3 Extra: Talking to the moon.
http://www.youtube.com/watch?v=QfY9jeQ8cJc&feature=related
Monologo
Damon. Ambientato tra il capitolo 10 e il capitolo 11.
Sono
passate quasi tre ore dall’ultima volta che l’ho vista e già mi
manca.
E’
vero, l’ho lasciata in buone mani, so bene che Lexi la proteggerà a costo della
sua stessa vita e se per caso non dovesse farlo sa bene che la
ucciderò.
Continuai
a guidare in preda alla furia più cieca, pensai e ripensai al fatto che in
questo momento, a Las Vegas lei potrebbe benissimo stare con un altro ragazzo,
guardare un altro ragazzo o farsi guardare. Sbattei le mani sul volante e
accelerai sorpassando due macchine e rischiando di sbattere contro il guardrail.
Presi il cellulare e composi il numero di Rose.
-
Rose? Sono io. Sono per strada, tra tre ore arrivo. Dubaku sta bene?
–
-
Si, tutto bene Damon. Ci vediamo presto, non vede l’ora di vederti.
–
Disse, staccando la chiamata, improvvisamente sentii il bisogno di mandare un
messaggio a Lexi per avere notizie di Elena.
“Lexi,
come procede? Avevi detto che avresti chiamato, come sta Elena? Ti prego non
farle fare pazzie o te ne pentirai. Salutala tanto da parte mia e strappale via
un occhio se si permette anche solo a guardare un altro uomo, ok?
Ciao.”
Aspettai
qualche minuto ma la risposta al mio sms non arrivò quindi composi il numero e
feci uno squillo. Dopo qualche minuto Lexi rispose.
“Ciao
Damon, tutto bene, stiamo quasi per arrivare. Elena sta bene, sta tranquillo, è
una ragazza calma non farà nulla che tu non approveresti. Ci vediamo presto,
ciao.”
Il
cuore cominciò a battermi forte, che diavolo mi stava
succedendo?
Svoltai
a destra ma il pensiero di lei non scomparve.
I
suoi capelli morbidi e lucidi mi apparvero in mente, seguiti dalle sue labbra
carnose, i suoi occhi da cerbiatta, le sue mani curate, il suo corpo
incredibile.
“Elena..
Elena” ma che cazzo mi stava passando per la testa?
Cristo.
Svoltai
a sinistra, sorpassando un grosso camion e imprecando.
-
Cazzo. – Dissi, accendendo la radio e arrivando a sfiorare i
duecentodieci.
La
voce di Bruno Mars risuonò in tutto l’abitacolo dell’auto ed io, nonostante non
amassi quel genere di musica, decisi di ascoltarla.
“Elena,
tu mi fai male alla salute mentale” pensai canticchiando romanticamente quella
canzone sdolcinata.
- I know you're somewhere out there. Somewhere far away,
I want
you back. I
want you baaack! –
Pensai
immediatamente e per l’ennesima volta ad Elena, possibile che non riuscissi a
pensare ad altro? Porca troia, era incredibile ciò che quella piccola umana mi
stava facendo. Un marasma incredibile, per colpa sua.
-
Try to get youuuu.. – Continuai a cantare, consapevole di essere stonato come
una campana e di stare per impazzire.
Una
Lamborghini mi sorpassò senza preavviso e la presi come una sfida, quindi in
pochi secondi la superai e corsi talmente veloce da non vederla più nemmeno
dietro di me.
“Elena..”
Di nuovo il suo nome, di nuovo lei.
Presi
il cellulare e guardai lo sfondo, la sua foto nuda
troneggiò.
La
notte prima l’avevo spogliata e fotografata, volendola sempre con
me.
Probabilmente
a quest’ora se n’era già accorta e stava morendo di
rabbia.
Elena,
piccola, fragile e rabbiosa Elena. Sexy, piena di risorse, dolce,
pura.
Le
due ore seguenti passarono lente e inesorabili.
“Faccio
inversione e torno da lei?” Pensai più di una volta ma Dubaku aveva la
precedenza, era quasi un semestre che non mi facevo vedere, dovevo vederlo.
“Elena.. porca troia, ma che mi stai facendo?” Il respiro si fece affannoso,
quando immaginai le sue cosce lucide attorno al mio
bacino.
L’erezione
non tardò a manifestarsi ed io sospirai, sentendomi un ragazzino incapace di
controllarmi, mi toccai per sistemarla e dopo qualche minuto la situazione tornò
alla normalità.
“Quando
torno sarai tu a sistemarmela” Pensai, come se mi stessi rivolgendo ad Elena,
poi sorrisi, immaginando le sue guancie diventare rosse e il suo corpo
appiattirsi contro il muro, era così timida e inesperta.. ma allo stesso tempo
mi faceva uscire pazzo.
“Amore..”
Questa parola mi balenò in mente, colpendomi forte e violenta come uno schiaffo
in pieno viso. Amore? Ma quale amore?
“Amore
per lei” continuai a pensare senza volerlo, possibile che l’amassi? Possibile
che.. no, impossibile. Sboccai a
destra, poi a sinistra e percorsi una cinquantina di metri, infine presi il
telefono e chiamai.
-
Rose, sono sotto casa, apri il cancello. – Staccai la telefonata e vidi le
sbarre davanti a me aprirsi. Dubaku era a una cinquantina di metri da me, scese
le scale con velocità mentre io parcheggiai l’auto, scesi e lui mi corse in
braccio.
-
Ehi! Fratellino! – Mi baciò la guancia e io sorrisi. – Quanto rimani?
–
-
Solo qualche ora, piccolo. – Lui si imbronciò e io presi in mano il telefono,
prendendo l’unica foto di Elena visibile da un bambino.
L’avevo
fotografata solo in viso, inquadrando parzialmente il collo e il braccio. Stava
dormendo, aveva le labbra semi aperte e le guancie
arrossate.
-
Devo tornare da lei, amore. Capisci? – Lui sorrise ed entrammo in
casa.
Mmmm.. siete diminuite.. forse questi extra vi annoiano? Dai per favore, spendete qualche minuto in più e ditemi cosa pensate veramente (: