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Autore: daisyNAKJM    09/07/2011    2 recensioni
Questa storia parlerà principalmente di Quinn, Santana e Brittany. Verranno resi partecipi generalmente tutti personaggi, e man mano Rachel, Puck e Finn prenderanno più parte nei capitoli. La storia nasce dalla scena dell'auditorium nella puntata 2x13 "Blame It" Ma con risvolti totalmente diversi da quelli del telefilm. Nasceranno e si riscopriranno amori e amicizie.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il pomeriggio delle 4 ragazze passò molto velocemente, tanto che quando fu il momento di salutarsi, le ragazze, nelle rispettive case, si concessero un lungo abbraccio.
“Ci vediamo domani zia Rachel! Grazie ancora!!”
Brittany uscì di casa salutando Rachel, cominciando poi a trotterellare, come solo lei poteva fare, dirigendosi verso casa, cercando di inseguire quel sole che stava tramondando. La ragazza la fissò dalla porta, sorridendo nel vedere quella scena. L’innocenza di quella ragazza era un dono troppo bello. Rientrò poi in casa, sistemando casa, felice di tutte quelle domande che le aveva posto la bionda.
“Va bene… però mi raccomando Quinn, se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami, o mandami un messaggio, fai come ti pare però avvisami.”
“Santana veramente non ti preoccupare, non sono da sola… ma in ogni caso grazie, se avrò bisogno ti farò sapere!”
“Ok ok… ora corri a casa, si sta facendo buio. Ti voglio bene, ricordatelo!”
Le due poi si staccarono dall’abbraccio, Santana era preoccupata per Quinn. Il giorno successivo sarebbe stato il fatidico: l’incontro con Beth. Voleva andare anche lei, ma non le sembrava il caso, anche se lasciarla così in una situazione come quella non le sembrava altrettanto indicato.
“Ti voglio bene San!”
la bionda le lasciò un bacio sulla guancia prima di incamminarsi verso casa sua, aveva paura, non poteva nasconderlo, però sapeva di non essere da sola. Come aveva detto a Santana, la mattina seguente non sarebbe stata presente a scuola, non sarebbe di certo stata concentrata sulla lezione.

Ormai il sole era tramontato, e il tanto atteso giorno si stava avvicinando sempre di più. La mattina seguente, Quinn si alzò allo stesso orario che era solita per andare a scuola, si sistemò con più cura del solito, ogni suo movimento era accompagnato da un tremolio continuo, non riusciva a placarlo, l’agitazione ormai le stava salendo sempre di più. Prese poi dopo aver sistemato gli ultimi dettagli la sua borsa, e dopo aver controllato che all’interno ci fosse ancora quel pacchetto, la richiuse, dirigendosi verso l’uscita di casa. Appena aprì la porta di casa trovò davanti a sé lui, il suo ragazzo, che era intento a sistemarsi la maglia prima di annunciare il suo arrivo suonando il campanello di casa.
“Oh Quinn!”
ma prima che potesse aggiungere altro, la ragazza era già tra le sue braccia, aveva bisogno di sentirsi al sicuro, e meno sola in quel momento.
“Ei.. ci sono io ora, non ti preoccupare, sono sicuro che c’è la faremo…”
Quinn si morse il labbro inferiore, mentre con le sue mani teneva stretto il ragazzo. I suoi occhi erano chiusi, intenti a non lasciare scorrere nessuna lacrima, almeno per il momento.
Puck poi le regalo un dolce bacio sulla fronte, per poi prenderla per mano ed accompagnarla alla macchina.
“Andiamo a fare colazione, abbiamo tutto il tempo che ci serve, dobbiamo cercare di rilassarci però”
Era innegabile che anche Noah era impaurito e agitato per quello che doveva succedere tra poche ore, però doveva anche dare la forza a lei, la sua Quinn. Non poteva lasciarla in quello stato di preoccupazione per tutta la giornata.
Accese poi il motore, per partire verso la volta del centro. Sapevano che alle 14 dovevano incontrarsi con Rachel per poi andare a casa di Shelby.
“Rachel, ti prego, facci sapere cosa succede, voglio sapere Quinn come reagirà, e anche Noah. Mi sento troppo agitata per loro.”
Santana quella mattina era parecchio agitata, non riusciva a rimanere ferma, e parlava in continuazione.
“Non ti preoccupare Santana, vedrai che andrà tutto bene!”
“Ma non possiamo andarci anche noi San?”
Brittany chiese timidamente, temendo la reazione della mora
“Ma dico, ti sembra il caso Brit? È una situazione troppo delicata, non mi sentirei di intromettermi così!”
la bionda annuì alle parole della mora, che continuava a toccarsi i capelli nervosamente.
“Però avrei una soluzione, potreste venire anche voi, però rimanere nei paraggi. Intendo dire, nel quartiere dove abita Shelby ci sono parecchi negozi li, voi potreste fare un giro li mentre io Quinn e Noah siamo da lei, quando poi usciamo, ti avviso così puoi constatare tu stessa come stanno i ragazzi.”
Santana si bloccò nell’ascoltare tutto quel ragionamento, lo trovava semplicemente geniale. Brittany aveva visto la luce negli occhi della mora, e sapeva che reagiva così solo quando qualcosa di importante stava per succedere.
“E’ geniale Rachel, geniale!!”
Rachel ridacchiò, trovandosi tra le braccia di Santana che la stava ringraziando.
“Poi vi do l’indirizzo, così potete venire senza farvi scoprire da Quinn e Noah!”
“Grazie zia!!”
urlò Brittany prima di buttarsi come al suo solito tra l’abbraccio.
Erano ormai arrivate le 14, e i due ragazzi, seduti in auto fuori dalla casa di Rachel la stavano aspettando. Noah stringeva tra le sue mani quelle di Quinn, avevano passato tutta la mattinata a parlare e ad immaginarsi cosa sarebbe potuto succedere quel pomeriggio, rimanendo l’uno vicino all’altro, senza mai perdere il contatto tra loro.
Rachel finalmente uscì di casa, e si precipitò in auto. Quinn le sorrise, mentre Puck la salutò.
“Ciao Rachel, tutto bene?”
“Ciao Noah, si grazie! Tu?”
“Eh..agitato direi..ma c’è la possiamo fare!”
“Ne sono sicura! Dai, ora ti do le indicazioni per arrivare a casa di Shelby, andiamo!”
Per tutto il tragitto, gli unici due a parlare furono solo Rachel e Puck. Quinn rimase in silenzio, non riusciva a dire nulla, ogni tanto Noah le appoggiava una mano sul ginocchio, sembrava quasi volesse dargli parte della sua forza, mentre Rachel invece di tanto in tanto le accarezzava i capelli e le dava qualche bacio tra quella chioma bionda.
Mezzora dopo, i ragazzi arrivarono a destinazione. Rachel scese per prima dall’auto, per andare poi verso l’ingresso e annunciarsi. I due fidanzati invece, dopo essere usciti dall’auto, attesero li. Puck si appoggiò all’auto, portando tra le sue braccia la bionda. Sembrava quasi volesse nascondersi tra quelle braccia così grandi che la facevano sentire protetta.
“Se tocchi ancora la radio giuro che mi fermo e torniamo a casa!!”
Santana era sempre più nervosa, e mentre guidava, doveva badare a Brittany che si divertiva a cambiare stazione in cerca di una canzone che fosse di suo gradimento, e dopo averla trovata, cominciava ovviamente a ballarla. Però dopo che la mora la sgridò, la ragazza si fece seria.
“Sei veramente così tanto preoccupata per Quinn e Puck?”
Santana si calmò, e le rispose
“Si Brittany, è una situazione tanto delicata, prova ad immaginare se capitasse a te una cosa simile!”
la bionda tacque, cominciando a vagare tra mille pensieri, e regalando un po’ di quiete a quella situazione.
“Bè a me non potrebbe succedere mai!”
esordì dopo parecchi minuti di riflessione, mentre la mora continuava a fissare la strada con aria sospettosa
“Ti spiego, tu mi hai sempre detto che tra noi non potrà mai succedere quello che è successo a Quinn, intendo Beth, e dato che io ho intenzione di passare con te tutta la mia vita non mi devo preoccupare!!”
Santana spalancò la bocca, incredula a quelle parole. Quella ragazza era in grado di passare da momenti nei quali parlava di sciocchezze a situazioni nelle quali riusciva a spiazzarla con frasi come quelle. Decise però di non darle ancora del tutto soddisfazione, voleva vedere fino a che punto arrivava Brittany.
“E se io ti dicessi che vorrei avere un bambino?”
“Impossibile”
rispose la bionda prontamente
“Hai sempre detto che non ti piacciono i bambini!”
“Ma mettiamo caso che in un futuro cambio idea, e ne voglio uno, tu cosa faresti?”
La bionda sorrise, felice nel poter rispondere a quella domanda. Lei adorava i bambini, infondo lo era anche lei ancora un po’.
“Allora quando sarà il momento chiamerò la cicogna, e mi farò portare un bellissimo bambino, con lo stesso colore della tua pelle e i miei occhi, il più bello che potrebbe mai esistere insomma, e lo regalerei a te!!”
Nel frattempo anche loro erano arrivate a destinazione, e Santana aveva parcheggiato nelle vicinanze della casa. Si guardò poi attorno, per poi girarsi verso Brittany, guardandola con gli occhi pieni di lacrime
“Oddio San! Che succede?? Ho detto qualcosa che non va?!”
la ragazza si fece subito più vicina alla mora, preoccupata pensando di aver combinato un guaio.
“Sei semplicemente perfetta, ecco cosa succede..”
la mora poi si getto tra le braccia della bionda, che la strinse forte a se, senza parlare. Rimasero in quella posa per parecchio tempo.

“Ei tesoro ciao! Come stai?”
“Ciao Shelby..bene grazie, tu?”
“Va tutto bene! Ma…”
Shelby si bloccò, voleva chiedere a Rachel che fine avessero fatto i due ragazzi, ma dopo averli visti li vicino, non chiese altro. Abbracciò e baciò Rachel, facendola accomodare in casa, mentre lei, andò dai due ragazzi. Noah le sorrise, mentre Quinn era con la testa nel suo petto
“Ciao ragazzi..”
Quinn nell’udire quella voce si girò velocemente, per poi buttarsi tra le braccia della donna
“Grazie mille Shelby..”
“Ei ei, è tutto ok tesoro, tranquilla! Ora entriamo però, vi sta aspettando la festeggiata.”

Una fitta allo stomaco colpi entrambi i ragazzi, anche Puck ormai non riusciva più a mantenere la calma e la lucidità che aveva mostrato nella mattinata. Si avvicinò a Quinn, e prendendola per mano seguirono all’interno Shelby.
“Ma che brava bambina che sei! E poi sei bellissima! E secondo me hai una voce deliziosa!”
Rachel stava facendo amicizia con la piccola Beth, che da dentro la sua culla era intenta ad acchiappare le dita della ragazza per stringerle.
Quando però poi si accorse che anche gli altri erano entrati in casa, si spostò dalla culla, lasciando spazio. Shelby le passò una mano sulla spalla, per poi avvicinarsi alla culla e prendere in braccio la bimba.
Noah continuava a stringere sempre di più la mano di Quinn, che dopo aver visto la sua piccola Beth, rimase immobile, non riusciva nemmeno a versare lacrime.
“Andiamo in soggiorno così possiamo stare comodi”
propose Shelby, incamminandosi seguita da Rachel e i due ragazzi. Presero poi posto sul divano, a due a due: Quinn e Puck vicini, e di fronte Rachel seduta accanto alla padrona di casa, con il braccio la piccola bimba.
Quinn non riusciva a distogliere lo sguardo dalla piccola, e nemmeno Noah, che stava cercando di scaricare la tensione stringendo un pugno.
La padrona di casa sapeva che il momento era delicato, e aveva voglia di passare un po’ di tempo con Rachel, e di lasciare Beth insieme ai suoi genitori biologici. Quindi senza proferire parola, si alzò, si avvicinò a Quinn e sorridendole le mise tra le braccia la sua piccola creatura. Guardò poi Rachel e le fece cenno di seguirla in cucina, prendendola poi per mano. Puck fissava Quinn con la piccola Beth tra le braccia, non era in grado di capire quello che stava provando, erano troppe emozioni, le stesse che stavano pervadendo il corpo di Quinn.
Beth che tra le braccia di Shelby sembrava muoversi parecchio, tra le braccia di Quinn si tranquillizzò, portando il pollice in bocca, mentre con l’altra mano si teneva stretta al vestito della ragazza. Quinn sorrise alla sua piccolina, lasciando poi scivolare sul suo volto una lacrima.
“Hey Beth…sei bellissima, lo sai?”
Puck era riuscito riprendersi, e passando una mano su quella piccola testolina, accarezzandola con cura pronunciò quelle parole. Si avvicinò poi, baciandola tra i capelli.
Quinn cominciò a coccolare Beth, facendola dolcemente dondolare. La portò poi stretta a se, vicina al suo petto, dove la piccola si appoggiò, cominciando a muovere la sua piccola mano sul collo della ragazza. Approfittò di quella posizione per regalare un dolcissimo e lunghissimo bacio alla sua bimba, nel punto dove il suo papà l’aveva baciata poco prima.
Lentamente, la piccola Beth si addormentò accoccolata al sicuro tra le braccia della sua vera mamma. Noah si avvicinò a quelle due donne, passando un braccio attorno alla spalla di Quinn, portandola vicina a se. Entrambi speravano che quel momento non finisse mai.
  
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