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Autore: gaccia    08/07/2011    5 recensioni
Isabella, ricca e potente, proprietaria delle Industrie Explosion di Boston se la vedrà con Edward, testardo e indomabile responsabile dell'azienda vinicola di famiglia a Sonoma. Un detto latino recitava In Vino Veritas (nel vino la verità) leggete se è vero
Genere: Generale, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Grazie per aver apprezzato il primo pezzo di questa fic.

Premetto subito che non so quanto sarà lunga, non so dove mi porterà, ho un abbozzo di trama che può variare in qualsiasi momento in base al mio umore.

E, mazzata finale, non sarò costante nel postare, perché come ho già premesso sto seguendo l’altra Fic: “Sakura – Fiore di ciliegio” e viste le diverse trame (questa moderna, l’altra racconto storico ambientato in oriente) è difficile cambiare a comando ed entrare nel racconto da sviluppare.

Detto questo comunque non disperate e fidatevi se vi dico che non lascerò la storia misteriosamente sospesa: prima o poi arriverà la parola fine.

Ora vi lascio al secondo capitolo…

Buona lettura!

 

---ooOoo---

 

Quattro anni dopo.

 

In questi quattro anni Jake era stato era stato perfetto. Un perfetto amministratore delegato che presenziava agli eventi ufficiali, accompagnato da donne bellissime e di classe, perfetto nei panni di assistente agevolando notevolmente il lavoro di Isabella e collaborando attivamente agli affari del gruppo.

Perfetto come amico, con il quale bere una birra davanti al televisore, quando il sabato sera il ragazzo di turno dava buca alla principessa di Boston.

La cosa era rara comunque, gli unici uomini che facevano la fila davanti alla porta dell’appartamento di Isabella, erano i fattorini delle pizze o del cibo cinese, qualche volta messicano.

 

In quei quattro anni, Isabella era cresciuta in sicurezza, competenza e bellezza.

Anche Jake lo aveva notato e come ogni buon giovane con la testa sul collo e gli attributi giusti in mezzo alle gambe, ci aveva provato, neppure tanto velatamente.

Isabella aveva risposto non un secco “No! Grazie! Non mischio lavoro e vita privata!” in un modo talmente lapidario che Jacob aveva rinunciato e si era rivolto verso prede più facili.

 

Questo non aveva intaccato il rapporto di amicizia, tanto che Jake, Bella ed Emmett erano diventati inseparabili, nel lavoro come nelle uscite del tempo libero (appuntamenti galanti permettendo).

In quegli stessi anni, Isabella era riuscita a raggiungere un profilo personale talmente basso da non comparire più da parecchio tempo su nessuna rivista di gossip e, non essendo importante agli occhi del mondo della finanza, neanche nominata nei quotidiani finanziari, dove invece compariva spesso Jacob e le Explosion Industries.

Gli affari del gruppo andavano a gonfie vele e gli azionisti, con Isabella in testa, erano felicissimi dei guadagni spartiti negli ultimi tempi.

 

Attualmente, appena scesi dal jet privato della società, Emmett si era messo alla guida della jeep noleggiata e si stavano dirigendo verso una tenuta vinicola vicino a Sonoma.

Jake, seduto davanti, giocava con la radio, mentre dietro Isabella studiava le carte della banca, dalla quale intendeva rilevare l’ipoteca della azienda Cullen.

 

“Perché continui a metterti quei tailleur ammazza erezione? Sei più sexy con una tuta da ginnastica!” commentò Emmett con uno sguardo allo specchietto retrovisore.

Isabella sbuffò “Em, non devo sedurre nessuno oggi. E poi cos’è tutta questa curiosità sulla mia vita sessuale?”.

“Scommetto che è da un sacco di tempo che non scopi” replicò Jacob continuando “Lo sai che io sono sempre disponibile per togliere le ragnatele e fare le pulizie di pasqua”.

“Ahahah! E questa era una risata sarcastica! Non è passato così tanto tempo! E poi io con te non lo farei mai. Piuttosto mi scopo Emmett” rispose Isabella ridendo.

“Scordatelo! L’unica volta che ci siamo baciati ho dovuto fare i gargarismi con la candeggina! Che schifo!”.

“Bacia così male?” chiese Jacob con fare malizioso.

“No, anzi. Solo che è stato come baciare mia sorella, come se fosse un incesto. Dio che cosa squallida!” rispose ridendo Emmett.

“In ogni caso Em, sei fuori dalla mia portata. Sai che se mi metto con te perdo il mio patrimonio. I soldi sono più forti del mio amore nei tuoi confronti” disse Isabella con una mano sul cuore e sbattendo le ciglia a dietro agli occhiali spessi e totalmente inutili che metteva quando doveva apparire come l’efficiente segretaria del capo.

“E questa era tutta la fiducia che aveva tuo padre nei miei confronti! Quando ho letto il testamento sono rimasto basito” scosse la testa divertito

Jacob invece era sempre più sorpreso.

“Pensa io che invece sognavo già sfrenate notti di sesso selvaggio tra le tue braccia” lo stuzzicò Isabella.

“Em, lei ti dice queste cose e tu non reagisci? Ma sei scemo?” latrò Jake “Ma davvero suo padre ha scritto nel testamento che la diseredava se stava con te?”.

Emmett si limitò ad annuire mentre Isabella rideva alla perplessità di Jacob.

 

All’improvviso il motore iniziò a tossire e la jeep a poco a poco di fermò in mezzo alla strada polverosa immersa tra le vigne e sotto il sole cocente. Intorno non si scorgeva neanche un albero sotto cui ripararsi dalla calura.

“Em, che succede?” chiese Isabella agitata.

Emmett, dopo aver sommessamente bestemmiato, scese dalla macchina e si avvicinò al cofano fumante. “Non ne ho la minima idea” rispose serio.

“Jake, tu che ne sai di motori?” chiese Emmett ad alta voce.

Jacob scese dalla jeep dopo essersi infilato gli occhiali scuri e aver slacciato i primi due bottoni della camicia, “Che bisogna mettere la benzina per andare avanti e ogni tanto portarla dal meccanico. Ho un calendario apposta per queste scadenze” rispose con un sorriso allargando le braccia.

“Sei davvero di grande aiuto. Mi chiedo come faremmo senza di te” rimarcò sarcastica Isabella.

“Tesoro so che mi ami, ma facendo tutti questi complimenti mi fai arrossire” rispose Jacob con lo stesso tono, aggiungendo “Non ricordo che nelle centinaia di pagine del mio contratto di lavoro ci fosse scritto: esperto di motori”.

 

Tutti e tre erano scesi e cercavano di capire qualche cosa guardando ciò che il cofano nascondeva gelosamente.

Il sole faceva sudare, e, mentre i ragazzi avevano iniziato con togliere giacche ed arrotolare maniche di camicia, Isabella si ostinava a tenere la giacca sciancrata e si era slacciata solo il bottone del colletto. In compenso la sua crocchia severa stava sfuggendo ciocca a ciocca alle forcine che sembravano sciogliersi e gli occhiali di vetro scivolavano dal naso.

Erano tutti e tre un ben misero spettacolo, soprattutto pensando cosa e chi rappresentavano.

 

All’improvviso furono attirati dal rumore di un veicolo, che pareva diretto dalla loro parte.

Un nuvolone di polvere sollevata, segnalò che un’altra macchina stava dirigendosi verso di loro.

Con un sospiro di sollievo, Isabella si sistemò in mezzo alla strada in modo che non fosse possibile evitarla senza fermarsi.

“Se alzi la gonna abbiamo più possibilità” urlò Jacob.

“Togliti di li se non vuoi finire spiattellata!” gridò Emmett con buon senso.

Isabella non ascoltò nessuno dei due, stava diventando più testarda di un mulo. Si limitò a scostarsi leggermente non appena la macchina ebbe effettuato l’ultima curva prima di raggiungerli.

 

Era una jeep verde brillante. “Tutte jeep da queste parti?” chiese sottovoce Jake regalando una leggera gomitata al fianco di Emmett.

La macchina si fermò e tre portiere si aprirono, lasciando uscire i propri passeggeri.

Dal lato guidatore uscì un ragazzo alto quanto Jacob e con un notevole fisico, lasciato in mostra dalla canottiera che lo fasciava come una seconda pelle. Dal cappellino da baseball sfuggivano lunghi riccioli biondi mentre la tesa nascondeva gli occhi, ma il sorriso sardonico che aleggiava sulle labbra, faceva supporre che i tre non erano i primi a ritrovarsi in panne su quella strada polverosa.

Dal lato navigatore era smontato un ragazzo dal fisico simile al primo, forse leggermente meno muscoloso se fosse stato possibile giudicare attraverso la camicia a maniche corte che il giovane aveva lasciato negligentemente sbottonata sopra la canotta bianca. Anche lui portava un cappello di paglia a tesa larga che proteggeva parte del viso dal sole e dagli sguardi.

Dal retro era spuntata il passeggero più stupefacente dei tre: una magnifica bionda dai capelli lunghi, con due gambe chilometriche e perfette, coperte da un misero short in jeans, e una camicetta a quadri rossa annodata sotto il seno. Una modella vestita stile Hazzard. Isabella guardò i suoi compagni con la coda dell’occhio ed ebbe un moto di stizza. Sembravano tutti e due calamitati sulla sventola.

 

“Rose, prova a dare un’occhiata o non riusciremo a tornare a casa questa sera” disse sghignazzando l’autista della jeep verde.

Rose rise divertita e con una camminata tremendamente aggraziata e sensuale, cosa che mandò in estasi Emmett e Jacob ed irritò profondamente Isabella, si chinò sul cofano aperto del motore dell’altro automezzo.

“Ed, portami dell’acqua per il radiatore, vediamo se questo bimbo si è fatto la bua” disse la ragazza dopo aver ispezionato il motore con piglio sicuro.

Il ragazzo con la camicia prese una tanica sul cassone della jeep e lo porse alla meccanica bionda.

Isabella ebbe modo di squadrare meglio i due ragazzi, decisamente affascinanti, meglio il ragazzo con la camicia sbottonata rispetto all’altro, comunque due bei pezzi con i quali avrebbe passato volentieri qualche sabato sera, e non solo.

 

Probabilmente lo stesso pensiero lo stava facendo Emmett a giudicare da come fissava il fondoschiena pieno e rotondo di Rose.

Isabella decise di correre ai ripari “Grazie per esservi fermati, non ci capiamo nulla di auto”.

“Non si preoccupi, capita spesso da queste parti” rispose Ed gentilmente.

“Soprattutto con le macchine del noleggio dell’aeroporto” sottolineò il ragazzo biondo.

 

“Dove eravate diretti?” chiese Rose emergendo dal cofano della jeep.

“All’azienda vinicola Cullen, sapete dov’è?” chiese Jacob.

Ed stringe i pugni e la mascella fissando molto intensamente la strada polverosa.

“Certo, se volete potete venire con noi, vi daremo volentieri un passaggio, tanto questa bimba ha il radiatore bucato e bisogna chiamare il carro attrezzi” rispose Rose con un sorriso tirato.

“Credo che sarebbe meglio iniziare con le presentazioni, io sono Jasper, lui è Edward e lei è mia sorella Rosalie” disse il biondo indicando i suoi accompagnatori a turno.

“Certo, io sono Emmett, lei è Isabella e questo ragazzone è Jacob” rispose sorridendo apertamente Emmett battendo la mano sulla spalla di Jake più volte.

Fatte le presentazioni i ragazzi risalirono tutti sulla jeep verde, facendo accomodare Emmett e Jake sul cassone ed Isabella sul sedile vicino a Rosalie.

Subito dopo con uno scossone, la macchina iniziò a dirigersi verso la dimora dei Cullen.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

si sono incontrati e come i bambini dell’asilo tutti si sono ben guardati di riferire il cognome, segreto di pulcinella visto che il prossimo capitolo si giunge alla tenuta Cullen.

Da quel momento sono interessata anche io a vedere come si svilupperanno le cose perché non ho scritto una parola: a volte quando scrivo i personaggi decidono di loro iniziativa dialoghi ed azioni, senza che io possa fare nulla per impedirlo, quindi se ci sarà una scena di sesso oppure un paio di ceffoni… Non prendetevela con me, hanno fatto tutto loro.

Al prossimo episodio

Baciotti

 

  
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