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Autore: ka_chan87    16/03/2006    11 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Sono inqualificabile ç___ç Vi prego di perdonarmi, avrei dovuto pubblicare lunedì e invece mi riduco solo oggi… sono da fucilare -.-
Comunque, meglio tardi che mai, no? E così eccomi qua, con questo 21° capitolo alquanto lungo – anche se non batte il record del precedente ^____^
Mi sono resa conto di una cosa, andando avanti a scrivere… ho fatto inuyasha troppo intelligente!!! Davvero, non c’è paragone rispetto a com’è nel manga O______O
Forse perché l’ho maltrattato troppo in The Change, allora il mio subconscio ha voluto dargli un po’ di tregua! ^^’
Ma, alla fine, un po’ tutti i personaggi in questa ff – a parte Naraku- sama… chissà come mai XD – si discostano un po’ dagli originali… bè, spero che comunque il risultato sia di vostro gradimento.
Ora… visto che non so cos’altro dire di preciso passerei ai ringraziamenti per le vostre recensioni: Arukochan (Tesoro mio!!! *_____* Grazie mille per il commento, mi ha fatto troppo piacere!!! Anche se so che – come me -___- - sei piena di impegni, aspetto l’e-mail!! Ciao tesorino, ci sentiamo presto baci ^_____^ ); ; cri-chan; lucy6; Lorimhar (Ecco, anche tu ti sei accorto della troppa intelligenza e acutezza di Inuyasha, eh?!? XD In effetti, è vero… forse è perché è così che lo vorrei – almeno ogni tanto -___- - , non sempre con la sensibilità che è già tanto se sa che vuol dire… ma vabbè, in fondo lo amiamo proprio per come è il nostro Hanyou, no? ^____^ Ah! Tu sei stato l’unico che, a quanto pare, ha prestato attenzione alla frase di Inuyasha ‘Pochi giorni…’ - mamma mia, stai attento proprio a tutto, non sai quanto ti adoro *____* - Con tua fortuna, in questo capitolo potrai capire che vuol dire ^____^ Davvero il duello tra Inuyasha e Kagome ti è piaciuto? *___* Meno male, ci tenevo che venisse bene, sinceramente anche a me è piaciuto molto come è venuto ^^ . Per quanto riguarda la costanza… purtroppo ho pubblicato in ritardo e, se dovesse ricapitare – cosa probabile -___- - cercherò almeno di pubblicare comunque nella settimana. Bè, direi che per te ho concluso, ti mando un bacione ^_____^); Elychan; inukun e Elly.
Ecco, ci siete tutti e come siete belli!!! ^_______^
Ne approfitto anche per ringraziarvi di cuore per le vostre congratulazioni per la mia ammissione alla Scuola Del Fumetto, siete stati carinissimi!!!
Ah, intanto che ci sono – visto che non so quando la aggiornerò – colgo l’occasione per ringraziare di cuore tutti coloro che hanno commentato ‘Un Lavoro per Vendetta ’, non mi aspettavo così tanti favori!!! Come sempre riuscite sempre a farmi felice! ^______^
Bè, ora direi che vi ho già rotto abbastanza e visto che sono già in ritardo vi lascio al capitolo! ^_____^

21° CAPITOLO “IN TE LA MIA RINASCITA”

Il venticello tipico della primavera inoltrata, volteggiava libero e frizzante per le vie della grande capitale della Terra Centrale, l’alto pilastro, suo simbolo, che si ergeva tra le alte e soffici nuvole bianche mentre la statua del Drago d’Oro culminante, riluceva splendente colpita dai raggi del sole.
La città era animata dall’allegro vociare della popolazione indaffarata nei vari commerci e spese, grata per l’arrivo della bella stagione che aveva permesso il riavvio delle normali e quotidiane attività.
Inoltre, senza l’intralcio delle bufere e della neve che come un muro naturale li aveva isolati, ora era possibile pensare e provvedere al meglio alla protezione di Eldoras.
Non sapevano di preciso quando, ma sentivano che l’offesa del nemico presto si sarebbe abbattuta su di loro.
Non si poteva sbagliare.
La vegetazione che accerchiava come una difesa naturale la capitale, ora era rinata, beandosi dei caldi raggi solari e rispondendo con la sua voce di fruscii, alle carezze del vento, creando un’atmosfera quasi mistica.
Dall’alto lo spettacolo era indescrivibile e la tranquillità che trasmetteva, inebriante.
- Sono contento di stare qui… - una voce, calda, remota, avvolgente. Sorrise con il cuore che palpitava… come ogni volta.
“Sì, anche io…”.
Inspirò a fondo, come a volersi ripulire i polmoni con quell’aria così pura, impermeata dei mille e più profumi del bosco e della stessa città.
- Kagome… - di nuovo la sua voce. Questa volta, però… era preoccupata.
- … Ti chiedo ancora scusa… - . Fissò la fonte di quella voce. Sorrise, un sorriso intriso di incredibile dolcezza.
“Hirador… mi era sembrato di averti già detto che non volevo più sentire le tue scuse…. Non hai niente di cui ti devi far perdonare”.
La Principessa guardò con attenzione gli occhi color dell’oro del suo Drago che ora esprimevano solo un grande rammarico.
- No, so di aver sbagliato e non sono il tipo da non prendersi le sue responsabilità – ribatté quello, guardandola serio.
Ripensò al giorno in cui c’era stata la Cerimonia del Giuramento di Inuyasha e Sango e della sua sfuriata al Governatore, le accuse rivoltegli e la sua testardaggine. Ma poi aveva capito come stavano realmente le cose.
Il nobile Takehiko non aveva colpa, se non quella di aver rispettato il volere – a suo parere chiaramente stupido – del suo Cavaliere che si era imposto di fare di più di quanto le sue forze potevano concedergli.
Aveva creduto di aver fatto la cosa giusta, lui voleva solamente la felicità del suo Cavaliere, la felicità della sua amata Kagome.
Sarebbe morto per questo.
Ma quando l’aveva vista in lacrime… si era sentito perso… si era sentito come se una parte di lui si fosse spezzata.
Lui era stato la causa di quelle lacrime.
La vide avvicinarglisi e, dolcemente, abbracciargli il possente collo pece, dalle squame di acciaio.
“Non avrei mai voluto che si creasse una situazione del genere…. Se qui c’è qualcuno che si deve scusare… sono io. Ti ho fatto preoccupare per niente, mi spiace davvero” rafforzò la stretta.
- Uff… se non la smettiamo credo che faremo sera scusandoci a vicenda! – esclamò ironico Hirador, attirando il suo sguardo. Il Drago puntò i suoi occhi di miele su quelli argentei di lei, incatenandoli.
Avvicinò il muso al suo volto, arrivando a toccarle delicatamente la fronte sulla quale era ancora impresso il simbolo del Cavaliere Supremo.
Kagome sentì il tocco leggero della creatura e il suo respiro caldo accarezzargli il viso.
Sospirò rilassata da quella vicinanza.
- Non importa chi ha torto o ragione… sappi solo che affronterò chiunque e qualunque cosa pur di farti felice, Kagome. Tu sei il mio Cavaliere, io ti ho scelta e questa scelta è il nostro legame. Tu sei mia come io sono tuo… farò qualunque cosa per te -
La guardò. Lo guardò.
“Ti ringrazio Hirador, grazie, grazie…” gli sussurrò, sorridendo felice accarezzandolo e beandosi di quel momento di pace.


“Ehi, Inuyasha, ci sei?”
“Uh, eh, cosa?”.
“Sì, vabbè, ho capito, oggi non ci stai con la testa…”.
Miroku guardò ridacchiando l’amico seduto al suo fianco con lo sguardo perso…. Da una settimana a questa parte lo si vedeva spesso ridotto in quello stato ed era estremamente curioso di conoscerne il motivo.
Sorrise malizioso. Adesso si sarebbe divertito.
“Dì un po’ Inuyasha… - cominciò, attirando lo sguardo curioso del mezzo- demone, i capelli argentati mossi appena dal vento che si sentiva lì fuori, nel giardino del Palazzo – Non è che ti sei innamorato?”.
Per poco all’Hanyou non prese un infarto mentre il volto gli andava in fiamme, il respiro mozzato.
“M- ma… ma che razza di domande fai?!?” sbraitò completamente rosso mentre guardava furente il Majutsushi che rideva della sua reazione così esagerata ma anche così chiara….
“È da un po’ di tempo che ti vedo sempre così distratto… non fai altro che sospirare languidamente perciò mi è venuto il dubbio che-”
“Ma quale dubbio e dubbio! – lo interruppe agitato Inuyasha – Io innamorato? Feh, ma che razza di sciocchezza! E poi di chi, di grazia? Al contrario di te io non perdo tempo a rincorrere le gonne di tutte le donne che camminano su questa terra! Si da il caso che io passi la maggior parte del mio tempo ad allenarmi, cosa che tu non fai!”
“Bè, sicuramente non avrai il tempo per conoscere le varie fanciulle di questa città… ma ce n’è una che frequenti regolarmente, a quanto ne so…” ribatté tranquillo il Cavaliere dal codino
“Se stai parlando di Sango stai pur tranquillo che è tutta tua…” gli rispose ingenuamente l’Hanyou scatenando il sorrisetto sornione dell’altro, che poi lo fissò con sguardo ovvio
“Ma io non parlavo affatto di Sango…. Io mi riferivo a Kagome”
“KAGOME?!? Dì, ti è andato di volta il cervello?!? Come posso essere innamorato di lei se litighiamo dalla mattina alla sera?” sbottò quasi sconvolto mentre però il rossore sulle guance si accentuava come, del resto, la sua agitazione.
“Bè, ultimamente mi sembrate andare anche d’accordo… più volte l’hai consolata…” doveva ammetterlo, si stava divertendo da matti a vedere quel mezzo- demone orgoglioso così imbarazzato e agitato mentre muoveva nervosamente le mani davanti al volto imporporato.
“Ma quello perché… perché…” non riusciva a trovare le parole, non sapeva dare una riposta. Solo in quel momento ci pensò. In effetti perché… perché l’aveva consolata? Perché… si era preoccupato per lei?
“Ehilà ragazzi, di che state parlando?” una voce allegra e dolce interruppe quel momento fortemente critico e Inuyasha si sentì come rinascere.
“Oh, mia adorata Sango che bello rivederti!” la salutò con occhi adoranti il Majutsushi, avvicinatosele e avendole preso le mani tra le sue
“Miroku ci siamo visti solo qualche ora fa…” gli fece ricordare Sango, guardandolo con un sopracciglio alzato
“Sì, ma è come se fossero passati anni per me!” aggiunse il ragazzo dal codino e nel dire questo la sua mano si posò ‘casualmente ’ sul fondoschiena di lei.
La risposta a quel gesto casuale non tardò ad arrivare.
“Ahi, ahi” borbottò Inuyasha, osservando ora la guancia arrossata dell’amico che ora, come sempre, piagnucolava per il suo ‘amore incompreso ’.
“Inuyasha, Harliem mi ha mandato a dirti che dopo ti aspetta nei suoi appartamenti, credo voglia sapere come siamo organizzati per oggi” lo informò la Cacciatrice dopo aver fatto tacere Miroku con minacce di morte
“Oggi?” domandò perplesso l’Hanyou non capendo a cosa si riferisse la ragazza e con una leggera nota di preoccupazione nella voce
“Sì, oggi… non ti sarai mica scordato che c’è la Cerimonia del Giuramento di Kagome…” gli disse Sango con un tono quasi severo, avendo capito che l’amico, in realtà, se l’era più che scordato
“Ah… già…” rifletté il mezzo- demone, ricordandosene solo in quel momento. Bè, in verità, aveva cercato di rimuoverlo. Dalla settimana passata, dopo la conversazione avuta con Kagome e le sue azioni così prive di senso – l’averla consolata e l’averla presa in braccio accompagnandola nelle sue stanze – non aveva avuto più modo di rivedere la ragazza e, sinceramente… ne era quasi stato grato, visto il suo imbarazzo al pensiero di quello che aveva fatto.
Non si riconosceva più.
“A che ora si terrà?” chiese poi, quasi rassegnato
“Non me lo hanno ancora detto…. Miroku, tu sai qualcosa?” disse la ragazza del Nord, guardando il Cavaliere
“Dobbiamo essere al Lago della Dimenticanza qualche ora prima del tramonto” li informò il ragazzo dal codino
“Il… Lago della Dimenticanza?” domandò perplesso Inuyasha
“Esatto. Si trova a poche miglia da Eldoras”
“E come mai dobbiamo recarci là?”
“La tradizione vuole che Drago e Cavaliere Supremo si bagnino nelle acque del Lago, immergendosi come entità ‘separate ’ e riemergendo come un’unica entità, in segno di rinascita” spiegò brevemente Miroku con un sorriso sul volto “Mio padre si recherà là prima di noi, insieme a Kagome e Hirador… in quanto a noi, possiamo trovarci sul retro del Palazzo, visto che voi non sapete dove si trova il posto vi dovrò fare da guida”
“Ci andiamo a piedi?” domandò l’Hanyou con la voce un po’ tesa
“No, porteremo con noi anche Varandir e gli altri”
“Bè, va bene… adesso che ci penso, sarà la prima volta che uscirò in volo con Sieg fuori da Eldoras!” disse allegra Sango, contenta nel pensare a come sarebbe stato felice il suo Drago
“Già! – le sorrise Miroku il quale, poi, volse il suo sguardo blu mare sul volto chiaramente teso dell’amico mezzo- demone – Inuyasha, che hai? Ti vedo preoccupato…” gli chiese, avvicinandoglisi.
L’Hanyou inghiottì a vuoto, sudando freddo
“N- niente, non ho assolutamente niente! E smettila di farti gli affari miei!!!” sbraitò, rifilandogli un pugno sulla testa e andandosene indispettito.
“Ahi!!! Ehi, aspetta! E gli allenamenti? Inuyasha!” ma ormai il mezzo- demone era lontano, saltando agilmente di ramo in ramo e lasciando perplessi gli altri due che lo guardavano scomparire tra la vegetazione
“A volte proprio non lo capisco” borbottò il Majutsushi, massaggiandosi il capo dolorante
“Mah, da un po’ di tempo a questa parte non sembra più lui… è sempre tra le nuvole” constatò Sango, scatenando il risolino del ragazzo accanto a lei
“Che hai da ridere?” gli chiese, curiosa
“No è che… prima che arrivassi avevo appunto chiesto a Inuyasha cosa avesse… gli ho domandato se per caso fosse innamorato!” disse divertito nel ripensare all’espressione assolutamente agitata dell’Hanyou
“E di chi dovrebbe essere innamorato, secondo te? Non fa altro che allenarsi, non credo abbia avuto il tempo per aver conosciuto qualcuno tanto da innamorarsene…” rifletté l’altra
“Ma come, anche tu non hai capito? Quale altra ragazza, oltre a te, Inuyasha frequenta ‘regolarmente ’ e che noi conosciamo bene?” le domandò retorico il ragazzo dal codino col suo solito sorrisetto di chi la sa lunga
“No… non mi vorrai dire… Kagome?!?” esclamò quella, quasi sconvolta “Ma sei sicuro?” gli domandò poi… non ci poteva credere
“No, non ne sono sicuro, è solo una sensazione… come credo che anche Kouga abbia un interesse che va al di là del semplice senso del dovere nei confronti della mia bella cuginetta…” Miroku se la rideva, quasi sicuro di quello che stava dicendo
“Se le cose stanno davvero così… credo che ne vedremo delle belle!” rise anche Sango
“Oh, sì, e io non vedo l’ora!”
“Miroku… per una volta cerca di tenere a freno la tua mania di metterti in mezzo, soprattutto in situazioni del genere!” lo ammonì la ragazza, prendendo a camminare, verso il Palazzo, seguita dal Cavaliere
“Come sei crudele, Sango, io lo farei solo per il loro bene!” si giustificò, innocente, lui
“Sì, certo…” ridacchiò l’altra in risposta.
Ormai… quanto tempo era passato? Da quanto aveva avuto il ‘dispiacere ’ di conoscere quel libertino, quel ragazzo dagli occhi blu mare che, la prima volta che lo aveva visto, l’aveva inconsapevolmente colpita con quel suo strano fascino?
Lo guardò di sottecchi, mentre, con il sorriso sulle labbra, camminava al suo fianco.
In effetti doveva ammettere che… Miroku era molto carino.
Arrossì nel formulare quel pensiero! Non era da lei fare commenti del genere!
“Sango?” trasalì, voltandosi a guardare lo sguardo curioso del ragazzo che l’aveva interpellata. Lui le sorrise nonappena posò i suoi occhi nocciola su di lui.
“Hai avuto notizie da Mendeon? Come sta tuo padre?” le domandò, con il suo tono così gentile….
“Ah, già! Ho mandato loro una lettera qualche giorno fa, per dargli la notizia che adesso sono al cento per cento un Cavaliere…. Credo che la risposta arriverà in questi giorni” ipotizzò, l’indice sotto il mento mentre rifletteva.
Miroku la guardò sorridendo intenerito da quella posa quasi buffa.
Accidenti, com’è era bella quella ragazza!
‘ Non vorrei che questa volta sia tu quello che prenderà una sbandata…. Da cacciatore a preda…’
Le parole che Varandir gli aveva detto durante il loro viaggio di ritorno lì, ad Eldoras, dopo aver ‘portato via ’ Sango da Mendeon gli rivennero in mente, facendolo sorridere ironico….
Forse il suo Drago ci aveva visto giusto….
“Mi fa piacere, spero riporti notizie piacevoli” le disse, dolcemente.
“Speriamo” rispose lei, con lo stesso tono.
Rimasero in silenzio, camminando fianco a fianco per i giardini del Palazzo, in direzione dell’entrata retrostante, beandosi dell’aria fresca di quella giornata mentre i loro pensieri vagavano su quello che era stato il loro primo incontro e quello che, magari, sarebbe successo in futuro.


“Sono qui…”
- Cavolo, che faccia! Che ti è successo? -
Inuyasha si buttò, quasi sfinito, sulla brandina, affogando il volto nel cuscino e sospirando sconsolato.
Dopo essere fuggito alle domande pressanti di Miroku, si era recato da Harliem che, come gli aveva detto Sango, voleva vederlo.
Sapeva già di cosa voleva parlare.
“È un disastro!” sbottò, poi, voltandosi a pancia in su e guardando il soffitto rotondeggiante dell’appartamento del suo Drago, dai colori tenui.
Si mise le mani sugli occhi, sospirando nuovamente.
- Oh, adesso basta!! Dimmi che diavolo è successo, non sopporto più di sentirti sospirare! – ruggì la creatura, schioccando le fauci indispettita.
Inuyasha la guardò storto, sedendosi.
“Oggi… dobbiamo andare alla Cerimonia del Giuramento di Kagome…” cominciò, sconsolato
- Questo lo so… e allora? Mica vorrai dirmi che non ci vuoi andare! – lo interruppe Harliem, guardandolo quasi scioccata al pensiero che il suo Cavaliere si rifiutasse di prendere parte a un evento così importante
“Non è che non ci voglio andare… non ci posso andare…” le disse, dopo averla guardata irritato perché l’aveva interrotto
- Non… ci puoi andare? E perché mai? -
“Ti sei per caso scordata che giorno è oggi?” le chiese, sollevando un sopracciglio a mo di disapprovazione… non poteva credere che il suo Drago si fosse scordato di una cosa così importante
- Oggi? Bè, oggi… ah! – esclamò, alla fine, guardandolo sorpresa
“Bene, vedo che ti è ritornato in mente… oggi, c’è quella cosa… è un bel problema, non posso mancare a un evento del genere, Kagome ci rimar-!” si bloccò sconvolto di quello che stava per dire.
Harliem lo notò e sorrise divertita
- Kagome cosa? - gli domandò, fingendosi ingenua
“N- niente, lascia stare!!” balbettò quello, alzandosi e prendendo a camminare nervosamente per la stanza.
- Accidenti ormai non mi rendo nemmeno conto di quello che dico! Ma si può sapere che mi prende?!? – pensò, sempre più confuso. Sospirò. Non era quello il problema, adesso.
“Come posso fare, Harliem? Non posso rischiare così tanto…”
- Bè, se anche si scoprisse, che problema ci sareb--
“NO!!! Questo non deve assolutamente accadere, te l’ho già detto!” la interruppe bruscamente l’Hanyou, guardandola quasi furioso.
Il Drago sospirò
- Allora non lo so… senti, Inuyasha, pensiamoci quando saremo là, va bene? Non ha senso fasciarsi la testa adesso… - gli disse, cercando di rincuorarlo un pò.
Lui la osservò tentennante per poi emettere un piccolo sbuffo e guardarla sorridendo. Le si avvicinò e prese ad accarezzarle le squame infuocate, con i suoi borbottii di approvazione come sottofondo
“Scusa se ho urlato, prima… ultimamente non so che mi prende” le disse, accucciandosi accanto a lei e continuando a coccolarla
- Non ti preoccupare… ho notato che ultimamente sei un po’ strano, ma vedrò di abituarmici, tanto lo sei sempre stato! – lo prese in giro quella, sbuffandogli accanto e scompigliandogli la frangetta argentata
“Ah- ah, molto spiritosa! – ribatté ironico il mezzo- demone – Accidenti, che sonno!” esclamò, sbadigliando e accoccolandosi contro il ventre caldo del Drago
- Non hai dormito anche sta notte? – gli chiese lei, leggermente preoccupata
“Mh, poco… questo sogno mi perseguita e più passa il tempo più diventa oppressivo e angosciante…” le disse l’Hanyou, mentre nella mente rivedeva le immagini di quel paesaggio di sangue….
- Che diavolo significherà? Chi sono quelle due persone che vedo? Chi è… quella figura ferita a morte? -
‘ Non potrai fare niente…. NIENTE! ’
Rabbrividì nel risentire nella testa quella voce così malvagia.
Doveva capire che cosa significasse quel sogno.
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La tetra e grande città di Kaosu era animata da turbinii di vento quasi comparabili al tumulto scatenatosi dal ritorno del Signore della capitale del Sud, Naraku.
Gli ululati selvaggi del vento riuscivano a stento a coprire l’esplosione di voci esaltate che si alzavano da sotto l’imponente castello, dimora del potente Majutsushi, ora affacciato al grande balcone che dava proprio sulla città.
Sotto di lui l’intera popolazione composta da potenti e sanguinari Youkai lo acclamava, ansiosa di sapere fino a quando si sarebbe protratta la loro attesa prima di poter finalmente vedere cadere l’odiata Terra Centrale.
L’uomo dai capelli corvini ora agitati dal vento feroce, guardava compiaciuto quello spettacolo, la potenza dell’intero Sud, la forza di tutti quei Demoni messi insieme gli apparteneva, così come ora gli apparteneva quella degli Orchi che presto sarebbe giunti lì, sulle coste del Regno del Sud, ad aiutarlo a compiere il suo destino fatto di sangue.
“Popolo di Kaosu! – esclamò, possente, facendo tacere il tumulto – Fin troppo a lungo è durata la nostra pazienza, la nostra clemenza nei confronti della Terra Centrale. Ma da oggi in avanti, finalmente, potremo liberarcene, potremo rivendicare il posto di comando e di potenza che ci spetta di diritto!” la folla sottostante esplose in ruggiti di approvazione, mentre molti sollevavano in alto le armi
“Il vostro Signore si è recato in una terra a noi fondamentalmente sconosciuta, ma in cui vi risiede un potente alleato. Nella nostra lotta per il legittimo potere, saremo affiancati dagli Orchi, come noi, vittime dell’insolenza della Terra Centrale e del suo popolo di plebei.
“Grazie all’unione di forze di Youkai e Orchi, faremo cadere in un baratro di sangue la Terra Centrale e il Regno del Nord e dalle fondamenta create con le loro ossa sorgerà un nuovo Continente in cui regnerà la potenza del Regno del Sud!”.
Un boato di acclamazioni si sollevò dalle mura di Kaosu, accompagnato dal turbinio del vento che lo propagava fino alle città più isolate del Regno, come a voler trasmettere quel grido di morte e di desiderio di sangue.
Naraku sorrise perfido, gli occhi porpora che rilucevano di un’antica fiamma che da troppo tempo era rimasta spenta.
Finalmente cominciava a vedere, all’orizzonte, il sogno materializzarsi, tutti i suoi obiettivi a delinearsi di contorni sempre più nitidi e affascinanti.
Il suo corpo venne percosso da fremiti di eccitazione.
Presto… vendetta sarebbe stata fatta.
Gettò un ultimo sguardo compiaciuto alla distesa informe, quasi come un mare agitato, fatta di zanne e artigli.
Le armi che lo avrebbero condotto alla vittoria.
Si volse, rientrando nel suo tetro castello le cui mura ancora si riempivano dei ruggiti del popolo di Kaosu.
Lo vide. Lì, davanti a lui, il suo massiccio trono sul quale non aveva passato che una più che esigua parte dei suoi anni.
Dopo tanta attesa, finalmente, era riuscito a trovare quello che gli stava permettendo di realizzare la sua più grande ambizione… di poter finalmente vedere concretizzato quello che era stato il sogno di Lui….
Si sedé, l’agitazione dovuta alla dolce attesa che cresceva, inebriandolo, quasi fondendogli nuova vita.
“Mio Signore…” una voce interruppe quella piacevole sensazione e sul suo volto, per pochi secondi, comparve un’espressione di disappunto.
“Cosa c’è, Kumo?” domandò, atono, mentre lo Youko che aveva nominato come suo vice a Kadok gli si avvicinava, inchinandosi
“Kagura desidera essere ricevuta. Ha una questione urgente di cui parlarvi” lo informò quello, i suoi occhi di un colore quasi indefinibile sulla figura del suo Signore.
“Ah, già, Kagura. Falla passare” gli ordinò il Majutsushi guardandolo mentre si inchinava nuovamente e si voltava per andare a ricevere la Yasha.
Questa venne avanti con passo svelto, il volto chiaramente teso.
Naraku la guardò quasi divertito chiedendosi cosa mai la turbasse mentre, come sempre, non accennava ad inchinarsi.
Fece un ghigno.
“Kagura… allora, c’è qualche novità? Ti vedo agitata” le disse, il volto appoggiato su una mano. Lei lo fissò qualche istante prima di rispondere, cercando di controllare il tono della voce che per l’irritazione per i suoi modi di fare le procuravano, sarebbe risultata un po’ troppo aggressiva. Inoltre doveva dargli la notizia nel modo migliore possibile.
“È successa una cosa che va al di fuori di quanto avevi programmato” gli disse, soddisfatta del modo in cui glielo aveva riferito: atona e schietta.
Lo vide aggrottare la fronte e sorrise impercettibilmente.
“Parla” le ordinò con lo sguardo di ghiaccio.
“Inuyasha… quelli della Terra Centrale lo hanno fatto evadere”.
Sul volto del Majutsushi passò un moto di rabbia furiosa.
Come si erano permessi quei maledetti della Terra Centrale?
Kagura, guardandolo, aveva il timore che sarebbe esploso da un momento all’altro mentre i suoi occhi purpurei brillavano di una furia terribile.
Poi, improvvisamente, lo vide distendersi e sul suo volto comparire un sorriso divertito.
“E così… il piccolo Inuyasha è stato liberato…. Devo dedurne che sia ancora vivo – ridacchiò – Bene, la cosa si fa interessare. Hai fatto un buon lavoro, Kagura”
“Non hai intenzione di fare niente?!” gli chiese, quasi sconvolta lei
“Non ho mai detto questo… se quello stupido di Takehiko ha voluto liberare quello sporco mezzo- demone col rischio di farsi scoprire dai noi del Sud, c’è solo una spiegazione: vuole ricostituire il Consiglio delle Tre Terre. E non dimentichiamoci poi della piccola Kagome…” rifletté il Signore del Sud, mantenendo il suo sorriso, quasi di compiacimento
“Proprio per questo! Non ti sembra il caso di dover fare qualcosa?” la Yasha guardò sconvolta il Majutsushi, chiedendosi come facesse a rimanere così rilassato.
“So già quello che ora si deve fare… bene, vedremo cosa sanno fare questi Orchi”
“Cosa c’entrano gli Orchi, adesso?”
“Oh, saranno loro che andranno a fare una visitina a Kandem, la vecchia dimora della Principessa Kagome…” e la sua risata malvagia si sollevò, diffondendosi tra le mura del castello e andando a sostituire le acclamazioni del popolo di poco prima, mentre gli ululati del vento accompagnavano la scia di morte che presto si sarebbe propagata.
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La guardava da circa mezzora, ancora quasi troppo incredula e agitata per compiere un qualunque movimento.
Kagome si passò una mano tra il lunghi capelli corvini, gli occhi che brillavano.
Posò una mano sulla casacca nera e oro di un morbido tessuto mentre un sorriso le compariva sulle labbra rosse.
La sua divisa, la divisa del Cavaliere Supremo.
Nel guardarne i colori gli venne in mente lo scuro manto squamoso di Hirador e i suoi magnifici occhi dorati.
- Dorati… - nel pensare a quel colore nella sua mente comparve il volto di un’altra persona….
“…Inuyasha…” sussurrò mentre sul suo viso compariva un’espressione tra il triste e il divertito.
Non sapeva più cosa pensare di quello strano ragazzo… lo aveva visto cambiare in così poco tempo che era quasi come aver conosciuto una persona nuova… o forse quella parte di lui c’era sempre stata solo che lei non se ne era mai accorta.
Arrossì nel ripensare a quando, una settimana prima, l’aveva presa tra le sue braccia, dopo aver asciugato le sue lacrime.
Sentiva ancora addosso il calore che le aveva trasmesso quell’abbraccio….
- Non ci capisco più niente – pensò, scrollando la testa. Guardò ancora qualche istante la divisa stesa sul letto davanti a lei poi, decisa, l’afferrò e cominciò ad indossarla.
- Kagome… - un brivido la scosse. Tutte le volte che la voce di Hirador la raggiungeva le faceva quell’effetto. Da dopo il Cerimonia del Giuramento di Sango e Inuyasha, lei e il suo Drago si erano visti tutti i giorni e lui si comportava in maniera ancora più affettuosa e protettiva.
Quando erano assieme, tutte le volte, veniva completamente avviluppata dai sentimenti che la creatura nutriva nei suoi confronti… non riusciva a credere come fosse possibile provare emozioni così intense.
- Hirador… - lo chiamò, a sua volta.
- Ti stai preparando? – le domandò il Drago
- Sì… c’è qualche problema? Hai bisogno? – Kagome aveva un tono leggermente preoccupato… si erano visti solo poche ore prima ed erano rimasti d’accordo che, una volta preparatasi, lei lo avrebbe raggiunto nei suoi appartamenti. Era già arrivata al punto di pensare che fosse successo qualcosa
- No, tranquilla… avevo solo voglia di sentire la tua voce… - . La ragazza rimase qualche momento senza parole poi si ritrovò a sorridere di cuore. Tutte le volte riusciva a spiazzarla con le sue premure così naturali.
- Sei proprio strano! – gli disse, ridendo dolcemente
- Tzè, ma tu guarda, io ti chiamo perché sento la tua mancanza e mi sento dare dello ‘strano ’! – sbottò, offeso, Hirador facendo ridere ancora di più la ragazza
- Avanti, ovviamente era detto in senso positivo! – cercò di rabbonirlo
- Sì, sì… per questa volta sei perdonata…! Ora vedi di darti una mossa e di venire subito qui, signorina! – le ordinò il Drago con il suo tono vanitoso
- Agli ordini! – ribatté l’altra, continuando perciò a vestirsi dopo che non sentì più la voce della creatura nella testa e il formicolio che tutte le volte la coglieva, cessare.
Dopo aver indossato la casacca color pece si diresse verso lo specchio, pettinandosi i lunghi e lucenti capelli ebano mentre continuava a sorridere felice.
Anche lei, quel giorno, avrebbe potuto volare davanti a tutti con Hirador, mostrare orgogliosa la sua bellezza e potenza.
Afferrò la sua fedele katana e si diresse verso il tunnel che, dalla sua stanza, conduceva agli appartamenti di Hirador.
Il passaggio, ad un certo punto, si allargava, costituendo quasi una specie di stanza nella quale, aveva notato, non vi era solo il tunnel che poi conduceva alle stanze del suo Drago… ma anche quello che portava agli appartamenti di Harliem.
Questo, a dir la verità, glielo aveva detto Hirador che, col suo fiuto sviluppato, aveva percepito l’odore della dragonessa provenire proprio da quella parte. Arrivare a quella conclusione era stato perciò quasi naturale.
Arrivata nel punto in cui il passaggio si allargava, si diresse verso l’imbocco del breve tunnel che l’avrebbe condotta dal suo Drago.
Gettò un’occhiata verso l’altra imboccatura, poi proseguì per la sua strada.
Dopo poco, le si parò davanti una grande porta in metallo.
Spingendola, fece il suo ingresso negli appartamenti di Hirador, che, sinceramente, le piacevano quasi di più che i suoi.
Si aspettava di vederlo subito lì, sulla soglia, ma, invece, lo trovò accucciato comodamente sul solito giaciglio costituito da morbidi e grandi cuscini, in cui era solito stare.
Nonappena si avvicinò, gli occhi dorati di lui, fino a poco prima chiusi, si fissarono su di lei, scrutandola in quel modo così profondo che solo lui sapeva fare.
- Cavolo, sei proprio uno splendore – le disse, dopo averla fissata con indosso l’alta uniforme.
Lei sorrise imbarazzata in risposta, avvicinandoglisi e mettendoglisi di fianco, posandogli dolcemente una mano sul muso squamato.
La creatura emise un mugolio, spingendo il muso contro la mano di lei, beandosi di quelle carezze.
Stettero in silenzio, godendosi quel momento tutto per loro.
Solamente per caso, la ragazza si volse e vide le lancette dell’orologio che segnalavano il loro imminente ritardo all’appuntamento con suo cugino Takehiko.
“Accidenti, è tardissimo, Hirador!” esclamò, alzandosi di scatto con il sottofondo dei borbotti di disapprovazione del Drago che si stava godendo quel momento così rilassante.
Senza perdere tempo, i due imboccarono il tunnel che li avrebbe condotti all’esterno, nel retro del Palazzo abilitato esclusivamente ai Cavalieri.
Arrivarono di corsa e lì, sulla soglia, videro il Governatore che già li attendeva
“Buon pomeriggio a tutti e due” li salutò, facendo loro un sorriso
“Scusaci per il ritardo” disse Kagome, salutandolo a sua volta.
“Non vi preoccupate, ero appena arrivato. Buon pomeriggio Hirador” disse, inchinandosi leggermente. Dal giorno in cui c’era stato il rimprovero da parte del Drago all’uomo, le cose, tra i due, si erano chiarite e Hirador si era anche scusato per come si era comportato anche se gli ammonimenti per eventualità future non erano mancati.
- Buon pomeriggio. Allora? Quando si parte? – domandò ansioso, la lunga coda pece che fendeva agitata l’aria
“Adesso, dobbiamo precedere gli altri” lo informò il nobile Takehiko, sorridendo divertito “Ma ci tengo a disilluderti subito – rise – Purtroppo fino al Lago della Dimenticanza non potrai volare con Kagome… questo solo dopo la Cerimonia” e come il Governatore aveva perfettamente immaginato, Hirador emise un borbottio di disapprovazione mentre Kagome sorrideva, comprendendo la sua ansiosità.
I tre si avviarono verso un sentiero laterale che, attraversando il grande giardino, conduceva indisturbato al di fuori della città.
Là, li aspettava Mendion con affianco tre cavalli.
Hirador sbuffò mentre gli altri tre animali, invece, nitrivano spaventati alla presenza minacciosa del Drago.
- Bah, farla montare sopra quei ronzini quando può avere la fortuna di salire sul mio dorso! – borbottò indispettita la creatura, avvicinando il volto verso i cavalli che si ritrassero spaventati mentre il Ministro cercava di calmarli, utilizzando anche la forza del pensiero, capacità affinataglisi grazie ai diversi allenamenti di Magia che anche lui aveva sostenuto.
I tre Ningen montarono sugli animali, prendendo ad avanzare, seguiti da un Hirador leggermente seccato.
- Avanti, cerca di portare un po’ di pazienza! – lo riprese dolcemente Kagome, avvertendo la sua irritazione
- Uff… lo sai che mi dà fastidio che altri facciano per te quello che potrei fare io… - le disse in risposta l’altro sempre con tono seccato.
- Sai che certe volte somigli a Inuyasha? – la ragazza prese a ridacchiare a quel pensiero mentre lasciava il Drago alquanto stupito
- E questa considerazione dà dove arriva? Mah… a proposito… è venuto anche ieri, adesso che ci penso… mi viene a trovare quasi tutti i giorni… - rifletté – Mi chiedo come sia possibile che non vi siate mai incrociati, durante questa settimana… - si chiese mentre Kagome si irrigidiva sulla sella del cavallo bruno che cavalcava
- Non… non ne ho idea… coincidenze… - balbettò la miko
- Sì, può essere… - rispose l’altro, con un tono leggermente sospettoso di cui il Cavaliere non si accorse.
Così, parlando del più e del meno, i quattro continuarono a procedere attraverso il fresco bosco che accerchiava la parte posteriore di Eldoras; il sole, ancora alto nel cielo, che, con i suoi raggi, filtrava tra quel groviglio fatto di rami e foglie.
La voce della foresta si diffondeva chiara e forte intorno a loro e Kagome riuscì a percepirla appieno.
Sorrise. Si era accorta, da quando si era trasferita lì, nella capitale, di come fosse diversa, ma al contempo così simile, la voce di quel bosco da quella che aveva ascoltato per così tanti anni a Kandem.
In quel momento realizzò che, però, i suoni che adesso udiva non le erano del tutto estranei… lei quella voce l’aveva già ascoltata, quando era bambina, quando ancora non era stata strappata via da quella che sarebbe dovuta essere stata la sua vita.
Respirò a fondo, i polmoni pieni dell’intreccio di profumi che permeavano quel luogo.
Non poteva abbandonarsi, proprio in quel momento, a tristi riflessioni.
Penetrarono il bosco per ancora una mezz’oretta, gli zoccoli dei cavalli che creavano un cadenzato scalpiccio ovattato mentre invece i pesanti passi di Hirador spezzavano i diversi rametti a terra.
Poi, improvvisamente, come dal nulla, davanti a loro… il Lago della Dimenticanza.
Sulla sommità del dirupo su cui si trovavano potevano ammirare le placide acque di quella distesa bluastra risplendere di mille e più riflessi dorati, la montagna che si vedeva in lontananza riflettersi perfettamente in quello specchio naturale con il sole che, lentamente, si andava a nascondere dietro ad essa.
Il Cavaliere Supremo, insieme al suo Drago, guardò ammirata quel paesaggio… in fondo, per entrambi, quella era la prima volta che uscivano dalle mura di Eldoras e che potevano ammirare la bellezza di uno dei tanti, meravigliosi paesaggi della Terra Centrale.
“Scendiamo” li avvertì Takehiko, smontando dal suo cavallo grigio e prendendolo per le briglie.
Kagome e Hirador lo guardarono perplessi… come avrebbero fatto a scendere da quel dirupo decisamente poco invitante?
Seguendo il Governatore e il sempre rilassato Mendion, rimasero sorpresi nel vedere che, nascosto dietro a diversi alberi e cespugli fitti, vi era un piccolo sentiero che conduceva fin giù, sulle rive dal grande Lago.
Mentre scendevano, la ragazza poté vedere meglio la purezza di quelle acque mentre un venticello fresco si alzava, facendo muovere le fronde degli alberi e increspare la distesa piatta della distesa d’acqua cristallina.
Rabbrividì leggermente pensando che avrebbe dovuto immergervisi… anche se erano in primavera inoltrata non era ancora stagione per farsi dei bagni al tramonto….
- Aaah, non vedo l’ora di buttarmici, in quelle acque! – esclamò, invece, entusiasta, Hirador, facendola ridere. Se l’aspettava una frase del genere!
Fissò lo sguardo ancora verso il Lago della Dimenticanza… osservare le sue candide acque le infondeva un senso di pace e serenità, sensazioni così spesso cercate da lei e così poche volte trovate….
Ma quella era la sua giornata, il giorno in cui, finalmente, sarebbe diventata al completo una sola cosa con Hirador.
Si voltò a guardarlo mentre il Drago annusava l’aria intorno a lui e guardava curioso e ammirato tutto ciò che lo circondava.
Sorrise.
Anche lei stava trovando la sua felicità.


“Forza, forza, siamo in ritardo ragazzi!”
“Guarda che è per colpa tua se siamo in ritardo! Ci hai messo un secolo per prepararti!”
“A volte sei peggio di una donna!”
“E voi siete solo due animali senza un briciolo di cervello… benché meno di gusto”
“E tu un pervertito”
“Re dei Ritardatari”
“… E dei Ritardati”
“Ma come osateee?!?”
“ADESSO BASTA!!!”.
Sango osservò indispettita Miroku, Inuyasha e Kouga che, ognuno addossato all’altro, si bloccarono terrorizzati a guardarla, finalmente muti.
“Bene, allora, invece di fare gli stupidi come vostro solito, vedete di camminare tacendo!! Non voglio sentire una sola sillaba fin quando non avremo raggiunto Kagome, mi sono spiegata?!?” li ammonì la Cacciatrice, ottenendo i loro muti assensi.
Sorrise soddisfatta e si incamminò, seguita dai tre ‘disciplinati ’ ragazzi, dirigendosi verso la zona abilitata ai Draghi e Cavalieri dove già li aspettavano Sieg, Varandir, Harliem e Slyfer.
- Siete in ritardo – la voce ammonitrice del Drago di Metallo riempì la mente di Kouga che ridacchiò divertito. Era sicuro che l’avrebbe detto.
- Sì, lo so, non c’è bisogno di ribadirlo… - gli rispose, sospirando
- Immagino di sapere di chi sia la colpa… - ipotizzò Slyfer, puntando lo sguardo su Miroku il quale, a sua volta, sentendosi fissato, lo guardò.
“So perfettamente cosa stai pensando, Slyfer e…” cominciò il Majutsushi, facendo inizialmente sorprendere il Drago
- Non mi dire che si scusa… sarebbe incredibile – disse la creatura, sinceramente stupito
“… E so perfettamente che hai sentito la mia mancanza ma lo sai che, purtroppo, non posso sempre dedicarti il mio tempo…” concluse il ragazzo dal codino, con una serietà che fece restare ammutoliti tutti gli altri.
Il resto della compagnia puntò lo sguardo su Slyfer che fissava con sguardo di ghiaccio il Majutsushi
- Ma io ti ammazzo!!! – esclamò, facendo rimbombare il suo ruggito irritato nella mente del Cavaliere dagli occhi blu.
Questo, inaspettatamente, non era scappato, come suo solito, per sfuggire alla punizione del Drago… era rimasto a fissarlo più che sorpreso mentre Varandir, invece, sorrideva amorevolmente.
“Sl… Slyfer tu…” balbettò il Cavaliere mentre anche il Drago si era bloccato, resosi conto di quello che era successo.
Kouga osservò i due sorridente… finalmente il desiderio di Miroku era stato esaudito.
“Tu… mi hai parlato…” sussurrò, il volto illuminato da un sincero e commosso sorriso. Sango lo osservò… non gli aveva mai visto quell’espressione, sembrava davvero esplodere di felicità.
- Bè, ecco… io… - balbettò imbarazzato Slyfer… non si era reso nemmeno conto di quello che aveva fatto, era stata una cosa istintiva. Quella era la prima volta – a parte Kagome, ma con lei era diverso – che apriva la mente a qualcun altro che non fosse Kouga ma… non gli dispiaceva.
- Ecco, sì, hai insistito tanto per questa storia… e poi così potrò farti le ramanzine direttamente!!! – gli disse con quello che voleva sembrare un avvertimento ma che in realtà fece solo sorridere ancora di più il Majutsushi.
Questo gli si avvicinò con un sguardo pieno di gratitudine, posandogli una mano sul dorso dalle squame color fumo
“Grazie… grazie davvero Slyfer” gli disse, guardandolo ammirato… perché era questo che provava Miroku nei confronti di quel Drago, una profonda ammirazione.
- …Di nulla… - la creatura lo guardò a sua volta, abbozzando un tono gentile.
“Scusate, non vorrei disturbarvi, ma credo che sia ora che andiamo…” li interruppe a malincuore Kouga
“Oh, cavolo, è tardissimo! Forza, muoviamoci!” esclamò il Majutsushi dirigendosi frettoloso verso Varandir e montando sul suo dorso, aggrappandosi alle redini della sella, imitato dagli altri.
In pochi secondi i quattro Cavalieri furono in volo, le figure dei Draghi che dipingevano il cielo con le loro squame iridescenti.
- Allora… sei contento? – Varandir accarezzo la mente di Miroku con un tono dolce
- Io… io non me lo sarei mai aspettato. È stato bellissimo – gli rispose il ragazzo e la dragonessa percepì chiaramente la sua sincera felicità.
- Sapevo che prima o poi sarebbe successo… infondo Slyfer ti vuole bene e ti rispetta nonostante tutti i fastidi che gli dai – ridacchiò, seguita dal Majutsushi.

- Hai visto Inuyasha? Slyfer ha aperto la mente a Miroku, si vede che è contento! -
- Sì, credo di non averlo mai visto così! – constatò l’Hanyou, osservando il volto gioioso dell’amico dietro di lui
- Chissà se un giorno concederà anche a te questo privilegio… - si chiese la dragonessa.
- Non saprei… ma se per Miroku ci ha messo così tanto, non credo che a me o a Sango riserverà questo piacere – constatò il mezzo- demone
- Ti dispiace?
- Bè, se decidesse di parlarmi non potrei che esserne contento… ammetto che Slyfer è un Drago magnifico… ma so anche che è molto affezionato a Kouga e geloso di quello che li lega. Credo che per lui, parlare ad altri, sia come una sorta di ‘tradimento ’ –
- … Lo sai che ultimamente sei diventato molto sensibile, Inuyasha? – gli fece notare Harliem con una nota di divertimento nella voce. Il Cavaliere arrossì di botto
- M- ma che dici, ho solo espresso la mia opinione! – le sbraitò contro, imbarazzato.
- Va bene, va bene, non ti scaldare! – rise divertito il Drago mentre irrigidiva le ali, sfruttando al meglio le correnti d’aria.
Miroku, insieme a Varandir, ora si trovava in testa, guidandoli, seguito da Kouga con il fidato Slyfer.
Sango e Inuyasha, e con loro Sieg e Harliem, si guardavano intorno ammirati mentre osservavano il paesaggio sotto di loro.
Il vento soffiava sui loro volti, portando alle loro narici l’odore del bosco che si estendeva nella valle, dietro a Eldoras.
Per l’Hanyou era come vedere il mondo la prima volta. Per quei pochi anni in cui era stato libero, i suoi occhi ambrati avevano solo osservato il paesaggio desertico che circondava Kaosu e solo ora poteva rimediare a quei quattordici anni di prigionia.
Non credeva che la natura, in sé, potesse essere così bella.
Sango, invece, nell’osservare quei folti boschi, venne pervasa dalla nostalgia di casa, sovrapponendo a quella foresta quella delle Cento Rocce, a lei così cara.
Era ansiosa di ricevere notizie da parte di suo padre, di Kohaku e di… Seiishiro.
Era innegabile che sentisse la mancanza del suo sensei e spesso si era chiesta se si fosse già dimenticato di lei.
‘…mi manchi molto. Ti aspetterò, ricordatelo.
Seiishiro ’.

Arrossì ripensando a quelle frasi scritte in quella prima lettera che aveva ricevuto da Mendeon, l’unica in cui avesse ricevuto notizie anche dall’uomo.
Scosse la testa. Era inutile pensarci.
Dopo circa venti minuti di viaggio, cominciò a delinearsi al centro della foresta lo specchio blu del Lago della Dimenticanza, la loro meta.
Lentamente, i quattro Draghi cominciarono a planare, le ali leggermente piegate per attutire la spinta del vento.
Con una lenta virata, cominciarono ad avvicinarsi al terreno, individuando così le figure di Hirador e Kagome, insieme al Governatore e il Ministro Mendion.
Inuyasha sentì le gote andare in fiamme nonappena notò la presenza del Cavaliere Supremo, ma si impose un minimo di autocontrollo.
Una volta rimasto solo si ripromise di capire che diavolo gli stava accadendo.
Con leggerezza, i quattro Draghi si posarono sul terreno, sollevando piccoli nugoli di polvere con il movimento delle loro ali.
Kagome sorrise nel vederli tutti lì riuniti.
Si diresse subito verso Sango, abbracciandola nonappena la Cacciatrice fu scesa da Sieg che la salutò.
“Kagome- chan!” esclamò il Cavaliere, stringendola “Accidenti, anche con questa uniforme indosso stai benissimo!” le disse, facendola girare su se stessa per osservarla meglio, facendola imbarazzare.
“Gra- grazie” balbettò in risposta l’altra
“Convengo con Sango, stai benissimo!” si aggiunse Miroku, raggiante. La cugina lo osservò, percependo immediatamente la sua gioia. Anche se non ne sapeva il motivo, era contenta per lui.
“Kagome!” mentre osservava il Majutsushi si sentì chiamare. Voltandosi incrociò gli occhi azzurri e luminosi dell’ookami Youkai
“Kouga!” esclamò a sua volta, avvicinandoglisi e abbracciandolo ricevendo poi un bacio sulla guancia da parte del ragazzo.
Inuyasha a quella scena alzò un sopracciglio.
- Da quando quei due sono così in confidenza? – si domandò con una certa irritazione.
“Come stai? Non ti ho più visto in questi giorni” gli chiese dolcemente la miko, guardando lo Youko
“Come sempre sono pieno di impegni, puoi capirmi…” le rispose ridacchiando
“Sì, perfettamente, comunque sono contenta che tu sia riuscito a venire qui… spero però che tu non abbia dovuto rinunciare a impegni importanti…” si accertò la ragazza
“No, non preoccuparti… non sarei mai potuto mancare…” le disse, guardandola dolcemente. Kagome rispose al sorriso, quasi ingenuamente, senza rendersi conto di cosa esprimesse lo sguardo rivoltole dallo Youkai.
Miroku, invece, lo comprese benissimo e richiamò l’attenzione di Sango, vicina a lui, con una leggera gomitata.
“Che c’è?” sbottò la ragazza che stava parlando con Harliem e Varandir
“Guarda là” le disse il Majutsushi, indicando col capo la cugina insieme a Kouga.
“Oh!” esclamò Sango nonappena ebbe posato gli occhi sull’espressione a dir poco adorante di Kouga…
“Credo che tu ci avessi visto giusto, Miroku…” disse poi, senza distogliere lo sguardo dai due.
“Ehe, io non sbaglio mai” ridacchiò il Majutsushi, vantandosi “Ci sarà da divertirsi!”aggiunse poi, dirigendosi verso Varandir e gli altri Draghi, seguito da una sorpresa Sango.

“Gli allenamenti come procedono? Miroku mi ha detto che stai facendo passi da gigante…” nel frattempo Kouga e Kagome continuavano a parlare, aggiornandosi a vicenda degli avvenimenti degli ultimi giorni. La miko era davvero contenta di aver rivisto il ragazzo che per lei era diventato un carissimo amico.
“Bè, sarò anche migliorata ma ne devo fare di strada…” rispose lei leggermente imbarazzata
“Sono convinto che-”
- Io ti faccio a pezzi!!! – il ruggito adirato di Slyfer gli rimbombò nella testa fortemente, facendolo bloccare. Voltandosi, poi, vide il suo Drago sul punto di eliminare realmente Miroku che, evidentemente, ne aveva fatta un’altra delle sue.
Sospirò amareggiato.
“Scusami Kagome, sarà meglio che vada a calmare Slyfer… è capace di far fuori tuo cugino nell’arco di pochi secondi se non lo fermo!”
“Non ti preoccupare, vai pure” gli disse ridendo la ragazza guardandolo poi allontanarsi.
Non poté far a meno di sorridere ampiamente nel vederli tutti lì, felici, ognuno appoggiato dal sostegno dell’altro.
Aveva trovato i suoi due cugini, la saggezza del Ministro Mendion, l’affetto fraterno di Sango, il rispetto e la fiducia di Kouga e la ‘protezione ’ da parte del piccolo Shippo.
Sul suo volto comparve un’espressione perplessa.
E Inuyasha? Guardò con attenzione il gruppo di amici senza però rintracciare i capelli argentati o gli occhi ambra del mezzo- demone.
“Ehi” sussultò a quel richiamo. Si girò di scatto e lo vide dietro di lei con quella sua solita espressione imbronciata e da duro.
“Ehi” disse a sua volta, voltandosi completamente verso di lui.
Si guardarono per alcuni istanti e, con suo stupore, Kagome vide Inuyasha abbassare per la prima volta lo sguardo da lei.
“Non credevo saresti venuto…” gli disse poi
“… E perché non sarei dovuto venire?” le domandò in risposta, risollevando gli occhi ambra, questa volta sicuri nel posarsi su di lei.
“… Bè…”
“Kagome, Inuyasha!” i due vennero interrotti dal richiamo del nobile Takehiko che gli faceva segno di avvicinarsi.
“Direi che è ora di iniziare, tra poco sarà il tramonto” disse loro il Governatore mentre Hirador e Kagome lo affiancavano.
“La tua Cerimonia del Giuramento, Kagome, come saprai, è leggermente diversa da quella dei ‘normali ’ Cavalieri. Oltre a prestare, tu e Hirador, giuramento, dovrete bagnarvi nelle acque del Lago della Dimenticanza, così come vuole la tradizione.
“Ora reciterete il giuramento poi, finalmente, potrete volare insieme come coppia ufficiale” sorrise loro nel dirgli questo, vedendo la loro eccitazione in vista di quel momento.
Sotto gli sguardi contenti degli altri i due cominciarono a recitare lo stesso giuramento fatto da Inuyasha e Sango – più Harliem e Sieg – il giorno della loro Cerimonia.
La voce chiara e sicura di Kagome si diffondeva nell’aria, trasportata dal vento che, leggero, faceva muovere i suoi lunghi capelli ebano, insieme alle fronde verdeggianti degli alberi nel pieno della loro vita.
Inuyasha chiuse gli occhi ascoltandola… doveva ammettere che aveva anche una bella voce.
Nonappena le sue orecchie non captarono più le sue parole e la sua testa non avvertì più la voce profonda di Hirador, si riscosse, dandosi dello stupido.
Era sempre più convinto che era sull’orlo della pazzia.
Il Cavaliere Supremo, una volta terminato di recitare il giuramento, si voltò a guardare intensamente il suo Drago che ricambiò, appoggiando poi il suo muso squamato sulla fronte di lei.
Come nel loro primo incontro.
Miroku e gli altri, osservarono la ragazza montare con agilità sul dorso della creatura, le briglie della sella lucida e finemente lavorata con rifiniture dorate, strette in mano.
Il Drago fece qualche passo, andando fino a toccare appena l’acqua del Lago.
Con uno scatto elegante, poi, spalancò le lunghe ali dal colore della notte, dalle quali non riusciva a filtrare nemmeno un piccolo fascio di luce.
Si alzò sulle zampe posteriori e, con un potente ruggito, spiccò un balzò prendendo a muovere freneticamente le ali, sollevandosi in pochi secondi da terra.
Gli spettatori rimasti sulla sponda del Lago, rimasero a guardare ammirati e meravigliati la creatura che si stagliava già alta nel cielo terso, le ali spalancate che creavano come una sorta di tenda contro il sole che, lentamente, stava calando dietro la montagna.
Hirador prese ad agitare le ali con maggior forza, salendo sempre di più mentre il vento scorreva freddo sul suo viso e su quello del suo Cavaliere.
- Grazie, Hirador – sentì dire da Kagome. Emise un altro potente ruggito, compiendo qualche evoluzione in aria, le folate di vento che venivano plasmate dalle sue ali.
Poi, irrigidendole, prese a scendere in picchiata, sempre più vicino al pelo delle acque chiare e fresche del Lago che riflettevano le loro nitide immagini.
Poco di prima di raggiungere lo specchio azzurro, gonfiò le ali, rallentando la picchiata e immergendosi dolcemente nella profondità del Lago.
Quando riemersero, dopo alcuni istanti, le gocce che bagnavano i loro corpi erano appena illuminate dallo spicchio di sole che emergeva da dietro l’alta montagna, protettrice di quel luogo.
Inuyasha osservò incantato la figura di Hirador che danzava sul Lago… e sopra di lui… lei, Kagome.
I capelli corvini, gocciolanti, le fluttuavano intorno mossi dal vento che, carezzevole, li ravvivava.
Il suo cuore prese a battere più velocemente nel guardarla con quell’espressione che mai prima le aveva visto.
Un insieme di felicità, dolcezza ma anche tristezza e malinconia irresistibile.
Si mise una mano sul petto.
Forse, adesso, sapeva cosa gli stava accadendo.
Era affascinato da quella ragazza e forse dalla prima volta che l’aveva vista.
Ma non era solo quello….
- Credo… credo di volerle bene… - e sul suo volto comparve un sorriso mentre ancora continuava a fissarla, la sua piccola mano candida che accarezzava le acque cristalline appena rischiarate dai fasci di luce del sole del tramonto.
Il tramonto.
- Harliem! – esclamò, poi, voltandosi verso la dragonessa. Questa, gettando un ultimo sguardo al Lago e alle figure che vi fluttuavano sopra, si allontanò dal resto del gruppo, ancora concentrato su Kagome e Hirador, insieme a Inuyasha che, una volta sicuro che nessuno li avesse notati, montò sul suo dorso per poi prendere il volo e fare ritorno a Eldoras.

“Kagome!” una volta tornati sulla terra ferma, la miko venne accolta da un più che caloroso abbraccio da parte di Sango che la guardava ancora commossa, mentre le porgeva un telo con cui coprirsi.
“Come avevo immaginato, è stato uno spettacolo guardare te e Hirador! Oh, non sai quanto sono contenta per te!” le disse, tornando ad abbracciarla.
Kagome sorrise. Le piaceva quel modo di fare di Sango così caloroso e affettuoso.
Uno ad uno, il Cavaliere e il Drago Supremi ricevettero i complimenti da parte di tutto il gruppo, o, almeno, quasi tutti….
“Bè, ma… dove sono Inuyasha e Harliem?” domandò Miroku, notando, finalmente, l’assenza dei due.
Anche Kagome prese a guardarsi intorno, senza rintracciare la presenza dei due.
“Possibile che se ne siano andati? Chissà come mai…” si chiese anche Sango, rivolgendo lo sguardo a Kagome, quasi come se lei avesse una risposta.
- Inuyasha… -

“Bè, allora ci vendiamo tra qualche ora”
“Oh, allora sta sera ci sei anche tu, Kouga!”.
La compagnia, una volta terminata la Cerimonia, aveva fatto ritorno alla capitale.
Sango, Miroku, Kouga e Kagome si stavano mettendo d’accordo su quello che avrebbero fatto quella sera: ovvero festeggiare.
“Sì, per oggi sono completamente libero e poi questo è un giorno di festa, dobbiamo festeggiare, no?” disse, ridendo
“Certo, certo, hai perfettamente ragione amico mio! Allora ragazze, mi raccomando, fatevi belle, eh?!” si raccomandò Miroku, cingendo con una spalla l’amico Youkai e guardando sorridendo le due ragazze
“Che ne dici Sango?” domandò Kagome, ridendo
“Si può fare…” rispose l’altra, ridacchiando anche lei.
“Bene, perfetto! Allora ci troviamo per le otto da Doroty… più che altro bisognerà avvertire Inuyasha… chissà perché è sparito così, quello scemo!” rifletté il Majutsushi.
La miko assunse uno sguardo serio. Anche lei, in effetti, non aveva capito il motivo del comportamento dell’Hanyou.
- Sapevo che non voleva venire… - si disse, convinta che, in realtà, fin dall’inizio, il mezzo- demone fosse stato contrario all’assistere alla sua Cerimonia.
- Non credo sia per questo… - la voce di Hirador la raggiunse. Si voltò a guardarlo
- Come fai a dirlo? – ribatté in risposta lei
- Inuyasha non è fatto così – affermò semplicemente il Drago mentre lei rimaneva silente seppur perplessa.
“Allora ci separiamo, il sottoscritto si deve preparare per bene in vista della serata!” disse Miroku, cominciando a congedarsi da loro
“Sì, anche io vado. Allora per le otto, vero?” confermò Kouga mentre gli altri annuivano.
“Kagome- chan vuoi che ci prepariamo insieme?” le chiese Sango
“Mmmh, preferirei riposarmi un po’, prima… ci vediamo direttamente alle otto, va bene?”
“Certo, non c’è problema! A dopo, allora!” e così i quattro si separarono.
Dopo aver visto i tre amici andar via, Kagome prese ad incamminarsi verso il passaggio che l’avrebbe portata direttamente alle sue stanze. Si fermò, però, quando vide che Hirador non la seguiva, ma che, invece, parlava allegramente con Harliem, Sieg e Varandir mentre Slyfer si era allontanato con Kouga.
- Hirador? – lo chiamò, facendo un cenno anche agli altri Draghi
- Ah, Kagome! ti spiace se resto ancora un po’ qui con loro? Vengo tra poco… -
- Certo, non ti preoccupare, resta tutto il tempo che vuoi, tanto io mi devo preparare per sta sera! Ci vediamo dopo cena, va bene? – gli chiese lei, sorridendogli dolcemente
- Sì, dormi da me – le disse lui in risposta, accarezzandole il viso con il suo.
Lei gli sorrise ancora per poi dirigersi verso l’entrata segreta che portava al tunnel collegato direttamente ai suoi appartamenti.
Dopo averne percorso una parte, si ritrovò nella parte del passaggio che si allargava e che portava anche agli appartamenti di Harliem. Mentre camminava distrattamente – e anche a causa del buio – andò a sbattere contro qualcosa o meglio… qualcuno.
“Ahi! Mi scusi, io-” ma non terminò la frase… come poteva esserci lì, qualcuno? Quel passaggio poteva essere utilizzato solo da lei e…
- Inuyasha – pensò e sollevò di scatto lo sguardo aspettandosi di incrociare un paio di occhi ambrati.
Ma non fu così… quelle che vide furono un paio di iridi nere, dai riflessi violetti. Quello che la colpì, però, fu l’intensità di quello sguardo sconosciuto… un’intensità che aveva già visto.
Scrutò la persona che aveva di fronte e che la teneva quasi abbracciata visto che, poco prima, per il loro scontro, era quasi caduta.
“Ma… ma… Inuyasha?!?” balbettò poi, stupita, fissando ancora il volto di quello che era chiaramente un ragazzo… un ragazzo a lei familiare.
Quegli occhi, quell’espressione corrucciata e arrogante ma che in quel momento esprimeva chiaramente frustrazione e imbarazzo… non poteva che essere che quel testardo Hanyou! Ma allora perché, perché…
“… Perché sei umano?!?” esclamò, sempre più incredula.
“… Non c’è bisogno che urli, ti sento sai?” le disse, quasi sospirando il ragazzo
“Scu- scusa è che… che sono un po’… sorpresa…” e in effetti lo era davvero. Inuyasha la guardò con quell’espressione così incredula… non riuscì a trattenersi dal sorridere divertito.
Sospirando ancora si allontanò da lei leggermente e solo in quel momento Kagome si accorse che erano stati ‘abbracciati ’ per diversi minuti.
Arrossì.
“Che hai?” le domandò ironico il ragazzo, avendo intuito il motivo del suo imbarazzo
“N- niente!” esclamò lei agitata
“Ah sì? Sei tutta rossa, però…” le fece notare lui, ghignando più che divertito
“Non è vero!” ribatté lei, mentre cominciava a scaldarsi
“Sì, invece!”
“No!”
“Sì!”
“NO!”
“E va bene, basta!” esclamò, poi, esasperato Inuyasha. Kagome si ammutolì, abbassando lo sguardo.
Notando che restava in silenzio, lanciò una fuggevole occhiata al ragazzo che, però, se ne accorse.
Lei abbassò gli occhi, imbarazzata, sotto il sorriso di lui che ora la guardava dolcemente mentre ripensava a quel pomeriggio quando si era reso conto….
“Allora?” lo riscosse la miko
“Eh?” trasalì lui, perplesso
“Perché sei così?” gli chiese, guardandolo in quella ‘strana ’ forma.
“Feh! Questa è solo una cosa momentanea, domani mattina sarò esattamente come sempre” la informò, col suo solito tono scocciato
“Quindi… vuoi dirmi che ogni tanto diventi… umano?” domandò ancora lei, continuando a fissarlo
“Non ‘ogni tanto ’… solo durante le notti di luna nuova, nonappena scatta il tramonto… e non fissarmi a quel modo!”
“Il tramonto…” ripeté la ragazza e in quel momento capì, forse, il comportamento dell’Hanyou.
“È per questo, allora, che te ne sei andato così all’improvviso, prima?” gli chiese, guardandolo negli occhi. Lui la fissò a sua volta per qualche istante, poi distolse lo sguardo
“Sì, scusami” le disse, quasi con tono atono
“Ma… anche se fossi rimasto che problema ci sarebbe stato? In fondo non è una cosa così grave…. Certo, è un po’ strana però-”
“No!” la interruppe bruscamente lui
“Pe… perché?”
“Non posso permettere che questa cosa venga scoperta, ne va della mia vita”
“Credi che se lo scoprissero, gli altri sarebbero capaci di svelare questo tuo segreto?! Ti fidi così poco di noi?!?”
“Non puoi venirmi a fare un discorso del genere, Kagome. Mio padre si è fidato di Naraku e ci ha rimesso la vita mentre io sono stato rinchiuso per quattordici anni. Credo di avere il diritto di essere diffidente verso il prossimo!” esclamò infine, innervosito
“… E allora perché sei ancora qui davanti a me? Perché quando ci siamo scontrati non sei scappato? Non ti avrei riconosciuto di certo...” gli fece notare lei, facendolo restare ammutolito
“… Ormai mi avevi visto e poi… forse di te… mi fido…” le disse, senza guardarla.
Lei lo fissò sorpresa. Di tutto si aspettava, tranne che Inuyasha si fidasse di lei.
“… Credo allora che sia ingiusto nei confronti degli altri negargli la tua fiducia… in fondo loro ti hanno conosciuto prima di me e ti sono stati anche più vicino…. Io, di certo, appena ci siamo conosciuti, non ti ho trattato propriamente ‘bene ’…” sorrise al ricordo dei primi giorni in cui si erano conosciuti e del loro palese, reciproco ‘odio ’ l’uno verso l’altra.
“Feh!” esclamò lui, facendola ridacchiare.
“Comunque… - riprese poi il ragazzo – congratulazioni” e la guardò, con quella profondità che la mandava sempre in confusione.
Arrossì leggermente e distolse, come sempre, lo sguardo
“Gra- grazie”.


Non poteva crederci.
Nonappena era entrata all’interno del palazzo, Sango era stata raggiunta da un soldato, in particolare quello che veniva da Mendeon e che le aveva portato la desiderata lettera di suo padre.
Felice come non mai era corsa nel suo appartamento, stringendo al petto la busta bianca e sentendone il peso. Aveva sorriso nell’immaginare che avrebbe avuto molte pagine da leggere.
Una volta raggiunte le sue stanze, si era chiusa velocemente alle spalle la porta, raggiungendo poi il suo piccolo studio e afferrando il tagliacarte appoggiato sulla scrivania in legno lucido.
Come sempre, le prime pagine della lettera erano state scritte da suo padre.
Aveva letto voracemente le parole scritte dalla calligrafia elegante e matura del padre, sorridendo lusingata dai suoi complimenti e dal suo orgoglio nel saperla ora un Cavaliere ufficiale.
Dopo di lui vi erano state le pagine scritte dalla mano ancora acerba di suo fratello. Kohaku le raccontava dei suoi continui allenamenti e del suo successo all’esame per l’ingresso negli Syuryouka. Come avrebbe voluto aver potuto assistere alla sua prova!
La maggior parte della lettera era stata scritta da suo fratello e aveva letto con gioia il fatto che stesse bene, come, del resto, suo padre.
Poi… quella pagina.
Quella notizia.
“Seiishiro… Seiishiro si sposa!”.

FINE 21° CAPITOLO.
Eccoci qua… allora? – detto con un tono tra il malizioso e l’ansioso XD.
Che ne dite di Inuyasha? Perché, sicuramente, la maggior parte dei commenti saranno dedicati a lui, immagino!!
Che bello, la faccenda si sta espandendo e mi divertirò io stessa a vedere come si svilupperà il tutto! ^_____^
Nel prossimo capitolo dovrei dedicare anche dello spazio a Miroku e Sango – mi rendo perfettamente conto di averli trascurati e mi dispiace molto -___- - e poi… si vedrà.
Non ho mai fatto anticipazioni proprio perché non so mai cosa scriverò nel capitolo successivo… tutte le volte è una sorpresa anche per me XD
Bè, non sapendo cos’altro dire, vi saluto, augurandovi – a questo punto… ^^’ – un buon week- end!
Baci,
la vostra ka_chan ^_______^

  
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