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Autore: SweetTaiga    05/07/2011    20 recensioni
VINCITRICE DEL PREMIO "MIGLIOR HERMIONE" AL CONTEST "ORGOGLIO DRAMIONESCO" DI LILYROSE. Cinque anni dopo la grande battaglia, Hermione e Draco si trovano ancora sotto le stesse lenzuola. Non per caso, ma per scelta: una scelta che li aiuta a convivere sin dalla sconfitta di Voldemort, che li sprona a vivere insieme. Una scelta che comporta molti rischi, molte avversità e tanti, troppi battibecchi. Tra le candide lenzuola del loro letto matrimoniale, prende vita una veloce rivisitazione dei momenti in cui abbiamo pensato che mai e poi mai Hermione e Draco avrebbero potuto stare insieme. Ma, si sa, mai dire mai.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Vincitrice del premio “Miglior Hermione” al Contest "Orgoglio Dramionesco" di LilyRose, che ringrazio per il suo desiderio di restituire a Hermione il suo indisponente, fastidioso, intrigante, determinato carattere.


A tutti i lettori di She Called It Love,
con tanto, tanto affetto.
 



 
Ovviamente.


Non sono una signora, una con tutte stelle nella vita.


«Ricordi, Draco, quando l’Ippogrifo di Hagrid ti ha quasi strappato via il braccio?», domanda Hermione, alzando appena il volto dalle lenzuola.
Solo un grugnito per risposta. Ma Hermione si accontenta e continua, imperterrita ed inarrestabile.
«Quella volta ero davvero preoccupata.», ammette. «Non per te in quanto tale, ovviamente. Ma poteva essere chiunque. Ovviamente solo un furetto altezzoso e menefreghista come te avrebbe insultato quella creatura, però un po’ mi dispiaceva. Solo un po’.», esclama tutto d’un fiato, gesticolando animatamente.
«Lo so, hai anche aperto la porticina del recinto per farmi passare.», biascica lentamente Draco, affondando il viso nel cuscino.
«Degno di una Grifondoro, no? Preoccuparsi anche dei suoi nemici.», aggiunge, completando la frase con un sonoro sbadiglio.
«Oh, non dire sciocchezze, Malfoy. I nemici erano altri ai tempi di Hogwarts, non avevo certo paura di un biondino ossigenato come te.», borbotta, girandosi dall’altro lato.
Draco trattiene a stento una risata.
Non riesce nemmeno ad arrabbiarsi, perché sa che Hermione ha ragione. Hermione ha sempre ragione, ovviamente.


«Draco, non hai dimenticato lo schiaffo che ti diedi in quello stesso periodo, vero?», domanda ancora la ragazza, mentre gli angoli delle sue labbra si arricciano in un sorriso.
«Come potrei dimenticare una tale dimostrazione di affetto?», replica lui, vagamente irritato.
Fece male quello schiaffo. Non lo schiaffo in sé: le mani di Hermione erano piccole e sottili e, nonostante avesse messo in quel gesto tutta la sua rabbia, il dolore iniziale fu subito rimpiazzato da un lieve bruciore. Fu il fervore nei suoi occhi a ferirlo, la sua determinazione. Lo affrontò pur sapendo chi fosse, pur conoscendo il suo cognome e tutte le difficoltà che la follia di un attimo poteva comportare.
Ma a Hermione non importavano le conseguenza, voleva solo difendere Hagrid e i suoi amichetti, Potterino e Lenticchia.
Perché Hermione era sempre dalla parte dei giusti, dei deboli, dei puri di cuore, ovviamente.
«Quella volta non mi dispiacque. Te lo sei meritato, Malfoy.», afferma con sicurezza Hermione, annuendo tra sé.
«Vuoi tirare fuori tutte le volte in cui ho fatto la figura dell’idiota, Hermione? O c’è qualche altro scopo dietro questo emozionante replay dei bei tempi di Hogwarts?», chiede Draco, annoiato e vagamente infastidito, sbirciando la ragazza da sotto il braccio pallido.
«Se volessi citare tutti i tuoi momenti di gloria, furetto, non mi basterebbe una vita.», risponde lei tagliente, col sorriso sul volto.
Perché Hermione deve sempre avere l’ultima parola, ovviamente.


Non sono una signora, una per cui la guerra non è mai finita.


«Draco?», sussurra, avvicinandosi al suo orecchio. «Stai dormendo?», chiede, posandogli una mano sulla spalla.
Qualcosa di poco comprensibile esce dalle labbra strette del ragazzo, che apre appena appena un occhio per guardarla.
«Ricordi quando tuo padre ti comprò l’ammissione nella squadra di Quidditch di Serpeverde? Eravamo davvero piccoli!», esclama, e questa volta un’espressione contrariata si dipinge sul suo volto.
Porta una mano ai capelli crespi, cercando di fermarli dietro la testa con una pinza, e aspetta non tanto pazientemente la risposta di Draco, ticchettando con la mano sul lenzuolo candido.
«Si, Hermione, me lo ricordo. Ma non ho compr…», tenta di dire il ragazzo, ma viene subito interrotto da un gesto veloce della mano di Hermione.
«Dai, Draco. Non prendermi in giro.», borbotta con tono offeso.
Il ragazzo sospira. «Bè, forse le scope che comprò mio padre influirono un po’... Ma giusto un po’, eh…»
Hermione ora annuiva soddisfatta.
«Quella volta il tuo commento fu davvero degno di una Serpeverde.», sussurra il ragazzo, in bilico tra il timore di ricevere uno Schiantesimo in piena faccia e la speranza di vedere il broncio offeso di Hermione.
Farla arrabbiare era il suo sport preferito da più di dieci anni, ormai.
«Bisogna conoscere i rivali per distruggerli, no? Una frase gentile non ti avrebbe azzittito.», afferma, dopo averci pensato un po’.
Ma Hermione ormai non ci casca quasi più, ovviamente.
«Ora entreresti nella squadra senza bisogno di imbrogliare.», dice poi, nascondendo il volto arrossato ed il sorriso tenero.
Anche Draco sorride, esibendo subito dopo un altro sonoro sbadiglio.


«Ehi, Draco, e quando Moody ti trasformò in un furetto?», ricorda improvvisamente Hermione, con un ghigno sul volto molto simile a quello che esibisce abitualmente il ragazzo sdraiato accanto a lei.
Draco, ormai rassegnato, si limita ad annuire in maniera quasi impercettibile.
Essere sbattuto qua e là sotto forma di furetto sicuramente non è nella top-ten dei momenti più belli della sua vita.
«Quando grazie alla McGranitt tornasti te stesso eri tutto rosso in faccia! Era la prima volta che ti vedevodavvero imbarazzato.», insiste, senza darsi pena di mascherare l’eccesso di risatine che quel ricordo le ha provocato.
«Non ero imbarazzato!», sbuffa sonoramente Draco, mentre le sue guance si tingonolievemente di un rosa pallido.
«Però ammettilo, ero sexy anche da furetto.», aggiunge poi, avvicinandosi alla ragazza.
«Stai insinuando che sono una specie di zoofila?», esclama Hermione con un brivido di disgusto.
Draco scuote la testa, notando quanto la ragazza sia pignola nella scelta dei termini. Deve sempre dare un nome a tutto.
Perché Hermione è anche un dizionario vivente, ovviamente.


«E ricordi, Draco, quando tu e Harry stavate litigando e per sbaglio colpiste me e Goyle?», continua  la ragazza, tirandogli le coperte e lasciandolo al freddo.
«I denti da castoro ti donavano.», risponde lui, strattonando a sua volta le coperte.
Hermione le lascia improvvisamente, e Draco deve aggrapparsi al comodino per non cadere.
«Ops.», mormora la ragazza, mentre i suoi occhi lanciano lampi omicida.
Perché Hermione sa sempre come vendicarsi, ovviamente.


«E ricordi, caro, cosa hai detto poco fa al tuo amico Blaise?», domanda con una vocina innocente che nasconde maledizioni silenziose.
Draco sbianca improvvisamente, diventando più candido delle lenzuola stesse.
«Non so di cosa stai parlando, Hermione.», esclama dopo un colpo di tosse, cercando di darsi un contegno.
«Mi sembra di aver sentito vagamente le parole “donna”, “addomesticata” e “ottimo sesso”. E qualche risatina da parte di quell’idiota, anche.», elenca con voce limpida, come se stesse dettando la lista della spesa.
Draco resta immobile, come temendo che il suo solo respiro potesse far scoppiare una bomba da un momento all’altro.
«Ora, a parte l’ottimo sesso, che ho deciso di considerare un complimento…», continua, schiarendosi la gola e fulminando con lo sguardo Draco, a cui era scappato un debole sorriso. «Non sono una signora da addomesticareDraco. Non sono una di quelle femminucce che non sanno vivere senza un uomo. Volevo solo ricordartelo.»
«Ovviamente.», risponde lui, serio.
Altrimenti non dormiresti nel mio letto da cinque anni, pensò.
Ma vedendo la bacchetta posata sul comodino di Hermione si trattenne: mai mettersi contro di lei.
«Il fatto che ti amo non ti autorizza a sottovalutarmi.», dice alla fine la ragazza, spegnendo finalmente la lampada.
La sveglia babbana segna le tre e un quarto.
Ora che l’interrogatorio è finito, e che Draco potrebbe finalmente dormire, non ci riesce.
Si volta lentamente verso Hermione.
«Ti amo anch’io.», sussurra.
«Ovviamente.», sbuffa lei, facendogli il verso.
Poi si gira verso di lui e gli sorride.
Perché anche una donna autonoma e indipendente può decidere di lasciarsi amare.


Non sono una signora.
Ovviamente.
 


 
NOTE:
La canzone utilizzata è “Non sono una signora” di Loredana Bertè.


IL PARERE DELLA GIUDICIA

MIGLIOR HERMIONE: “Ovviamente” di SweetTaiga 

Trama: 10/20 
Originalità: 15/20 
Grammatica e Lessico: 19/20 
Personaggio di Draco: 10/20 
Personaggio di Hermione: 20/20 
TOTALE: 74 

GIUDIZIO: Non sono una signora, una con tutte stelle nella vita. Comincia così questa One-Shot, ovviamente. Ed ovviamente io l’ho amata già dalla prima riga. Hai saputo cogliere lo spirito di quell’Hermione che mi ha sempre affascinato, quella che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da Draco Malfoy. Una donna che ha sempre ragione, vuole sempre l’ultima parola, un dizionario vivente ed una donna che ama la vendetta. Una che sa come si vive anche senza un uomo ma che sceglie di viverci, per amore. 
Best Hermione, ovviamente. 



CONSIGLIO DEL GIORNO

Concludo consigliandovi la storia vincitrice “complementare” alla mia, ovvero quella di Sephora, che ha vinto il premio per “Miglior Draco”:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=753327&i=1



A presto,
SweetTaiga


   
 
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