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Autore: Sweet Soul    06/07/2011    1 recensioni
[ Ma quello che Carlotta si chiede continuamente da quel momento è:
“Si può uscire perdenti da una guerra mai iniziata? Esiste un plotone di attacco che è caduto in battaglia? E un esercito che a testa bassa ritorna in patria?” ]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carlotta era allegra e simpatica.

Carlotta era solare e spensierata.

Carlotta non era mai a disagio perché era amica di tutti.

Carlotta amava sé stessa ed il mondo intorno a sé.

Carlotta non ha mai pianto, perché mai ce n’è stato motivo.

Ma adesso Carlotta non è più così.

Il suo cuore è marchiato da un dolore profondo che non ha fine.

Un dolore che può essere provocato solo e soltanto da un amore non ricambiato.

Nell’esatto momento in cui ha lasciato perdere i suoi sentimenti decretando un fallimento a grandi linee, è entrata in uno di quei dolori che ti logorano da dentro, uno di quelli che entra feroce nel tuo cuore spalancandone i portoni e chiudendosi dentro a chiave.

Ma quello che Carlotta si chiede continuamente da quel momento è: “Si può uscire perdenti da una guerra mai iniziata? Esiste un plotone di attacco che è caduto in battaglia? E un esercito che a testa bassa ritorna in patria?”

Forse il problema è che ripete fin troppe volte a sé stessa, fino a convincersene del tutto, che tutto quello che aveva creato intorno a sé, tutto quello splendore caratterizzato da nuvole rosa, cupidi volanti e gente felice ed innamorata facevano soltanto parte del suo enorme impero di illusioni.

Ma il problema è che quando qualcuno si accorge di aver sperato nel nulla, tende a continuare per quella strada in cerca di un appiglio, qualcosa che gli gridi “Hey, tutto questo è reale!”

E anche per Carlotta è così.

Perfino adesso, aggrappata ad uno scoglio di Mergellina, scruta il mare ascoltando lo scrosciare delle onde ed il vento sulla pelle.

Ha le ginocchia strette al petto in una tipica posizione da difesa, e con la mano poggiata sulla superficie irregolare dello scoglio, ne tasta la realtà.

Le certezze sono quelle cose che ti permettono di difenderti dal resto del mondo ma quando sei da sola o con la persona che ami, sono proprio quelle a cadere a brandelli e riempirti la testa di dubbi ed incertezze.

E Carlotta ne ha abbastanza di tutte queste domande.

Afferra la tracolla e scende dagli scogli, accendendo il cellulare.

La scritta che compare sullo schermo la fa sorridere amaramente.

“7 Luglio 2000. Io, Erica Rossi, ho preso Carlotta Fimiani come mia legittima sposa, per amarla e onorarla finché morte non ci separi”

Erica glie lo scriveva sempre come frase della schermata iniziale di qualunque cellulare Carlotta comprasse.

Avevano 5 anni allora e gli anelli che si scambiarono andarono perduti in chissà quale posto.

Li cercarono a lungo, ma poi constatarono che non servivano loro degli anelli per dimostrare quanto si volevano bene, lo sapevano dal profondo del cuore e questo bastava loro.

Avevano cinque anni, ed erano inseparabili.

Ad 11 anni di distanza le cose sembrano non essere cambiate per nulla. A parte il fatto che Carlotta ha deciso di abbandonare il campo di battaglia cercando di reprimere i propri sentimenti  che, inevitabilmente, l’hanno portata ad allontanarsi dall’amica.

Erica dal canto suo, nell’ultimo periodo non ci aveva nemmeno fatto tanto caso, troppo presa dai suoi impegni “segreti”.

Mentre posa il cellulare nella tasca dà una veloce occhiata alla data odierna.

7 Luglio 2011.

Da quel giorno del 2000, ogni 7 Luglio le due amiche si riunivano in casa – dell’una o dell’altra era indifferente – per passare ogni singolo minuto di quelle 24 ore insieme.
Come fossero davvero sposate.

E oggi che Carlotta ha fatto di tutto per non organizzarsi con l’amica, oggi che non ha mandato all’altra il messaggio di Auguri che sempre le mandava, Erica non si è fatta viva.

“Che giornata triste” pensa Carlotta, ed una smorfia di amarezza non può che prendere possesso del suo viso.

<< Scusa, sai che giorno è oggi? >>

Carlotta non si gira neppure.

<< E’ il 7 Luglio. >>

<< Credi sarà una bella giornata? >>

Seppur sorpresa, Carlotta non si cura ancora di girarsi, investita com’è da una profonda tristezza.

<< Ci sono tutti i presupposti. Il sole è alto nel cielo e questo leggero venticello appanna il calore del sole, che non brucia, ma accarezza la pelle. Per te può essere più che un’ottima giornata, per me è la peggiore di tutta la mia vita.>>

Mentre aumenta il passo per allontanarsi dalle domande strane di quella persona, un richiamo caldo la blocca di colpo.

La sua interlocutrice addolcisce il tono:

<< Cal… >>

Lo strano nomignolo affibbiatole dall’amica molto tempo prima, le rimbomba nella testa.

Si gira di colpo, con un groppo in gola che la logora e le fa sussurrare solo:

<< Erica…>>

<< Conosco bene la data di oggi perché la aspetto con ansia da mesi. Ma tu credi di saperlo davvero che giorno sia oggi? >>

Carlotta abbassa lo sguardo.

Colpita.

Erica continua, con un tono più duro.

<< Mi dispiace davvero tanto che ultimamente hai deciso di allontanarti da me, ma più che altro mi dispiace che tu hai pensato per interi giorni che io non me ne fossi accorta. Mi ritieni così stupida?>>

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<< Non tentare di fermarmi! – le ringhia l’amica – Sto cercando di parlare con le palle come tu non hai mai saputo fare. So che ti sei innamorata di me, ma se credi che questo possa dividerci, stai certa che non hai capito nulla.>>

Carlotta tace, con gli occhi sgranati.

<< Non potevo non accorgermene proprio io, io che vivo a contatto con te ventiquattro ore su ventiquattro, andiamo! All’inizio devo ammettere che ho avuto paura, un simile sentimento è difficile da vivere tra due donne, ma poi ho capito che per come viviamo in simbiosi noi due, è inevitabile innamorarsi l’una dell’altra. E quindi sono qui di fronte a te a fare il lavoro sporco che, al contrario, avresti dovuto fare tu.>>

Erica si ferma un momento per riprendere fiato, e chiude gli occhi cercando di racimolare un po’ di coraggio.

<< Io ti amo, Carlotta Fimiani. Ed oggi è il nostro undicesimo anniversario.>>

Carlotta non osa muovere un passo, né proferire parola.

L’amica la guarda accigliata.

<< Bhè, non hai nulla da dire?>>

Carlotta scuote la testa come se si stesse risvegliando da un sogno.

<< Sei forse un’illusione?>>

‘Le certezze sono quelle cose che ti permetto nodi difenderti dal resto del mondo, ma quando sei da sola o con la persona che ami, sono proprio quelle a cadere a brandelli e riempirti la testa di dubbi ed incertezze.’

Erica scoppia in una fragorosa risata.

Qualche minuto dopo si avvicina al viso della compagna e le sussurra:

<< Sono più reale dell’aria che respiri. >>

‘Carlotta non ha mai pianto, perché mai ce n’è stato motivo.’

Carlotta cerca di sciogliere quel groppo che da minuti le resta incollato alle pareti della gola, ma il risultato è che scoppia in un tremendo pianto.

Erica l’abbraccia, e cullata da quelle forti braccia che ben conosce, Carlotta si calma.

Mentre camminano per le strade affollate di Napoli mano nella mano, perse ognuna in chissà quale pensiero, Carlotta riesce finalmente a dare voce al sentimento che per giorni le aveva fatto credere di essere un’illusa e l’aveva tenuta in balia di un dolore immotivato.

<< Ric, ti amo anche io. >>

Erica sorride.

<< Lo so, ma aspettavo che me lo dicessi per darti il tuo regalo. >>

Aperto lo scatolino che l’amica le aveva accuratamente preparato, c’è mancato poco che non scoppiasse a piangere di nuovo.

Mette l’anello con dentro inciso ‘Cal’ al dito di Erica, e l’amica fa lo stesso con l’anello con dentro inciso ‘Ric’.

<< Dove li hai trovati? >>

Le chiede Carlotta, abbracciandola. Erano gli anelli che undici anni prima avevano perso e cercato a lungo.

<<  E’ un segreto! Piuttosto, preoccupati di un’altra cosa.>>

<< Cosa? >>

<< Ora è per sempre. >>

Carlotta spinge la compagna in un vicolo appartato, e all’ombra di un balcone, la bacia.

<< Per sempre. >>

 

 

 

 

 

Carlotta quel giorno si rese conto di essere stata una stupida.

E non durante il periodo in cui viveva sospesa tra nuvole rosa e cupidi volanti.

Ma quando aveva deciso che le sue erano state soltanto illusioni.

Capì che l’amore tra lei ed Erica era così sottile che non avrebbe mai dovuto obbligare l’amata ad una confessione simile, era già tutto così evidente!

E si rese conto che non si può essere sempre solari e allegre, bisogna anche saper piangere ed essere antipatiche.

Ma questo lei non aveva mai avuto occasione di impararlo prima di allora, semplicemente perché, prima di Erica, non aveva mai amato.

 

 

 

 

Non si può perdere una guerra mai iniziata,  nessun plotone di attacco può cadere all’ombra di una battaglia mai cominciata e nessun esercito può tornare nel proprio impero di illusioni.

 

Quel che può accadere è che, qualche volta, quelle che noi riteniamo illusioni, siano semplici e banali realtà.

Carlotta amava aggrapparsi al muro del “Sono un illuso” perché non aveva le palle di affrontare i suoi sentimenti.

La sua unica fortuna è che c’è stato qualcun altro a dare inizio alla sua battaglia e a decretare un vincitore che, per due persone dello stesso partito, non può esistere o non può non coincidere.

  
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