Libri > Il diario del vampiro
Segui la storia  |       
Autore: iosnio90    07/07/2011    9 recensioni
Nonostante i demoni siano stati sconfitti, le cose a Fell's Church non sono mai tranquille e un giorno, al pensionato, si scatena una furiosa lite.
Elena, confusa sui sentimenti che prova per Stefan e Damon, decide di lasciare Stefan e dare una chance a Damon.
Stefan la prende malissimo e, furioso, inveisce contro Elena e Damon.
L'unica che riesce a placarlo è Bonnie.
Stefan e Bonnie cominciano a passare sempre più tempo insieme finendo, addirittura, col diventare indifferenti alla relazione tra Damon ed Elena.
E se Stefan, deluso e arrabbiato a causa di Elena, scambiasse per amore il sentimento di grande affetto che lo lega a Bonnie?
E se tra Elena e Damon le cose cominciassero a prendere una brutta piega?
Riusciranno a riportare le cose alla normalità? Oppure arriveranno tardi e Stefan e Bonnie finiranno con l'innamorarsi per davvero? Damon riuscirebbe a sopportare una cosa del genere, se accadesse?
Qui non ci saranno mostri da combattere, ma solo loro e i loro sentimenti.
Naturalmente, da Donnie convinta, non può che essere una storia su di loro e chi mi conosce sa che adoro il lieto fine quindi...ma se avessi cambiato idea?
Leggete per scoprirlo....BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Caos emotivo

Era pomeriggio inoltrato e Damon se ne stava tranquillamente seduto su una poltrana davanti alla finestra della stanza di Elena al pensionato e guardava assorto quel sole che splendeva alto nel cielo senza che lui facesse niente per oscurarlo.
Le ultime settimane erano state confuse e a dir poco difficili, ma quel giorno Damon si sentiva stranamente calmo e rilassato come non lo era da tempo.
Quella notte aveva baciato la streghetta. Certo…in sogno, ma l’aveva baciata.
E quel giorno le aveva dedicato quello splendido sole sapendo quanto lei odiasse le giornate grigie.
Damon si sentiva fiero di se stesso per questo motivo e anche stranamente compiaciuto come se soddisfare i bisogni della streghetta lo rendesse migliore di ciò che era in realtà.
L’idea di manipolarle i sogni era stata a dir poco geniale anche se affrettata.
Ma lui non ci era riuscito a starle lontano nonostante lei glielo avesse espressamente chiesto.
Da quando era rimasti bloccati nella grotta Damon sentiva che era cambiato qualcosa e quello stesso qualcosa aveva continuato a crescere quando ne erano usciti e si erano separati.
Era tutto enormemente strano perché a rigor di logica lui avrebe dovuto essere felice con Elena, eppure non era così.
Damon, nelle ultime settimane, si era spesso chiesto se tutto quel bel discorso fatto dalle due streghe bianche fosse vero e più tempo trascorreva con Bonnie più la sensazione che tutto il resto fosse solo un grosso errore  gli opprimeva la mente.
“Damon? Mi ascolti?” - la voce di Elena, che si muoveva in giro per la stanza, lo riscosse dai suoi pensieri.
Damon annuì distrattamente: “Si, si….continua….” - disse.
“Allora, ti dicevo…” - Elena riprese a parlare, ma ben presto le sue parole divennero soltanto un sottofondo indistinto su cui Damon ricominciò a tessere la fitta trama dei suoi pensieri.
Un errore….
Elena era un errore? La ragazza che aveva sempre voluto?
Damon ricordava bene la sensazione di vittoria che aveva provato nell’istante in cui Elena aveva scelto lui e lo aveva comunicato al fratello, ma ricordava altrettanto bene che, più o meno nello stesso istante, quando Bonnie aveva fatto il suo ingresso schierandosi con Stefan, lui aveva provato una strana fitta all’altezza del petto come se qualcosa lo avesse colpito dall’interno.
Da quel giorno, ogni volta che vedeva Bonnie, aveva cominciato a provare lo strano bisogno di avvicinarla e il tocco di Elena che non gli permetteva di muoversi gli procurava un fastidio enorme.
Insomma…lui, prima di tutta quella faccenda, non aveva mai sentito il bisogno di stare con Bonnie, o meglio….gli capitava di sentirlo, ma subito lo metteva a tacere raggiungendola o cominciando a parlarle.
Poi, però, era sopraggiunta la scelta di Elena e con essa anche una specie di barriera che lo teneva, contro la sua volontà, a debita distanza da Bonnie.
Damon si era spesso chiesto se era quella sensazione, quella barriera, a corrispondere a quel concetto piuttosto sconosciuto per lui, ma di cui Stefan parlava in continuazione: la monogamia.
Ma era impossibile che fosse così!
Se quella era la monogamia, allora dov’erano la gioia di stare con chi si ama e il rispetto dell’altra persona e l’impensabilità di tradirla e l’impossibilità di provare qualcosa per qualcun altro che non sia la persona che hai accanto, di cui tanto parlava suo fratello?
Damon tutte quelle cose non le sentiva per Elena…
L’unica cosa che sentiva era quella barriera che lo teneva lontano da un’unica persona: Bonnie.
Applicata a qualsiasi altra ragazza, Damon era quasi contento che la barriera esistesse. Ma quando la barriera veniva applicata con Bonnie….beh…non andava bene, per niente.
Ed era quella sensazione a fargli credere che ci fosse qualcosa di sbagliato nella barriera, in Elena, nel loro rapporto e persino in lui stesso!
Insomma…lui a Bonnie aveva raccontato del suo passato, l’aveva portata nella sua casa, gli si era mostrato completamente e quasi involontariamente…
Ma, dopotutto, con Bonnie era sempre stato così.
Lei era sempre riuscita a vedere il lato più vulnerabile e nascosto che lui cercava di nascondere ad ogni costo.
Poche persone conoscevano quella parte di lui così umana.
La stessa Elena l’aveva vista soltanto poche volte: o quando lui le permetteva di entrare nella sua mente oppure quella volta in cui aveva usato su di lui un paio delle sue ali per liberarlo dal malach che lo aveva posseduto.
Ma era, comunque, sempre stato qualcosa che era avvenuta per sua scelta. Era sempre stato lui a permettere ad Elena di “vederlo”, lei non ci era mai riuscita da sola.
Con Bonnie, invece, era diverso.
Ogni volta era lei a far breccia dentro di lui, non era mai stato lui a permetterglielo.
Avveniva contro la sua volontà, come se fosse naturale che lei lo vedesse, lo conoscesse per davvero.
Damon aveva ancora impressa nella mente quella sensazione di euforia di quando l’aveva appena salvata dagli uomini-albero di Shinici e lei si era risvegliata guardandolo con quei suoi enormi occhioni.
In quel momento Bonnie lo aveva visto per davvero, aveva guardato lui, Damon, non il vampiro.
E lo stesso era avvenuto nel sogno della notte precedente.
Lui le aveva detto di averle mostrato il bambino di sua volontà perché voleva che lo conoscesse, ma non era così…aveva mentito.
In realtà,  il bambino non era previsto, era semplicemente sbucato dal nulla senza che lui potesse farci niente e si era avvicinato a Bonnie.
E adesso non sapeva più cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato.
L’unica cosa che sapeva per davvero era che quando guardava Bonnie e lei guardava lui scattava qualcosa, qualcosa che con Elena non era mai scattato.
“…Bonnie…” - il nome della streghetta pronunciato dalla voce di Elena, lo riportò alla realtà.
Damon si voltò di scatto: “Cosa hai detto, scusa?” - chiese.
“Stavo dicendo che invidio parecchio Bonnie!” - rispose Elena.
Damon si accigliò: “Perché?”.
Elena lo guardò socchiudendo leggermente gli occhi: “Damon, stai bene? Guarda che te l’ho appena detto il motivo per cui invidio Bonnie: perché lei sta organizzando insieme a Meredith quel ballo di beneficenza per il Comune di Fell’s Church e io ho sempre adorato queste cose, ma visto che per tutti sono morta, non posso partecipare ai preparativi, ricordi?” - spiegò - “Ultimamente sei sempre distratto, ma che ti prende?”.
Damon annuì lentamente: “Nulla! Non mi prende nulla! Che dovrebbe prendermi, scusa?” - rispose.
“E, oltre ad essere distratto, dormi in continuazione!” - aggiunse Elena - “A proposito: hai dormito bene stanotte?” - gli chiese.
Damon non riuscì a trattenere un sorriso: “Benissimo!” - rispose.
“Bene!” - annuì Elena - “Allora possiamo andare!”.
Damon si accigliò: “Andare dove?” - chiese.
Elena sbuffò esasperata: “In giardino!” - disse - “L’ho detto io che sei distratto!”.
“E perché dovremmo andare in giardino?” - fece Damon.
“Perché la signora Flowers e la signora Stones ci hanno chiesto di raggiungerle per dar loro una mano con non so che cosa!” - rispose Elena scandendo per bene ogni parola, cosa che fece pensare a Damon che, probabilmente, questo era un altro pezzo dell’interminabile discorso di Elena di poco prima di cui lui non aveva ascoltato nemmeno una parola.
Decise di fare buon viso a cattivo gioco: “Ok! Andiamo, allora!” - sorrise.
Elena sospirò scuotendo la testa e gli afferrò la mano.
Scesero al piano di sotto in silenzio e si avviarono verso il giardino.
C’era qualcosa che non andava….
Damon non riusciva a sentire molto. Nonostante dal giardino provenissero delle voci, erano voci indistinte, come se lui avesse le orecchie otturate.
Elena sembrava tranquilla e lo trascinò verso la porta sul retro con un sorriso incoraggiante sulle labbra.
Aperta la porta, vennero investiti dal sole caldo del pomeriggio e poco dopo la voce squillante della signora Flowers li raggiunse: “Finalmente! Venite, venite!”.
Elena e Damon si avvicinarono ed Elena salutò le due donne, gentilmente.
“Oh! Ci siete anche voi!” - esclamò la signora Stones guardando alle loro spalle.
Damon si voltò tenendo ancora la mano di Elena e il suo sguardo si posò sulla figura di Bonnie che avanzava seguita da Stefan e Meredith.
Damon avrebbe voluto sorridere, ma lo sguardo triste di Bonnie glielo impedì e rimase immobile a chiedersi cosa fosse successo.
Solo un istante dopo capì, seguendo gli occhi della streghetta che si posavano sulla sua mano e quella di Elena, intrecciate.
Bonnie distolse subito lo sguardo e lo superò senza nemmeno guardarlo.
Damon districò la sua mano dalla stretta di Elena, ma sapeva che ormai era troppo tardi.

Meredith era arrivata da pochi minuti, ma già l’aria sembrava pesantissima e non a causa del caldo di quei giorni.
Salutò velocemente Elena e Damon e si sistemò alla destra della signora Stones.
“Allora…benvenuti a tutti, ragazzi!” - disse la signora Stones.
“Vi ringraziamo per essere venuti in nostro soccorso!” - aggiunse, sorridente, la signora Flowers.
“Vi starete chiedendo perchè vi abbiamo chiesto di venire…beh…la risposta è semplice! Innanzitutto…vi prego…perdonateci per l’incantesimo con cui vi abbiamo colpito la scorsa volta: abbiamo compreso il nostro errore e ce ne rammarichiamo!” - cominciò la signora Stones.
Meredith, a quelle parole, si voltò verso la donna con gli occhi spalancati e confusi.
“Quindi non abbiate alcun timore perché non faremo mai più una cosa simile!” - aggiunse la signora Flowers.
Meredith continuava a non capirci nulla e si limitò ad annuire.
“Ed oggi, per rinsaldare la nostra amicizia, vi abbiamo convocati qui affichè voi possiate darci una mano con del sano lavoro di giardinaggio!” - disse la signora Stones.
“Giardinaggio?” - chiese Stefan.
“Si!” - annuì la signora Flowers - “Come sapete bene, ragazzi miei, io adoro il giardinaggio! Ma, purtoppo, data la mia età parecchio avanzata, non posso fare molto per il mio giardino oltre a piantare fiori e a potare i cespugli di tanto in tanto!”.
“Ed io non posso aiutarla più di tanto visto che sono addirittura più avanti di lei con gli anni!” - aggiunse la signora Stones.
“Quindi siamo qui per chiedervi di aiutarci, in questa bella gioranta di sole, a rimettere a nuovo questo posto! Insieme potremo renderlo magnifico piantando fiori, potando cespugli, tagliando l’erba e, magari Damon e Stefan potrebbero dare una mano risistemando un po’ gli alberi!” - fece, speranzosa, la signora Flowers.
“Io dovrei piantare fiori?” - chiese Damon.
“Non necessariamente! Tu e tuo fratello ci dareste una mano con le cose più pesanti e poi potremmo trascorrere un bel pomeriggio tutti insieme, che ve ne pare? Non è una grande idea?” - rispose la signora Stones.
A questo punto, Meredith cominciò a sospettare qualcosa.
Il tono della signora Stones era così serio che sembrava che li stesse prendendo in giro tutti.
Meredith trattenne a stento una risata mentre diceva: “Io ci sto…sarà divertente!”.
La signora Flowers si illuminò: “Questo è lo spirito giusto!” - disse.
In quel momento, quasi contemporaneamente, anche Elena e Bonnie annuirono, incerte.
Damon e Stefan erano gli unici a non aver ancora accettato.
“Damon? Stefan?” - fece la signora Stones.
“C’è una sola cosa che voglio sapere da voi due prima di accettare di fare questa buffonata: cosa avete fatto? Perché non sento niente? E’ una sensazione frustrante!” - fece Damon.
“Damon ha ragione! Di che incantesimo si tratta e perché lo avete fatto?” - si accodò Stefan.
La signora Stones si battè una mano sulla fronte come se si fosse appena ricordata di un dettaglio importante: “Giusto” - disse - “Scusate, ho dimenticato di dirvelo! Io ho lanciato un incantesimo su tutto il pensionato, un incantesimo temporaneo che limita il vostro super udito! In questo momento riuscite a sentire poco meglio di un qualunque umano!”.
“Perché….?” - fece Damon.
“Perché trovo irritante il fatto di dover stare attenta a tutto ciò che dico! E’ già irritante stare attenta a tutto ciò che penso!” - rispose la signora Stones.
“Ma da quando è qui non se ne è mai lamentata!” - fece Stefan.
“Da quando sono qui ho sempre limitato questo incantesimo a me e voi non ve ne siete mai accorti perché non abbiamo mai passato molto tempo insieme nella stessa stanza!” - spiegò la signora Stones - “Ma adesso, visto che staremo tutti qui, ho deciso di ampliare l’incantesimo a tutto il pensionato e il giardino! Ma non vi preoccupate….prendeteli come  i capricci di una povera vecchia!”.
“E poi l’incantesimo scomparirà?” - chiese Damon - “Dopo oggi, intendo!”.
La signora Stones annuì.
“Per me va bene!” - fece Stefan - “Anche se poteva semplicemente avvertirci: io non avrei mai ascoltato le sue conversazioni di nascosto!”.
“Lo so! TU non lo avresti mai fatto, mentre altri….” - rispose la signora Stones lanciando un’eloquente occhiata a Damon alla quale lui rispose sorridendo.
“Allora…mettiamoci a lavoro! C’è molto da fare!” - intervenne la signora Flowers.
Meredith guardò i suoi amici mentre si avviavano, in silenzio, verso quattro punti del giardino lontani tra loro.
Era tutto molto strano.
Fu allora che Meredith colse l’occasione per avvicinarsi furtivamente alle due donne.
Aveva una domanda per loro e il fatt0 che avessero lanciato quell’incantesimo per inibire l’udito dei due vampiri la faceva sentire più tranquilla.
“Ascoltate!” - disse - “Non è che state facendo un grosso sbaglio facendoli stare tutti insieme? Insomma…guardateli: almeno, prima di tutta questa storia, in queste occasioni, Elena parlava con Damon e Stefan con Bonnie! Adesso, invece, se ne stanno tutti e quattro, in silenzio, a fissarsi!”.
“Mia cara Meredith, non essere così pessimista!” - la rimproverò la signora Stones - “Fidati di noi e goditi lo spettacolo!”.
- Godermi lo spettacolo? - pensò Meredith prima di capire il senso della frase e spalancare la bocca, sconcertata.
“Brutte screanzate!” - esclamò - “Confessate: vi siete pure portate i pop corn, vero?”.
Le due donne si guardarono a vicenda e la signora Flowers estrasse un sacchetto di carta dalla borsa che portava a tracolla e lo porse a Meredith.
“Ne vuoi anche tu?” - le chiese.
Meredith sbirciò nel sacchetto e subito le sue narici vennero investite dall’invitante profumino dei pop corn caldi e appena fatti.
Meredith sorrise meravigliata e stupita.
“Ripeto: voi due siete pazze!” - esclamò.
Le due streghe sorrisero contemporaneamente.
Meredith le fissò ancora un attimo, poi si sporse e prese dal sacchetto una manciata di pop corn, cominciando a mangiarli.
“Ed io sono più pazza di voi ad assecondarvi!” - aggiunse.

Seguendo la corrente, Stefan aveva cominciato a dare una mano nei lavori per la ristrutturazione del giardino del pensionato.
Si era, quindi, dedicato agli alberi, come gli aveva suggerito di fare la signora Stones, e adesso era impegnato nel duro compito di raddrizzare enormi quercie.
Infatti, a causa del tempo, delle lotte e, perché no, delle intemperie, i tronchi degli alberi avevano cominciato a…..beh…a piegarsi di lato e a crescere in modo decisamente poco carino. E questo era successo a tutti gli alberi, anche a quelli più grossi.
Stefan si stava quindi dedicando insieme a Damon a questo lavoro di forza bruta, ma che per loro era un giochetto da ragazzi. E, mentre suo fratello se ne stava dall’altra parte del giardino a risistemare i salici, lui si occupava delle quercie da cui Damon si premurava di stare lontano.
Nonostante l’amore di Damon per le quercie e il suo lato masochista che lo portava ad arrampicarcisi sopra per dormire, Stefan sapeva bene che il fratello non dimenticava che, in certe situazioni, soprattutto quando c’era il rischio di ferirsi, non era un bene per lui stare a contatto con il legno di quercia.
E quella era una di quelle situazioni.
Dopotutto anche Stefan si era già ferito un paio di volte, solo che , se al suo posto ci fosse stato Damon, le ferite non sarebbero scomparse così rapidamente.
Quindi, non appena Damon si era voltato dall’altra parte, Stefan non aveva potuto fare altro che rispondere al suo silenzioso segnale e dedicarsi a quegli imponenti alberi.
Poco più in là Bonnie era circondata da grossi vasi pieni di tulipani, margherite e viole e li stava…..prendendo a calci?
Stefan lasciò immediatamente il suo lavoro e raggiunse preoccupato Bonnie.
Le afferrò le braccia e la costrinse a guardarlo ringraziando mentalmente quella santa donna della signora Stones per aver fatto quell’incantesimo che avrebbe impedito a Damon di ascoltare ogni singola parola della loro prossima conversazione.
“Bonnie? Ehi, ehi, ehi…calmati! Che succede? Dimmelo!” - la esortò.
“Nulla, non succede nulla!” - rispose Bonnie.
“Non prendermi in giro!” - fece Stefan.
Bonnie si limitò a scuotere la testa e nascose il viso con i capelli.
Ma Stefan aveva già visto quella perla trasparente e luminosa che aveva lasciato gli occhi della sua amica e le aveva solcato una guancia.
“Stai piangendo!” - sussurrò, prendendole il mento e facendo scontrare i loro occhi.
“Perché?” - le chiese preoccupato.
“Non posso…non posso dirtelo!” - mormorò Bonnie.
“Cosa? Tu puoi dirmi tutto!” - la esortò Stefan.
Bonnie scosse la testa energeticamente: “Non questo……ti deluderei e non voglio!” - disse.
Stefan la fissò un attimo senza capire.
“Bonnie tu non potresti mai deludermi…” - disse.
“Si, invece!” - rispose lei lanciando un fugace sguardo verso Damon, sguardo che a Stefan non sfuggì.
Capì all’istante che, qualsiasi cosa avesse Bonnie da dirgli, aveva a che fare con Damon e lei non voleva aprirsi perché, sapendo quanto le azioni di Damon lo avevano ferito in passato, non voleva causargli altro dolore.
Quella ragazza era così eccezionale….
In quel momento Stefan prese una decisione: se voleva che Bonnie si aprisse con lui allora lui per primo doveva aprirsi con lei e raccontarle ciò che non le aveva ancora raccontato per la stessa illogica ragione, cioè per paura di deluderla.
“Ascoltami, Bonnie! Anch’io ho un segreto, sai? Una cosa che non ti ho detto…” - disse.
Bonnie annuì asciugandosi le lacrime.
Stefan lo prese come un invito a continuare.
La guardò dritto negli occhi tenendole le mani sulle spalle e riprese: “Nella ultime due settimane, di notte, sono sempre uscito a fare lunghe passeggiate lungo le strade di Fell’s Church….con Elena!” - disse.
Bonnie spalancò leggermente gli occhi, ma non disse nulla.
“E’ successo dopo la confessione della signora Stones e della signora Flowers….parlammo e decidemmo di essere amici, ma poi io mi sono reso conto che non riuscivo a farcela e, preso dal momento, le ho detto apertamente di amarla ancora…” - confessò.
“Oh, Stefan….”.
“Lei mi ha risposto dicendo che anche lei mi ama, ma io non le ho creduto e ho finito dicendole addio definitivamente, questa volta!” - continuò - “Io non le credo, Bonnie! Lei dice di aver capito il suo errore, ma non è così…il suo è solo un capriccio e sono convinto che se potesse avere me e Damon allo stesso tempo allora si che sarebbe contenta! E fa male, sai? Stamattina mi sono risvegliato pensando di essere stato troppo duro e decidendo di lasciarle almeno il beneficio del dubbio, ma poi siamo arrivati qui e lei era con Damon…..come se ieri notte non mi avesse detto nulla!” - concluse.
Bonnie si portò una mano sul cuore guardandolo con occhi pieni di comprensione e appoggio.
Stefan stette ad aspettare fino a che lei non decise di confidarsi.
“Io ho baciato Damon!” - confessò Bonnie.
“Raccontami!” - si limitò a dire Stefan.
“Quando eravamo nella grotta è successo qualcosa…..io non so dirti cosa esattamente, ma lui ha cominciato a cercare di avvicinarsi e io l’ho sempre respinto anche quando siamo usciti fuori! Poi, però, ha cominciato ad entrare nei miei sogni e li manipolva mostrandomi ciò che voleva! Io l’ho lasciato fare perché…..perché lo volevo anch’io! Lui era così premuroso, così attento…si comportava con me come io ho sempre desiderato che facesse!” - disse Bonnie - “Ieri notte mi ha mostrato la vostra casa, quella della vostra infanzia e mi ha mostrato se stesso a quell’epoca! Era tutto così triste…..quel bambino era…così…non so spiegarlo, ma quando lui poi si è avvicinato a me, il vero Damon intendo, io ho sentito una strana sensazione, era come se stessi vedendo la parte più intima a profonda della sua anima ed era così luminosa che mi dispiaceva che lui la tenesse così brutalmente rinchiusa! Così…quando ha fatto per baciarmi io l’ho lasciato fare perché sentivo che era giusto!” - raccontò Bonnie.
“E poi cos’è succeso?” - chiese Stefan.
“E poi è successo che mi sono svegliata e la realtà mi si è riversata addosso e fa male, Stefan! Sto soffrendo così tanto…..!” - rispose Bonnie, mentre le lacrime ricominciavano a scorrere - “So che non dovrei, perché lui è Damon e ti ha fatto così male, ma non ce la faccio! Io ho pensato per davvero, solo per un ttimo, che lui ci tenesse a me…..e quell’attimo è bastato a distruggermi! E poi….sono venuta qui e…si tenevano per mano, Stefan….si tenevano per mano….” - la voce di Bonnie venne stroncata dai singhiozzi e lui l’attirò a se stringendola forte nel suo abbraccio.
Vederla stare così male era straziante e, in quel momento, dimenticò ogni altra cosa e ogni suo problema sentendo soltanto un odio cieco verso suo fratello che stava facendo soffrire un creatura tanto pura come Bonnie senza nessun ritegno.
“Ascoltami…..andrà tutto bene!” - le sussurrò prendendole il viso tra le mani e baciandole la fronte - “Ci sono io con te!”.
Bonnie annuì e tornò subito a stringersi di nuovo a lui.

Elena non aveva proprio voglia del giardinaggio né tantomeno di restarsene lì a guardare Stefan e Bonnie che si abbracciavano.
Non riusciva ancora a credere che Stefan le avesse detto addio.
Sentiva dentro di se che il suo sentimento per lui era talmente intenso che non appena lo avrebbe affermato ad alta voce tutti le avrebbero creduto, ma lui no, Stefan non aveva voluto crederle.
Ci aveva rimuginato su tutta la notte pensando ad un modo efficace per fargli capire cosa realmente provava.
Sapeva di averlo ferito molto, ma non credeva così tanto da non volerla più nella sua vita.
Lei non poteva vivere senza Stefan nella sua.
Eppure lui si era allontanato e quella mattina l’aveva guardata con disprezzo, seppur di sfuggita.
Le sembrava quasi impossibile che le cose fossero cambiate tanto tra loro, ma si rendeva perfettamente conto che la colpevole di quel cambiamento era lei.
Ma adesso non sapeva cosa fare, non sapeva cosa Stefan voleva che facesse….
Gli aveva dichiarato il suo amore, questo non bastava? Cosa stava sbagliando? Cosa doveva fare ancora?
Lui non la degnava nemmeno di uno sguardo e se ne restava lì ad abbracciare Bonnie e, apparentemente, a consolarla.
Elena, in un’altra occasione, si sarebbe precipitata dall’amica a chiederle che cosa avesse, ma adesso, con Stefan lì, non le sembrava il caso.
Ogni volta che si ritrovava da sola con Stefan e Bonnie aveva sempre la spiacevole sensazione di essere lei quella di troppo.
“Sembra che Bonnie stia male…” - mugugnò sovrappensiero senza neppure capire se stesse parlando con Damon oppure no.
Ma lui era lì e si voltò a guardare la rossa borbottando un: “Già!”.
“Vorrei andare da lei, ma sembra stare meglio con Stefan accanto…” - aggiunse Elena continuando a fissare la coppia.
Damon le diede le spalle e disse: “Con Stefan state tutte meglio!” - e il suo tono era talmente gelido che le fece venire i brividi.
Si avvicinò a Damon e gli mise una mano su una spalla.
“Che cos’hai? E’ da un po’ che sei strano….Parlami!” - gli disse.
Damon si voltò di scatto e disse: “A che scopo?”.
Elena spalancò gli occhi, stupita dalla sua aggressività.
“Forse potrei aiutarti…..” - bofonchiò.
Damon scoppiò in una risata amara: “Aiutarmi? Tu non puoi aiutarmi!” - disse tornando a fissare Stefan e Bonnie, ancora abbracciati, e ringhiando.
Ad Elena balenò nella mente uno strano dubbio.
“Quello che ha detto la signora Stones quando ci ha confessato l’incantesimo…quello che ha detto su di te….” - disse - “E’ vero? Tutte quelle cose su te e Bonnie…sono vere?” - continuò fissando Damon negli occhi e venendo ricambiata da uno sguardo privo di ogni sentimento - “Cosa provi per Bonnie?”.
A quella domanda Damon sorrise, ironico: “E tu che mi dici, Elena?” - le disse - “Tutte quelle cose che la vecchia strega ha detto su di te e Stefan sono vere? Cosa provi per Stefan?”.
Elena si sentì punta nel vivo e mai come in quella occasione sentì di essersi illusa su Damon….lei non lo conosceva affatto, non sapeva cosa pensava né come pensava.
Ma sentì il bisogno di essere sincera…un bisogno fortissimo.
Si voltò a guardare Stefan e disse: “Non sono più sicura della mia scelta, Damon!”.
Damon restò a fissarla per un attimo prima di voltarsi verso Bonnie: “Se è solo questo….beata te! Io non sono più sicuro di niente!”.

Le ore in quel dannatissimo giardino passavano così lentamente che a Damon stavano letteralmente saltando i nervi.
Dalla sua ultima chiacchierata non proprio amichevole con Elena erano passate due ore, due infinite ore durante le quali non aveva fatto altro che risistemare alberi, tagliare erba e guardare la streghetta senza capire cosa avesse.
Elena non era più sicura della sua scelta…
Beh…poco gli importava: lui voleva sapere cosa aveva Bonnie che la rendeva così maledettamente triste e che non le permetteva di incrociare il suo sguardo nemmeno una volta.
A passo deciso e furioso si diresse verso il nuovo salice da raddrizzare, ma all’improvviso si sentì afferrare per una spalla e trascinare dall’altra parte del tronco, lontano da sguardi indiscreti.
Il misterioso aggressore lo voltò bruscamente e lo bloccò con le spalle contro l’albero tenendolo in ostaggio puntandogli un bel ramo grosso e affilato all’altezza del cuore.
Si stupì non poco quando si rese conto di chi aveva davanti a minacciarlo di morte: Stefan Salvatore, suo fratello.
“E’ quercia, quindi ti consiglio vivamente di non muoverti!” - sibilò Stefan.
“Si può sapere che ti prende?” - ringhiò Damon.
“Te lo dirò una sola volta, Damon: sta lontano da Bonnie!” - fece Stefan.
“Mi sembra che questa conversazione l’abbiamo già fatta, fratellino…..durante quella famosa cena, ricordi?” - disse, annoiato, Damon.
“Si che ricordo, fratellone, ma a quanto pare il concetto non ti è entrato bene in testa visto quello che le hai fatto!” - rispose Stefan aumentando la pressione del paletto improvvisato.
Fu solo per spirito di autoconservazione che Damon si appiattì maggiormente contro l’albero alle sue spalle.
“E che cosa le avrei fatto, sentiamo!” - disse.
“Perseguitarla, entrarle nei sogni, farle credere chissà cosa…baciarla…” - elencò Stefan.
Damon scoppiò in una risata: “Quindi è questo il problema? Che l’ho baciata? Che c’è, sei geloso, Stefan?” - lo prese in giro.
“Non è gelosia, idiota!” - ringhiò Stefan - “Io e Bonnie non siamo una coppia e per me lei può stare con chi le pare a patto che questa persona la renda felice e tu non sei in grado di farlo! L’unica cosa che sai fare è farla soffrire!”.
Damon divenne improvvisamente serio: “Che intendi?” - chiese.
“Lo sai!” - rispose Stefan - “Chissà per quale dannatissima ragione quella ragazza favolosa ti ama e tu non fai altro che prenderla in giro e divertirti a discapito dei suoi sentimenti! L’hai già fatta soffrire una volta e adesso che sembrava riprendersi tu sei tornato all’attacco mandandola definitivamente al tappetto!” - continuò con gli occhi che lanciavano fiamme - “Si può sapere che ti prende? Cosa ti ha fatto per meritarsi questo bel trattamento, me lo spieghi?” - gi chiese - “E poi oggi…il colmo: prima ieri notte la baci, facendole credere di tenerci a lei, e stamattina le sbatti in faccia quella sottospecie di relazione che hai con la sua migliore amica!” - lo accusò.
Damon rimase il silenzio a fissare il fratello senza rispondere nulla.
Stefan all’improvviso lo lasciò e fece per andarsene: “Te lo ripeto ancora una volta: lasciala stare o, ti giuro, che la sorveglierò giorno e notte per tenerti alla larga!” - fece Stefan  - “Sai? Avevo pensato che potevamo ritrovare un rapporto noi due, ma ti avverto, Damon….se devo scegliere tra te e Bonnie, io scelgo lei! Ho vissuto per 500 anni senza te e posso continuare a farlo, ma Bonnie….io ci tengo a lei, davvero, e ho bisogno di lei nella mia vita…più di quanto ho bisogno di te! Quindi sta attento a ciò che fai…….ti tengo d’occhio!” - finì.
Un attimo dopo era già sparito lasciando Damon completamente basito.
Era per lui che Bonnie stava soffrendo?

Lo sfogo con Stefan le aveva fatto bene.
Certo, non stava una meraviglia, ma un pochino meglio si.
Sicuramenten sarebbe stata alla grande se Damon non l’avesse presa in giro…di nuovo.
Per tutta la mattinata non aveva fatto altro che pensare e ripensare a quel bacio e aveva deciso che doveva parlarne assolutamente con Damon per capirci di più, poi, però, era arrivata al pensionato e aveva capito.
Lei era soltanto un’illusa.
Credeva che fosse cambiato qualcosa, ma non era così.
Lei continuava ad essere la ragazzina credulona ed innamorata e lui continuava ad essere il solito vampiro bastardo che pensava solo al suo angioletto biondo.
Non che la cosa l’avesse stupita più di tanto, ma questa volta faceva davvero un male cane.
Bonnie non aveva mai provato un dolore simile.
Era straziante e continuo, una vera tortura a cui lei non sapeva sottrarsi.
E tutto questo succedeva perché lei ci aveva creduto per davvero, aveva creduto sul serio che quella gentilezza, quella premura, quell’affetto che Damon aveva dimostrato per lei durante i sogni, fossero reali.
Si era resa conto troppo tardi che parlare di sogni reali era assurdo. Non esistevano i sogni reali. Il sogno era una cosa e la realtà era l’opposto.
E, cosa che l’affliggeva ancora di più, sapeva bene che sogno e realtà non si mischiavano mai.
Con Damon era stato tutto un sogno, un unico, grande e bellissimo sogno, ma talmente lontano dall’essere reale che la distruggeva.
L’unica cosa che poteva fare era stargli lontano, non incrociare i suoi occhi altrimenti sarebbe scoppiata in lacrime e concentrarsi sui vasi pieni di tulipani rossi pronti per essere piantati che aveva davanti a se.
Nel momento esatto in cui stava cominciando a lavorare, venne raggiunta da Elena.
“Stai bene, Bonnie?” - le chiese, avvicinandosi.
Bonnie si voltò verso di lei con un gran sorriso: “Certo, perché?”.
“Prima ti ho visto piangere…..” - rispose Elena.
Bonnie si affrettò a chiudere l’argomento: “Niente di che, non c’è bisogno che ti preoccupi!” - disse.
“Stefan ti ha aiutato?” - chiese Elena sfoderando la sua espressione da finta innocente che Bonnie conosceva bene.
Bonnie si spazientì: Elena era andata da lei soltanto per avere informazioni su Stefan, non perché era davvero preoccupata.
“Senti, Elena! Se vuoi sapere se Stefan mi ha racontato tutto quello che è successo tra di voi, la risposta è si! E se proprio ti devo dire la verità…..credo che abbia fatto proprio bene a dirti ciò che ti ha detto! Neanch’io ti credo!” - disse Bonnie.
Elena spalancò gli occhi, sorpresa.
“Ma….ma tu sei mia amica, Bonnie….dovresti credermi…” - disse.
Bonnie scosse la testa: “Proprio perché sono tua amica e ti conosco io non ti credo!” - rispose - “Elena….andiamo….come pretendi che io, Stefan o chiunque altro creda a ciò che dici! Hai passato anni a fare l’indecisa tenendo il piede in due scarpe…”.
“Si, lo so, ma adesso è diverso!” - obiettò Elena.
“In cosa è diverso?” - la incalzò Bonnie.
“Io amo Stefan, Bonnie, lo amo davvero! E lo so per certo perché sono gelosa quando lo vedo con te e non mi importa più di tanto di quello che fa Damon!” - rispose Elena, convinta.
Bonnie annuì, solenne.
“Cioè…non è cambiato niente! Sei gelosa esattamente come eri gelosa di Damon quando stavi ancora con Stefan e non ti importa di Damon esattamente come non ti importava di Stefan!” - fece Bonnie.
Elena, questa volta, sembrò prendersela sul serio.
“Che tu mi creda oppure no, non mi interessa!” - disse.
“E fai bene a non interessarti di ciò che penso io perché ciò che conta veramente è quello che pensa Stefan che, guarda caso, è esattamente lo stesso!” - rispose Bonnie.
“Non allontanarlo da me, Bonnie!” - sibilò Elena.
Bonnie alzò gli occhi al cielo, esaspreata: “E chi lo allontana!” - esclamò - “Qui quella che sta allontanando Stefan sempre di più sei tu e il bello è che non te ne rendi neanche conto!”.
“Che intendi?”.
“Andiamo, Elena! Tu dici che questa volta è diverso, che ami lui e soltanto lui, che non ti importa niente di Damon, che vuoi solo Stefan, ma non fai nulla per dimostralo!” - rispose Bonnie - “Insomma…guardati….sei ancora la ragazza di Damon! Se tu volessi davvero fare di tutto per riprenderti Stefan la prima cosa che avresti fatto stamattina appena sveglia era troncare con Damon definitivamente in modo da dare a Stefan la prova tangibile che quello che dici è vero e che le cose sono davvero cambiate! Ma tu…niente…te ne stai lì tutta sorridente a tenere la mano di Damon stretta nella tua e pretendi pure che Stefan ti creda!” - continuò - “E’ per questo motivo che io non penso che tu sia sincera, Elena! Dopo tutto il male che gli hai fatto Stefan ha bisogno di qualcosa di più di tante belle parole per tornare a fidarsi di te, ma tu non lo capisci oppure non vuoi capirlo! Sei egoista, Elena! Il tuo è puro egoismo! In un modo o nell’ altro tu vuoi sempre vincere, ma sai che se lasci Damon e poi Stefan non ti rivuole allora perderesti sicuramente. Quindi sprechi tante parole con Stefan, ma continui a tenerti Damon in modo che, nel caso in cui Stefan non ti rivolesse, Damon sarebbe ancora tuo! E tutto questo è egoista e meschino!” - finì Bonnie.
Restò in silenzio a fissare gli occhi sbarrati di Elena ancora qualche attimo, poi le voltò le spalle.
Ma proprio quando stava per allontanarsi Elena se ne uscì con: “Sei innamorata di Damon, Bonnie?”.
Bonnie si fermò e voltò leggermente il viso nella direzione di Elena.
“E questo cosa c’entra?” - chiese.
“Beh…mi sembra che tu ci tenga particolarmente al fatto che tra me e Damon finisca! Quindi….sei innamorata di lui, Bonnie?”.
“Non sono affari che ti riguardano!” - rispose Bonnie, tagliente.
“Invece mi riguardano!” - protestò Elena - “Ti ricordo che è del mio ragazzo che stiamo parlando!”.
Bonnie sorrise e si voltò con gli occhi che le scintillavano di cinismo ed ironia.
“E io che pensavo che tu amassi solo Stefan e che questa volta era tutto diverso e non era un capriccio!” - disse.
Elena impallidì e si pentì subito di ciò che aveva detto, cominciando a balbettare per trovare una soluzione: “No….n-no, Bonnie….aspetta io….”.
“Cosa dovrei aspettare Elena? Che tu mi dia un’ ulteriore conferma di tutto ciò che ti ho appena detto?” - le chiese, cinica - “Non preoccuparti…non ce n’è bisogno!”.

Il resto della giornata era trascorso velocemente.
Ognuno era impegnato nel proprio lavoro e, fatta eccezione per qualche chiacchiera scambiata con la signora Flowers che veniva di tanto in tanto a dargli consigli e per le occhiate e i sorrisi che scambiava con Bonnie, Stefan non parlò con nessun altro.
Restò chiuso nel suo sienzio cercando di sbollire la rabbia che lo aveva portato a minaccire il suo stesso fratello con un paletto potenzialmente mortale per lui.
Faceva grossi respiri che lo rilassavano e cercava di pensare a cose colorate e felici, ma poi il ricordo delle lacrime di Bonnie gli ritornava alla mente e allora doveva ricominciare tutto dall’inizio.
Non era giusto. Non era per niente giusto che Bonnie dovesse soffrire così tanto a causa di Damon.
Lei si meritava qualcuno che l’amasse e che la rendesse felice. Stefan non si sarebbe opposto tanto se Damon fosse stato in grado si assolvere ad entrambi i compiti, ma lui non ne era capace, lui non era adatto a Bonnie.
“Ragazzi! Direi che abbiamo finito……che ne pensate?” - la voce della signora Flowers lo allontanò dai suoi pensieri.
Stefan si guardò intorno per la prima volta dopo molte ore e si rese conto che avevano fatto effettivamente un attimo lavoro.
Il giardino sembrava rinato e, se possibile, dava l’impressione di essere ancora più grande di quello che era in realtà.
Fiori di ogni colore e profumo erano stati piantati tra l’erba verde e i cespugli erano stati potati a dovere.
Il sole stava calando nel cielo e tutto stava assumendo uno spettacolore riflesso arancione mentre i grilli cominciavano la loro serenata notturna a quel magnifico prato.
“E’ perfetto!” - commentò Meredith e Stefan era perfettamente d’accordo con lei.
Bonnie gli si avvicinò e gli strinse la mano.
Stefan ricambiò la stretta e sorrise.
“Andiamo! Ti accompagno a casa!” - le sussurrò.
Bonnie annuì e si avviarono verso l’uscita quando la voce di Elena lo richiamò.
“Stefan?”.
Stefan si voltò lentamente.
“Che cosa c’è?” - le chiese, stanco.
“Vorrei parlarti!”  - rispose Elena lanciando uno sguardo a Bonnie.
“Io ti aspetto all’entrata, Stefan! Tanto avevo sete!” - fece Bonnie dileguandosi all’interno del pensionato.
Elena gli si avvicinò.
“Stefan…” - disse
Lui non la lasciò nemmeno parlare: “Senti! Qualsiasi cosa tu voglia dirmi…dimmela domani! Sono troppo stanco adesso per ascoltarti!”.
Elena scosse la testa: “No, Stefan, non mi importa! Io devo dirti di nuovo che tutto ciò che ti ho detto ieri è vero e che io ti amo!”.
Stefan abbassò lo sguardo, rassegnato: “Elena…” - la richiamò.
“Ascolta, lo so che non mi credi, ma io continuerò a ripeterti che ti amo fino a che non capirai che è vero!” - insistette Elena.
Stefan sospirò: “E allora sprechi il tuo tempo!” - le disse - “Ti ho già detto addio, Elena! Per me non c’è altro da aggiungere!”.
Detto questo, la lasciò lì e andò via.

Bonnie aveva lasciato Stefan da meno di due minuti ed era da sola nella cucina del pensionato quando venne afferrata per un braccio e trascinata in un angolo appartato e poco illuminato da Damon.
“Che cosa….?” - si lamentò, ma quando si ritrovò Damon davanti a così poca distanza, gli occhi le si riempirono di lacrime.
“Allora è vero!” - disse Damon.
“Cosa?” - gli chiese.
“Stefan mi ha detto che io ti sto facendo soffrire, che è l’unica cosa che riesco a fare quando si tratta di te…..è vero!” - spiegò lui asciugandole una lacrima.
Perché era così difficile stargli accanto?
Perché quando lo guardava rivedeva immagini di lui insieme ad Elena?
Perché si sentiva tradita e allo stesso tempo traditrice?
Non aveva senso.
“Perché soffri?…Dimmelo!” - pretese Damon.
Bonnie scoppiò in lacrime e, per una volta, decise di essere totalmente aperta e sincera con lui.
“Io non ce la faccio, Damon, non ce la faccio a starti vicino! Dopo ieri sento qualcosa che si spezza dentro di me ogni volta che ti guardo! E lo so che è solo colpa mia perché sono una stupida, perché ho pensato che quello che è successo tra di noi per te contasse qualcosa, ma evidentemente non è così! Tu hai Elena e la ami….Come posso pretendere io di prendere il suo posto? Di riuscire a farmi amare da te?” - disse tra i singhiozzi - “Ma nonostante io sappia tutto questo…sto male, malissimo, perché non riesco a farmene una ragione e poi tu….tu ogni volta mi guardi e mi cerchi ed io….non riesco a resistere al desiderio di starti vicino! Ma, devi capire che questo mi strazia, Damon! Tu entri nei miei sogni e mi fai credere di…non lo so….di tenerci a me, ma poi arriva il giorno e…niente è rele, Damon!”  continuò - “Per questo voglio chiederti una cosa: lasciami libera, libera di non pensare più a te così intensamente, di non immaginare più il mio futuro al tuo fianco, lasciami libera da te….ti prego!” - lo supplicò allo stremo delle forze.
“Non dirmi addio, Bonnie!” - fece Damon.
Bonnie abbozzò appena un sorriso e, presa dall’impeto, gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
Damon la strinse subito a se tenendole un braccio stretto attorno alla vita, mentre con l’altra mano le reggeva la nuca stritolandole i capelli così forte da farle male, ma a Bonnie non importava.
Lei continuava a piangere e più quel bacio disperato andava avanti più piangeva perché quel bacio aveva il sapore amaro dell’addio.
Improvvisamente Bonnie si staccò da Damon per riprendere fiato.
Lui appoggiò la sua fronte contro la sua.
“Lasciami libera, Damon!” - fece Bonnie.
“Non ci riesco!” - sussurrò il vampiro, in risposta.
Bonnie si discostò da lui e fece un passo indietro: “Fallo e basta!” - disse, subito prima di correre via.







NOTE:
Ciao a tutti!!!!
Scusate per il ritardo, ma questa è stata una settimana infernale e non solo per il caldo!!!!
Comunque, senza stare qui ad annoiarvi troppo, mi sono ridotta a dover revisionare tutto il più lungo capitolo che io abbia mai scritto questa sera!!!! Sorry!!!
Però è vero che questo capitolo dura parecchio...ci ho messo tre giorni a scriverlo tutto!!!!
Però succedono un sacco di cose abbastanza fuori di testa....
E pensare che tutto comincia per il solo fatto che Damon ed Elena si tengono per mano e Stefan e Bonnie li vedono!!!
A pensarci, tutto il casino che combinano è davvero una scemenza, ma bisogna anche capire che quando c'è di mezzo l'amore si fanno e si pensano davvero un sacco di scemenze!!!! Poi se le cose non sono ben chiare a nessuno allora è ancora peggio.....
Ma, vi dico, con tutto quello che è successo le due vecchiette astute sono contente!!!!XDXDXDXDXD
Perchè? Beh...perchè alla loro età conoscono un pò il mondo e sapevano che metterli tutti insieme avrebbe portato alla fatidica svolta!!!!
Ormai mancano davvero pochi capitoli alla fine della storia......3, al massino 4...comunque conto di terminarla per la fine di luglio, quindi la svolta doveva esserci!!!
Insomma, è vero che adesso sono tutti più tristi e confusi di prima, ma se succede c'è un motivo....
Bonnie ha apertamente confessato e accettato che ama Damon e soltanto lui!!!
Damon ha capito che per lui Bonnie è importante e che sta male solo al pensiero di ferirla!!!
Stefan...beh....lui aveva giò confessato i suoi sentimenti...adesso tocca ad Elena!!!
Ed Elena, appunto, chissà...magari in un raptus improvviso di intelligenza capirà che deve stare a sentire Bonnie se rivuole Stefan!!!!
Beh...adesso vi lascio....il prossimo sarà un capitolo triste, ma decisivo, vi avverto!!!
Ci "vediamo" lunedì sul mio blog per lo spoiler!!! Invece, per il capitolo...
A giovedì....BACIONI...IOSNIO90!!!

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il diario del vampiro / Vai alla pagina dell'autore: iosnio90