Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: _Cannella_    07/07/2011    2 recensioni
Sotto il sole estivo, si sa, si riaccende la passione; ma quando questa inizia a bruciare sempre di più, prima di diventare amore? Silvia racconta la sua storia, guardando dentro di sè, scavando nel profondo della sua anima, riconoscendo di essere sempre stata autunno, rinunciando all'estate...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’amore è follia, l’amore è estate
 

 
Era innegabile che lei avesse tentato.
Aveva provato a tenerlo lontano, a sfuggire al suo abbraccio, lottando contro il desiderio.
Aveva tentato, ma invano.
Riccardo era il suo veleno. Un dolce e letale miscuglio di passione e dolore che la stava conducendo sull’orlo della follia.
Ormai non c’era antidoto che potesse salvarla:  era innamorata.
Forse era stato l’odore della salsedine, forse il rilassante rumore delle onde che si infrangevano sul bagnasciuga, forse il colore dorato del cielo, diventato tutt’uno con il mare, ma lei si era innamorata; si era innamorata di lui.
Spaventata da quel sentimento, aveva deciso di scappare, senza sapere che è impossibile fuggire da se stessi.
Proprio lei, così razionale, così posata, così controllata; come è potuto succederle? 
Lei che non si era mai concessa quell’insana abitudine di sognare, lei che aveva sempre messo la realtà davanti alla fantasia, lei che aveva sempre pensato solo e soltanto alla sua vita, al suo futuro.
Eppure, proprio lei era dovuta rimanere in silenzio a guardare tutte le sue convinzioni cadere in frantumi, distrutte dallo sguardo profondo di due occhi di onice liquida.
L’amore: sentimento troppo irrazionale perchè potesse sfiorare l’animo di Silvia, ma abbastanza potente da infrangere le barriere che si era costruita intorno.
Si dice che l’estate sia la stagione delle infatuazioni passeggere, dei giochi di seduzione destinati a finire non appena le prime foglie si siano colorate di giallo e inizino a cadere dai rami secchi, cominciando a trascinare il calore estivo verso il freddo dell’inverno.
Silvia si era sempre vista come l’autunno: colorata, dalle mille sfacettature, ma comunque temperata, prevedibile, forse anche un po’ malinconica.
L’amore è follia, l’amore è estate. Lei era l’autunno.
Ciononostante non riusciva ad impedire a delle piccole lacrime salate di rigarle il viso dai lineamenti delicati, mentre, seduta in riva al mare, osservava il vento giocare con i piccoli granelli di sabbia, i cocci di tutte le sue certezze.
Quello sguardo magnetico era diventato pura ossessione. Lo sognava, lo immaginava; appena chiudeva gli occhi si ritrovava immersa in quell’incubo, al posto del sonno tranquillo e senza sogni che era stata la sua vita fino a quel momento.
Si riteneva tanto protetta, Silvia, al sicuro da qualsiasi sentimento, e invece era bastato un ragazzo per farle dimenticare tutti i diciassette anni passati a nascondersi dall’amore.
Un passato doloroso l’aveva spinta a chiudersi in se stessa, a guardare il mondo solo attraverso le pagine aride di libri e quaderni, senza mai sperimentare niente per davvero, temendo che la realtà potesse scottarla. Eppure lei era sempre stata convinta di vivere nel mondo reale, e solo adesso, con le lacrime ad appannarle la vista, si rendeva conto di aver trascorso tutte le sue “estati” rinchiusa in una bolla di autentica immaginazione. Un luogo sicuro, certo, ma dal quale non sarebbe mai dovuta uscire. Purtroppo due meravigliosi occhi neri l’avevano sedotta, senza in realtà rendersene conto. E così lei era stata costretta a togliersi la maschera ed iniziare ad affrontare la sofferenza della realtà.
Quel giorno aveva portato tutte le sue più intime emozioni alla luce del sole estivo, con la speranza di alleviare quel dolore che provava nel petto. E invece altra sofferenza la stava aspettando:  il suono di parole crude, che si conficcavano nel suo cuore: lame affilate che lentamente la uccidevano.
E la sua anima lacerata chiedeva pietà. Chiedeva a Riccardo di ricambiare i sentimenti che tanto la facevano star male.
Implorava, ma invano.
Il cuore del ragazzo era sordo alle sue richieste.
Lui, un uomo così pericoloso e contento di esserlo, si stava divertendo, consapevole solo del fatto che la sua storia con Silvia non era altro che un gioco estivo, che sarebbe finito con l’arrivo dell’autunno.
Lei, una ragazza di appena diciasette anni, che si abbandonava per la prima volta tra le braccia di un sentimento sconosciuto che la travolgeva, pronta, o quasi, ad affrontare l’amore e la sua follia.
Il cacciatore e la sua preda avevano iniziato quell’ipnotica danza, nella quale uno era destinato a soccombere.
L’amore brucia, l’amore fa male, eppure non perde mai quella nota di dolcezza, seguita dal sapore più amaro del fiele.
E così, durante quei torridi giorni di luglio, Silvia, la ragazzina seria e anche tanto inseperta, conobbe la passione, il desiderio.
Conobbe la vita, per poi morire.
Morire autunno per rinascere estate.  

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: _Cannella_