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Autore: A n o n y m o u s Rei    06/07/2011    1 recensioni
Prendete un foglio di carta e una penna, ne basta un pezzetto oppure aprite le note sul computer e scrivete qual'è la vostra coppia preferita. Rose/Scorpius, Lily/James, Ginny/Harry, Ron/Hermione etc.
Adesso per ogni volta che leggete Lei o qualcosa che descriva la ragazza aggiungertici il nome della ragazza scelta e immaginate che sia il ragazzo ha scrivere queste cose su di lei. Vi avviso è DRAMMATICO, e molto realista in alcuni passaggi. Io personalmente l'ho scritta penando a Rose e a Scorpius, ma non ho voluto dare un nome a questi ragazzi per potervi permettere di immaginare questo periodo della loro vita.
_Red
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Follow the butterflies'
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5 luglio 2011
Un altro angelo se n'é andato
Gianfri ci manchi già.



Ho chiesto a Dio, quel Dio in cui tu credevi e no dove fosse la giustizia.

Sto aspettando una risposta.

Te ne sei andata tra la non curanza della gente, che ti guardava indifferente.

Mi sono chiesto per la seconda volta  dove fosse la giustizia di quest'azione.

Non ne ho trovato risposta.

E non la trovo nemmeno adesso, guardando il tuo corpo scivolare giù come polvere, lontano da questo mondo.

Il mondo che hai sempre tanto amato e odiato, nella tua più totale riservatezza verso tutto e tutti.

Ti ho visto per l'ultima volta l'altro giorno, nella tua divisa sempre perfetta di una casa nella quale non centravi nulla.

Grifondoro, la casa dei coraggiosi. Ma tu non avevi coraggio piccola mia.

 A te faceva paura per fino la tua ombra, hai sempre dovuto combattere contro qualcosa più grande di te.

La malattia.

Da un pò di tempo avevi smesso di lottare, non sorridevi più.

Tu sai che sei bellissima quando sorridi?

Perché parlo al presente?

Tu non sorriderai mai più a me ne a nessun'altro.

Spero solo che troverai la pace piccola.

Perchè l'hai sempre meritata.
Ti ho osservato in tutti questi anni mentre crescevi, diventavi grande nel corpo e nella mente.

Sei diventata stupenda, prima piccola come un bocciolo e poi grande come un fiore sbacciato epronto a prendere il volo. Sembra quasi impossibile vederti qui adesso, mentre la foto sorride al posto tuo.

Su quella scopa, che amavi tanto, dove addirittura eri arrivata a farti mettere la firma dalla tua giocatrice di Quidditch preferita:Gwenog Jones*. Sei riuscita ad ottenere quella firma poco prima che si ritirasse.

Eri tutta un fremito unico quel giorno, me lo ricordo bene.

Conosco migliaia di altri aneddoti della tua vita, potrei scriverci un libro, ma tu non lo sapresti mai.

E questo toglierebbe il gusto di vedere la tua faccia diventare tutta rossa e imbarazzarti sapendo che quello che consideravi uno sconosciuto ti conosce perfettamente, forse anche più di te stessa.

È strano, adesso che non ci sei più vorrei buttare fuori tutto quello che ho tenuto dentro per sette anni, urlare al mondo che eri stupenda mentre attraversando i corridoi ripassavi la lezione di quell'ora nonostante la sapessi a memoria.

Mentre correvi verso Pozioni sicura di aver dimenticato qualcosa, qualche passaggio di bacchetta o qualche ingrediente oppure mentre volavi, libera come un uccellino in cielo, mentre guardavi tutti dall'alto al basso e sorridevi, perché lì sopra avevi il predominio del mondo.

Quello che ti aveva girato tante volte le spalle.

 
Uno dei ricordi più belli che mi rimarranno in pressi nella mente è stata la prima volta che mi hai guardato e ti ho avuta tutta per me, una sola notte che ha cambiato il corso della mia vita e forse anche della tua se la memoria non ti avesse abbandonato facendo spazio alla malattia.

Eri la cosa più bella che i miei occhi avessero mai visto, dolce e arrogante allo stesso tempo, un pò brilla dopo l'ennesima Burrobirra buttata giù per dimenticare che ti aveva appena lasciato.
Sussurravi piano il mio nome all'orecchio, quasi avessi paura che scappassi, ma io te lo avevo promesso, no?

"Non andrò mai via, te lo prometto" e tu avevi riso, illuminando la stanza e rendendo tutto più spettacolare.

Credo che se il mondo in quel momento fosse crollato non avrei avvertito nulla oltre alla gioia di averti con me, ora invece che il mondo è crollato realmente, sento che non vale la pena nemmeno respirare.

Me lo hai fatto promettere.

"Prometti che qualunque cosa mi succeda tu continuerai a esistere e a rendere meravigliosa la vita di qualcun'altra?" quando me lo avevi chiesto avevi una posizione da sergente, con le mani hai fianchi sulla mia camicia bianca e un solo calzino nero esageratamente grande e poi portavi un cappello sbilenco trovato non so dove.

"Lo prometto, ma so che non ci sarà bisogno di mantenere questa promessa. Tu sarai sempre al mio fianco." ti avevo risposto sorridendo.
Tu non mi avevi ancora detto che eri malata, che ti restava poco tempo e che la memoria se ne andava piano piano, togliendoti tutto quello che avevi di più bello.

Avevo notato qualcosa di strano in camera tua, l'estate prima quando ero venuto a conoscere i tuoi, come tante piccole fiale contente materia grigia, ma non gli avevo dato molto peso.

È stato l'anno più bello della mia vita, ma una mattina ti sei alzata e mi hai gridato contro: "CHI SEI?!? CHE CI FAI IN CAMERA MIA? ADESSO CHIAMO LA PRESIDE E TI FACCIO METTERE IN PUNIZIONE!" e da quel giorno avevo iniziato a guardarti da lontano.

Tuo padre era stato chiaro, non mi potevo avvicinare, tu non ti ricordavi più della mia esistenza, ero come un buco nero nella tua memoria.

Eppure ogni tanto ti beccavo a fissarmi e a chiedere in giro chi fossi.

Mancava un mese alla fine della scuola, ti mancavano i M.A.G.O e poi saresti potuta partire per una miracolosa clinica di maghi in America, dove ti avrebbero curato e grazie alle fialette di memoria che avevi messo da parte, potevi tornare a condurre una vita normale.

Ma quell'essere superiore nella quale credevi tanto aveva altri progetti per te, non è vero?

Ti ha strappato via da tutto e da tutti, lasciando solo un grande vuoto nel castello e nel cuore.

Manchi a tutti anche se nessuno a il coraggio di dirlo, eri esemplare nel tuo studiare sempre e avere sempre la risposta pronta.

Manchi persino a quel professore che tanto ti odiava, adesso durante le lezioni deve dare lui le risposte perchè tu non alzi più la mano a toglierli la parola.

È tutto più grigio adesso, vedo i tuoi cugini guardarsi intorno quasi a chiedere se scenderai a pranzo o se mai ti rivedranno.

Quelli più grandi ormai si sono rassegnati al fatto che tu non farai mai più il tuo ingresso in Sala Grande con una borsa stra piena di libri, da far quasi invidia a una biblioteca.

I piccoli invece pensano che tu sia partita, che tu sia in qualche fantastico posto a prenderti il sole mentre loro sono in questo sconfinato castello dove anche il sole ha smesso di fare capolino.

Oggi il sole non c'è, piove.

Piove su tutte quelle lacrime versate dal momento che hanno scoperto la tua malattia al mometo in cui ti sei spenta.

Hanno pianto tanto sai? Ho visto tua madre piegarsi sul tuo corpo, prendendoti in braccio e sussurando piano: "Ce la faremo bambina mia, ce la faremo."
Ma tu non davi più segni di vita. Tuo padre è crollato, ha smesso di dare un senso a tutto, ha pianto al fianco di tua madre sempre, l'ha sorretta quando non ce la faceva a stare in piedi e ti ha guardato negli occhi per l'ultima volta mentre tua madre ti cullava cercando di autoconvincersi che tu eri ancora viva.

Io non ho ancora trovato il modo per dare sfogo a tutto quello che mi tengo dentro, ho picchiato il tuo ex ragazzo, maledicendolo. è rimasto immobile, incassando ogni colpo come se ormai nulla potesse cambiare. 

Fa male, è come se persino l'aria che entra ed esce dai polmoni fosse veleno.

La tua camera è vuota, a casa come a scuola.

Ho lasciato il mio dormitorio una notte e mi sono mosso verso il tuo, non c'era nessuno in corridoio.

Le coperte profumano ancora di te, sai? È incerabile quanto avesse di te quella camera.

Le foto sono attaccate qua e la, sparse. Raffigurano una te sorridente.

La migliore è messa appesa sopra la testiera del letto.

Sei sulle sponde del Lago Nero, sorridi e i capelli si muovono al ritmo del vento. è un immagine ferma, fatta di sicuro con uno di quegli aggeggi babbani che amava tanto la tua famiglia.

Adesso la tua bara verrà messa sotto terra, vicino a quella di tutti i tuoi parenti.Come al solito tendete a occupare metà dello spazio, qualunque esso sia.

Piccola adesso devo andare, non so se potrò resistere ancora per molto in questo luogo.


Tornerò te lo prometto.














Angolo Autice

Perchè scrivere una cosa così triste, in un pomeriggio così assolato d'estate?
Perchè il percorso delle cose muta e le sicurezze vanno a farsi friggere con tutto quello che ne consegue.
La vita è troppo rapida a volte, cambia il senso delle cose e muta.
Il titolo "Quello che comunemente chiamiamo amore." l'ho preso dalla canzone di Max Pezzali, è nuova.
Vi consiglio di ascoltarla, è veramente bellissima.
Spero che oltre a mettere malinconia sia anche piacuta questa One-short. 
Sono piuttosto soddisfatta di quello che ho scritto, anche se avrei voluto scriverlo senza dover richiamare un momento particolare.
Aspetto le vostre recensioni
_Red
  
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