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Autore: Jay Boulders    07/07/2011    9 recensioni
Il ritorno a casa della famiglia Weasley, subito dopo la fine della guerra.
Le dinamiche che porteranno i vari membri della famiglia a superare la perdita che hanno subito.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Innanzitutto ciaaaao!
Sono partita e ovviamente non ho avuto tempo per aggiornare ma eccomi di nuovo qua per qualche settimana prima di ripartire :D
Sarò preve che sta per iniziare la premiere londinese e devo vedermela live *-* voleva anche condividere con voi una bellissima esperienza che ho avuto pochi giorni fa nell'incontrare i gemelli Phelps e Evanna, rispettivamente i gemelli Weasley e Luna, qui a Roma. Sono stati veramente dolcissimi e disponibilissimi ed è stata un onore incontrarli :D vi lascio con delle foto:


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L’ennesima lettera dei suoi genitori, la obbligarono a dover lasciare momentaneamente la Tana per tornare da loro e tentare di tranquillizzarli.

«Hermione cara, sei sicura che non vuoi che gli parli io?» insistette la signora Weasley, dopo essere venuta a conoscenza dei disagi dei suoi genitori.

«La ringrazio, ma credo sia il caso che sia io a farlo di persona. Tornerò in serata se tutto andrà bene»

«Cara, potresti dirlo tu a Ronald?»

«Credo stia ancora dormendo…»

«Potresti controllare?» la invitò la signora Weasley, ricevendo un cenno d’assenso dalla ragazza che si diresse in camera sua.

Bussando e non ricevendo risposta, fece capolino nella stanza, avvolta nella semi-ombra.
Stava dormendo pesantemente. Alla mente le ritornò le immagini di quando si era ammalato, solo pochi mesi prima.

Avvicinandosi alla scrivania prese una piuma ed un foglio, quando lo sentì mugugnare.

Si voltò e vide che si muoveva lentamente in modo scoordinato «…Hemone?» borbottò visibilmente rintontito.

«E’ presto, torna a dormire» lo rassicurò lei, avvicinandosi a lui e sussurrandogli.

«E’ tutto ok?» gli domandò stropicciandosi gli occhi.

«Si, ero venuta a dirti che oggi non ci sarò. Te lo stavo scrivendo per non svegliarti»

Il ragazzo si svegliò completamente tirandosi su col busto, «Dove vai?»

«Dai miei genitori, tornerò in serata» tentò di tranquillizzarlo lei.

«Non vogliono che tu stia qui?»

«Non è questo… sono corsa via l’altro giorno senza dargli spiegazioni, devo soltanto parlargli di persona»

«Non voglio che te ne vai» ammise sinceramente lui, con l’ingenuità negli occhi.

La ragazza sentì una stretta al cuore, «Tornerò stasera, te lo prometto» gli sorrise dolcemente.

Il ragazzo le prese un braccio e la trascinò sul letto facendola sdraiare accanto a lui, e posandole il capo su una spalla. «Resta qui»

«R-Ron…» era visibilmente imbarazzata da quell’improvviso e strano gesto d’affetto, lo strinse a se. Sembrava quasi un bambino, «E’ soltanto per qualche ora»

«Ho fatto un brutto sogno, ‘Mione» disse tirandola ancora più a se per un fianco, «C’eri tu e… non succedevano cose belle. E non potevo fare nulla…»

La ragazza lo guardò scossa, «Cosa mi succedeva di preciso?»

«Non ho voglia di ripensarci… nulla di bello»

«Ron» si sfilò dal suo abbraccio, girandosi di fianco verso di lui, «C’era una donna con me? Con veste e capelli neri?»

Il ragazzo la guardò stupito, «Come…?»

«Non era un sogno. È accaduto veramente»

Il ragazzo si tirò su a sedere, lei fece lo stesso notando la sua espressione spiazzata.

Hermione si sfilò la felpa mostrando il braccio al rosso.
Rimase immobile per qualche istante, poi con le dita seguì il segno di quella cicatrice ormai divenuta troppo reale.

«Ti hanno… torturata?» soffiò a malapena.

La ragazza si ricoprì il braccio, tentando di scacciare il brivido che le percorreva la schiena, «Ormai è passato»

«Io non ho fatto niente…»

«Non potevi» gli prese il volto tra le mani, «Tu ed Harry eravate imprigionati, ma appena siete riusciti a liberarvi siete venuti… mi hai salvata»

«Se lo avessi fatto non avresti… quella»

«Ron.. basta ti prego. Ne abbiamo gia parlato.»

Il rosso rimase in silenzio, con lo sguardo abbassato.

«Ora devo andare»

«Resta un po qui con me» lo supplicò lui.

«Il sogno che hai avuto è gia accaduto, non devi preoccuparti, non mi succederà nulla.»

«Lo so ma… vorrei stare un po con te»

La ragazza abbandonando ogni resistenza si sdraiò accanto a lui, facendosi abbracciare con grande entusiasmo di lui.

«Ricordami perché non possiamo dormire insieme»

«Perché vivi a casa dei tuoi, Ronald»

«Bill e Fleur dormivano insieme»

«Bill e Fleur sono marito e moglie»

«Ma quando erano qui dormivano insieme anche prima del matrimonio»

«Ronald noi- aspetta… ma come fai a sapere di loro?»

«Io? Non… non lo so»

«Ricordi dell’altro?» domandò lei speranzosa.

«Non lo so… non credo» ammise tristemente lui.

«Ok… non preoccuparti, ci vuole tempo. Scusami…» tentò di confortarlo lei.

«E comunque non hai risposto. Loro dormivano insieme»

«Si stavano per sposare, erano fidanzati» rispose divertita lei.

«Anche noi lo siamo, fidanzati intendo»

«Si ma in modo diverso»

«Che vuoi dire?» gli domandò lui confuso.

«Che ci sono fidanzamenti e fidanzamenti. Loro lo erano ufficialmente perché stavano per sposarsi, quindi è diverso. Ed è naturale che dormissero insieme senza che nessuno avesse nulla da ridire»

«Ma anche noi ci sposeremo, solo che non abbiamo una data. Questo rende il nostro fidanzamento meno importante del loro solo perché non mi sono messo in ginocchio?»

La ragazza sbarrò gli occhi tirando su la testa, «Pre-Prego?»

«Noi non… non ne avevamo mai parlato?» domandò lui a disagio.

«Ci siamo messi insieme poco prima che partissi per l’addestramento…» rispose lei, visibilmente in imbarazzo.

«Io sento… pensavo…»

«C-Cosa?»

«Che fosse da molto più tempo… quello che sento sembra che ci sia praticamente sempre stato…»

La ragazza gli posò un bacio sulle labbra, guardandolo adorante. «Diciamo che ci è voluto un po prima che ci dichiarassimo reciprocamente»

«Hermione… c’è qualcosa che credo tu debba sapere»

«Cosa?» domandò preoccupata.

«Ecco…» il ragazzo si alzò dal letto, avvicinandosi all’armadio e trafficando all’interno. Dopo poco, si voltò e tornò dalla ragazza, «Tra le cose che mi hanno ridato del campo c’era… questo» le mostrò una scatolina, che venne poco dopo aperta celando un piccolo ma importante anello.

Hermione si portò una mano sulla bocca, incapace al momento anche solamente di respirare.

Il ragazzo proseguì, «Credo che… lo avessi preso quando ero li. Per dartelo quando fossi tornato…»

Lei continuava ad essere pietrificata.

«Se te lo avessi chiesto… mi avresti detto di si?» domandò con timore lui.

La ragazza finalmente si mosse, togliendosi la mano dalla bocca, «Ti avrei detto di si» sussurrò con voce piatta e rotta da un pianto invisibile.

«Allora credo che… se riuscirò a recuperare la mia memoria… lui te lo chiederà. Sperando che per allora la tua risposta sarà la stessa…»

«Ron… io ti… sposerei anche ora»

«Lo so ma così… mi sembra quasi di appropriarmi di una vita che non è la mia…»

«Sei mesi» sentenziò lei.

«Sei mesi?»

«Se tra sei mesi non avrai ricordato nulla e vorrai ancora farlo… chiedimelo lo stesso»

«Hermione… sei sicura?»

«Voglio sposarti Ron Weasley. Non c’è nulla che io voglia di più al mondo»

Il ragazzo la guardò dolcemente.

«Ora però devo andare veramente» sgusciò fuori dal letto prima che lui potesse fermarla nuovamente, «Ci vediamo stasera»

«E’ una minaccia?» domandò ghignando il rosso.

«No, soltanto un avvertimento. Per darti modo di tagliare la corda in queste ore.»

«Credo che valuterò l’alternativa. Trovi sia più veloce una passaporta o della polvere volante?»

La ragazza gli sorrise e si diresse verso la porta.

«Ti amo, Hermione»

Venne fermata dalla voce di lui, si voltò lanciandogli un’occhiata piena di tenerezza ed abbandonò la stanza.

-

Ron rimase altro tempo in camera sua ad oziare.
Non aveva voglia neanche di scendere a fare colazione, sapere che lei di sotto non ci sarebbe stata non gli donava neanche la forza di volontà necessaria per alzarsi dal letto.

Vide la porta che si aprì e suo fratello fare capolino all’interno della stanza, «Vengo in pace, fratellino. Posso?» domandò pacatamente George.

«Cosa vuoi?» rispose stizzito lui vedendolo entrare e richiudersi la porta alle spalle.

«Parlare con te»

«Penso che tu abbia parlato gia abbastanza»

«Ce l’hai ancora con me per quell’innocente scherzetto? Suvvia Ronnino, non ti facevo così permaloso!»

«Cosa vuoi, George?»

«Farti ragionare»

«Inculcandomi in testa informazioni false?»

«Affatto» si sedette a cavalcioni su una sedia. «Credo che teniamo entrambi a lei, per questo sono qui»

Ron rimase in silenzio stringendo i pugni.

«Dovresti lasciarla stare»

«Certamente, così potresti provarci con lei senza problemi, giusto?» domandò lui sprezzante.

«No, perché se veramente sei innamorato di lei, dovresti permetterle di stare con qualcuno che lei ami a sua volta.»

«Lei mi ama. Il fatto che questo ti bruci non è affar mio»

«Lei ama Ronald Weasley. Tu puoi ritenerti quella persona al momento?»

Il ragazzo rimase in silenzio.

«Non ti ricordi neanche come vi siete conosciuti. Come pretendi che lei ami una persona che non sa nulla del vostro passato? Se è voluta restare con te è nella speranza che tu riacquisti la memoria, e se ciò non accadrà resterà lo stesso con te perché è tremendamente buona. Per compassione. Ma non certo perché ama ciò che sei adesso»

«Lei mi ama» ribadì con la voce che gli tremava dalla rabbia.

«Se la conoscessi a fondo sapresti che ciò che dico è vero. Se la ami devi lasciarla andare, non puoi obbligarla a stare con te»

«Io non sto obbligando nessuno!»

«Fratellino» il ragazzo si alzò dalla sedia, «Hermione è una brava ragazza. Non fare in modo che questa sua qualità diventi la sua condanna»

Abbandonò la stanza senza dargli il tempo di rispondere.

-

«Mamma, ha bisogno di me!» ribadì Hermione nel salotto di casa sua, tentando di spiegare per l’ennesima volta la situazione ai suoi genitori.

«Tesoro, potrai andare a casa dei signori Weasley tutti i giorni se per loro non è un fastidio. Ma io e tuo padre non vediamo il motivo per cui devi restare lì a tempo pieno anche la notte e durante i pasti»

«Non c’è motivo per cui io debba fare su e giu di continuo, ogni giorno»

«Forse il motivo è quello di stare anche un po di tempo con i tuoi genitori?» si intromise il signor Granger, rimasto in silenzio fino a quel momento.

«Quando Ron starà bene avremo tutto il tempo di stare insieme… ma ora non posso lasciarlo solo»

«A quanto ricordo la sua famiglia è numerosa, senza contare che anche Harry è tornato da quell’addestramento di cui parlavi, sbaglio? Mi sembra tutto tranne che solo» sottolineo solenne suo padre.

«Ma papà!»

«Cara, ciò che sta tentando di dirti tuo padre. È che avrai tutto il tempo per stare vicino a Ronald, pur senza togliere tempo alla tua famiglia. Per non parlare dei fastidi che potrebbe arrecare la tua continua presenza ai signori Weasley»

«Non do nessun fastidio, possono confermartelo loro stessi.»

«Anche se ti lasciassimo stare ancora da loro» riprese suo padre, «A settembre riprenderesti gli studi, quindi quando avresti intenzione di passare del tempo con noi?»

«Non ho ancora deciso se tornare ad Hogwarts…»

«Fatto sta che anche in caso tu non voglia tornarci, inizierai comunque a lavorare in quel ministero magico di cui ci hai parlato. Il tempo che puoi passare con noi è ora.»

«Papà, mi dispiace se penserete che non voglio passare tempo con voi, ma adesso il mio posto è lì alla Tana»

«Cara, io e tuo padre non ti abbiamo mai rinfacciato il fatto che ci hai spediti dall’altra parte del mondo senza neanche sapere che avessimo una figlia. Perché era per un motivo superiore, ciò che tu e i suoi amici stavate facendo era per un fine nobile. Ma adesso questa tua ostinazione non ci fa pensare altro che per l’ennesima volta metti la tua famiglia da parte»

«Anche loro sono la mia famiglia…» aggiunse Hermione stancamente, «Lo ripeto, mi dispiace se pensate questo. Perché non è assolutamente così. Nell’anno in cui siamo stati divisi non ho fatto altro che pensare a voi, se stavate bene, se fossi riuscita a risistemarvi la memoria una volta sopravvissuta e sempre in caso vi avessi ritrovati. Ma ora ho bisogno di aiutare Ron… lui c’è sempre stato per me, la sua famiglia c’è sempre stata. Non posso tirarmi indietro…»

Un rumore catturò l’attenzione dei presenti, qualcuno stava bussando.
La signora Granger si congedò momentaneamente dirigendosi verso la porta.

«Oh, ma lei è…»

La madre di Hermione tornò in salotto seguita dall’inatteso ospite che strinse vigorosamente la mano al padrone di casa.

«Signor Granger, è un piacere rivederla. Mi spiace di essere piombata qui senza preavviso. Oh, ciao cara, fatto buon viaggio?» domandò cordialmente la signora Weasley ad Hermione prendendo posto accanto a lei.

«Signora Weasley? Cosa…?» tentò inutilmente la ragazza di spiegarsi la presenza della donna.

«Posso offrirle qualcosa? Del thè?»

«Oh, no. Come se avessi accettato. Ma questi mezzi di trasporto babbani mi hanno messo sotto sopra lo stomaco. Arthur è qui intorno a dare un’occhiata. Non ha resistito e l’ho lasciato andare»

«E’ successo qualcosa signora? Non fraintenda, siamo felici di rivederla dopo tanto tempo, la sola corrispondenza tra le nostre famiglie stava diventando quasi ridicola, è un piacere averla qui di persona» domandò cordialmente il signor Granger.

«Oh, ma chiamatemi Molly. E riguardo il motivo per cui sono qui, presto detto. Ho saputo da Hermione, e anche da Ginny, mia figlia più piccola. Che avevate delle riserve a far restare Hermione da noi. Questa mattina le ho chiesto se avesse voluto che vi tranquillizzassi io stessa, ma ha preferito farlo lei di persona. Tuttavia, trovo sia giusto che ci sia un confronto diretto con voi. Qualora lo pensasse, vorrei farvi presente che ospitare Hermione non è affatto di peso ne a me ne a mio marito. Fa parte della mia famiglia quanto ne fanno parte i miei figli, ormai non è più un ospite da noi, quindi se è ciò che vi preoccupa non c’è motivo»

«Pur avendo anche preso in considerazione ciò, il motivo principale che ci porta ad avere delle riserve su una prolungata presenza da voi, è che vorremmo che nostra figlia passasse più tempo con noi. Negli ultimi anni, senza neanche tener conto dell’ultimo, durante l’inverno era a scuola e le estati da voi. Con noi ha passato solo poche ed isolate settimane di vacanza.»

La signora Weasley riprese, «Questo è il motivo principale che mi ha spinto a venire qui. Sono venuta a chiedervi da parte mia e di mio marito, se aveste voglia di passare qualche giorno da noi alla Tana. Come ha detto, è assurdo che le nostre famiglie si conoscano così poco. E così facendo Hermione potrebbe restare senza però separarsi da voi» sentenziò semplicemente la donna. Vedendo le facce dei tre sorpresi.

«Beh… questa sua gentile proposta ci lascia certo un po spiazzati…» prese la parola la signora Granger.

«Non vorremmo dare ulteriore disturbo, Molly. Soprattutto vista la situazione di Ronald» riprese suo marito.

«Oh, sciocchezze! Mio figlio ora come ora giova solamente dalla presenza di Hermione. Nessun disturbo, sarebbe un onore per noi ospitarvi. Le campagne intorno a casa mia sono incantevoli, vi potreste intrattenere in diverse attività. E mio marito sarebbe entusiasta all’idea, a dire il vero gia lo è. Non so se Hermione ve lo ha reso noto ma è un grandissimo estimatore di babb-… ehm persone senza poteri magici. Suvvia non vi creiate problemi inutile, siete i benvenuti. E credo inoltre che una conoscenza maggiore tra noi, non sia altro che utile…» la donna lanciò un’occhiata allusiva ad Hermione, la quale abbassò lo sguardo imbarazzata.

Il signor Granger non si lasciò sfuggire quel piccolo dettaglio, «Cosa intende di preciso?»

«Andiamo caro, io credo che sia una buona idea. Prendiamola come una vacanza di famiglia con i Weasley. La trovo una piacevole e allettante proposta. Senza contare che non dovremmo costringere Hermione a stare dove non vuole…»

Il signor Granger parve soppesare per un attimo l’idea, «E sia, accettiamo la sua gentile proposta»

«Perfetto!» la signora Weasley batté le mani entusiasta, «Se per voi non è un problema accelerare i preparativi, potremmo organizzare stasera stesso il trasferimento»

«Trasferimento?» domandò dubbiosa sua madre.

«Ci sono severe regole per l’entrata di babbani nel mondo dei maghi, mamma. Ma il signor Weasley lavorando al Ministero potrà accelerare la faccenda»

«Esattamente cara, Arthur aspettava soltanto la vostra risposta, gli comunicherò immediatamente di organizzare tutto. Ripasserò in serata con mio marito»

La signora Weasley si congedò velocemente non nascondendo il suo entusiasmo travolgente.

Rimasti nuovamente soli, la signora Granger si avvicinò alla figlia, «Cara, non ti abbiamo neanche chiesto se a te sta bene»

«Oh mamma, certo che mi sta bene. Perché non dovrebbe?»

«Hermione, cosa intendeva poco fa con l’utilità che le nostre famiglie si conoscessero meglio?» si intromise il padre pensieroso.

«Non… forse soltanto che fosse giunta l’ora di passare del tempo tutti insieme…»

«Caro, perché non vai su nel ripostiglio a prendere le nostre valigie?»

L’uomo annuendo inquieto, salì al piano di sopra.

«Tesoro, c’è qualcosa che vuoi dirmi?»

«Ri-Riguardo?» domandò la ragazza a disagio.

«Avevo ragione sul discorso che stavamo facendo prima che partissi qualche giorno fa? Su Ronald»

Hermione si voltò verso la libreria, cercando con interesse chissà quale libro, «Mmh… cosa di preciso?» il suo sguardo era diretto agli scaffali, faceva scorrere il dito sui vari volumi.

«Vuoi prenderti gioco della mia intelligenza, Hermione?»

La ragazza si voltò a testa bassa verso la madre.

«E’ una cosa seria?» domandò con occhi penetranti la donna.

Hermione alzò lo sguardo incontrando quello di sua madre. «Si» sussurrò lei convinta.

«Quanto seria, tesoro?»

«Mamma…»

«Credo che io abbia il diritto di saperlo»

La ragazza sospirò, «Mamma non penso di esagerare dicendo che se mi chiedessero come mi vedrei fra vent’anni, risponderei accanto a lui»

«E per lui è lo stesso?»

«Lo è… si» sussurrò lei, quasi rendendosi conto solo in quel momento di quanto lei fosse importante per lui, e quanto questo la riempisse di gioia, «Non me lo ha chiesto ufficialmente ma… Noi stiamo aspettando che stia meglio… Però quando me lo chiederà, se non avrà cambiato idea nel frattempo io… io gli dirò di si, mamma. Non potrei fare altrimenti, non riesco neanche ad immaginare di prendere in considerazione un’altra risposta»

La donna sospirò pesantemente, sua figlia non era più una bambina. «Cara… c’è la possibilità che lui non riacquisti più la memoria?»

«Si, c’è. Ma non mi importa, lui mi… io… i nostri sentimenti non cambiano, mamma.»

«Sono soltanto preoccupata che tu possa soffrire… non è una situazione facile»

«Non succederà» la rassicurò lei.

«Oh Hermione, sei diventata così in fretta una donna…»

Le due si abbracciarono, «Lo dirai a papà? Di me e… Ron intendo»

«Credo che sia meglio che se ne renda conto da solo»

-

La sera arrivò, e come previsto la signora Weasley torno dai Granger per il trasferimento.
Ci volle diverso tempo per oltrepassare tutti i nodi, fino a raggiungere finalmente la Tana.

Il signor Weasley per tutto il viaggio, si era intrattenuto con suo padre parlando animatamente di chissà cosa.

Mentre le due signore, si preoccupavano di confrontarsi sul fronte cucina.
Arrivati nel cortile, vide Ginny venirgli incontro, la abbracciò.

«Signori Granger benvenuti!»

«Ginevra, sei cresciuta moltissimo dall’ultima volta che ti abbiamo visto» le fece notare sorridente sua madre.

«Voi non sembrate invecchiati per niente!»

«Ginny!» la richiamarono i suoi genitori.

«Cosa ho detto di male?»

La signora Weasley si poggiò una mano sulla fronte, «E’ cresciuta con tutti fratelli maschi. Scusatela, piuttosto George è tornato?»

«No, è andato con Harry al negozio, gli serviva una mano. Proprio oggi che potevamo stare un po sol-… al sole. C’è Ron di sopra» tentò di sviare velocemente il discorso in un goffo e mal riuscito tentativo.

«Sono ansioso di rivederlo» esclamò improvvisamente il signor Granger.

Col migliore tempismo, il ragazzo dopo aver sentito quegli schiamazzi, scese di sotto raggiungendoli.

La prima cosa che guardò furono gli occhi di Hermione che di rimando gli lanciarono un sorriso riservato.

«Buon-Buongiorno signori Granger»

Salutò entrambi, stringendo vigorosamente la mano del padre.

«Avete fatto buon viaggio?»

«Di piacevole compagnia, caro. Anche tu sei cresciuto molto, sei diventato un bel ragazzo. E’ da molti anni che non abbiamo il piacere di vederti» si apprestò a sottolineare la signora Granger.

«Oh, grazie. Posso… Posso aiutarvi con quelle?» disse alludendo alle valigie.

«Ottima idea, caro» lo incitò sua madre, «Portale nella stanza di Bill»

Il ragazzo cogliendo al balzo l’occasione, prese i bagnagli allontanandosi.
Hermione avrebbe volentieri voluto accompagnarlo, ma avrebbe senza dubbio destato troppi sguardi.

«Starete nella camera di mio figlio, ora è sposato non vive più qui. Ma la sua stanza è molto capiente, ha passato molto tempo qui con la sua fidanzata prima di sposarsi, quindi c’è posto per entrambi»

«Oh non si preoccupi, ci adatteremo» rispose cordialmente il signor Granger «Hermione invece starà…?»

«Nella stanza di mia figlia, come sempre» completò la frase Molly, scacciando ogni timore dell’uomo sulla sistemazione di sua figlia.

   
 
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