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Autore: FairyCleo    05/07/2011    11 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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One last breath


Camelot era in subbuglio.
La notizia che il principe fosse in fin di vita era giunta sino ai meandri più remoti del regno.
Una folla esorbitante di persone di ogni genere si era ritrovata sotto la finestra delle stanze di Artù, pregando in silenzio che il miracolo accadesse:
che il valoroso futuro erede al trono di Camelot riuscisse a scampare dalla gelida presa della morte, giunta troppo presto per strappare al mondo un cuore troppo giovane,
un fiore appena sbocciato, un ragazzo non ancora uomo.

Lady Morgana si era rifiutata di lasciare il capezzale del fratellastro.
La giovane dama dagli occhi cerulei era rimasta inginocchiata per tutto il tempo al suo fianco, stringendo la sua fredda mano nella propria, accarezzandogli i capelli dorati come grano, e sussurrandogli le parole più dolci.

Gaius aveva fatto tutto ciò che era in suo potere, sedando Artù, disinfettandogli il profondo squarcio, suturandolo e fasciandolo.
Nonostante il ragazzo fosse storidito dal potente sedativo somministratogli, si era più volte lamentato, cercando di sottrarsi a quella necessaria tortura.

Per tutto il tempo, Uther aveva osservato suo figlio in silenzio, senza avere il coraggio di avvicinarsi.
Non aveva rivolto parola a nessuno.
Con quale coraggio?
Si sentiva in parte responsabile di ciò che era accaduto.
Non aveva impedito al suo unico erede di battersi contro un uomo molto più esperto di lui.
Anzi, aveva gioito alla notizia, vedendovi una possibilià di riscatto, di affermazione del potere e della forza di Camelot.
La sua stoltezza li avrebbe probabilmente portati alla rovina.
Artù... Artù stava morendo.
La creatura venuta al mondo grazie al sacrificio della madre, stava per raggiungerla, senza avere la possibilità di fare ritorno.
Aveva sbagliato quasi vent' anni fa, e aveva commesso nuovamente un errore imperdonabile.
' La salvezza del regno viene prima di ogni cosa '.
Questo gli avevano insegnato, e questo aveva insegnato ad Artù.
Ma, per come si stavano evolvendo le cose, quella certezza stava vacillando.

Vedeva Artù lottare tra la vita e la morte, e Morgana, la sua prediletta, la sua pupilla, distruggersi dal dolore.
Ed era solo colpa sua.

"Non si sveglierà prima di domattina. Il sedativo che gli ho somministrato è molto potente, mio re. Andate a riposare".
Uther sembrava essersi destato da un sogno ad occhi aperti alle parole di Gaius.
Il suo sguardo contrariato la diceva lunga su quali fossero le sue reali intenzioni, ma non aveva il coraggio di fiatare.
Aveva il timore che qualsiasi cosa potesse dire o fare avrebbe causato solo un ulteriore dolore alle persone che amava.
"Gaius...".
"Mio re, lui avverte le vostre preoccupazioni. Sente il vostro dolore. Rimanergli accanto significa prolungare le sue sofferenze.
Permettetegli di riposare. E permettetelo anche a voi stesso".

Le parole dell' anziano cerusico avevano scosso il cuore del burbero re che, alla fine, aveva deciso di accettare il suo consiglio.
"Andate anche voi lady Morgana".
"Gaius, no! Non posso lasciarlo!".
L' uomo le si era avvicinato, posandole dolcemente una mano tra i lunghi capelli corvini.
"Rimarrò io con lui. Potete stare tranquilla".
"Ma...".
"Vieni Morgana, dobbiamo andare".
La voce di Uther, che voleva suonare ferma e perentoria, era in realtà rotta dall' emozione.
Forse, proprio per questo, la giovane e ribelle dama si era piegata alla volontà del suo tutore, lasciandosi confortare dalle sue forti braccia.
"Uther..." - era scoppiata in lacrime.
"Andrà tutto bene Morgana... Andrà tutto bene".
Sembrava, più che altro, che stesse cercando di convincere se stesso.

                                                                                                      *

"Glozelle, devo complimentarmi con voi! E' stata una vittoria a diro poco stupefacente!".
Miraz aveva levato il calice al cielo, sorridendo beato, mentre si complimentava per l' ennesima volta col suo campione.
A causa dell' ' incidente ' capitato al giovane Artù, i festeggiamenti non erano stati celebrati, e lui, per non destare sospetti, aveva deciso di omaggiare lord Glozelle facendosi servire del buon vino nelle proprie stanze, in compagnia dell' onnipresente lord Sopespian.

Dovevano ammettere di aver fatto proprio un lavoro con i fiocchi!
Artù era caduto nella trappola del suo avversario come un vero sempliciotto, e quest' ultimo aveva avuto la possibilità di portare a compimento il piano senza alcuna difficoltà.
Avrebbe dovuto fare un dono a lord Glozelle, una volta tornati a Telmar.
E Miraz, aveva già in mente cosa il suo generale potesse gradire.

"Merlino! Non vorrai farci attendere ancora!".
Il ragazzo, consumato dal pianto, si era avvicinato quanto bestava per riempire i calici ai presenti.
Da quando erano rientrati al castello, non aveva fatto altro che accontentare ogni più disparato capriccio di quei tre mostri.

I ' festeggiamenti ' proseguivano da diverse ore, ormai, e la sua candida spalla era ancora esposta alla luce delle candele.
Quella piccola porzione di pelle lasciata scoperta lo faceva sentire nudo e vulnerabile.
Ma, la cosa peggiore, era che non aveva più voglia di lottare.
Miraz era forte, troppo forte.
Aveva avuto la meglio su Uther, su di lui, ed ora, anche su Artù.
Si era portato via tutto il suo mondo, prendendoselo con la forza, e lui non aveva potuto fare niente per fermarlo.
Si sentiva sciocco e inutile.
Forse, Artù aveva davvero ragione quando gli dava dell' idiota.

"Mio re, perdonate il mio osare, ma il vostro schiavo è per caso indisposto? E' mille volte più pallido del solito!".
Lord Glozelle si era allungato quanto bastava per poter prendere il vostro di Merlino tra le mani.
"Guardate che brutte occhiaie! E che occhi rossi!".

Merlino si era stancato di essere trattato come un giocattolo.
Quei tre mostri non facevano altro che mettergli le mani addosso, facendolo sentire un oggetto.
E non la smettevano di rivolgersi a lui con il termine ' schiavo '.
Lui non era uno schiavo.
Lui aveva una volontà, aveva una dignità.
Ma sembrava non importare a nessuno.
Bè, doveva finire lì.
Immediatamente.
Anche se questo significava dover usare la magia.

Merlino aveva piantato i suoi occhi in quelli di lord Glozelle, lanciandogli il più agguerrito degli sguardi.
Il generale, dal canto suo, continuava a stringere sempre di più la presa, allargando maggiormente il suo ghigno.
Né Miraz, né lord Sopespian avevano battuto ciglio.
"Che c'è, schiavetto? Osi forse sfidarmi?".
Merlino aveva stretto i pugni talmente forte da far si che le sue nocche diventassero bianche.
Se avesse avuto la forza fisica necessaria, gli avrebbe volentieri tirato un pugno in pieno viso, ma non era quello in suo obiettivo.
Madre natura gli aveva donato un fisico inadatto ai corpo a corpo, ma la Religione Antica gli aveva dato molto, molto di più.
Quel povero sciocco non aveva idea di quello che stava per accadergli.
Così come non l' avevano nè il suo compare, nè il suo re.
L' incantesimo era già nella sua mente, pronto per essere pronunciato a mezza voce; i suoi occhi stavano per diventare dorati, quando era sopraggiunto un imprevisto: qualcuno aveva bussato alla porta.
Glozelle aveva lasciato andare Merlino.

"Avanti!".
Una delicata mano si era affacciata dall' uscio, lasciando pian piano posto ad una figura intera.
Gwen.
Merlino non credeva ai propri occhi.
"Mio re, mi dispiace disturbarvi...".
"La serva di Morgana! A cosa devo la tua visita, giovane mulatta?".
La ragazza, con i cuore in gola, non riusciva a staccare gli occhi da Merlino: il suo amico aveva un aspetto orribile, e i segni sul suo mento e sulle guance non lasciavano presagire nulla di buono.
Se solo li avesse visti Artù!
Già... Artù...

"Sto aspettando!".
"Chiedo scusa. Re Uther mi ha ordinato di delucidarvi sulle condizioni del nostro principe come voi avevate chiesto".
Il cuore di Merlino aveva perso un battito.
Miraz aveva scambiato uno strano sguardo ai due uomini, prima di abbandonarsi sullo schienale dello scranno.
"Bene!".
La ragazza, dopo aver preso un profondo respiro, aveva iniziato a parlare, anche se con voce tremante.
"Le condizioni di Artù non sono buone, mio re... Gaius ha cercato di fare tutto ciò che era in suo potere..." - sembrava che stesse per scoppiare in lacrime da un momento all' altro - "Probabilmente non passerà la notte".

Merlino credeva che l' intero universo gli fosse crollato addosso.
Artù stava morendo.
Stava morendo, e non era con lui.
Gli occhi rossi erano diventati nuovamente liquidi.
Goccie salate e calde avevano ricominciato a scendere sulle sue guance.
Non gli importava più di placare i suoi singhiozzi.
Che differenza poteva fare se l' avessero punito o no?
Artù avrebbe presto esalato l' ultimo respiro, e il suo destino non si sarebbe mai potuto compiere.
Senza il suo principe, la sua vita non aveva più senso.

"Che terribile notizia... che disgrazia! Morire così giovani... Come farà adesso Uther? Chi sarà l' erede al trono di Camelot?".
Il tono falsamente affranto di Miraz aveva fatto venire la nausea ai due giovani servitori.
A lui non importava niente del destino di Camelot!
Anzi: entrambi erano certi che la notizia in qualche modo provocasse gioia in lui!
Avrebbe potuto attaccare il regno e conquistarlo in pochissimo tempo! E Merlino cominciava a credere che fossero quelle le sue reali intenzioni.
Miraz era giunto a Camelot per conquistarla, ne era certo!
E nessuno aveva impedito che la prima parte del suo malefico piano fosse messa in atto.

"Quale atroce perdita! Devo andare immediatamente da Uther e porgergli le mie condoglianze! Miei Lord, se volete seguirmi..."- stavano per alzarsi in piedi, quando l' imprevedibile li aveva gelati.
"Artù non è ancora morto!".
Non ce l' aveva fatta più.
Merlino era esploso.
Tra le lacrime, aveva urlato tutto il suo dolore, tutta la sua sofferenza.

Gwen lo guardava sconcertata.
Capiva perfettamente i sentimenti del suo amico, ma se aveva desiderio di accompagnare Artù nel suo viaggio di sola andata, bè, c' era riuscito.
Lo sguardo interrogativo lanciatogli da Miraz la diceva lunga.

"Tu! Miserabile schiavo, come osi rivolgerti così al tuo padrone???".
Lord Sopespian aveva estratto dalla cinta la frusta che era solito portarsi dietro, e l' aveva levata al cielo, pronto ad infierire contro un Merlino sprezzante.
Gwen si era portata entrambe le mani alla bocca: non poteva sopportare di vedere ancora una volta una simile crudeltà.
"Ti insegno io come ci si comporta!".
Ma, proprio mentre stava per colpirlo, Miraz l' aveva fermato.
"Lascialo stare, Sopespian!".
Tutti i presenti si erano girati a guardalo, attoniti.
"Vostra... vostra maestà...".
"Merlino ha ragione. Artù non è ancora morto. Ma questo non ci impedisce di stare accanto ad un padre disperato.
Per questo, miei cari signori, vi prego di seguirmi" -  e si era diretto presso la porta.

Merlino e Gwen non sapevano cosa dire.
"Merlino, resta qui. Voglio trovare le stanze riscaldate e un' abbondante cena al mio ritorno. Sono stato chiaro?".
Il ragazzo, per un attimo non aveva saputo cosa rispondere, ed era rimasto a guardarlo come un perfetto idiota.
"Merlino?".
"Sarà fatto".
E, dopo un breve cenno fatto col capo, il re di Telmar era sparito dietro la pesante porta, portandosi dietro i due fedeli cagnolini.

                                                                                                        *

"Sei stato un folle a rispondere in quel modo! Avrebbero potuto ucciderti!".
"Tanto meglio! Che senso ha vivere, adesso?".
"Perché parli cosi? Sei stato il primo a dire che Artù non è ancora morto!".
"Ma per quanto tempo resisterà ancora? Per una volta, guardiamo in faccia la realtà, Gwen!".

La ragazza aveva aspettato a lungo prima di rispondergli.

"Chi sei tu?".
"Che vuoi dire?".
"Tu non sei Merlino".

Quell' affermazione aveva lasciato perplesso il ragazzo.
"Merlino non si arrende mai. Neanche di fronte ad ostacoli apparentemente insormontabili.
Merlino ha un cuore grande che racchiude amore, speranza e gioia di vivere.
Tu... tu sei spento... e vuoto...
Che cosa ti hanno fatto?
Che ne hai fatto di Merlino?".
Lo guardava con gli occhi colmi di lacrime.
Non era un' accusa, ma una semplice constatazione.

Il giovane mago non aveva potuto che distogliere lo sguardo da quello penetrante di lei.
"Io... io non lo so.
So solo che ho tanta paura Gwen. Paura per Artù, paura per voi, paura per Camelot!
Questo mostro è entrato nelle nostre vite e le ha letteralmente stravolte!
Ci comanda come se fossimo suoi soldatini ed io... io non so più che cosa fare!".

Non piangeva neanche più.
Era la forza della disperazione a farlo agire in quel modo.

La ragazza, asciugate le sue lacrime, gli aveva posato una mano sulla spalla nuda, sorridendo.
"Per cominciare, potresti toglierti questa casacca e lasciare che me ne occupi io. O ti prenderai un malanno.
Tutti noi sappiamo quanto tu sia maldestro a rammendare".
Merlino sorrideva mesto.
"Che cosa devo fare, Gwen?".
Lei gli si era gettata al collo, stringendolo tra le proprie braccia.
"Non perdere la speranza. Artù ha bisogno di te ora più che mai"- gli aveva detto, mentre gli accarezzava i morbidi capelli corvini.
Il ragazzo l' aveva stretta più forte a sè.
Gwen aveva ragione: finchè Artù avesse continuato a respirare, lui non avrebbe perso la speranza.

                                                                                                            *

"Mio re, lasciatemelo dire: siete un uomo geniale!".
"Quanti complimenti, lord Sopespian!".
I tre uomini ridevano sotto i baffi (nel vero senso della parola), mentre percorrevano i corridoi del castello.
"Il vostro piano è a dir poco perfetto!" - aveva aggiunto lord Glozelle.
"Signori! Vi prego! Così mi mettete davvero in imbarazzo!".
Sta volta non si era preoccupato di nascondere il suo ghigno malefico.
Ma doveva dargli adito: il piano stava procedendo a meraviglia!
E presto, avrebbe avuto un' ulteriore evoluzione!
Pregustava già il dolce momento della vittoria.
"MI raccomando, miei signori: una volta giunti dal caro vecchio Uther, mostratevi il più costernati possibile. Soprattutto voi, lord Glozelle!".
"Sarà fatto, mio re!".
"Lo spero! Bene! Che la recita abbia inizio!".

Dicendo ciò, avevano fatto il loro ingresso nella sala del trono, dove un Uther distrutto attendeva pazientemente che la notte passasse.
"Uther... quale spiacevole evento...".

Tendenzialmente, l' uomo cerca di trovare nei propri simili almeno un lato buono.
Questo discorso, purtroppo, per i mostri non ha il minimo valore.

Continua....


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Salute a voi Merliniani!!
(Spero di non essere diventata monotona XD).
Come avevo promesso a valentinamiky, ho aggiornato prima di mercoledì.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!!
Che dire? Questi cambiamenti di umore del "mostro" spaventano me per prima.
La sua ambiguità passerà alla storia!
A parte gli scherzi, in realtà questo capitolo doveva essere più lungo, ma rischiava di diventare noioso e ho preferito renderlo più breve, e narrare il resto della vicenda nel prossimo.
Non odiatemi per questo!
(Si, lo so: metto sempre le mani avanti u.u).
Vogliamo parlare di Merlino?
Lo amo sempre di più!!
E per una volta nella sua vita, Gwen ha un' utilità!XD
Perdonate la mia cattiveria (che mi stia immedesimando troppo nel personaggio di Miraz?? HELP)!!
Al prossimo chappy!!
Un bacione grande a voi tutti che avete la pazienza di leggere questo frutto della mia follia!
VI ADORO!!
Cleo


























 



   
 
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