prima in tristezza e successivamente in disperazione. Si sentiva ridicolo, infantile a non riuscire a chiudere quella stramaledetta porta, ma insistette con più determinazione quando sentì un rumore dalla camera da letto. Brian si era alzato. I suoi passi nel buio, che sembravano rimbombare sul pavimento lucido, lo portarono infine verso l'armadio, dove cominciò ad aprire i cassetti e a maneggiare le grucce senza un vero scopo.

  CLOC

  La porta si era chiusa. Justin ci era riuscito in un impeto di rabbia, manifestatosi nel realizzare che quei passi non stavano puntando verso la porta. Quel suono poteva significare una cosa sola: si erano separati. Justin non faceva più parte della sua vita, nè Brian della sua. Brian sapeva di doverlo accettare.

-Vivrà la sua vita- continuava a ripetersi -con me non avrebbe potuto-

Dovevea farsene una ragione;ma non poteva. Solo, in piedi, nudo, al freddo, senza di lui non riusciva a vedere la sua vita in modo diverso: vuota, sterile.

NO.

Non poteva. Non voleva. Le guance rosse, rigate, gli occhi gonfi e sorriso sul volto, colse l'attimo come non aveva mai fatto prima. Prese in fretta qualche vestito che si infilò nel tragitto verso la porta: la lasciò spalancata mentre scendeva di corsa le scale.

  -Justin, JUSTIN-

Quel nome non era mai uscito così forte e alto da quella bocca e continuò a uscire fino alla strada. Justin era lì sul marciapiede, in attesa di un taxi. Il suo Raggio di Sole gli stava indicando la via da seguire, l'uomo che avrebbe voluto essere per il resto della sua vita.

-Justin!- gridò un'ultima volta.

Corse verso il suo amato,senza essersi accorto che i loro corpi erano adesso bagnati da un'incessante pioggia primaverile.

-Brian,che cosa..-

Brian lo interruppe -Justin, io ti amo, ti amo, ti amo- pronunciando queste parole gli prese la testa con tutt'e due le mani strusciando la guancia su quella dell'amato.

-Io non ti posso lasciare- continuava, le labbra che sfioravano ancora quella pelle bagnata e fredda -abbiamo sprecato troppo tempo separati....io voglio stare con te, solo con te, sempre con te-

Justin in lacrime non potè che ribattere flebilmente -Ne abbiamo già parlato, sacrificheresti la tua vita per me,io non voglio..-

Brian intervenne più sicuro -L'unico modo in cui potrei sacrificare la mia vita sarebbe lasciarti andare adesso.Justin, io ti amo..Pensi, pensi che scopare in giro mi renderà mai felice? Pensi che il mio lavoro mi renderà felice?-

Queste rivelazioni lasciarono Justin sconvolto.

-Tu mi renderai felice- continuò,mentre una luce gli illuminava gli occhi.

-Lo so per certo,perchè mi hai sempre reso felice... mi rendi felice ogni volta che ti guardo.-

Dicendo queste cose, aveva stretto ancora di più la presa: le sue mani cercavano di abbracciare il più possibile del suo amato, mentre gli dava intensi baci dove poteva; una mano stringeva le spalle, mentre l'altra la vita; le labbra erano all'altezza dell'orecchio e fu allora che disse:

-Troverò una soluzione- Lo allontanò per guardarlo negli occhi -Troverò una soluzione-

Un taxi nel frattempo si era avvicinato quatto quatto. -Devo andare- disse Justin con la voce rotta, interrotto da Brian che ripeteva:

-Troverò una soluzione,troverò una soluzione per stare insieme-

Continuò questa straziante melodia finchè Justin non fu salito sul taxi, in lacrime, ma con un sorriso che finalmente spuntava alla vista del suo amato, che si era spogliato completamente davanti a lui di tutte le sue paure, le sue insicurezze, le sue debolezze come non aveva mai fatto, neanche dopo quel suo primo TI AMO, pronunciato poche settimane addietro.
  
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