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Autore: Faddo    08/07/2011    3 recensioni
"La Vita Secondo Navarro Adam" una storia che racconta semplicemente la storia di un "vecchio" 40enne, dei suoi amici e di molte altre cose che non dirò qui.
Questo libro ha una morale? Si, non vivete come lui, credetemi non è bello.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'Angolo delle Massime di Adam:
"Meglio un giorno da leoni...che mille da Adam, ma sul serio, non scherzo mica..."


CAPITOLO 9: Buon Natale Adam!

"Adam: il giorno dove tutte le mie paure diventano reali, cioè il giorno dove l'affetto mondiale ti si riversa contro che tu lo voglia o meno, per non parlare dei regali, ci sono varie possibilità e tutte queste sono spiacevoli, se ricevi un bel regalo devi farne un'altro bello uguale o più bello altrimenti la persona in questione si sentirà offesa, se fai un regalo devi sapere i gusti delle persone e quasi sicuramente ti capiterà di fare regali doppi, ma questa persona avrà il coraggio di ridiriti qualcosa, oppure la più spiacevole è quella nella quale tu fai un regalo e l'altro non ha fatto niente e fa finte di niente, inoltre perchè devo rivedere tutte le persone che non voglio vedere tutte insieme in un unico giorno? già nel corso dell'anno si ha a che fare con schiere di rompiballe e idioti, ma a Natale è peggio sono tutti riuniti a festeggiare; ecco perchè odio il Natale vi è chiaro?"
"Classe: Si prof!"
Era il 23 Dicembre, era l'ultimo giorno prima delle vacanza natalizie, e quel giorno siccome ero rimasto indietro con le interrogazioni a causa dell'influenza che mi ha preso nei primi di dicembre dovevo finire le interrogazioni con l'ultimo che mancava, ed era Faccia Ottusa, per chi non se lo ricordasse, faccia ottusa era il ragazzo del compito alla quale era andato male e si era lamentato per la disparità e per le preferenze che facevo, aveva detto che per il secondo compito si sarebbe impegnato, peccato abbia preso  5 1/2, così doveva mantenere feda al patto fatto, cioè di farsi interrogare per primo, peccato che alla fine si è fatto interrogare per ultimo, ma ecco il suo momento, se Faccia Ottusa avesse preso almeno 7 avrebbe conquistato il nome tanto ambito.
"Adam: comunque non cercate di farmi domande solo per farmi perder tempo, è l'ultimo giorno ma onestamente non mi interessa, perciò ora avanti venga fuori a farsi interrogare...un po' di tensione...vi prego fate il classico crescendo di oh, così aumenta la suspence"
Gli studenti mi guardarono estraniati come se stessi parlando una lingua aliena e io alzandomi e muovendo le mani verso l'alto con i palmi rivolti verso il tetto dissi:
"Adam: dovete fare così: ooooooooooooooo ollè, dai non l'avete mai fatto, ai miei tempi si faceva per creare tensione e per metter ansia negli interrogati..."
Gli studenti mi guardarono ancora più estraniati con sguardi simili alla copertina dell'album In the court of the Crimson King, se non avete presente l'immagine cercatevela su google; io a quel punto incazzato dissi:
"Adam: al diavolo, Faccia Ottusa vieni qua subito prima che prenda della cartavetrata e renda gli angoli della tua testa meno spigolosi!"
A quel punto era cominciata la vera interrogazione ed era simile ad un incontro di boxe, dove io cominciavo a tirare pugni e lo studente doveva difendersi e contrattacare se non voleva finire K.O.
"Adam: bene, elencami gli scopi della psicologia sperimentale e di quella applicata e dimmi di cosa si occupano i due settori"
Faccia Ottusa prese fiato e dopo aver preso pure coraggio e sicurezza disse:
"Faccia Ottusa: allora...descrivere, misurare e spiegare un comportamento se ne occupa la psicologia sperimentale, mentre quella applicata si occupa di prevedere, controllare e migliorare un comportamento, poi mentre quella sperimentale diciamo che, studia un fenomeno, invece quella applicata da quello che la sperimentale ha studiato lo applica per migliorare la vita delle persone"
"Adam: esatto, bravo, prossima domanda...quali sono le strategie di un buon osservatore?"
"Faccia Ottusa: perchè...mmm....ah si!"
"Adam: insight?"
"Faccia Ottusa: eh?"
"Adam: niente vai avanti..."
"Faccia Ottusa: allora, i metodi sono registrare con un video i comportamenti, osservare il tutto da uno specchio monodirezionale e prepare delle schede d'osservazione dove si segneranno le cose notate"
"Adam: si dai te accettabile come risposta, poi...in che senso gli psicologi collaborano con architetti urbanisti?"
"Faccia Ottusa: questa la so, ne son sicuro, allora...collaborano con gli architetti urbanisti per studiare come sistemare gli edifici o come colorarli per rendere l'ambiente dove la persona vive il più piacevole possibile, giusto?"
"Adam: non male Faccia Ottusa stai dando il meglio di te eh..."
L'interrogazione continuò con domande su domande, gliene feci 12 se non ricordo male, qualcuna la sbaglio, qualcuna la azzecco in pieno e mi diedi anche informazioni in più in altre ci dovette pensare più tempo o fece dei piccoli errori, ma alla fine il risultato è quello che è.
"Adam: bene Faccia Ottusa, abbiamo finito"
A quel punto mi alzai in piedi e richiamando l'attenzione della classe con un manata forte sulla cattedra dissi:
"Adam: Hey, gregge, un attimo d'attenzione...voglio che tutti salutiate il vostro nuovo compagno di classe, è un po' tonto, un po' ottuso, si chiama Gerrington Adam, e oggi ha preso 7/8 all'interrogazione, salutatelo tutti quanti"
Gerrington era felice davvero felice e facendo un mega sorrisone a 32 denti si mise in modo quasi beota a salutare la classe che in quel momento stava mollando giù applausi spontanei, sembrava quasi che la classe fosse davvero unità per quanto non sapessi le loro relazioni nella vita privata e scolastica, però dopo 4 mesi cominciavano a puzzare di vera classe e non più di sbandati novizi, questo mi piaceva molto.
"Gerrington: grazie Prof"
"Adam: te lo sei meritato Gerrington, avrai il sudato 6 nella pagella di fine quadrimestre, ora va a sederti"
Dopo che Gerrington torno al suo posto io ero pronto per chiamare il prossimo interrogando, ma mi accorsi che avevo fatto un errore e che non ce n'erano più di alunni da interrogare, tutta colpa di due voti che avevo messo nella casella sbagliata del mio registro così a quel punto dissi agli alunni:
"Adam: visto che è l'ultima ora prima delle vacanze di Natale e mancano ancora...30 minuti, potete fare quel diavolo che volete ora"
Gli studenti cominciarono a fare il tipico casino di chiacchere, giri per la scuola a prendere robe dalle maccinette e attaccavano musica e si mettevano a fare balletti idioti.
Io invece rimasi tranquillo nella mia cattedra a godermi la scena, fino a quando due alunni non vennero da me con un mazzo di carte e uno di loro mi disse:
"Ragazzo: briscoletta Prof ?"
Io guardandolo dritto in faccia dissi:
"Adam: Cresta da Gallo, mi piace la tua idea, ma ti avverto sono un giocatore professionista di briscola, meglio non giocare a soldi o qua ti porti via la tua paghetta più i soldi che dovrai ricevere a natale, fai mescolare al soldato Joker"
Giusto per non farvi confusione, allora, Cresta da Gallo si chiama così per via della sua cresta fac-simile a quella di un gallo, e fin qui si capiva, invece soldato Joker lo ho nominato così perchè è uguale all'attore che interpreta il Soldato Joker in full metal jacket, se non avete visto quel film guardatelo e poi tornate qua così avete un'idea su come sia quest'alunno.
Mentre cominciammo la partita entrò pure in classe Eric che aveva ora buca ed era venuto a darmi un saluto e per dirmi che doposcuola dovevo fermarmi per sistemare e schedare tutte le verifiche fatte in classe e trascrivere i voti dal mio registro a quello ufficiale dove venivano raccolti tutti i voti dell'alunno.
"Eric: hey Adam, cosa fai? ti metti a giocare a carte, sei matto lo sai che se passa il preside e ti vede sono cavoli?"
"Adam: senti Eric non prendermi in giro, so che anche tu ora vuoi farti una partitina con noi"
"Eric: vero, posso unirmi?"
"Adam: ma certo almeno così possiamo rimettere nel mazzo il due di spade, ora siediti"
Eric si sedette e insieme a Cresta da Gallo e Soldato Joker cominciò una partita a briscola epica, in quanto era a squadre, alunni contro prof e il risultato si sapeva già fin dall'inizio.
"Adam: 120 a 0...ci hanno battuto 120 a 0..."
"Eric: questa è pesante"
Cresta da Gallo e Soldato Joker erano euforici per la vittoria e Cresta da Gallo fu il primo a dirmi:
"Cresta da Gallo: 120 a 0, le brucia questo?"
"Adam: ho fatto la media dei tuoi voti e nonostante il tuo 6 preso all'interrogazione hai lo stesso il 5, ti brucia questo, eh ti brucia?, ora vai con il secondo round, si fa al meglio di 3, nel prossimo round non avremo pietà!"
Alla fine di tutta la partita a Briscola ne uscimmo vincitori noi prof come era previsto fin dall'inizio d'altronde.
"Adam: da un solo round la parita non è mai decisa e direi che questa ne è la dimostrazione, vero ragazzi?"
Cresta da Gallo e Soldato Joker erano abbastanza amareggiati, ed Eric sfottendoli aggiunse:
"Eric: e cosa abbiamo imparato oggi? che non si sfidano i prof nemmeno a carte"
"Soldato Joker: non finisce qui, tornati dalle vacanze vogliamo la rivincita, verremo pure a casa sua se necessario"
"Adam: hey se il 26 di dicembre siete liberi di sera fate un salto a casa mia e vi beccherete un'altra lezione, io e il prof. Linderson vi aspetteremo, alle 21.00 puntuali mi raccomando"
"Cresta da Gallo: non verremo mai a casa sua!"
"Adam: bene vedo che la psicologia inversa funziona come sempre, ora andate al posto che mancano ancora cinque minuti"
In quello stesso momento la campanella suonò e tutti quanti si alzarono in piedi più goiosi del solito.
"Adam: merda di orologio, lo devo sistemare..."
Una volta che tutti i ragazzi uscirono io andai in sala professori a fare quel lavoro dei voti insieme ad Eric, ci volle meno di 1 ora, finito di trascrivere i voti io ed Eric decidemmo di andare a pranzare insieme al Bar da Rinos e appena fuori da scuola beccammo pure Railey che vedendoci ci venne incontro e disse:
"Railey: Adam, Eric, come va?"
"Eric: tutto bene!"
"Adam: a me va male come sempre, dove vai di bello ora?"
"Railey: a casa, niente di particolare, perchè?"
"Adam: ti va di venire con noi a pranzare al Bar da Rinos?"
Railey dopo che si soffermò a pensare per un po' disse entusiasta dell'idea:
"Railey: ma certo che mi sta bene"
"Adam: bene dai vieni, così ci facciamo una passegiata"
Era chiaramente pieno inverno ormai, le strade erano deserte fredde e molto più grige del solito, specialmente quel giorno che nel cielo c'erano nuvole, ma non erano nuvole qualunque erano davvero strane.
L'inverno mi piaceva davvero tanto, non solo per l'ambiente triste e malinconico che mi fa sentire a mio agio, ma anche perchè si va alla ricerca del caldo, di un posto dove sentirsi sicuri da tutto quel freddo e io quel posto cominciavo a trovarlo, ma non era un luogo era una persona, sentivo giorno dopo giorno che la mia vecchia fiamma per Railey si stava riaccendendo e pure lei sembrava stesse tornando a sentire qualcuna delle vecchie emozioni provate quando eravamo diciottenni; difatti eravamo sempre più uniti l'un l'altro.
Arrivati al Bar ci accomodammo su un tavolo, quel giorno non c'era nessuno al Bar da Rinos tranne Eveline e Ronald.
Se ve lo state chiedendo, sì, la storia di tutti i guai che ho combinato l'ultima volta è già passata.
"Adam: Heila Ronald, com'è?"
"Ronald: vecchio, ma per il resto tutto bene come sempre te come va?"
"Adam: incazzato con il mondo, ma per il resto tutto bene come sempre"
Ronald scoppiò in una delle sue solite risate.
Appena ci sedemmo al tavolo subito Eveline dalla cucina venne da noi per prendere le ordinazioni accogliendoci a tutti con un bel ciao, mentre a Eric con un bacio.
In effetti non vi ho raccontato cosa è successo tra Novermbe e Dicembre, per cominciare Eric ed Eveline si sono ufficialmente fidanzati, stanno insieme da quasi un mese, sembrano affiatati come copia, ma Eveline è sempre imprevedibile nelle relazioni; in secondo luogo è successo che il problema dell'immondizia dell'appartamento che non veniva ritirato è stato finalmente risolto come terza cosa dopo l'appuntamento imbarazzante io e Railey ne abbiamo avuto un'altro e per quel giorno son stato ben attento a non combinare casini, ma sopratutto da quella volta chi prova a chiedermi un favore rischia di ricevere come risposta un pugno sul naso, comunque l'appuntamento andò bene.
"Eveline: che cosa ordinate?"
"Adam: per me un toast, e un insalata"
"Railey: la stessa cosa"
"Adam: ah ed un litro d'acqua naturale!"
"Eric: per me un Hamburger fatto con le tue mani di fata"
Eveline si mise a ridere e arrosendo i due si diedero un altro bacio veloce a stampo.
Io guardando la scena dissi:
"Adam: mani di fata? quali le stesse mani che ogni giorno mi rifilano al posto del caffè intrugli da strega?"
"Eveline: sta zitto vecchio associale"
"Adam: a me basta che tu mi dia ciò che ordino"
"Eveline: in arrivo subito un hambuger, un toast e una forbice"
"Adam: perchè una forbice?"
"Eveline: per tagliarti la lingua..."
Io indiferrentemente presi il gioranale e cominciando a leggerlo dissi:
"Adam: vedi che ho ragione quando dico che ti piace fare intrugli da strega..."
Dopo di questa Eveline se ne andò in cucina a prepararci il pranzo e vista la scena ad Eric fu spontaneo chiedermi
"Eric: perchè te fai sempre così con Eveline?"
Io tenendo un tono davvero molto indiferrente dissi:
"Adam: sto leggendo il giornale ne parliamo dopo"
"Eric: no, adesso..."
Sbuffando e chiudendo il giornale per poi metterlo via dissi:
"Adam: ti dirò...è da 6 anni che andiamo avanti così, non ho intenzione di smettere proprio ora, e poi alla fine si scherza per quanto aggressivo possa essere, per lo meno scherziamo sulla maggior parte delle cose, sulle sue abilità in cucina non ci scherzo"
Railey sentendo queste parole disse:
"Railey: mentre te sei un grande chef in grado di giudicare con facilità i gusti altrui data la sua illuminante esperienza da cuoco?"
Io prendendo un cigarillos e riflettendoci su un attimo su come rispondere dissi:
"Adam: no, hai ragione, ma almeno quello che io cucino non lo rivedrai due volte quasi al 100%"
Eric scandalizzato mi disse:
"Eric: aspetta come? vorresti dirmi che hai vomitato mangiando il cibo di Eveline?"
Io rimasi allibito dalla domanda di Eric e prima ancora di accendermi il cigarillos lo guardai con due occhi spalancati e dissi:
"Adam: Eric....stavo scherzando, speravo fosse chiaro, cos'è hai paura che una volta sposati dovrai cucinare te?"
Railey ed io scoppiammo a ridere
"Railey: hai mangiato anche te il suo tortino ai funghi e formaggio alla cena dei docenti?"
"Adam: oh si e credimi le crocchette di pollo prese alla gastronomia del preside Berry erano molto meglio"
In quello stesso momento venne fuori Eveline con l'acqua e i tre bicchieri e mi venne spontaneo dire una cosa che avevo notato in tutto questo, una cosa strana che agli altri appariva normale mentre per me che venivo qua ogni giorno era una strana novità
"Eveline: ecco a voi l'acqua, tenete"
"Railey: grazie Eveline"
"Eric: oh, grazie!"
"Adam: scusa ma...da quando servi l'acqua in tavola prima ancora del piatto come fanno nei veri ristoranti?"
Eveline alzando un sopracciglio dimostrandosi dubbiosa disse:
"Eveline: che vorresti dire?"
"Adam: no dico solo che è strano che tu cambi abitudini, di solito porti acqua e cibo nello stesso momento, un po' come si fa con i cani, e tu tratti i tuoi clienti come cani, strano che tu oggi faccia così, dimmi la verità cosa vuoi?"
Eveline in quel momento era paralizzata, non disse niente se non quello che doveva dire:
"Eveline: ok mi hai beccata...."
Rimase un po' di silenzio fino a quando non dissi:
"Adam: allora...racconta, chiedi, domanda, esponi, avanti!"
"Eveline: siete tutti invitati la sera del 24 dicembre, a cenare qua insieme a tutti gli altri, se avete un partner potete pure portarlo, vero Eric?"
"Eric: ma certo che verrò cara"
"Railey: vabene io posso venire non ho problemi Eveline"
Piccola parentesi mi son scordato di diverlo prima, tra le altre cose, c'è che ora Eveline e Railey si conoscono abbastanza, diciamo che sono quasi considerabili come amiche.
Eveline guardandomi mentre mi stavo versando un po' dell'acqua che aveva portato mi chiese:
"Eveline: allora che te ne pare della mia idea?"
"Adam: certo cosa potevo chiedere di meglio se non essere avvelenato il giorno della vigilia..."
"Eveline: cerca di esser sintetico, verrai si o no?"
Dopo due sorsi d'acqua e una breve riflessione dissi:
"Adam: va bene...tanto non aspiro a fare di meglio per quella sera"
"Eveline: ne ero certa...che non avevi niente di meglio da fare..."
Si creò un attimo di imbarazzante silenzio che fu successo da una domanda di Eric ad Eveline:
"Eric: cara, dimmi una cosa, ma secondo te il mio tortino di funghi e formaggio fa veramente così schifo?"
Eveline piuttosto di rispondere disse:
"Eveline: aspetta ho dimenticato i panini sulla piastra, torno subito eh"
Mentre Eveline corse in cucina sotto gli occhi di un Eric che prima erano rimasti fissi verso Eveline che piuttosto che mentire era scappata in cucina, tornarono verso me e Railey, mentre Railey cerco di non aver un contatto visivo e dover dare una risposta al posto di Eveline, invece io facendo un ultimo tiro al cigarillos fui l'unico ad avere il coraggio di rispondere:
"Adam: La verità viene sempre a galla, sempre!"
Detta quella frase evitai di aver altre discussioni di tortini con Eric chiudendo ogni via di comunicazione grazie al giornale che prima ero stato costretto a chiudere.

Finito quel delirante pranzo, decisi di andare a fare un giro per le vie di Selice, siccome c'era la sagra e mi piaceva molto girare per le bancarelle a vedere cosa vendevano e mi piaceva molto l'atmosfera che da vuota-affollata diventava affollata e vedevo volti di persone, felici e serene, era un bel periodo dell'anno e quella sensazione di rilassamento e piacere era l'unica cosa che mi piaceva del periodo natalizio tutto il resto lo odiavo, per questo mi rifugiavo sempre in queste cose, come le sagre del paese; nel mentre che ero vicino ad una bancarella che vendeva calze invernali ecco che accadde una cosa insolita che non accadeva a Selice da ormai 8 anni, cominciò a nevicare.
Vedere quei piccoli fiocchi di neve cadere scatenò una reazione di allegria e stupore in tutti quanti, la neve per quanto potesse esser fredda era una cosa che dentro scaldava le persone, pure un cinico come me alla vista della neve non poteva non sorridere, la neve a Selice poi è sempre stato segno che l'anno che verrà sarà un anno pieno di sorprese e buoni avventi e questo pensiero mi rallegrò ulteriormente, ma non potè non scapparmi il pensiero che con tutta quelle neve avrei avuto problemi a uscire con la macchina e che come 8 anni fa sarebbe toccato a me spalare la neve insieme al custode del condominio che però quest'anno almeno è Kirk, perciò non sarà noioso come 8 anni fa.
E mentre stavo finendo il mio giro per le vie di Selice, ecco che per strada incontrai una presenza che mi riportò indietro nel tempo di molti anni, trovai uno che in mezzo a quella nevicata suonava la sua chitarra elettrica, suonava blues, suonava da dio, le sue dita nonostante il freddo non sembravano non risentirne e si appoggiavano perfettamente alle corde della chitarra facendone sentire i suoi magnifici accordi e facendo volare nel vento note e neve; tutto ciò mi ricordava quando guardando un suonatore di strada decisi di cominciare a suonare la batteria a 12 anni, non potei resistere e feci una cosa che faccio sempre quando incontro un suonatore di strada: butto nel suo cappello, o custodia una banconota da 10 euro, non riesco a resistere ai suonatori di strada e mai riuscirò a resisterci.
Buttati i soldi nel cappello, il suonatore si fermò e guardandomi negli occhi disse:
"Musicista: grazie signore, ne stia pur sicuro, a tutti i bravi uomini in questo periodo dell'anno viene fatta una benedizione"
"Adam: e chi sarebbe che le fa?"
"Musicista: Dio.."
Io mollando un risolino, quasi simile ad un ghigno dissi:
"Adam: beh di pure al tuo Dio che ha un debito con me che non ha mai pagato, e mai pagherà probabilmente"
e me ne incamminai verso casa senza più pensare a quello che l'uomo mi stava dicendo in quel momento, la neve continuava a cadere e la chitarra tornò a suonare, quelle note si facevano sempre più lievi passo dopo passo, e in modo sincronizzato il mio momento dedicato ai ricordi del passato e di quando suonavo in una band, svanivano e tutta la mente restava concentrata su cosa avrei fatto ora a casa che erano cominciate le vacanze.
Arrivato a casa mi buttai sul divano, e mi riposai un po', ma dal bagno sentivo qualcuno fischiare, era Kirk che si era deciso a ripararmi il termosifone del bagno che non funzionava, ironico come tutto quello che si rompeva in casa mia si rompeva solo in bagno; io subito dissi:
"Adam: Kirk? sei qui vero? sei tu?"
Dal bagno si senti una voce che disse:
"Kirk: si sono io, ti sto aggiustando sto cavolo di termosifone una volta per tutte"
"Adam: bene bene"
Continuavo a riposare a occhi aperti fissando il soffitto, non stavo pensando a niente in quel momento, pensavo solo a rilassarmi, ma sentendo bene quello che stava fischiettando Kirk, qualcosa mi tornava in mente, sentivo come se quel ritmo, quella melodia mi fosse molto familiare, molto vicina, ed ecco che l'illuminazione mi venne e tirando fuori la mia voce quasi stonata cercai di intonarla per bene e cantai la prima frase di quella canzone per vedere se pure Kirk se la ricordava e se era proprio quella.
"Adam: You Never Know, What's gonna happend you in a day..."
Ci fu un attimo di silenzio e si senti una chiave inglese appoggiarsi a terra e Kirk dopo pochi secondi disse continuando a cantare:
"Kirk: Even if your life is getting...ruine"
E io appena finita quella frase continuai subito:
"Adam: You Never Know, What's gonna happend you in a day..."
E poi tutti e due insieme cantammo l'ultima frase del ritornello di quella canzone:
"Kirk e Adam: It couldn't always going, better" prolugando la parola better e tirandola con l'acuto più alto che sapevamo cacciare, fino a farci sentire per tutti i piani del condominio.
Finito pure questo ci fu un'altro attimo di silenzio e Kirk ancora in bagno mi disse:
"Kirk: vedo che te la ricordi eh?" e io ridendo dissi:
"Adam: come posso dimenticare la prima canzone che scrissi io per il gruppo?"
Kirk poi mi pose una domanda che in tutti quegli anni non aveva mai voluto chiedermi, mi chiese:
"Kirk: sai, anche quando ero andato via da Selice e dal gruppo, ho letto sui giornali che nonostante tutto, te, Meredith, Paul e Roger eravate i migliori per tutta la provincia, eravate i più richiesti, come mai avete smesso, potevate puntare in alto"
Io sbuffando, raccontai un segreto che ci eravamo promessi non sarebbe venuto fuori dal nostro quartetto di vecchi suonatori in un gruppo rock, ma Kirk per noi anche quando se n'era andato era come uno di noi e così gli raccontai uno dei più oscuri segreti del nostro gruppo.
"Adam: ti ricordi...quando quel giorno di Settembre ti raccontai della morte di Roger dopo i festeggiamenti del grande concerto fatto a Peronedo, il nostro più grande concerto?"
"Kirk: si mi ricordo..."
"Adam: vedi...non è tutto qui..."
Kirk buttò per terra uno strumento, dal rumore sembrò una chiave inglese e uscendo dal bagno con un canovaccio tra le mani per pulirsele mi chiese:
"Kirk: cos'è realmente accaduto quella notte?"
Io subito discolpandomi dissi:
"Adam: no no, non ti ho raccontato menzogne di quello che ti ho raccontato, ma c'è dell'altro"
"Kirk: continua..."
Presi fiato e cominciai finalmente a raccontare il tutto:
"Adam: vedi, dopo che Roger da ubriaco cadde dal terrazzino di casa sua e morì, il giorno dopo a prove non avevamo più lo stesso spirito, ai funerali eravamo tutti presenti, abbiamo visto mentre gli uomini calavano dentro il buco di terra la bara di Roger con dentro il suo basso e il suo pletro preferito, quello che prese a un live del suo gruppo preferito i Deep Purple, ricordi quanto andava fiero del suo pletro?" dissi ridendo e Kirk ridendo mi rispose:
"Kirk: si, certo che me lo ricordo, se provavi a toccarglielo mancava poco che ti staccava una mano" concluse pure lui ridendo, e dopo che tornammo seri dissi:
"Adam: nessuno di noi volle più suonare, io non avevo ormai più le forze per andare avanti, invece Meredith dopo la morte di Roger per un gran periodo di tempo non si mosse di casa, lei amava Roger, ma non glielo disse mai, invece Paul fu l'unico che ogni giorno telefonava sia me che Meredith per chiederci se oggi andavamo a prove a suonare, ma dopo vari no sia da parte mia che da parte di Meredith, le telefonate non ricevettero più risposta, fino a quando il 12 Gennaio 1990, dopo 10 giorni che Paul non chiamava più, ricevetti un ultima chiamata, io non risposi ,ma continuava a chiamare e a chimare, sembrava urgente, così quel giorno decisi di rispondere...mi disse che era finita, era tutto finito, che era già andato in sala prove a prendere il suo amplificatore e tutti i suoi oggetti e che aveva trovato un'altra band, pure Meredith lo stesso giorno andò in sala prove e si riprese tutte le sue cose, rimasero soltanto la mia batteria, l'amplificatore di Roger e il nostro grande quaderno del gruppo, dove mettavamo le nostre idee, dove mettavamo le foto dei live, lo presi io, e ce l'ho ancora qui, in quella libreria"
 dissi indicando la librerie vicino alla tv
"Kirk: wow..."
"Adam: ma c'è dell'altro...quella sera non festeggiamo solo per il grande concerto, ma c'era di più, saremmo potuti diventare famosi, famosissimi, fare milioni di soldi, quel giorno festeggiamo l'arrivo della proposta di un contratto da una casa discografica londinese, son venuti da Londra fino a Peronedo, solo per sentirci, ci offrirono il contratto, saremmo diventati famosi, non c'erano trucchi ne inganni sia io che Meredith lo avevamo letto miliardi di volte per vedere che non ci fossero imbrogli o inganni, ma dopo la morte di Roger, non eravamo più gli stessi, il contratto fu bruciato e la casa discografica londinese non ci contatto più, saremmo partiti dopo 7 giorni per un tour per tutto il Regno Unito se solo Roger non fosse morto..."
Kirk dopo aver sentito la storia stette zitto per qualche secondo; stava per tornare in bagno quando si girò verso di me e mi disse:
"Kirk: sai, c'è una cosa che volevo dirti, volevo fosse una sorpresa ma...vuoi render memoria a Roger?"
Io un po' malinconicamente dissi:
"Adam: lo ho desiderato ogni giorno della mia vita"
"Kirk: ti ricordi come si suona la batteria"
"Adam: è come andare in bici, dopo la prima volta non si scorda mai"
"Kirk: e sei libero il 25 Gennaio per il concerto dei Jack's Tree?"
Io rimasi stupito da quel nome e subito scattando in piedi dissi:
"Adam: aspetta, ma...non è il gruppo dove ora suona Paul?"
Kirk tutto emozionato mi rispose:
"Kirk: si ma c'è di più ha chiesto a me e Meredith se volevamo suonare un pezzo, quello che stavo fischiettando, e mi ha pure incaricato di chiederlo a te siccome non trovava il tuo numero, dice che lo vuole fare per darci un occasione per rimediare ad un errore che tutti abbiamo fatto nel passato, Adam è l'occasione della nostra vita, il giorno dopo che mi hai raccontato della morte di Roger ho subito richiamato Paul e li ho detto che accettavo, e pure Meredith sapendo che io ci sarei stato, ha accettato, manchi solo tu, ti prego Adam, fallo per Roger"
Io in quel momento non seppi cosa dire, ma mi venne molto istintivo dire una sola cosa:
"Adam: Kirk, non c'è modo per rendere memoria a Roger, l'occasione l'ho persa e non tornerà, questo concerto non significa niente, e ti ripeto non renderà alcuna memoria a Roger l'errore l'abbiamo ormai già fatto e non è uno di quelli che si posso rimediare, io non verrò non tornerò è inutile"
Kirk in quel momento mi disse:
"Kirk: io...io ho finito con la caldaia, devo...devo andare ho delle cose da fare, ci vediamo, Adam, ci vediamo domani sera alla festa di Eveline"
Togliendo ogni imbarazzo dalla scena appena passata o almeno provando a non apparire triste, andai ad aprire la porta a Kirk appongiandoli una mano sulla spalla:
"Adam: certo che ci sarò...ora vai Kirk..."
Kirk se ne uscì e io me ne restai solo a casa a pensare a tutta la storia del concerto, non saremo mai tornati come un tempo, sono passati troppi anni, le cose perse da troppo tempo non si possono recuperare.

Il giorno successivo scorse in fretta e senza nemmeno quasi accorgermene mi ritrovai alle 19.30 ad entrare dentro il Bar da Rinos, quel giorno mi cambiai d'abito, tanto per cambiare indossavo una camicia bianca, dei pantaloni in seta neri, una giacca abbatanza elegante color nero, una cravatta delle mie che non usavo quasi mai e dei mocassini neri ben lustrati, ma la barba restava sempre quella mia solita malcurata di sempre.
Appena entrato notai che erano arrivati solo Lars e Ronald, per ora, così entrando cercai da subito di essere un po' più affettuoso del solito fallendo in quanto, prima ancora che potessi dire qualcosa mi venne davanti Lars che mi disse:
"Lars: h...h...h...hey A...Adam, co...com...c...co...com...co...come...com...co...c..." Io irritato dissi:
"Adam: hey Lars, prima che la cena sia finita, si sto bene Lars, te invece?"
"Lars: bene...g..grazie!"
Subito dopo che strinsi la mano a Lars andai verso Ronald, tesi a lui la mano, ma in tutta risposta mi prese e mi abbracciò, ridendo mi disse:
"Ronald: ma guardati, per una cena tra amici ti vesti come se fosse il matrimonio di tua sorella, non cambi mai di una virgola, pure quella volta alla festa di natale alla Sunflower eri vestito uguale"
Io sorridendo dissi ironicamente:
"Adam: hey non sono così tirchio da indossare lo stesso vestito per 20 anni nella stessa occasione, almeno in questo non sono tirchio"
Dopo aver riso, cominciai a chidermi dove fosse Eveline e subito urlai:
"Adam: Eveline? ci sei?"
Dalla cucina uscì fuori Eveline, con un fantastico vestito rosso, davvero molto elegante e una gonna, color nero, con delle scarpe tacco dodici, l'unica cosa rimasta uguale era la sua dozzinale acconciatura.
Subito lei guardando tutti noi chiese:
"Eveline: come sto?"
Lars disse, incredibilmente, senza balbettare:
"Lars: stai d'incanto"
Ronald invece disse ridendo:
"Ronald: fatemi tornare giovane per una notte!" A sentire questa battuta pure ad Eveline scoppiò una lieve ma sincere risata e poi guardandomi mentre mi disse:
"Eveline: beh? Adam?"
Io fingendo di non capire dissi:
"Adam: Beh cosa?"
"Eveline: come sto?"
"Adam: sai, solo perchè è la viglia ho deciso che non ti dirò la mia battuta, ma sarò onesto, è la prima volta che potrei decidere di fare un pensiero su di te, ma non sperare mai più che possa dirti qualcosa di simile"
"Eveline: e quello che sto per dirti non lo risentirai mai più se non in maniera ironica o sarcastica, grazie Adam, anche tu sei un bel figurino con quella cravatta e quella giacca"
"Adam: hey cos'è vuoi fare una gara a chi è il più elegante della serata? guarda che questa giacca non sembra ma l'ho pagata abbastanza"
"Eveline: 80 euro dai cinesi non è come lo chiami te, abbastanza!"
"Adam: Senti, sono stato il primo a partire con il piede giusto, vedi di non rovinare tutto altrimenti questa festa si trasformerà in uno dei nostri soliti campi di battaglie a colpi di ironia e colpi di lingua talmente taglienti che si infilzano nel nostro orgoglio e animo, nel più profondo".
Ci fu un momento di silenzio, fino a quando Ronald non mi disse:
"Ronald: molto poetico..."
"Adam: grazie, la tenevo per un'occasione speciale come frase ad effetto, direi che ha fatto il suo lavoro più che eccellentemente"
Appena finito di dire Eccellentemente entrarono dalla porta Demetria che ci accolse con un enorme
"Demetria: buonasera a tutti"
"Ronald: heilà Demetria"
"Lars: c...c...ciao Demetria"
"Adam: buonasera anche a te"
"Eveline: eccoti arrivata anche te"
Demetria era vestita come quando andava a lavorare in banca, ah vero! che stolto, mi son dimenticato pure di dirvi che alla fine Demetria ha trovato un lavoro, ma non nella stessa banca, diciamo che ha ritrovato lo stesso lavoro, nella stessa posizione, con lo stesso stipendio, solo in un'altra banca.
"Demetria: siamo ancora così in pochi? chi altro manca?"
"Lars: m...m...man...mancano, K...K..." io subito lo interruppi e dissi:
"Adam: si vabè, prima che lo dici te...comunque, mancano Kirk, Eric e Railey"
Nello stesso momento entrarono dalla porta Eric e Kirk
"Eric: eccoci qua!"
"Kirk: scusate per il ritardo"
Eveline subito andrò verso Eric, il quale a vederla con quel vestito disse:
"Eric: wow, devo esser stato proprio buono, devo dire che questo natale ho ricevuto un bel regalo amore, grazie" Eveline si mise a ridere e subito diede un bacio a Eric il quale contraccambio molto volentieri, finita quella scena Ronald fu il primo a chidere:
"Ronald: come mai siete venuti assieme?"
La stessa cosa a dire il vero me la stavo domandando pure io...
"Kirk: no, non siamo arrivati insieme ci siamo trovati qua fuori all'entrata"
"Demetria: una coincidenza casuale, meno male, niente di promiscuo"
Eric con il suo solito fare da simpaticone ironico che conquista tutti con una battuta disse:
"Eric: beh non che non sia un bell'uomo o che non sia un bel tipo eh..."
Tutti quanti non potemmo non mollare una risata di fronte alla solita comicità di Eric, in quel momento entrò l'ultima, la grande ritardataria tra le ritardatarie, ladies and gentelmen...
"Railey: salve gente, scusate il ritardo, ho dei problemi a camminare sulla neve quando si forma ghiaccio"
Tutti quanti accolsero Railey con un caloroso coro, un misto di, ciao, buonasera, salve, chi si vede e via dicendo.
"Eveline: bene siamo tutti qua, cominciamo la nostra cena?"
Tutti si accomodarono sul tavolo che quella sera era unico, Eveline aveva unito 2 dei 3 tavoli grandi del bar, e messo su un angolo in parte gli altri piccoli, il bar per il resto era addobbato con un albero di natale decisamente economico e mediocre, ghirlande qua e la, luci che facevano il giro di tutto il soffitto e infine il camino, che per anni è stato ornamentale quel giorno fu accesso e c'era pure un fuocherello bello e acceso bene, di sicuro l'avrà acceso Ronald, Eveline fa persino fatica a usare i fiammiferi.
Le sedie erano su due lati, erano quattro sedie da uno e 4 dall'altro, sul primo lato eravamo in ordine da destra a sinistra, Kirk, Lars, Demetria ed Eric; dall'altro lato eravamo in ordine da sinistra a destra, Railey, Io, Ronald ed Eveline, ovviamente siccome lei era cuoca doveva muoversi velocemente, per questo era messa più esterna.
Dopo pochi minuti arrivò in tavola l'antipasto, un tortino di funghi e formaggio fatto da Eveline.
Tutti ne prendemmo una fetta, tranne Kirk che i funghi non li piacevano e io fui il primo a fare un po' di ironia su tutto questo, così morso dopo morso, in un falso silenzio, costituito da persone che addentavano il tortino per un primo assaggio, io ruppi il silenzio per sfottere Eric, cominciai a simulare degli orgasmi gustativi, e subito dissi:
"Adam: oh, si questo è un tortino ai funghi e formaggio...vero Eric?"
"Eric: te ne sfornerò a miliardi per il tuo prossimo compleanno..."
"Adam: spero che tu non creda che li mangi per davvero?"
Ronald subito intervenne ridendo e disse:
"Ronald: ignora questi palati fini, se fai i tortini dalli pure a me"
"Adam: sei già malmesso di tuo Ronald, di quanto vuoi accorciarti la vita?"
Gli altri scoppiarono in una risata compreso lo stesso Ronald ed Eric arrendendosi disse:
"Eric: ho capito, non tenterò mai più di cucinare antiapasti, d'ora in poi solo pasta al pomodoro" in quel momento aveva un tono offeso, ma io subito dopo essermi pulito la bocca con il tovagliolo e mandato giù l'ennesimo boccone dissi:
"Adam: eddai Eric, non arrabbiarti si scherzava..."
Tutti tornammo a mangiare senza più menzionare alcun tortino, tutti cominciarono a chiaccherare tra di loro: Kirk e Lars cominciarono a parlare di un gruppo musicale che a entrambi loro piaceva molto e cominciarono a parlare della loro storia e dei pareri sulla loro miglior formazione, mentre Demetria Eric e Railey parlavano del progetto di Eric di trasferirsi in una casa in periferia e parlavano dei vari pro, contro e dei prezzi, mentre invece io, Ronald ed Eveline ci soffermammo in una seria discussione su cosa sarebbe meglio sistemare del bar siccome cominciava ad esser vecchio e non sono state mai fatte manutenzioni al bar nonostante varie perdite d'acqua dal soffito e muri con un paio di crepe, quella fu la prima volta che parlammo del bar senza fare battute ironiche su quanto fosse vuoto, anche perchè quel giorno eravamo in otto quindi avrei potuto lasciar perdere, non avrebbero avuto molto effetto come battute.
Il primo consisteva in un piatto di tortellini di carne in brodo, uno dei piatti che riusciva meglio ad Eveline infatti fu molto apprezzato da tutti, arrivarò pure il secondo che era per quel giorno capretto, dell'ottimo capretto cucinato da Ronald con contorno di spinaci e patate al forno, una delizia.
"Adam: si sente che questa è la cucina di Ronald"
"Ronald: già come l'arrosto che cucinai quella volta a casa tua"
Railey sentendo il tutto disse:
"Railey: parla proprio di quell'arrosto?" sapete di solito alle donne si evita di dire per forza tutta tutta le verità, però qui era chiaro che se avessi mentito sarei stato beccato subito era chiaro che l'arrosto, al nostro appuntamento, l'aveva cucinato Ronald, così evitando ogni altro possibile errore dissi:
"Adam: si, a dire il vero non me la cavo a cucinare le carni in pentola, sbaglio tempi di cottura, sbaglio a condire, ho chiesto una mano al grande anziano chef del condominio"
"Ronald: e per me è stato un piacere non esser pagato come sempre" conclue ridendo per sottolineare quanto ero tirchio.
"Demetria: certo che è davvero molto buono, ma te nel passato sei stato cuoco?"
"Ronald: a dire il vero, prima di gestire la Sunflower ero cuoco in una portaerei militare, l'ho fatto per 6 anni, poi ho mollato, in quanto non mi dava più soddisfazioni lavorare lì, però quando gli ufficiali o il capitano non erano a bordo o non c'erano alle cene o ai pranzi per motivi loro, e questo mi veniva preannunciato da un loro suddetto, mi sbizzarivo sempre in cucina con gli altri 5 cuochi e cucinavamo per gli affamti marinai ricette molto gustose e innovative invece che la solita sbobba che ci veniva ordinato di servire ai marinai, insomma, cucinavamo ciò che ai superiori si cucinava per i marinai, e da li ho imparato moltissime ricette"
"Lars: w...w...wow, bello, anc...anche..i..io avrei semp...se...sempre voluto fare il c...cu...cuoco"
"Eric: ma poi cosa successe?"
"Lars: n...no...non ero dotato a f...far...fare le dosi g...giu...giuste, in...infatti anche quando f...f...faccio la pasta a vo...volte metto troppo s...sa...sale o ne ne metto t...troppo...p...p...poco"
"Eveline: questo è un problema che hanno tutti all'inizio, è un peccato tu abbia mollato la tua passione"
Io ritornando però al discorso di Ronald chiesi curioso:
"Adam: e quanto ti pagavano?"
Ronald rise e mi disse:
"Ronald: pagare? divenni cuoco per 3 anni per punizione in quanto per errore avevo fatto saltare in aria mezzo deposito di armi della caserma, così per i primi 3 anni sono stato obbligato, negli altri 3 mi sentivo come a casa, non mi pagavano ma vivevo degli avanzi, che molto spesso erano molti, e vivevo sulla nave, per 6 anni non toccai la terra ferma, ma poi mi resi conto che quella vita non era per me, e tornai di nuovo a navigare sulla terraferma"
Ci fu un brevissimo silenzio di riflessione interroto da Kirk che disse sorridendo:
"Kirk: chissà che botto quando hai fatto saltare in aria mezzo magazzino"
Ronald ridendo più del solito disse:
"Ronald: beh sappi che se vai alla caserma di Peronedo trovi ancora una targhetta con sopra scritto ristrutturato dopo l'esplosione causata da Ronald Seanfield 1956"
"Adam: che storie..."
"Railey: il militare...io da piccola avrei sempre voluto fare il militare donna" io buttando la forchetta sul piatto dissi:
"Adam: no Railey, ti prego non quella storia, ti giuro è da imbarazzarsi"
"Railey: che c'è, ero piccola e poi scusa se ho un po' di autoironia...comunque mi ricordo che all'asilo giravo sempre con un mitra giocattolo fatto in legno e andavo in giro per tutto il cortile a sparare a tutti mentre loro stavano sull'altalena, sul dondolo e via dicendo, io mi aggiravo in giro, facevo agguati nascondendomi dietro alberi o cespugli e aspettavo che passasse qualcuno per poi spararli, mi divertivo e passavo anche intere giornate così, credo sia colpa di mio nonno se ho avuto questa mania"
Tutti rimasero in silenzio fino a quando Kirk non disse:
"Kirk: beh la fantasia dei bambini e molto varia, anche io facevo un gioco davvero strano, passavo interi pomeriggi da mia nonna fissare le rane che aveva nello stagno e a volte cercavo di prenderne una legarla con un filo e la portavo a fare delle passeggiate per la città come se fosse il mio cane, ero invidioso che molti avessero un cane ma io non potevo mai avere un animale domestico, così giocavo con le rane di mia zia"
Io stupito da tutto questo dissi:
"Adam: sono psicologo, ma non voglio fare commenti citando autori di pedagogia per dire cosa direbbero di voi..."
"Eric: ripiegheresti su Erikson?"
"Adam: nah, io direi che qui sarebbe meglio esser dalla parte della vecchia psicanalisi di Freud..."
Quelle tre frasi le capimmo solo io ed Eric tutti gli altri non dissero niente.
Finito pure il secondo tutti cominciarono solo a chiaccherare a random, Eveline invece sparecchiava e serviva caffè a chi ne voleva.
Alla fine tra una chiacchera e un'altra io andai un attimo fuori a fumarmi un sigaro fuori, per l'occasione scelsi un buon cubano, e mi fece compagnia Ronald, mentre ero fuori in una sedia sotto la tettoia non molto grande e larga del bar.
"Adam: sai, devo dirti che questa serata mi è piacuta"
"Ronald: anche te questa sera hai provato le stesse sensazioni di quando eravamo alla Sunflower vero?"
"Adam: a dirti il vero...sì, ma solo perchè c'eravate te e Railey"
Ronald ridendo disse:
"Ronald: Railey...certo che è veramente cresciuta eh?"
"Adam: già, ora sembra più matura, molto più matura e meno svampita e persa di quando era giovane"
"Ronald: tutti crescono, eppure te sei rimasto abbastanza uguale, tranne per l'odio, la barba e i capelli che un tempo li tenevi lunghi e folti, ora sono, una mezza via, la barba ti è cresciuta e il tuo odio verso il mondo si è esteso"
Io facendo un tiro profondo del sigaro dissi:
"Adam: l'odio fortifica l'animo"
Ronald prima di rientrare dentro, perchè non riusciva a sopportare più di tanto il freddo mi disse:
"Ronald: hai avuto 40 anni di tempo per odiare, quando comincerai a vivere? l'odio fortifica l'animo solo fino ad un certo punto Adam, credimi"
Ronald dopo quella frase tornò dentro e io rimasi a riflettere su quelle parole ancora per un po', quando la porta si riaprì e venne fuori Railey:
"Railey: hey Adam..."
"Adam: ciao Railey"
Pure lei si sedette sulla sedia e mi disse:
"Railey: com'era la cena?"
"Adam: ottima devo dire che per la prima volta la cucina di Eveline mi ha sorpreso"
Railey emise una lieve risata, si creò un attimo di silenzio, fino a quando io non dissi una cosa che son sicuro si sarebbe voluta sentir dire:
"Adam: bellissimo quest'abito, non posso credere che nonostante siano passati vent'anni ce l'hai ancora e ti stia d'incanto, ricordo che lo indossasti alla viglia di natale dell'89, impressionante come questa cena assomigli moltissimo a quella che facemmo a casa di Ronald, quell'anno"
"Railey: cos'altro ti ricordi quel giorno, riguardo me intendo"
Io rimasi tempo a pensarci ma non mi venne niente in mente, cercai di rompere l'imbarazzante silenzio con qualche tiro lungo del cigarillos, fino a quando Railey non si alzò in piedi davanti a me e disse:
"Railey: non ti ricordi niente? questo giorno, la Sunflower, la festa in camera di Ronald...non ti ricorda proprio nient'altro?"
"Adam: se intendi la sbronza di Ronald e quando dal caldo si è spogliato e si è buttato nella neve allora si che me lo ricordo, faccio pure uno strano sogno a riguardo..."
Railey fermando questa mio possibile monologo disse sospirando quasi in lacrime:
"Railey: non ricordi nemmeno il giorno del nostro primo bacio?"
Io subito mi alzai in piedi e le dissi:
"Adam: ti sbagli non era la viglia di natale, era natale, era mezzanotte e due minuti, io stavo andando nella mia stanza e te per le scale mi hai fermato e li ci siamo baciati per la prima volta"
Railey disse:
"Railey: dettagli Adam, tutti dettagli inutili"
Railey si incamminò altrove, sembrava davvero arrabbiata, io decisi di seguirla, camminava veloce, ma come aveva detto quando è arrivata lei non è molto brava a camminare sulla neve con il ghiaccio e dopo qualche metro che cercavo di seguirla per fermarla lei inciampò.
Subito accorsi da lei, le tesi la mano e la aiutai a rialzarsi.
In quel momento eravamo molto vicini, viso a viso.
"Railey: in 20 anni non ho mai smesso di pensarti"
Io con tono abbastanza malinconico dissi:
"Adam: pure io, dopo 20 anni credo di provare le stesse cose di un tempo cara Railey, mi spiace solo averci impiegato 3 mesi per capirlo"
Pochi secondi di silenzio, ci stavamo tenendo la mano in quel momento, dopo che la rialzai dalla caduta non si stacco neppure per un secondo, le nostre mani emanavano un gran calore, ed ecco che Railey chiese:
"Railey: baciami, ora..."
Lei si stava per avvicinare con le labbra, ma io fermandola dissi:
"Adam: i baci, non si chiedono, si danno e basta Railey, è come se un neonato chiedesse esplicitamente con parole vere e proprie di esser allattato dall madre non ha senso e poi vista l'occasione credo che il bacio perfetto debba esser dato a mezzanotte e due minuti" velocemente con la mano con la quale avevo fermato le labbra di Railey, guardai l'orologio e dissi:
"Adam: cioè ora..."
Ed ecco il grande momento, finalmente le nostre labbra si reincontrarono in effusione davvero incredibile, le mani erano ancora strette e si stringevano tanto quanto le nostre labbra, sensuali movimenti di lingua accompagnavano il bacio fino a renderlo perfetto, le posai una mano dietro la nuca per impedire ogni fuga possibile, sia mia che sua, lei mi abbraccio forte, come quando era tutto cominciato, in quel 12 settembre, e quando tutto cominciava a ritornare per il meglio cioè in quel giorno di metà ottobre, ma ancora meglio, quel bacio era finalmente l'inizio del ritorno alla mia vera vita
quella che durò tra il 1989 e il 1994, e ora ricomincia il 25 dicembre del 2010.
L'inverno non è così crudele come tutti credono, anzi è proprio bello perchè si va tutti in cerca del calore, chi in una casa con la propria famiglia, chi con gli amici e chi come me, ritrovando passioni che credevo ormai scomparse da troppo tempo per poter tornare, oserei dire che questo è un caldo quasi estivo per me.


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Personaggi che l'autore si è dimenticato di aggiungere negli scorsi capitoli:
Eric:

"Note dell'Autore: ed ecco che finalmente pure il romanticismo in questa commedia è arrivata, un applauso ad Adam e a Railey, la coppia che farà più scalpore persino di William e Kate...voi direte, "fatti proprio l'uno per l'altro se passano 20 anni senza frequentare altri" eh si, ma questo elemento aiuta a rendere il tutto molto più romantico e poi scontroso com'è Adam volete che si trovasse una nuova ragazza? forse una camionista...mah... Il prossimo capitolo, il capitolo 10, sarà un bel capitolo per chi ama le storie delle Rock Band, esatto il prossimo capitolo sarà dedicato interamente ad Adam e al suo passato nella band.
Prima di lasciarvi vorrei chiedervi scusa se in certi parti questo racconto a causa delle eccessive chiacchere inutili è sembrato un po' palloso, ma quelle chiacchere nella cena mi servivano a rendere il tutto molto simile alle classiche cene dove si parla del più e del meno."

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