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Autore: Niphre    08/07/2011    7 recensioni
Il Dottore umano e Rose nell'universo parallelo affrontano le difficoltà di riprendere un vita "normale" dopo "Journey's End".
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - Altro, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: Questa è la prima ff lunga che scrivo quindi spero di cuore che possa piacervi e che la recensiate in tanti. Mi farebbero molto piacere consigli ed opinioni, io non sono mai soddisfatta di ciò che scrivo ed avrò corretto questa pagina almeno trenta volte! Questa storia è nata dalla mia passione per il Doctor Who ed in particolare per questa coppia un po’ strana che si è trovata vicino quasi per caso, Rose ed il Dottore mezzo umano. Vorrei dirvi di cosa parla la storia e che ci sarà un lieto fine ma in realtà scrivo capitolo per capitolo perciò neppure io so dove andremo a finire! A parte questo, spero apprezziate questo primo capitolo, a presto col seguito! :)

Disclaimer: i personaggi e le storie del Doctor Who appartengono ai legittimi proprietari e questa fanfiction non è scritta a scopo di lucro.

Capitolo 1: 
Guardo me stesso andarsene, per sempre.

 

«Guardo me stesso andarsene, per sempre. Vorrei fingere che l'universo non mi stupisca più ma non è così. Mi sento perso, sono appena nato eppure porto sulle spalle il peso dell' universo e centinaia di anni di ricordi; mi volto verso di lei perché è l'unica cosa che dia senso a questo mondo, a tutto ciò che sta succedendo. Le prendo la mano e la stringo forte, fortissimo, cercando di aggrapparmici disperatamente mentre ora anche lei guarda me; il suo sguardo mi chiede che ne sarà di noi ed io, amore mio, non ne ho la più pallida idea.

Credo che dovrei dire qualcosa, è evidente che è ciò che tu vorresti. Ma non ho parole. Tutto il mio destino collassato in un secondo, un singolo istante, in cui decido di baciarti di nuovo, immensamente stretta a me, mentre dentro mi chiedo se non sarebbe meglio l'oblio a questo mare di ricordi che mi riempie la mente, lontanissimi, di un tempo in cui la Terra non portava ancora alcuna traccia di te. I ricordi che io e lui condividiamo. In una frase ti ho regalato la mia unica vita e benché tu non abbia accettato tutto questo, nonostante tu non l'abbia trovato giusto, io potrei passarla con te, se vorrai. Ti bacio fino a perdere il fiato come se questo fosse l’unico scoglio di una realtà che sta scomparendo, l’amore che provo per te è tutto ciò che mi resta e mi è costato l’ intero universo. Ma potendo, sceglierei sempre te, anche se non avrò mai il coraggio di dirti quanto questa esistenza mi faccia paura. Mi accorgo di tremare leggermente ma spero tu possa pensare si tratti del bacio, che in effetti mi sta coinvolgendo ormai così vorticosamente che fatico anche solo a pensare di separarmi dalle tue labbra, ora. Sento il tuo sapore, è ricco dell'anima forte che possiedi ed è il tuo modo per farmi capire che questo istante di confusione è durato anche troppo a lungo, è ora di riprendere in mano il mio futuro. »

Il Dottore nato dalla metacrisi umana si allontanò da Rose con un profondo sospiro.
- Rose Tyler... - disse cercando di ritrovare il contegno perso nei lunghi attimi trascorsi appeso alle labbra di lei.
- Aspetta... - rispose Rose ancora scossa dagli avvenimenti appena accaduti appoggiandogli una mano sul petto; era come se cercasse di accarezzarlo per assicurarsi che fosse davvero lì con lei e di allontanarlo, rendendosi conto che non era completamente lui.
- Non mi dirai che ho già sbagliato qualcosa! Eh, ma voi donne Tyler siete incontentabili! – provò allora a scherzare il Dottore, più sereno vedendola iniziare a sorridere fra le lacrime che ancora le solcavano il volto.
- Non hai sbagliato nulla, davvero... Solo che... – 
- E' tutto molto difficile, vero? – 
- Già, è vero… - annuì lei, cercando di asciugarsi le lacrime con la manica del maglia.
- No, no, no... - gli disse lui gentilmente asciugandole il viso con il bordo della sua giacca – Ora ci sono io con te. Usa la mia manica, è più resistente, sai? Prodigi dei Signori del Tempo!

A quel punto lei non riuscì a resistergli ed un leggerissimo riso spuntò sul suo viso ed il Dottore fu certo che avesse lo stesso calore del primo sole che spunta dopo la lunghissima notte artica: ancora freddo, ma così ricco di speranza. Lui iniziò allora una piccola ed improvvisata scena dove le raccontava dei tessuti più incredibili dell’universo, contento per ogni istante in cui riusciva a distrarla dai pensieri che sapeva le stavano straziando il cuore.

- So che probabilmente dovrei essere più serio, rispettare il tuo dolore ed è ciò che faccio ma… Io ora vivo solo per vederti sorridere. - ammise a quel punto il Dottore non senza un certo imbarazzo sul viso.

- Ma come ben sai, non sono bravo in queste cose e mi sto tragicamente rendendo conto che primo, sto parlando solo io da un bel po’ e secondo, Jackie sta avanzando con un incedere degno di mamma dinosauro! - disse deviando gli occhi da Rose per il primo istante da quando l'altro se stesso era svanito nella sua amata cabina blu.

- Allora Spilungone, o “secondo” Spilungone dovrei dire visto che adesso vi producono in serie, non sarebbe ora di far smettere di piangere la mia povera Rose? – disse voltandosi per accarezzare la guancia ancora bagnata della figlia.

- Tesoro mio, sembri distrutta… Credo sia ora di mettersi in viaggio per tornare a casa ma se preferisci possiamo cercare un posto in cui passare la notte e partire domani quando avrai ripreso un po’ le forze. – concluse allora guardando il volto sciupato della figlia.

- Ma il Dottore…? – disse Rose non resistendo all’impulso di tornare con lo sguardo a fissare il punto in cui il TARDIS  era scomparso.

- Tesoro, sai che non tornerà più, stavolta. – dovette risponderle la madre, pur sapendo che così avrebbe causato alla figlia un profondo dolore. Rose, infatti, non poté trattenersi dal rompere in un pianto disperato per il suo amore che era sparito così come un giorno era arrivato, anni prima, piombato di colpo nella sua vita. In quell’ istante il Dottore umano combatté contro la sua paura di ferirla ma decise infine di avvicinarsi a lei cingendole con un braccio le spalle.

-… Insieme… - le disse soltanto, facendole comprendere quanto profondamente anche lui stesse soffrendo per aver perso in un soffio non solo il suo amato TARDIS, ma intero l’universo in tutto il suo spazio ed in ogni suo tempo. Lei capì che lui aveva vissuto l’equivalente di almeno dieci sue vite correndo senza mai fermarsi, qualcosa che andava ben oltre quello che lei, umana, potesse immaginare come vita; adesso però lui era lì, non proprio il suo Dottore ma identico in tutto e per tutto, ed avrebbe lottato per farsi spazio nel suo cuore e per condividere con lei proprio quella vita. Rose in fondo si augurava che potesse riuscirci, non perché ciò sarebbe significato dimenticare il Dottore, quello che era andato avanti, bensì per poter insieme curare le proprie ferite e magari, chissà, sperare in un avvenire felice.

Entrambi persi nei loro pensieri, i due ancora vicini contro il vento freddo di Dårlig Ulv Stranden si erano nuovamente scordati di Jackie che invece non si era per niente dimenticata di loro, bensì allontanata per cercare campo col proprio cellulare.

- Allora Rose, cosa vuoi fare? – le chiese quindi impaziente di una risposta. Voleva allontanarsi al più presto da quella dannata spiaggia che non faceva altro che portare guai, oltre ad essere incredibilmente fredda tutto l’anno.

Rose avrebbe voluto correre a casa per riprendere una vita che già sapeva non sarebbe mai più potuta essere “normale”, ma che da allora sarebbe stata la sua. Tuttavia si rendeva conto che non era ancora pronta per tornare a correre e che forse una serata sottozero l’avrebbe potuta aiutare a riprendere le redini della sua esistenza sconvolta.

- Se non ti spiace vorrei fermarmi da qualche parte per la notte, sarà un lunghissimo viaggio ed io sono davvero stanca. E tu…? Ti va di riposarci un po’? – disse rivolgendosi al Dottore umano che in quel momento che le sembrava così perso, in un mondo troppo piccolo per lui. Ma, come sempre, lui la stupì rivolgendole un luminoso e furbo sorrisino.

- Vorrei sperimentare com’è dormire da essere umano, sarà interessante! – le disse tendendole la mano ed avviandosi insieme verso la madre di lei che stava nel frattempo avvertendo Pete della loro decisione.

Rose Tyler, con a destra il Dottore stretto nella sua mano e alla sua sinistra un passato da superare.
Il Dottore, con a sinistra la sua Rose ed alla sua destra una mano infilata in tasca e una vita da riscrivere.

  
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