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Autore: EvaEvangeline    09/07/2011    0 recensioni
Anche io smisi di ridere, fissai i miei occhi nei suoi, vidi qualcosa che non avevo mai visto prima. Qualcosa di strano, nuovo, incomprensibile.
La Spirale Ovale Gira Più Forte Quando Griderai
E Lo Farai
Vedrai

Il fumo che inondava la stanza, l'adrenalina, la musica, i decibel, il sudore, il caldo.
Ti Porterò A Ballare Dove Potrai Gridare Saremo Io E Te
Nella Spirale Ovale

I battiti che aumentavano, gli sguardi incatenati, il fiato corto.
Lì Ti Potrò Mostrare Cosa Vuol Dire Osare
Fu un attimo. Un battito di ciglia, un millisecondo, uno sbattere d'ali.
Saremo Vivi E Nudi
Nella Spirale Ovale.

Estratto del Capitolo 4
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20 - Rivelazioni
Questo era troppo. Avevo sopportato Deborah, ero rimasta in disparte, avevo finto che andasse tutto bene.
Non avevo chiuso in faccia la porta in faccia a Gianluca quando era chiaro che voleva essere solo un amico.
Ma questo era davvero troppo. Le lacrime mai versate in quei due mesi esplosero all'improvviso e corsi verso
il bagno salvo ricordarsi che non aveva idea di dove fosse. Mi voltai indietro e vidi le mie amiche che mi guardavano
chiaramente senza sapere cosa fare ma poi presero a correre verso di lei.
No, non volevo parlare con loro adesso.
“Signorina... Ecco.”
Alzai lo sguardo. Era Simone che mi porgeva un fazzoletto. Lo presi mormorando un flebile grazie.
“E il bagno è da questa parte” Disse con gentilezza conducendomi davanti ad una porta bianca
con sopra la scritta 'Madame'. Abbassai la maniglia senza esitare, entrai in un cubicolo e chiusi a chiave.
Una volta seduta sulla tavoletta iniziai a piangere a dirotto, non mi importava che qualcuno mi sentisse, volevo solo piangere.
Dopo pochi secondi sentii entrare le mie amiche, erano chiaramente loro visto che urlavano il mio nome.
Individuarono la mia posizione e si appostarono lì dietro.
“Fede! Che succede? Esci di lì, è l'ultimo dell'anno”
Non risposi ad Eva. Non volevo rispondere a nessuno, volevo solo stare lì a piangere.
“Hai visto qualcuno? Ti è arrivato un messaggio da Samu o Andrea o... Non so, cosa può essere successo di tanto terribile?”
Eva continuava a fare ipotesi ma Laura fu quella che collegò più in fretta le cose.
“Ma si può sapere che ti è preso? Era solo una canzone...”
Silenzio.
“Non era solo un canzone” sentii dire a Fra. Lei lo sapeva bene, le avevo descritto nei minimi particolari quella sera,
e la canzone era quasi il centro di tutto. Le parole arrivavano ancora, attutite dalla porta del bagno. Non volevo sentirle.
Le altre rimasero in silenzio. Sospirai, erano solo preoccupate, non aveva senso non dirglielo.
“E' la canzone del nostro primo bacio...” dissi con voce spezzata.
Non ci fu bisogno di aggiungere altro, il silenzio al di là della porta mi faceva intuire che avessero afferrato il messaggio.
Non dissero niente così continuai.
“Sapete, è successo tutto per colpa di questa canzone, io volevo ballarla a tutti i costi e a un certo punto ci siamo guardati negli occhi,
per tipo la metà del pezzo abbiamo continuato a fissarci con sguardo nuovo, con questa sensazione mai provata che si faceva strada dentro di noi eh...
Bè, è proprio sulle ultime parole che...”
Non riuscii a continuare. Ma in compenso le lacrime non sembravano volersi fermare. Singhiozzavo sommessamente e mi asciugavo le guance
con la carta igienica, ci mancava solo che mi macchiassi il vestito!
“Dai Fede, esci di lì, devi affrontare questa situazione a testa alta, non puoi nasconderti in un bagno tutta la sera. Siamo nel 2011!
Anno nuovo, vita nuova! Vedrai che presto dimenticherai Gianluca, dovresti solo vederlo di meno...”
Laura aveva ragione. Dannatamente ragione. Ma come potevo smettere di vederlo? I pomeriggi di shopping erano le uniche occasioni
in cui potevo illudermi per un po' di essere qualcosa di più di un'amica. In questo modo avrei continuato ad alimentare le mie speranza
credendo che prima o poi cambiasse idea. Ma perchè avrebbe dovuto? Io gli avevo praticamente sbattuto la porta in faccia per colpa della
mia stupida confusione e paura.
No, dovevo smetterla di illudermi. Continuare a vederlo non avrebbe condotto a niente se non ad altro dolore. Dovevo dirglielo, in qualche
modo dovevo dirglielo e mettere fine a tutto questo. Dovevo dimenticare.
Asciugai risoluta le ultime lacrime ed aprii la porta del cubicolo. Le trovai lì, a sorridermi che spalancavano le braccia verso di me.
Non potei fare a meno di stringermi a loro.
E fu in quel momento, quando il mio cuore sembrava un po' meno dolorante che sentii quella frase proveniente dalla sala da ballo,
frase della canzone a me dedicata che evidentemente non era ancora finita.
Non noto la pettinatura ed il vestito
Ma muoio per il tuo sorriso

  
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