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Autore: marziolina86    09/07/2011    14 recensioni
Pensieri e riflessioni dei protagonisti di un AMORE: Usagi e Mamoru
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Naoko Takeuchi; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

Usako...

Era giunto il momento.

Quel giorno uscii di casa credendo che fosse l’ultima volta, non sapevo nulla di quello che mi sarebbe successo, ma non mi importava.
Il dolore alla spalla non cessava di tormentarmi, la ferita causata da Zoisite non smetteva di sanguinare, nonostante la fasciatura, bruciava.
Non potevo cedere, per nessun motivo, dovevo conquistare i Rainbow Crystals senza coinvolgere persone innocenti.
Non dovevo coinvolgere Sailor Moon, quella ragazza che mi spingeva a correre da lei per salvarla ogni qualvolta si fosse trovata in pericolo, quella persona per la quale sentivo di provare un legame molto profondo che ancora non trovava una spiegazione dentro di me.

Erano quasi le cinque e dovevo raggiungere la Torre Starlight: era quello il luogo preposto all’ultimo duello.
Avrei combattuto da solo la mia battaglia. Non l’avrei coinvolta.

Con il fiato corto arrivai quasi in centro. Improvvisamente sentii qualcuno che mi colpì alla schiena: era Odango. La botta ricevuta non fece altro che accentuare il dolore alla spalla.
È sempre stata così, impulsiva, spensierata, allegra, ingenua, testarda, come una normale ragazzina di quattordici anni.
Non c’è stata volta, da quando la conosco, che non mi abbia sorpreso in un qualche modo.

“Non cambiare mai.”

Così dicendo mi allontanai da lei riprendendo la strada del mio destino.

Quasi giunto alla meta mi fermai e sentii qualcuno appoggiarmi una mano sulla spalla.
Mi voltai di scatto.
Non potevo credere alla mia vista.
“Non è possibile è di nuovo lei, Odango…”
Le domandai che ci faceva lì, perché mi continuava a seguire e con una semplicità disarmante che solo lei era in grado di mostrare, mi disse quelle parole che da tempo mi mancava sentire: era  preoccupata per me.
Erano tredici anni che non mi sentivo dire quelle parole …  un calore si propagò dal cuore a tutto il corpo.
Non potevo però permettere che qualcuno, oltre a me, venisse coinvolto in questa storia, la mandai via.
 
Una luce rossa avvolse l’ambiente, sentii delle urla: Usagi.
Una bolla ci catturò e ci condusse all’interno della torre dove mi attendeva Zoisite.  Ci costrinse a raggiungerlo in cima per poter riavere i Rainbow Crystals.
Il viaggio in ascensore sembrava interminabile, mi avvicinai al vetro credendo di essere in trappola.
 
Il silenzio venne spezzato.
Usagi mi chiese  perché stavo cercando i cristalli, così, spinto dalla voglia di raccontarle tutto, iniziai a rivelarle tutta la mia storia, dall’incidente in auto con i miei, la loro morte, la mia perdita dei ricordi e la mia solitudine.
Le raccontai dei sogni, di quella voce malinconica che mi diceva di recuperare il Silver Crystal per riacquistare il mio passato.
Non so nemmeno io perché iniziai a parlare, perchè le rivelai tutto, ma sapevo che lei mi avrebbe ascoltato. 
L’ascensore si fermò provocandoci un sussulto.

Vedemmo una luce … erano fiamme. Avrei voluto intervenire, ci stavano per raggiungere, per colpire, sembrava non avessimo alcuna speranza, non avevamo scampo.
Notai una luce diversa negli occhi  di Usagi, la luce della forza e del coraggio, come mai l’avevo vista prima di allora. 
Si trasformò davanti a me … senza esitazione, pronunciò quelle parole:

“Moon Prism Power, Make Up!”

Una luce l’avvolse, si trasformò in Sailor Moon, la paladina della legge.
Non ci potevo credere, ero sorpreso, incredulo … mi domandavo come avevo fatto a non capirlo prima, quella capigliatura, quegli odango che dal primo momento attirarono la mia attenzione, quegli occhi azzurri come il cielo terso in cui ci si poteva specchiare, la voce … la sua voce, come avevo fatto a non capirlo?

“Usagi .. Sailor Moon.. ”

Quando Zoisite le rivelò la mia presenza, lei non capì. Mi feci avanti.
 
“Sono qui”.

Si voltò.
Tirai la rosa fuori dalla mia giacca.
Mi trasformai davanti a lei facendomi avvolgere dal mantello di Tuxedo Kamen. Sorrisi vedendo le sue gote tingersi di rosso. Non capivo se era più meravigliata o imbarazzata nel vedermi. Non se l’aspettava.
Ripensai al nostro primo incontro, a quel compito in classe andato male che finì sulla mia testa, a quando ci incontravamo per le strade della città punzecchiandoci a vicenda.
Come avevo fatto a non capirlo?
Lessi la meraviglia nel suo sguardo, forse anche lei si domandava come aveva fatto a non accorgersene prima.

“Tu sei… Tuxedo Kamen?”
 
Mi disse di andarmene, che dovevo mettermi in salvo, ma io non potevo, non potevo lasciarla.

“Sailor Moon, ti proteggerò.”

L’avrei protetta anche a costo della vita. Avrei voluto che lei accettasse la mia protezione. Non potevo permettere che qualcuno le potesse fare del male.  
Lei no, non lo fece, non se ne andò. Sarebbe rimasta nonostante quella non fosse la sua battaglia.
Capii che in Usagi non c’era solo la parta ingenua, piagnucolona, dentro di lei nascondeva un'altra se stessa, quella che mostrava solo in qualità di combattente valorosa che non mi aveva abbandonato, che era rimasta con me.
 
Zoisite mi invitò a combattere, mi disse che sarebbe stato un combattimento leale, che avrebbe lasciato andare Sailor Moon, ma io sapevo benissimo che non lo avrebbe fatto.
 
Un brivido mi percorse la schiena, la stessa sensazione che provavo quando sentivo che Sailor Moon era in pericolo, mi voltai. Un grido strozzato mi uscì dalla gola. Mi mossi senza esitazione verso di lei.
Le feci da scudo. Se c’era qualcuno a dover morire non era lei, non era Usagi.
Presi l’aculeo che era diretto a lei.
Sentii il dolore accentuarsi. Non m’importava di morire. La dovevo proteggere. Sarei morto per lei. Doveva vivere.
Il mio corpo non rispondeva più alla mia volontà, era diventato pesante.
Caddi a terra.
Prima di toccare il pavimento sentii delle braccia sollevarmi. Era lì che mi sorreggeva con tutta la forza che aveva in corpo.
 
“Non sei ferita, Sailor…”Anche il solo avvicinare la mia mano al suo volto mi provocava dolore, ma avevo bisogno di sentire sotto le mie dita il suo viso.
Doveva salvarsi, mi accertai che stesse bene.
Sembrava che si stesse per mettere a piangere. Eccola ritornare Usagi. Come poteva una ragazza avere tutte queste espressioni diverse? Chi era davvero Usagi?
Solo ora che stavo per morire capii quanto fosse meravigliosa, di certo, se fossi rinato in un’altra vita non l’avrei più presa in giro … l’avrei amata.
Con le ultime forze che mi erano rimaste in corpo riuscii a parlare, sarebbero state le mie ultime parole.

“Sono felice che tu sia salva”.

Svenni.
Sentii un voce chiamarmi la stessa voce del sogno.

… Serenity…

I capelli biondi, gli odango, lo stemma a forma di luna crescente sulla fronte, il suo abito bianco … Ricordai tutto: ero Endymion.
 
Poi capii, dentro di me lo stupore e la meraviglia fecero spazio alla consapevolezza. Era Usagi la persona che avevo protetto, non Sailor Moon, né tantomeno Serenity.  
 
Usako … 




Il punto dell'autrice:
Eccomi con una shot, ieri ho rivisto l'episodio 34 e mi è uscita questa piccola composizione.
Fatemi sapere che ne pensate e non esitate a mettermi la bandierina rossa se necessario :D
A presto
Silvia
   
 
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