“Suddenly I’m not half the man I used to be,

There’s a shadow hangin’ over me

Oh yesterday came suddenly”

                                                                                   “Yesterday- The Beatles”

Mi aggrappo con tutte le mie forze e per un istante un breve fruscio di gioia scorre in me. Lo sento penetrare il mio corpo e dilagar per tutte le mie membra. E’ così dolce, così sublime. Sono vicino e posso toccarlo. E’ un dolce miraggio o è qualcosa di più? Mai prima avevo provato qualcosa del genere. Assaporo il suo profumo così evocativo e vedo un prato, un sorriso, una spiaggia, un tramonto. Accarezzo la sua pelle così soffice e vedo i momenti più felici della mia vita. E’ tutto così veloce. E’ percosso da una violenza pacata, velata da un misto di follia. Dicono che sono pazzo a crederci, dicono che non è vero. Ma io non ascolto. Mi reggo ancora e stringo. Non la lascerò volare via senza di me.

Saliamo oltre le nuvole così scure: i raggi di sole mi accolgono, mi riscaldano e mi abbracciano. Sembrano lasciati qui per me ad aspettarmi. Saliamo oltre i monti, oltre i cieli ed oltre gli spazi infiniti che nessuno osa immaginare. Arrivo dove nessuno è mai stato prima, vedo qualcosa che non posso confrontare e nessuno capirà mai. Pensavano di sapere, loro dentro la mia testa. Mi ero frenato quando potevo ed ho guardato da lontano, ma ho deciso di continuare a volare ed ora sono il re del mondo.

Sono il re del mondo. Per un istante lo sono veramente.

Non ho preoccupazione, non ho pensieri nella mia testa. La libertà mi libera dalla prigionia del mio mondo. Vedo mille soli irradiare i miei limpidi laghi dove mi rifletto e sorrido. Mi vedo sorridere. Sono io? E’ la mia vita? Cosa vedo? Vedo una rinascita, una pittura di colori sconosciuti al mondo intero per mostrare una nuova vita. Sono io! Sono quello nascosto. Sono il sorriso di oggi e di ieri, sono la vita sotterrata dai rimpianti e le delusioni. Sono ciò che avevo dimenticato ed anche più. Sono la felicità che non avevo visto. Sono io. Sono vivo.

Sono vivo. Per un istante lo sono veramente.

Mi aggrappo con tutte le mie forze e continuo a salire. Piango, ma le lacrime sono calde, piene, colorate e libere. Sono lacrime di gioia.

Non è facile reggersi, ma non ho intenzione di mollare. Stringo i denti e le stringo le dita attorno.

Saliamo ancora. Vedo i volti sorridenti dei miei amici che mi accerchiano e sembrano voler restare. Vedo me stesso tra quei volti: sono sicuro e vivace. Sono sicuro. Sono libero. Sono vivo.

Sono sicuro. Per un istante lo sono veramente.

Le dita sono sudate, prese da un momento di piacere e voglio di più. Allungo il braccio per arrivare più in alto e perdo ogni equilibrio. Non ho calcolato i miei poteri, ho esagerato. Le unghie si stringono e graffiano nel tentativo di aggrapparsi in tutti i modi. Mi muovo con spasmi di dolore ed epilettico ardore.

Scalcio violentemente.

Agito le braccia.

Colpisco il vuoto.

Mi colpisco.

No.

Le mie mani si lanciano verso l’alto, ma la sto perdendo.

Ancora una volta tento di saltare, ma sono nel vuoto. Precipito.

Non cedere. Non cadere.

No.

Dammi un minuscolo filo, qualcosa a cui aggrapparmi. Non può finire tutto qui. Non ora. Ho esagerato.

Urlo a pieni polmoni nell’ultimo rimpianto.

E cado. Cado sempre più.

Riscendo sotto gli spazi, sotto le nuvole ancora più scure, sotto i monti, oltre i tempi di un mondo lontano.

Mi sono aggrappato. Mi sono aggrappato ad un’illusione.