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Autore: winnie343    07/07/2011    4 recensioni
Una locanda in riva al Mare. Un insolito Ikki, smarrito e confuso. Un luogo dove avrà modo di incontrare alcune persone del suo passato che attraverso i loro racconti lo porranno di fronte ad una scelta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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VI – Epilogo



La prima cosa che Ikki pensò fu che aveva avuto un brutto incubo. Doveva essere per forza così. Osservò la stanza in cui si trovava: era una camera d’ospedale. Poteva sentire l’odore dei medicinali e dell’antisettico usato per pulire i corridoi. Suo fratello gli porse un bicchiere d’acqua che trangugiò tutto d’un fiato. Si schiarì la voce

  • Che ci faccio qui?

  • Ho avuto così tanta paura per te, fratello. Che cosa ricordi?

  • Cosa ricordo? – avrebbe voluto raccontargli della Locanda, ma decise che forse era meglio di no – non molto.

  • Ti ricordi della guerra contro Hades? – Ikki annuì – e dei Campi Elisi?

  • Si

  • Bene. Dopo aver sconfitto Hades, Atena ci ha riportato a casa. Non riprendevi conoscenza e così abbiamo deciso di farti ricoverare. Apparentemente non avevi nulla e i medici non sapevano cosa fare. Sembravi in coma, ma non erano sicuri che lo fossi veramente e così ci hanno detto di aspettare.

  • Poi cosa è successo?

  • Ti sei svegliato – negli occhi di Shun comparvero le lacrime – avevo paura che non ti saresti più svegliato

Ikki si intenerì nel vedere suo fratello sopraffatto dalle emozioni. Shun era così, capace di portare sulle sue spalle tutto il dolore del mondo, e lui, incapace di provare gli stessi sentimenti, aveva sempre tentato di sentirli attraverso quell’essere delicato e devastante. Si fece pensieroso, era evidente, quindi, che tutto quello che aveva vissuto non era stato altro che un sogno. Sospirò

  • E gli altri?

  • Shiryu e Hyoga sono fuori al corridoio – Shun gli sorrise – stanno bene

  • E Seiya? – lo sguardo del fratello si fece triste

  • Seiya è in coma. Riposa nella stanza accanto. Ferito dalla spada di Hades, da quando siamo tornati non ha più ripreso conoscenza – fu Atena a rispondere

  • Ferito?

Tornò alla mente del ragazzo l’immagine del suo amico, seduto su una sedia a rotelle, con lo sguardo vuoto, rivolto verso il mare. Lo aveva chiamato, ma lui non si era voltato. Possibile che anche lui fosse bloccato in quella dimensione? Ikki scrollò vigorosamente la testa per scacciare quel pensiero, aveva da poco stabilito che la Locanda faceva parte di un sogno, dunque anche quell’immagine di Seiya era parte di esso. Eppure quel ricordo e le emozioni provate erano talmente forti da sembrare così reali e poi come faceva a sapere che anche il suo amico avrebbe potuto trovarsi a lottare tra la vita e la morte? Semplice, sapeva che Hades lo aveva ferito mortalmente. Appunto. Mortalmente. Sospirò per l’ennesima volta.

  • Cosa agita il tuo animo, cavaliere? – Atena sorrise amorevolmente

  • Nulla – neanche con lei si sentiva pronto a parlare della Locanda – e i cavalieri d’oro?

  • I cavalieri d’oro – Shun trattene a stento le lacrime – sono morti, sacrificandosi per noi. Non ricordi?

  • Già

Ikki ricordava benissimo il muro del pianto, ma allora Kanon e Shaka si erano presentati a lui liberi dal loro corpo? Non soggiornavano nella Locanda perché era già morti, dunque? Quali erano state le parole del cavaliere di Virgo? Non apparteneva più a questo mondo, ma neanche a quello della Locanda. Voleva forse dire che la sua anima era ormai raminga? In fondo, con la morte di Hades, l’Inferno era scomparso e le anime in esso soggiornanti, erano trasmigrate.

Bene, vorresti dire che non mi sono guadagnato neanche i campi elisi?

Ikki si voltò velocemente verso la sua destra, con la voce di Shaka che gli rimbombava nelle orecchie. Doveva essere impazzito, ora sentiva la voce di Virgo anche nella vita reale. Shun lo guardò con perplessità

  • Fratello, tutto bene?

  • Si. Sono … solo un po’ stanco

Il cavaliere della Fenice accennò un sorriso e poi si appoggiò più comodamente al cuscino, non voleva dare l’idea di essere impazzito. Atena, dopo avergli sorriso a sua volta, chiese a Shun di andarle a prendere un tè caldo ed il ragazzo, sempre ben disposto verso il prossimo e soprattutto verso la sua Dea, acconsentì. Così il cavaliere si ritrovò solo con la sua Signora

  • Raccontami Ikki – Atena si sedette sul bordo del letto – cosa hai visto?

  • Che volete dire? – il ragazzo si mise sulla difensiva

  • E’ evidente che qualcosa ti turba – la Dea sorrise – e così mi sono convinta che nel tuo … sonno … hai visto qualcosa. Sarei curiosa di conoscere quello che ti ha turbato

  • Io – Ikki soppesò le parole – ho sognato … si … ho sognato

  • Cosa hai sognato?

  • Una Locanda … un pittore che dipingeva tele bianche che bianche non erano … un vecchio con la barba che si credeva Dio … - Ikki sorrise – Esmeralda bambina … correva felice … rideva tanto … correva sempre

  • Ma rimaneva sempre ferma nello stesso punto

  • Come fate a saperlo? …

  • Hai fatto la cosa migliore – Atena non pose attenzione alla sua domanda – ognuno ha diritto ad una seconda possibilità su questa terra

  • Ho visto Shaka e … Kanon …. anche loro avranno una seconda possibilità? – la Dea mostrò un sorriso triste, ma non rispose – e Bartleboom? … Lui avrà un’altra possibilità?

  • Chi è Bartleboom? – Atena lo guardò meravigliata

  • Un tizio che ho visto …. – Ikki borbottò quelle parole, infastidito

  • E cosa altro hai visto?

  • Pandora – la parola gli venne di getto. Non avrebbe voluto aggiungere altro, vista la reticenza con la quale Atena si stava muovendo lungo quella conversazione, ma non era riuscito a frenare la sua lingua

  • Pandora – la Dea non pose la domanda, fece un affermazione – anche lei ha avuto diritto ad una seconda possibilità

  • Perché? – Ikki la guardò indispettito – perché lei si e Shaka o Kanon no? In fondo è lei che voleva il trionfo del male

  • Non lei … Hades

  • Lei ha soggiogato Shun

  • Perché è stata soggiogata da Hades

  • Shaka erano un uomo onesto e puro

  • Shakamuni era il cavaliere di Virgo, un combattente

  • E i combattenti non hanno diritto ad una seconda possibilità?

I combattenti bruciano la loro vita troppo velocemente per avere una seconda chance



La voce del vecchio con la barba risuonò nella sua testa, mentre la sua Dea rimase in silenzio ad osservarlo. Ikki si domandò come fosse possibile che un cavaliere, disposto a sacrificare la propria vita per il bene, non avesse poi diritto ad una seconda possibilità su questa Terra

  • Tu l’hai avuta … - Atena sorrise

  • Che cosa?

  • Una seconda chance

  • Ma io …. – Ikki avrebbe voluto dirle che lui non l’aveva chiesta, ma la testa cominciava a scoppiargli ed un senso di vuoto lo stava assalendo, non voleva discutere, non in quel momento e così chiese la prima cosa che gli venne in mente – perché Pandora ha una seconda possibilità?

  • Perché ti ha salvato – gli occhi della Dea si spostarono sul suo braccio

  • Salvato? – Ikki osservò l’oggetto che portava sul polso. Non se ne era reso conto prima, ma indossava ancora la collana che Pandora gli aveva donato per permettergli di raggiungere i Campi Elisi. Si morse il labbro in un gesto di nervosismo – voleva solo che salvassi lei

  • E così hai fatto … e lei ha salvato te

Ikki chiuse gli occhi, sopraffatto dalle emozioni. Si rese conto di aver perso tutti i suoi riferimenti: l’amore per Esmeralda, l’amicizia di Seiya, Shaka, Kanon, la paura che suo fratello Shun potesse non cavarsela. Che cosa gli rimaneva? Era questa la domanda che lo stava uccidendo

  • Te stesso – Atena sospirò

  • Che cosa volete dire? – il ragazzo la guardò distrattamente

  • Non essere triste, Ikki, per tutto quello che hai perso, qualcosa rimarrà sempre

  • Dove sono stato fino ad ora mia Signora? Che posto è quello in cui si trova quella Locanda?

  • Un tuo sogno … deve essere un tuo sogno

  • Volete dire che è tutto frutto della mia fantasia? E allora voi come fate a sapere tante cose?

  • Io conosco il tuo cuore, cavaliere. – Atena si alzò – ma non ho mai sentito parlare di una Locanda sul mare. Ora riposa, Ikki, hai bisogno di riprenderti.

La Dea uscì dalla stanza senza aggiungere altro. Il cavaliere della Fenice chiuse i suoi occhi per dormire un po’: era molto stanco e sentiva il bisogno di riposarsi. Un lampo, però, attraversò improvvisamente la sua mente. Spalancò gli occhi per la sorpresa: lui non aveva mia detto ad Atena che la Locanda si trovava sul mare, ma lei lo sapeva. Il ragazzo si mise seduto, in preda ai dubbi. La sua attenzione venne catturata da un oggetto posato sul comodino. Voltandosi, notò un cofanetto mal ridotto; era quello regalatogli da Mr. Bartleboom, lo avrebbe riconosciuto tra mille. Lo afferrò e lo aprì velocemente, alla ricerca delle lettere ingiallite, scritte di pugno da quell’uomo assurdo. L’interno del cofanetto era vuoto, ad eccezione di una singola lettera. Ikki la aprì ed un profumo di gelsomino lo assalì. La calligrafia era minuta e delicata ed apparteneva sicuramente ad una donna. Erano poche righe, scritte con un inchiostro viola. Cominciò a leggerla:



Dal primo istante in cui ti ho visto, sapevo che saresti stato la mia condanna e la mia salvezza. La mia redenzione ha attraversato il tuo pentimento. Il giorno in cui dimenticherai, cercami, io mi farò trovare

Pandora

Ikki ripiegò la lettera, sorridendo. Aveva scelto di vivere, liberandosi del peso del dolore. I ricordi lo avrebbero sempre accompagnato, ma non avrebbe avuto un’altra possibilità, ad un cavaliere che bruciava la vita come stava facendo lui, questo non era concesso. Voleva e doveva vivere, però. Ripose la lettera nel cofanetto, sicuro che un giorno la sua definitiva redenzione si sarebbe lasciata trovare. Si sdraiò sul letto e per la prima volta, dopo molti anni, si addormentò immediatamente e profondamente. Sapeva di aver bisogno di un sonno senza sogni ne incubi per rigenerare la sua anima.



Ciao a tutti, ed ecco l’ultimo capitolo, l’epilogo a questa storia un po’ strana. Non era previsto che questa sera riuscissi a completarlo. L’ho fatto per permettere di leggerlo ad una mia amica che ci teneva tanto e a cui dico di non pensarci troppo, non ne vale la pena ;-). Spero, comunque, che vi sia piaciuta. Un saluto a tutti e un ringraziamento per aver perso un po’ del vostro tempo a leggerla. Un saluto particolare a quelli che l’hanno recensita, mi ha fatto molto piacere sapere quali sono state le emozioni che vi ha portato questa storia.





  
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