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Autore: Gh595    08/07/2011    0 recensioni
FOS è una storia concentrata in una dimensione simile alla nostra nel periodo medievale. Essa narra la storia di tre ragazzi,le cui vite diverse ma con alcune somiglianze, sono state unite dal destino proprio in un preciso momento che significherà molto per quella gente. I tre ragazzi dovranno affrontare vari sentimenti che si comporteranno,alcune volte,come ostacoli. L'amore,il dolore,la tristezza,l'angoscia e il desiderio saranno i sentimenti sentiti maggiormente nel corso del racconto dai tre ragazzi che,oltre a ciò,dovranno trovarsi faccia a faccia contro un grande segreto bramato da molti e che deciderà la sorte di tutti.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un tempo lontano,in una notte tutto ebbe inizio con l'incendio vicino al bosco. Un'ombra stanca e affaticata uscì da quelle enormi fiamme e continuò a camminare verso il bosco,cercando di sfuggire dalle ardenti fiamme che salivano lunghe e indomabili fino al cielo blu scuro che,vuoto,in quella notte,dominava qualsiasi cosa. Quell'ombra che camminava stremata era un ragazzo che si avvicinava sempre più verso il bosco. Aveva un braccio ferito da cui usciva molto sangue mentre la mano dell'altro braccio era poggiata sulla grande ferita ricolma di sangue e,coprendola,cercava di fermare il liquido color cremisi. Ogni passo che faceva era sempre più affaticato,tanto che,alla fine,cadde stremato in un letto di foglie creato dagli alberi di quel grande bosco. Quando riaprì gli occhi era ormai mattina. La prima cosa che vide con fatica,a causa degli occhi ancora addormentati,fu un soffitto fatto di legno. Ebbe solamente la forza di pensare ad una semplice domanda: Dove sono? Cercò di muoversi ma non ci riuscì poiché il braccio destro gli bruciava ancora. D'un tratto una voce calda e soave disse « Finalmente vi siete svegliato» . Il ragazzo girò la testa dalla parte in cui proveniva la voce e,avendo ancora gli occhi affaticati per il risveglio,vide ,seduta su una sedia posta poco vicino al letto,una bella ragazza dai lunghi capelli che si coloravano con varie tonalità di castano risplendendo nei sciolti e nei grandi e soffici boccoli ,la pelle chiara e candida come la neve che racchiudeva in sé due grandi zaffiri scuri come occhi dall'espressione dolce e gentile che risplendevano insieme ad un sorriso luminoso e gentile. « Ieri notte,mentre giravo per il bosco intenta a cercare frutti vi ho visto. Eravate ferito e vi ho raccolto e portato in casa. Per fortuna sono riuscita a guarirvi!» disse la ragazza continuando a sorridere. Il ragazzo aprì di poco la bocca prendendo un po' di fiato. « Chi sei?Perché mi hai aiutato?» disse alla ragazza con voce roca. Lei allora si alzò e,facendo un inchino,rispose al ragazzo mantenendo lo stesso tono gentile di prima ma imbarazzandosi. « Scusate la mia negligenza per non essermi presentata a dovere. Il mio nome è Eclairs.» Sollevò le testa abbassata fino a poco prima e aggiunse « Non potevo lasciarvi morire lì,in mezzo al bosco...» Detto questo di sedette nuovamente in quella sedia in cui era seduta prima e,dopo aver osservato il ragazzo per alcuni attimi sovrastati dal silenzio,disse «Ditemi una cosa,se non sono scortese...Come vi chiamate?» «Mi chiamo Thàrros» rispose il ragazzo quasi sussurrando con ancora quella voce,per poi girare gli occhi verso la finestra posta dalla parte opposta rispetto a dove era la ragazza. « Avete un nome molto singolare,però non è brutto,anzi lo trovo molto affascinante e misterioso. Per cui non c'è bisogno che vi vergognate» disse lei,cercando di tranquillizzare il ragazzo che,a parer suo,le sembrava imbarazzato. « Non è per quello.» Rispose ora seccamente il ragazzo « Il mio nome mi ricorda una persona che vorrei dimenticare...» aggiunse poi con lo stesso tono lasciando che il silenzio regnasse nuovamente tra i due. « Riuscite a camminare?» Chiese la ragazza per non intromettersi negli affari del ragazzo che,in risposta a quella domanda,annuì senza dire una parola. Attimi di silenzio nacquero dopo quei cenni. Per interromperli la ragazza,con tono dispiaciuto,gli disse cercando di mantenere il sorriso « Un po' di sole vi farà bene... Anche se siete ferito dovete esporvi ad esso almeno un po'» Dopo aver detto ciò,Thàrros si girò e si alzò,ma il dolore al braccio si fece sentire,in modo terribile. Eclairs,allora,lo accompagnò fuori,stando affianco a lui e stando a tenta ad ogni suo gesto,in modo da non far sì che lui stess male. Appena Thàrros uscì da quella piccola casa di legno,si stupì nel vedersi circondato dal alberi. Ora capì il perché lo trovò proprio quella ragazza. Osservò quasi meravigliato quel paesaggio verde e stette così davanti alla porta,non badando al fatto che la ragazza si era allontanata poco prima per prendere qualche ramo da alcuni gruppi posti vicino alla propria casa. Proprio in quel momento,si sentì una voce provenire dalla foresta. Essa chiamava il nome della ragazza e chiedeva dove essa fosse. D'un tratto,seguito dal rumore delle foglie e di alcuni rami spezzati,apparve un ragazzo alto dai capelli corti e biondi,dagli occhi abbastanza grandi e particolarmente viola. La sua pelle era bianca come la neve e il suo portamento,così come anche i suoi vestiti,erano nobili e regali. Avanzava con un sorriso sulle labbra,verso la porta della casa della fanciulla,fin quando,notando il ferito,cambiò totalmente espressione. Il suo sorriso scomparve del tutto e il suo sguardo,che fino a poco prima era felice e spensierato,divenne quasi furioso. Portò la propria mano destra sulla spada che portava con sé e, con lo sguardo assunto poco prima,gli disse con tono scontroso. «Che ci fai tu qui,Thàrros figlio di Dùname? Hai fatto qualcosa a Eclairs? Rispondi!» Le belle iridi viola si riempirono di rabbia e guardarono intensamente l'altro,che,coi suoi occhi ormai spenti,stette zitto e non pronunciò nemmeno una minima parola. Il biondo ragazzo allora,ardendo d'ira, sguainò la propria spada dal suo involucro e l'andò a puntare verso il collo del ragazzo. Si fermò lì,poco prima di sferrargli l'attacco,poco prima di tagliargli la gola,poco prima di ucciderlo a colpi di spada. Volle guardarlo,guardarlo dritto negli occhi ora pieni d'odio e d'ira. Come può essere così odiato da tutti un essere umano? Il proprio nome,pronunciato poco prima dal biondo,risuonava nella testa di Thàrros,ora più che mai tranquillo e pronto a morire. Accorgendosi Eclairs di ciò che era appena successo e immaginando ciò che stava per succedere,corse verso i due e urlò loro contro di fermarsi. Sentendo quella voce il biondo ragazzo dagli occhi color ametista, assunse un'espressione sollevata e quell'ira e quell'odio si dileguarono guardando la ragazza che correva verso loro,lasciando cadere dalle proprie braccia i rami appena raccolti. Quando ella si avvicinò,lui le sorrise e le disse ancora. «Eclairs,per fortuna siete salva!Pensavo che lui...»« Lui non ha fatto niente,perché lo stavate attaccando,Principe?».Lo interruppe così la ragazza,con ancora nella voce un tono preoccupato e quasi arrabbiato da ciò. Principe,con quel nome la bella ragazza lo aveva chiamato. Il principe,assumendo allora uno sguardo serio,le disse indicando poi il ragazzo. « Eclairs ,quello che avete alle vicino a voi è il figlio di un criminale che proprio ieri notte ha incendiato un altro campo vicino alla foresta dove voi abitate».Eclairs allora,presa in parte dalla rabbia e dall'angoscia,gli rispose «E che colpe ha lui? Principe,sapete bene che per me tutte le vite hanno lo stesso valore,che siano animali,contadini o nobili,non mi fa alcuna differenza. Questo ragazzo è solo il figlio di quel criminale,ma non è stato lui ad appiccare quell'incendio. Oltretutto è ferito ad un braccio,non potete attaccarlo». Le parole forti e convinte della ragazza scrollarono la serietà che il ragazzo aveva assunto poco prima. Sospirò allora e le disse,controbattendo a ciò che lei aveva detto,parlando però con tono più gentile verso la ragazza,cercando così di farla ragionare. «Ma Eclairs,va portato in prigione. Voi stessa mi avete detto che è ferito ed è proprio per questo che potrebbe aver aiutato il padre nell'incendio avvenuto ieri,o anche negli altri!». Ascoltando le parole del giovane principe,non poté che dargli ragione ma,per la sua grande pietà,gli chiese ancora,sperando nella sua misericordia. «Ve ne prego principe,è ferito,lasciatelo qui da me,ci penserò io a curarlo. Ha bisogno di aria fresca e non di aria malata come quella che si respira in prigione». Pensandoci un po',mentre guardava la ragazza,il principe non poté far altro che sospirare e dire,condonando il ragazzo per favore chiestogli da lei «Voi non cambiate mai vero?D'accordo per me va bene ma,se vi causerà qualche problema,verrò immediatamente ad ucciderlo». Dicendo ciò il principe dava la sua parola. Si girò poi verso il punto da cui era sbucato e,facendo un piccolo sorriso alla ragazza le disse che ormai era già tardi e che sarebbe dovuto andare,così si incamminò e ritornò sulla strada da cui era arrivato. La ragazza allora,dopo aver visto il principe andar via,sospirò,forse perché ancora impaurita da ciò che sarebbe accaduto se lei non fosse apparsa,e si girò verso l'altro ragazzo facendogli un dolce sorriso nell'intento di tranquillizzarlo. Si sedette poi nello stesso posto in cui poco prima era in piedi e iniziò a guardare il cielo azzurro di quel giorno,illuminato dal sole che penetrava dai folti rami di quei maestosi alberi. Tharros,avvicinandosi a lei,si sedette affianco a lei e le chiese guardandola. «Perché lo hai fatto? » e nel mentre in cui lo diceva,si chiedeva la stessa cosa fra sé e sé. Mai nessuno,sapendo chi era,lo aveva aiutato in quel modo. La ragazza continuando a guardare l'azzurro cielo gli rispose « Voi non avete colpa di ciò che ha fatto vostro padre,per questo io vi ho difeso. E' come quando guardi il sole e non riesci mai a vederlo perché è fin troppo luminoso per i nostri occhi, così tutti fanno la stessa cosa con voi. Appena vi incontrano vi giudicano subito in mal modo perché hanno paura e non vogliono conoscervi. Forse sono l'unica fin'ora che si è accorta di ciò e che non ha paura perché crede di aver affianco un'anima gentile.» Detto ciò si girò verso Tharros e fece un altro sorriso gentile,come quelli fatti fin'ora. Il ragazzo,allora, alzò il proprio sguardo verso quel cielo limpido e iniziò a pensare alle parole dette dalla ragazza. «Come quando guardi il sole....»
  
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