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Autore: JKEdogawa    06/07/2011    2 recensioni
Continuano le avventure di Pamela Deletti. Per chi non la conoscesse lei è una semidea, ma non una qualunque. E' nata da un figlio di Poseidone e una figlia di Atena. Chiedo scusa in anticipo ai fan di Pery Jakson se rimarranno delusi, ma in questo racconto lei si ritroverà in un certo castello inglese...
Solo una richiesta... recensite! Grazie!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vita da mezzosangue: la serie'
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Era Febbraio, potevo pensare con più calma a tutto quello che stava succedendo, ma soprattutto dovevo capire gli atteggiamenti sospetti di Ginny. Insomma, sapevo che era soggiogata da Tom Orvoloson Riddle, il caro e vecchio Voldemort, ma non pensavo che una ragazzina di 11 anni potesse diventare così seccante.
- Perché segui sempre Lucario?- ripeteva continuazione
- Ginny, io non lo seguo. Casualmente mi trovo a pulire dov’è sempre lui!- le rispondevo sempre
Non la convincevo mai, ma ci provavo. Lei non c’entrava niente, capivo che me lo chiedeva per la sicurezza del suo amico, ma meno le dicevo meglio era per tutti.
Riddle, però, doveva aver capito che Lucario era diverso. Una volta il Basilisco ci fece una puntata dietro un angolo, ma me ne accorsi in tempo. Riuscii a bloccare il suo sguardo con lo scudo che mi portavo dietro, a dire al ragazzino di serrare gli occhi e correre nella direzione opposta. Dovevamo seguirlo ovunque andasse.
Continuavo a sentirmi con Chirone tramite i gufi della scuola, ma temevo che ce li intercettassero. Mi ero anche fatta mandare dai miei genitori tutti i libri di Harry Potter, le fiabe di Beda il Bardo e i libri di  Percy Jakson che avevo a casa. Volevo vederci chiaro in tutta la storia della divinazione e degli oracoli. Li mangiavo con gli occhi quando facevo cambio con Ezechiele per controllare Lucario. Non mi perdevo ogni punto, ogni lettera, anche la più piccola. Volevo capire.
La cosa che mi colpì è che quando lasciai per caso apposta sul tavolo “Harry Potter e Il Calice Di Fuoco”, un bel tomo che non passa inosservato, tutti ci passarono di fianco ignorandolo. Anche Hermione, che di solito se vede un libro che non ha mai letto ci si fionda a pesce tra le pagine, lo passò senza battere ciglio. Solo Lucario ebbe un fremito e ci dette un’occhiata, ma lo lanciò subito via strofinandosi gli occhi. Lo capivo, per lui era impossibile guardare quelle parole non in greco o latino.
E così le giornate a Hogwarts volavano quasi inesistenti, tra Ginny insistente, libri proibiti o meno e il rischio di trovarsi il Basilisco dietro. Finalmente un po’ di movimento. Finalmente si era entrati in gioco nel mio campo.
Tutto precipitò quando a notte inoltrata Ezechiele ed io ci svegliammo in mezzo alla foresta proibita senza esserci mai mossi dal dormitorio dei Grifondoro. Puzzavamo di condotto per l’acqua e non sapevamo minimamente dove eravamo. Era uno dei punti con più boscaglia, quasi non si vedeva la luna piena di quella notte. Cercai di alzarmi in piedi e toccai qualcosa di metallo. Una spada fusa era appoggiata poco distante da noi. Cercai di capite meglio di cosa fosse fatta e mi venne un brivido. Era bronzo celeste e l’unica spada di bronzo celeste presente nel castello era quella che mi ero portata io dal campo mezzosangue. Le era stato buttato qualcosa sopra. Presumibilmente acido.
Lanciai un’occhiata preoccupata a Ezechiele, ma non penso che la vide. Sentimmo dei passi verso di noi. Degli zoccoli sulle foglie secche di Gennaio. Zik prese un profondo respiro, poi con fare felicissimo disse:- Centauri! Stanno venendo verso di noi! Ci aiuteranno a tornate al castello!-
- Centauri!? Oh no!- gli dissi ancora più preoccupata
- Perché? Ci aiuteranno! EHI, SIAMO QUI!-
- No! Non sono come quelli del campo! Loro detestano la gente che entra nella foresta!-
- Sicura?- una freccia lo sfiorò e si conficcò in un albero dietro a lui- Okay mi fido! E adesso?-
- Loro vengono da di là e noi andiamo dalla parte opposta!- dissi ovvia
Dovevamo muoverci piano per evitare gli alberi e alla fine ci raggiunsero.
- Siamo in pace…- dissi cercando di essere il più convincente possibile. Al buio si vedevano solo delle forme indistinte a quattro zampe.
- In un certo senso siamo parenti!- esclamò Ezechiele. Io mi mollai una mano sulla faccia maledicendo la sua scarsa voglia di leggere. Tanti zoccoli iniziarono a pestare il terreno con rabbia.
- Che ho detto?- mi disse preoccupato
- Che sei come loro! Tira fuori il flauto e calmali!- gli intimai
- E’ al castello!-
- Siamo fregati!- feci un respiro profondo- Levati i pantaloni!-
- Che cosa?-
- Levateli, così vedranno che sei mezza capra!- mi ascoltò. Gli scalpicii non si fermarono, anzi, aumentarono. Le figure iniziarono ad avvicinarsi.
- Okay… ora abbiamo un problema!- dissi- C’è stato un malinteso! Ci siamo trovati qui per caso, CASO!-
- Non sembrano molto convinti dalle tue parole!-
- Non l’avevo capito, sai! Siamo in pace, se ci lasciate andare al castello o vicino al lago ne saremmo felici!-
- Non so se l’hai notato, ma la diplomazia non funziona!-
- Non vorrete veramente attaccare una coppia di ragazzi disarmati!? Non siamo nemmeno dei maghi!- Niente, continuavano imperterriti nelle loro avanzata verso di noi. Indietreggiammo lievemente.
- Siamo spacciati… conoscete Chirone?- si illuminò Zik. Non aiutò molto, anzi aumentarono l’intensità dei passi
- Okay… sentite noi ci siamo svegliati qui in mezzo. Ce ne andremmo molto volentieri.- un centauro prese la rincorsa e cercò di agguantarci. Io mi scansai velocemente, ma Ezechiele fu colpito in pieno.
Il centauro se lo portò lontano seguito da tutti gli altri. Io rimasi lì per un po’ senza sapere che fare o che pensare. Non sapevo neanche come raggiungere il castello. Persa nella foresta proibita di Hogwarts, che bello… accidenti che fare? Ero spaesata.
Guardai verso il cielo cercando uno straccio di aiuto, invano. Iniziai a camminare senza una meta precisa, sperando di scontrarmi in chissà cosa che mi potesse aiutare. Continuai per non so quanto tempo, poi scivolai giù per un pendio e toccai dell’acqua. Ero arrivata al lago. Lo percorsi in laterale e finalmente mi potei definire fuori dalla foresta. Il castello troneggiava dietro di me mentre ammiravo quella grande massa di liquido lacustre. Tra i flutti si iniziò a stagliare qualcosa.
   
 
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