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Autore: IoNonLoSo    06/07/2011    5 recensioni
..provai una sorta d'attrazione per lui, e mi tirai subito indietro.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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3 Extra: Talking to the moon.

http://www.youtube.com/watch?v=QfY9jeQ8cJc&feature=related

Monologo Damon. Ambientato tra il capitolo 10 e il capitolo 11.

 

Sono passate quasi tre ore dall’ultima volta che l’ho vista e già mi manca.

E’ vero, l’ho lasciata in buone mani, so bene che Lexi la proteggerà a costo della sua stessa vita e se per caso non dovesse farlo sa bene che la ucciderò.

Continuai a guidare in preda alla furia più cieca, pensai e ripensai al fatto che in questo momento, a Las Vegas lei potrebbe benissimo stare con un altro ragazzo, guardare un altro ragazzo o farsi guardare. Sbattei le mani sul volante e accelerai sorpassando due macchine e rischiando di sbattere contro il guardrail. Presi il cellulare e composi il numero di Rose.

- Rose? Sono io. Sono per strada, tra tre ore arrivo. Dubaku sta bene? –

- Si, tutto bene Damon. Ci vediamo presto, non vede l’ora di vederti. – Disse, staccando la chiamata, improvvisamente sentii il bisogno di mandare un messaggio a Lexi per avere notizie di Elena.

Lexi, come procede? Avevi detto che avresti chiamato, come sta Elena? Ti prego non farle fare pazzie o te ne pentirai. Salutala tanto da parte mia e strappale via un occhio se si permette anche solo a guardare un altro uomo, ok? Ciao.”

Aspettai qualche minuto ma la risposta al mio sms non arrivò quindi composi il numero e feci uno squillo. Dopo qualche minuto Lexi rispose.

“Ciao Damon, tutto bene, stiamo quasi per arrivare. Elena sta bene, sta tranquillo, è una ragazza calma non farà nulla che tu non approveresti. Ci vediamo presto, ciao.”

Il cuore cominciò a battermi forte, che diavolo mi stava succedendo?

Svoltai a destra ma il pensiero di lei non scomparve.

I suoi capelli morbidi e lucidi mi apparvero in mente, seguiti dalle sue labbra carnose, i suoi occhi da cerbiatta, le sue mani curate, il suo corpo incredibile.

“Elena.. Elena” ma che cazzo mi stava passando per la testa? Cristo.

Svoltai a sinistra, sorpassando un grosso camion e imprecando.

- Cazzo. – Dissi, accendendo la radio e arrivando a sfiorare i duecentodieci.

La voce di Bruno Mars risuonò in tutto l’abitacolo dell’auto ed io, nonostante non amassi quel genere di musica, decisi di ascoltarla.

“Elena, tu mi fai male alla salute mentale” pensai canticchiando romanticamente quella canzone sdolcinata.

- I know you're somewhere out there. Somewhere far away,
I want you back.
I want you baaack! –

Pensai immediatamente e per l’ennesima volta ad Elena, possibile che non riuscissi a pensare ad altro? Porca troia, era incredibile ciò che quella piccola umana mi stava facendo. Un marasma incredibile, per colpa sua.

- Try to get youuuu.. – Continuai a cantare, consapevole di essere stonato come una campana e di stare per impazzire.

Una Lamborghini mi sorpassò senza preavviso e la presi come una sfida, quindi in pochi secondi la superai e corsi talmente veloce da non vederla più nemmeno dietro di me.

“Elena..” Di nuovo il suo nome, di nuovo lei.

Presi il cellulare e guardai lo sfondo, la sua foto nuda troneggiò.

La notte prima l’avevo spogliata e fotografata, volendola sempre con me.

Probabilmente a quest’ora se n’era già accorta e stava morendo di rabbia.

Elena, piccola, fragile e rabbiosa Elena. Sexy, piena di risorse, dolce, pura.

Le due ore seguenti passarono lente e inesorabili.

“Faccio inversione e torno da lei?” Pensai più di una volta ma Dubaku aveva la precedenza, era quasi un semestre che non mi facevo vedere, dovevo vederlo. “Elena.. porca troia, ma che mi stai facendo?” Il respiro si fece affannoso, quando immaginai le sue cosce lucide attorno al mio bacino.

L’erezione non tardò a manifestarsi ed io sospirai, sentendomi un ragazzino incapace di controllarmi, mi toccai per sistemarla e dopo qualche minuto la situazione tornò alla normalità.

“Quando torno sarai tu a sistemarmela” Pensai, come se mi stessi rivolgendo ad Elena, poi sorrisi, immaginando le sue guancie diventare rosse e il suo corpo appiattirsi contro il muro, era così timida e inesperta.. ma allo stesso tempo mi faceva uscire pazzo.

“Amore..” Questa parola mi balenò in mente, colpendomi forte e violenta come uno schiaffo in pieno viso. Amore? Ma quale amore?

“Amore per lei” continuai a pensare senza volerlo, possibile che l’amassi? Possibile che.. no, impossibile. Sboccai  a destra, poi a sinistra e percorsi una cinquantina di metri, infine presi il telefono e chiamai.

- Rose, sono sotto casa, apri il cancello. – Staccai la telefonata e vidi le sbarre davanti a me aprirsi. Dubaku era a una cinquantina di metri da me, scese le scale con velocità mentre io parcheggiai l’auto, scesi e lui mi corse in braccio.

- Ehi! Fratellino! – Mi baciò la guancia e io sorrisi. – Quanto rimani? –

- Solo qualche ora, piccolo. – Lui si imbronciò e io presi in mano il telefono, prendendo l’unica foto di Elena visibile da un bambino.

L’avevo fotografata solo in viso, inquadrando parzialmente il collo e il braccio. Stava dormendo, aveva le labbra semi aperte e le guancie arrossate.

- Devo tornare da lei, amore. Capisci? – Lui sorrise ed entrammo in casa.

 

 

Mmmm.. siete diminuite.. forse questi extra vi annoiano? Dai per favore, spendete qualche minuto in più e ditemi cosa pensate veramente (:

  
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