Grazie per
aver apprezzato il primo pezzo di questa
fic.
Premetto
subito che non so quanto sarà lunga, non
so dove mi porterà, ho un abbozzo di trama che
può variare in qualsiasi momento
in base al mio umore.
E, mazzata
finale, non sarò costante nel postare,
perché come ho già premesso sto seguendo
l’altra Fic: “Sakura – Fiore di
ciliegio” e viste le diverse trame (questa moderna,
l’altra racconto storico
ambientato in oriente) è difficile cambiare a comando ed
entrare nel racconto
da sviluppare.
Detto questo
comunque non disperate e fidatevi se
vi dico che non lascerò la storia misteriosamente sospesa:
prima o poi arriverà
la parola fine.
Ora vi lascio
al secondo capitolo…
Buona lettura!
---ooOoo---
Quattro
anni dopo.
In questi
quattro anni Jake era stato era stato perfetto. Un perfetto
amministratore
delegato che presenziava agli eventi ufficiali, accompagnato da donne
bellissime e di classe, perfetto nei panni di assistente agevolando
notevolmente il lavoro di Isabella e collaborando attivamente agli
affari del
gruppo.
Perfetto
come amico, con il quale bere una birra davanti al televisore, quando
il sabato
sera il ragazzo di turno dava buca alla principessa di Boston.
La cosa era
rara comunque, gli unici uomini che facevano la fila davanti alla porta
dell’appartamento di Isabella, erano i fattorini delle pizze
o del cibo cinese,
qualche volta messicano.
In quei
quattro anni, Isabella era cresciuta in sicurezza, competenza e
bellezza.
Anche Jake
lo aveva notato e come ogni buon giovane con la testa sul collo e gli
attributi
giusti in mezzo alle gambe, ci aveva provato, neppure tanto velatamente.
Isabella
aveva risposto non un secco “No! Grazie! Non mischio lavoro e
vita privata!” in
un modo talmente lapidario che Jacob aveva rinunciato e si era rivolto
verso
prede più facili.
Questo non
aveva intaccato il rapporto di amicizia, tanto che Jake, Bella ed
Emmett erano
diventati inseparabili, nel lavoro come nelle uscite del tempo libero
(appuntamenti galanti permettendo).
In quegli
stessi anni, Isabella era riuscita a raggiungere un profilo personale
talmente
basso da non comparire più da parecchio tempo su nessuna
rivista di gossip e,
non essendo importante agli occhi del mondo della finanza, neanche
nominata nei
quotidiani finanziari, dove invece compariva spesso Jacob e le
Explosion
Industries.
Gli affari
del gruppo andavano a gonfie vele e gli azionisti, con Isabella in
testa, erano
felicissimi dei guadagni spartiti negli ultimi tempi.
Attualmente,
appena scesi dal jet privato della società, Emmett si era
messo alla guida
della jeep noleggiata e si stavano dirigendo verso una tenuta vinicola
vicino a
Sonoma.
Jake,
seduto davanti, giocava con la radio, mentre dietro Isabella studiava
le carte
della banca, dalla quale intendeva rilevare l’ipoteca della
azienda Cullen.
“Perché
continui a metterti quei tailleur ammazza erezione? Sei più
sexy con una tuta
da ginnastica!” commentò Emmett con uno sguardo
allo specchietto retrovisore.
Isabella
sbuffò “Em, non devo sedurre nessuno oggi. E poi
cos’è tutta questa curiosità
sulla mia vita sessuale?”.
“Scommetto
che è da un sacco di tempo che non scopi”
replicò Jacob continuando “Lo sai che
io sono sempre disponibile per togliere le ragnatele e fare le pulizie
di
pasqua”.
“Ahahah!
E
questa era una risata sarcastica! Non è passato
così tanto tempo! E poi io con
te non lo farei mai. Piuttosto mi scopo Emmett” rispose
Isabella ridendo.
“Scordatelo!
L’unica volta che ci siamo baciati ho dovuto fare i
gargarismi con la
candeggina! Che schifo!”.
“Bacia
così
male?” chiese Jacob con fare malizioso.
“No,
anzi.
Solo che è stato come baciare mia sorella, come se fosse un
incesto. Dio che
cosa squallida!” rispose ridendo Emmett.
“In
ogni
caso Em, sei fuori dalla mia portata. Sai che se mi metto con te perdo
il mio
patrimonio. I soldi sono più forti del mio amore nei tuoi
confronti” disse
Isabella con una mano sul cuore e sbattendo le ciglia a dietro agli
occhiali
spessi e totalmente inutili che metteva quando doveva apparire come
l’efficiente segretaria del capo.
“E
questa
era tutta la fiducia che aveva tuo padre nei miei confronti! Quando ho
letto il
testamento sono rimasto basito” scosse la testa divertito
Jacob
invece era sempre più sorpreso.
“Pensa
io
che invece sognavo già sfrenate notti di sesso selvaggio tra
le tue braccia” lo
stuzzicò Isabella.
“Em,
lei ti
dice queste cose e tu non reagisci? Ma sei scemo?”
latrò Jake “Ma davvero suo
padre ha scritto nel testamento che la diseredava se stava con
te?”.
Emmett si
limitò ad annuire mentre Isabella rideva alla
perplessità di Jacob.
All’improvviso
il motore iniziò a tossire e la jeep a poco a poco di
fermò in mezzo alla
strada polverosa immersa tra le vigne e sotto il sole cocente. Intorno
non si
scorgeva neanche un albero sotto cui ripararsi dalla calura.
“Em,
che
succede?” chiese Isabella agitata.
Emmett, dopo
aver sommessamente bestemmiato, scese dalla macchina e si
avvicinò al cofano
fumante. “Non ne ho la minima idea” rispose serio.
“Jake,
tu
che ne sai di motori?” chiese Emmett ad alta voce.
Jacob scese
dalla jeep dopo essersi infilato gli occhiali scuri e aver slacciato i
primi
due bottoni della camicia, “Che bisogna mettere la benzina
per andare avanti e
ogni tanto portarla dal meccanico. Ho un calendario apposta per queste
scadenze” rispose con un sorriso allargando le braccia.
“Sei
davvero di grande aiuto. Mi chiedo come faremmo senza di te”
rimarcò sarcastica
Isabella.
“Tesoro
so
che mi ami, ma facendo tutti questi complimenti mi fai
arrossire” rispose Jacob
con lo stesso tono, aggiungendo “Non ricordo che nelle
centinaia di pagine del
mio contratto di lavoro ci fosse scritto: esperto di motori”.
Tutti e tre
erano scesi e cercavano di capire qualche cosa guardando ciò
che il cofano
nascondeva gelosamente.
Il sole
faceva sudare, e, mentre i ragazzi avevano iniziato con togliere
giacche ed
arrotolare maniche di camicia, Isabella si ostinava a tenere la giacca
sciancrata e si era slacciata solo il bottone del colletto. In compenso
la sua
crocchia severa stava sfuggendo ciocca a ciocca alle forcine che
sembravano
sciogliersi e gli occhiali di vetro scivolavano dal naso.
Erano tutti
e tre un ben misero spettacolo, soprattutto pensando cosa e chi
rappresentavano.
All’improvviso
furono attirati dal rumore di un veicolo, che pareva diretto dalla loro
parte.
Un nuvolone
di polvere sollevata, segnalò che un’altra
macchina stava dirigendosi verso di
loro.
Con un
sospiro di sollievo, Isabella si sistemò in mezzo alla
strada in modo che non
fosse possibile evitarla senza fermarsi.
“Se
alzi la
gonna abbiamo più possibilità”
urlò Jacob.
“Togliti
di
li se non vuoi finire spiattellata!” gridò Emmett
con buon senso.
Isabella
non ascoltò nessuno dei due, stava diventando più
testarda di un mulo. Si
limitò a scostarsi leggermente non appena la macchina ebbe
effettuato l’ultima
curva prima di raggiungerli.
Era una
jeep verde brillante. “Tutte jeep da queste parti?”
chiese sottovoce Jake
regalando una leggera gomitata al fianco di Emmett.
La macchina
si fermò e tre portiere si aprirono, lasciando uscire i
propri passeggeri.
Dal lato
guidatore uscì un ragazzo alto quanto Jacob e con un
notevole fisico, lasciato
in mostra dalla canottiera che lo fasciava come una seconda pelle. Dal
cappellino da baseball sfuggivano lunghi riccioli biondi mentre la tesa
nascondeva gli occhi, ma il sorriso sardonico che aleggiava sulle
labbra, faceva
supporre che i tre non erano i primi a ritrovarsi in panne su quella
strada
polverosa.
Dal lato
navigatore era smontato un ragazzo dal fisico simile al primo, forse
leggermente meno muscoloso se fosse stato possibile giudicare
attraverso la
camicia a maniche corte che il giovane aveva lasciato negligentemente
sbottonata sopra la canotta bianca. Anche lui portava un cappello di
paglia a
tesa larga che proteggeva parte del viso dal sole e dagli sguardi.
Dal retro
era spuntata il passeggero più stupefacente dei tre: una
magnifica bionda dai
capelli lunghi, con due gambe chilometriche e perfette, coperte da un
misero
short in jeans, e una camicetta a quadri rossa annodata sotto il seno.
Una
modella vestita stile Hazzard. Isabella guardò i suoi
compagni con la coda
dell’occhio ed ebbe un moto di stizza. Sembravano tutti e due
calamitati sulla
sventola.
“Rose,
prova a dare un’occhiata o non riusciremo a tornare a casa
questa sera” disse
sghignazzando l’autista della jeep verde.
Rose rise
divertita e con una camminata tremendamente aggraziata e sensuale, cosa
che
mandò in estasi Emmett e Jacob ed irritò
profondamente Isabella, si chinò sul
cofano aperto del motore dell’altro automezzo.
“Ed,
portami dell’acqua per il radiatore, vediamo se questo bimbo
si è fatto la bua”
disse la ragazza dopo aver ispezionato il motore con piglio sicuro.
Il ragazzo
con la camicia prese una tanica sul cassone della jeep e lo porse alla
meccanica bionda.
Isabella
ebbe modo di squadrare meglio i due ragazzi, decisamente affascinanti,
meglio
il ragazzo con la camicia sbottonata rispetto all’altro,
comunque due bei pezzi
con i quali avrebbe passato volentieri qualche sabato sera, e non solo.
Probabilmente
lo stesso pensiero lo stava facendo Emmett a giudicare da come fissava
il
fondoschiena pieno e rotondo di Rose.
Isabella
decise di correre ai ripari “Grazie per esservi fermati, non
ci capiamo nulla
di auto”.
“Non
si
preoccupi, capita spesso da queste parti” rispose Ed
gentilmente.
“Soprattutto
con le macchine del noleggio dell’aeroporto”
sottolineò il ragazzo biondo.
“Dove
eravate diretti?” chiese Rose emergendo dal cofano della jeep.
“All’azienda
vinicola Cullen, sapete dov’è?” chiese
Jacob.
Ed stringe
i pugni e la mascella fissando molto intensamente la strada polverosa.
“Certo,
se
volete potete venire con noi, vi daremo volentieri un passaggio, tanto
questa
bimba ha il radiatore bucato e bisogna chiamare il carro
attrezzi” rispose Rose
con un sorriso tirato.
“Credo
che
sarebbe meglio iniziare con le presentazioni, io sono Jasper, lui
è Edward e
lei è mia sorella Rosalie” disse il biondo
indicando i suoi accompagnatori a
turno.
“Certo,
io
sono Emmett, lei è Isabella e questo ragazzone è
Jacob” rispose sorridendo
apertamente Emmett battendo la mano sulla spalla di Jake più
volte.
Fatte le
presentazioni i ragazzi risalirono tutti sulla jeep verde, facendo
accomodare
Emmett e Jake sul cassone ed Isabella sul sedile vicino a Rosalie.
Subito dopo
con uno scossone, la macchina iniziò a dirigersi verso la
dimora dei Cullen.
---ooOoo---
Angolino mio:
si sono
incontrati e come i bambini dell’asilo
tutti si sono ben guardati di riferire il cognome, segreto di
pulcinella visto
che il prossimo capitolo si giunge alla tenuta Cullen.
Da quel
momento sono interessata anche io a vedere
come si svilupperanno le cose perché non ho scritto una
parola: a volte quando
scrivo i personaggi decidono di loro iniziativa dialoghi ed azioni,
senza che
io possa fare nulla per impedirlo, quindi se ci sarà una
scena di sesso oppure
un paio di ceffoni…
Non prendetevela
con me, hanno fatto tutto loro.
Al prossimo
episodio
Baciotti