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Autore: Haesbich    07/07/2011    7 recensioni
Storia che ha partecipato al contest "Per la serie le idee strampalate di bubi" di cui ancora mi devono arrivare i risultati.
Il sapore del sangue torturava le sue papille gustative.
[...]
Ogni respiro era fuoco che scendeva lungo la sua gola, bruciando ogni altra sensazione, compresa quella del bacio con Ron.
Genere: Dark, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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Il sapore del sangue torturava le sue papille gustative.

Hermione era bocconi sul prato, lo scontro finale non era ancora concluso. Ripensava agli ultimi avvenimenti del giorno, respirando veloce.

Ogni respiro era fuoco che scendeva lungo la sua gola, bruciando ogni altra sensazione, compresa quella del bacio con Ron. Il suo carnefice la osservava compiaciuto, tra le mani la bacchetta dalla cui punta si snodava una frusta di luce.

«Allora, Mudblood, ti piace?» Chiese con la voce che vibrava per il disgusto.

Fece un movimento con il polso e la frusta colpì nuovamente Hermione che si abbatté al suolo, dalle sue labbra uscì un rantolo.

Un ghigno prese forma sul volto del Mangiamorte.

Era un uomo goffo, con uno strano sguardo sbilenco, i suoi occhi luccicavano di piacere perverso.

Un nuovo schiocco della frusta che colpiva la schiena della ragazza, lacerandole la carne, fu seguito da un urlo di puro dolore.

La Gryffindor soffriva, era evidente. Non aveva più la forza di reagire.

L'uomo rideva. Gettava indietro la testa e rideva.

«Mudblood, Mudblood, Mudblood.» Cantilenò il Mangiamorte dando il ritmo ai colpi. «Sei un bel bocconcino, lo sai?» Rise sguaiatamente, poi il suo richiamo ruppe il silenzio della notte.

«Fenrir!»

La ragazza era ancora riversa a terra e probabilmente non si sarebbe più alzata.

Lo percepiva, capiva che la fine si avvicinava. Ad ogni goccia di sangue che colava dalle sue ferite, ad ogni calcio che riceveva con inaudita violenza, ad ogni frustata.

Il dolore stava per farle perdere conoscenza.

Un nuovo schiocco. Un urlo.

Si rese conto in fretta che non era stata la frusta di luce, stavolta.

Il dolore era diverso. Le rivoltava lo stomaco in un altro modo.

Ricordò quella volta che, sciando con i suoi genitori, era caduta, rompendosi il braccio.

Il tipo di dolore era lo stesso, soltanto spostato.

"Una gamba." realizzò con la mente stranamente lucida. "Mi ha spezzato una gamba."

Il Mangiamorte rideva.

«Imperius.» esclamò allegramente.

Poi iniziò a impartirle ordini con la bacchetta.

Hermione non sentiva più il corpo come qualcosa di suo.

Percepiva il dolore inflitto a quell'involucro, ma non riusciva ad averne il controllo.

Non riusciva ad impedire di alzarsi.

L'uomo la costrinse a tirarsi in piedi, per crollare nuovamente appena il peso venne posato sulla gamba spezzata.

Un urlo uscì dalle sue labbra.

Urlo interrotto da una voce animalesca.

«Che vuoi, Amycus?»

Il puzzo animale giungeva alle narici della Gryffin riversa sul terreno.

Sudore. Sangue. Animale. Fenrir Greyback. Il lupo mannaro.

Hermione si rese conto di essere stata liberata dall'incantesimo e si sforzò di strisciare verso la sua bacchetta, distante pochi metri dalle sue dita.

Avanzava come un marine, aiutandosi con la gamba sana e le braccia, ma il dolore era troppo intenso, ogni centimetro era una lenta e atroce tortura che si sforzava di sopportare.

"Per Ron."

Era questo il suo pensiero mentre avanzava, millimetro per millimetro, verso la sua unica possibilità di salvezza.

"Per Harry."

Ancora poche decine di centimetri da percorrere con la forza della disperazione. Poteva farcela.

"Per il nostro futuro."

La carne lacerata della schiena bruciava mentre i Mangiamorte discutevano, ignari dell'avanzare della Gryffin verso la propria arma magica.

Pochi centimetri.

La ragazza si tese e finalmente sentì il legno della sua bacchetta sotto le dita.

La strinse con forza per un attimo interminabile, poi la puntò contro Amycus.

Sapeva che l'uomo-lupo preferiva lo scontro fisico.

«Stupeficium!» Urlò, colpendo il Mangiamorte in pieno petto.

Poteva ancora salvarsi.

Amycus cadde.

Fenrir iniziò ad avvicinarsi.

Aveva poco tempo, troppo poco per prendere nuovamente la mira. Troppo poco per riuscire ad accumulare le energie necessarie per un altro incantesimo.

Eppure provò.

«Sectumsempra!» era un incantesimo che non aveva mai usato, che non avrebbe mai voluto usare.

Contrariamente ad ogni previsione il petto del Lupo Mannaro si squarciò, inondando la ragazza di sangue.

Non poteva chiamare aiuto. Se avesse lanciato il Periculum le scintille rosse avrebbero richiamato qualsiasi creatura.

E qualsiasi non significava necessariamente buona.

Gli alberi della foresta proibita gettavano la loro ombra di disperazione a pochi metri da lei.

La ragazza era senza energie, non sapeva cos'avrebbe potuto fare al giungere di una creatura che abitava quel luogo o, peggio, di un altro Mangiamorte.

Decise di fingere che la fine fosse giunta anche per lei, come stava giungendo per Greyback.

 

*****

 

Un suono.

Un rumore di qualcosa che si spezza sotto passi veloci.

Persone che scappano o comunque corrono, incalzate da incantesimi o forse semplicemente dal bisogno di fuggire a quell'orrore che la schiaccia a terra.

I passi si fanno più lenti e delicati. Qualcuno ha rallentato e si sta avvicinando a lei.

Il cuore della ragazza inizia a battere forte, di paura e di speranza.

Una mano le passa leggera tra i capelli, la Gryffin trattiene un brivido e apre appena un occhio.

Una divisa verde argento è tutto ciò che riesce a vedere.

Uno Slytherin.

Uno Slytherin che la sta toccando.

Uno Slytherin che la sta toccando dolcemente.

Coma mai non c'è violenza in quel gesto, ma solo profondo dispiacere?

La ragazza sente una mano passare sui margini slabbrati di una delle ferite sulla schiena, un sussulto rompe la sua facciata di immobilità.

«...Cosa?»

E' la domanda che sfugge dalle labbra dello Slyth.

Una voce familiare, strascicata.

«Dra-co..» La sua voce è flebile. Il sussulto sembra poter essere uno degli ultimi spasmi di vita di quel corpo.

«Mudblood!>> Esclama, sorpreso.

«No-n ch-i-ama-rm-i c-o-sì.» Bisbiglia la Gryffin, rabbrividendo al pensiero di Amycus che la torturava chiamandola in quel modo ad ogni frustata, ad ogni calcio, ad ogni incantesimo.

«Her...Hermione, è tutto finito, ora.» La avvisa il ragazzo. «La battaglia è finita. Harry ha vinto. Abbiamo vinto.» L'euforia nella voce del ragazzo le strappa un sorriso.

La Gryffin sente le forze abbandonarla, scivola piano nel buio.

«Hermione!» E' l'urlo spaventato del ragazzo. «Innerva! Innerva!»

La ragazza rinviene.

«Ti prego, resisti. Ti salveremo.» continua preoccupato per poi puntare la bacchetta verso il cielo. «Periculum.» esclama il ragazzo mentre scintille rosso fuoco vengono sparate nell'aria dell'alba.

«E' troppo tardi, Malfoy.» Bisbigliò la ragazza, scivolando un'altra volta nel buio. «Ma non preoccuparti: in fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova grande avventura.»

   
 
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