Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Eralery    05/07/2011    10 recensioni
Con lei non doveva coprire o nascondere se stesso come spesso faceva, con lei non doveva vivere all’ombra di suo padre come succedeva con sua nonna Augusta. Con lei non era quello che la maggior parte delle persone aveva visto. No, con lei era solo Neville Paciock.
Seconda classificata al contest “But I love you!” indetto da lilylunapotter sul forum di EFP.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hannah Abbott, Neville Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come l'erbologia

A Carlotta,
   Perché con tutti i nostri scleri mi ispira sempre e comunque.
   E poi una storia dovevo dedicargliela, dopotutto è la mia Zucca.


.Come l’Erbologia.

Non faceva troppo freddo per essere gennaio, ma se qualcuno avesse scattato una foto a quel paesino ricoperto di neve che continuava a scendere, bianca e soffice, e l’avesse mostrata a qualcun altro, l’effetto sarebbe stato il pensare “Chissà quanto doveva far freddo”, credeva Neville, camminando per la strada principale di Hogsmeade per raggiungere i Tre Manici di Scopa.
   Era un venerdì sera che avrebbe passato con Hannah, com’era solito fare da quasi sei mesi. Ne era felice, adorava stare con lei e passare il tempo libero a bere una cioccolata calda in sua compagnia durante i mesi più freddi, o un bicchiere di limonata fresca in quelli caldi. Si trovava bene con la ragazza, il punto era quello.
   A dire il vero, era la persona con cui stava meglio.
   Con lei non doveva coprire o nascondere se stesso come spesso faceva, con lei non doveva vivere all’ombra di suo padre come succedeva con sua nonna Augusta. Con lei non era quello che la maggior parte delle persone aveva visto. No, con lei era solo Neville Paciock.
   Tutto ciò lo rendeva consciamente felice. Lo faceva sentire a posto, con se stesso e con il mondo. Lo faceva sentire bene, bene come non lo era da tanto tempo.
   Se qualcuno gli avesse chiesto come si poteva definire il loro rapporto, Neville non avrebbe saputo come rispondere. Una parte di sé avrebbe sicuramente risposto che erano solo amici, l’altra invece sembrava pensarla diversamente. Era la stessa parte di lui che, quando la vedeva, a malapena si tratteneva dal saltellare sul posto. La stessa parte di lui che arrossiva ogni volta che gli sorrideva, anche quando faceva cadere qualche piatto per terra, rompendolo.
   Neville diede un calcio ad un sassolino leggermente incrostato di neve, facendolo finire dall’altro capo della strada, lontano da lui. Si strinse nel cappotto, mentre un dubbio gli sorgeva in mente – come sempre.

   Che le dico quando mi apre?, ormai quella era la domanda che si poneva più spesso. Ogni volta che doveva andare da lei si vergognava di bussare per farsi aprire. Aveva paura di fare la figura dell’idiota, per qualche assurda ragione.
   Alla fine optava sempre per un classico “Ciao” di cortesia, condito con un bel sorriso imbarazzato. Non capiva nemmeno lui perché si faceva tante elucubrazioni quando finiva con il salutarla così.
   “I misteri della vita”, borbottava di solito quando, tornando verso il castello, ci rimuginava sopra.
   Sentì il verso di una civetta che risuonò nel silenzio di quella tarda sera. Si guardò intorno, cercando l’uccello con gli occhi, per trovarlo poi appollaiato su uno degli alberi che bordavano la lunga strada.
   Quella continuò a civettare, mentre il ragazzo di ormai quasi venticinque anni riprendeva a camminare, dopo essersi fermato qualche attimo ad osservarla.
   Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Espirò mentre apriva anche gli occhi, osservando delle figure opache che uscivano dalla sua bocca per andare a condensarsi con l’aria fresca e pungente di gennaio.
   L’insegna del locale che doveva raggiungere comparve in lontananza ai suoi occhi, un po’ malandata, certo, ma faceva sempre un certo effetto rivederla e tornare con la mente ai suoi anni ad Hogwarts e alle Burrobirre con gli amici, seduti ad uno dei tanti tavoli.
   Ricordava anche i fischi che in molti mandavano a Madama Rosmerta.
   Sorrise, ricordando i bei vecchi tempi andati.
   Ma, alla fin fine, non si poteva dire che il presente non fosse bello. Certo, gli mancavano da morire alcuni dei suoi amici morti durante la Battaglia Finale, ma ormai aveva capito che non potevano tornare, che non doveva vivere nel passato visto che loro sarebbero vissuti sempre nel suo cuore.

   “Loro vivranno sempre nel tuo cuore puro, Neville.”, era solito dirgli Hannah mentre con la sua mano delicata gli accarezzava il braccio. Più di una volta era successo, ma la lezione l’aveva capita.
   Hannah, per lui, non era come una boccata d’aria fresca, non era come un bicchiere d’acqua dopo mesi di siccità. No, quei paragoni erano troppo banali per descriverla, e lei non era per niente banale.
   Lei era come l’Erbologia per lui. L’aveva vista crescere con lui, ad Hogwarts, anche se aveva saltato alcuni anni da quando lei aveva lasciato la scuola, dopo la morte di sua madre. L’aveva rincontrata ed aveva imparato ad adorarla come l’Erbologia, la sua materia preferita.
   Si fermò davanti alla porta del pub, il pugno alzato, indeciso se bussare o no, per la millesima volta.
   Si fece forza e batté tre colpi forti e ben assestati sulla superficie legnosa della porta. Sentì l’eco dei suoi pugni che rimbombavano leggermente, interrompendo il solito silenzio per qualche secondo.
   Sentì i passi di qualcuno, attutiti dalle spesse pareti di pietra. La ragazza che gli aprì aveva la sua età, i capelli biondi raccolti in una coda alta, il viso una volta paffuto ora si era affilato un po’ facendola sembrare più matura, gli occhi verde chiaro allegri e felici.
   Semplicemente, Hannah.
   «Neville!» esclamò la ragazza, raggiante, allargando leggermente le braccia in un segno di benvenuto. «Pensavo ti fossi perso, non arrivavi più!»
   Neville esitò un momento, osservando il ciuffo biondo di lei che le ricadeva dolcemente sull’occhio sinistro, lasciandolo intravedere dietro i suoi capelli fini. Le labbra rosee incurvate in un tenero sorriso.
   «Ti amo.» non si accorse nemmeno di averlo detto, non sapeva nemmeno fosse vero, ma probabilmente lo era, visti i battiti accelerati del cuore.
   Hannah s’irrigidì per qualche secondo, prima di fare un passo e prendergli il viso tra le mani, posando le sue labbra su quelle di Neville, che era rimasto immobile senza capire più niente.
   Sorrise sulle sue labbra, mentre un pensiero si fece largo nella sue mente:

Effettivamente, io amo l’Erbologia.

 

Questa fan fiction è il mio primo tentativo nel, a mio parere, dolce campo delle Neville/Hannah. Sinceramente, ne sono abbastanza fiera. ^^’’’
   Ah, questa storia ha partecipato al contest “But I love you!” indetto da lilylunapotter sul forum di EFP, classificandosi seconda. 

   Infondo metto il giudizio! ;-)
          Eralery.

Ecco il giudizio di Lilylunapotter:

Grammatica: 10/10 
   Ortografia: 10/10 
   Originalità: 8/10 
   Caratterizzazione dei personaggi: 9/10 
   Gradimento personale: 8/10 

   Totale: 45/50 
   La storia è molto carina e soprattutto è scritta benissimo: non ci sono errori né di grammatica né di ortografia. 
Che dire? Proprio nulla, solo che ti ho tolto un punto dalla caratterizzazione dei personaggi perché credo che Neville sia un po’ più impacciato come ragazzo e che quindi non riesca a dire ti amo così …come dire coraggiosamente! 
La storia è molto bella, complimenti davvero!


   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eralery