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Autore: Sandra Voirol    09/07/2011    10 recensioni
Buon Sabato !!!
E' la settimana dedicata alla Shot!!!
Questa è piccolina ...ma si riferisce ad un momento che penso adoriamo tutte in Eclipse!!!!
Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
- Questa storia fa parte della serie 'L' Anima di Edward...ma non solo'
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Buon Sabato 

Questa è la settimana della Shot  !!!

Allora ...ho un pò di cose da dire ...

Mi scuso in anticipo per la brevità del capitolo ... ma è uscito così  !!!!

Questa situazione mi è stata richiesta da una cara amica e sono felicissima di essere riuscita ad accontentarla ... anche se non completamente... 

Mi aveva chiesto il 20° capitolo di Eclipse ma è scritto talmente bene che sembra un pov. Bella e  un pov. Edward fusi insieme ...  quindi mi sarei ritrovata a copiare quasi pari pari quello che già c'era  oltre qualche considerazione in più di Edward 

Bella descrive talmente bene le emozioni e i pensieri che interpreta sul viso del vampirozzo che non potevo essere più esaustiva di lei!!!

Solo in una parte fondamentale... visto che descrive ciò che prova lei ....Edward non è descritto approfonditamente  .... quindi ho porvveduto io ... spero 

E' piccolino ma intenso ...  spero non mi licerete 

Prometto che il prossimo sarà più soddisfacente .... almeno a lunghezza !!!!

Buona Lettura !!!!!!!!!!!


  


 





BLACK – OUT

 

POV. EDWARD
 

 
 “Allora non farlo”.
Dio quanto la desideravo. Stavo impazzendo. E lei stava facendo di tutto per minare la mia volontà. Era insopportabile che volesse da me l’unica cosa che non potevo e non volevo darle.
Non potevo: per il terrore di ucciderla. Ero troppo forte rispetto a lei. Se perdevo il controllo avrei potuto stritolarla facilmente, senza rendermene conto e già quando la baciavo, dovevo fare uno sforzo titanico per rimanere lucido. Mi faceva letteralmente impazzire. La desideravo perennemente. La voglia di sfiorarla, di accarezzare la sua pelle calda e vellutata, popolava le mie notti mentre la vegliavo e le mie giornate ogni volta che la guardavo o la baciavo. Non si rendeva conto dell’effetto che aveva su di me. Ne sembrava completamente inconsapevole. Ma se il suo odore, ormai aveva solo il potere di infiammare la mia gola - tutto di lei - scatenava una voglia di possederla, quasi irrefrenabile. E lei non mi aiutava affatto. Dovevo sempre essere io, quello responsabile. Ma mi costava uno sforzo sovraumano, anche se ero un vampiro.
E non volevo: perché almeno una cosa volevo farla secondo le regole. Ogni cosa al momento giusto. Nella giusta sequenza. Quella della mia educazione. Mi aveva appena detto che era disposta a sposarmi, la cosa non mi era affatto sfuggita. Il mio cuore morto era esploso di gioia alle sue parole.
Ma erano condizionate e questo mi terrorizzava. Se volevo sposarla, avrei dovuto acconsentire alla sua richiesta. Pensavo che l’avrei trasformata prima di fare l’amore con lei. Invece, lei mi voleva mentre era ancora umana. Ne sarei stato capace? Solo il pensiero mi spaventava a morte. E contemporaneamente mi tentava. In modo pericoloso, per di più. Lei, così calda, così morbida, così profumata. Tra le mie braccia. Pelle contro pelle. Solo il pensiero mi portava sull’orlo della follia, come se un termostato mi esplodesse nella testa.
Una vampata di calore s’irradiò in tutto il mio corpo, pronto a procedere per le vie di fatto. Ma la ragione – per me – era sempre stata più forte dell’istinto. Era anche per questo che Bella era ancora viva.
Ma ora, avvolto dal suo profumo, rapito dalla sua preghiera, affascinato dalla sua voce tentatrice e supplichevole, ammaliato dal suo corpo caldo appoggiato stretto contro il mio, estasiato dal suo alito profumato che s’infrangeva contro il mio viso, non riuscii a tenere a bada la tentazione di far scorrere le mie labbra lungo il suo collo, era troppo forte.
“Per favore…”. Respirava a malapena. Aveva il fiato corto quanto il mio. Il suo cuore palpitava frenetico. L’eccitazione pulsava nell’aria.
Scossi la testa. Più per convincere me stesso che per rispondere a lei. Le mie labbra erano attirate come una calamita dalle sue, ma ero incerto. Spaventato dal pensiero che ogni movimento verso di lei mi tentasse sempre di più. Tanto da farmi travolgere ed acconsentire alla sua richiesta. La mia volontà era fiacca e quasi inconsistente di fronte al suo assalto ripetuto.
Lei mi venne incontro e posò le sue labbra sulle mie. D’istinto le presi il volto tra le mani e la baciai intensamente, travolto dalla disperazione di non poter andare oltre. La volevo molto più di quanto lei volesse me. Era un dolore fisico non lasciarmi andare e cercare a tutti i costi di rimanere lucido, quando tutto mi spingeva ad amarla, ad amarla e basta.
Le sue braccia mi avvolsero ed a contatto con il suo corpo caldo, stretto convulsamente al mio, il mio cervello andò in tilt. In black-out. Le mie labbra giocarono con le sue e nessun pensiero razionale mi ricordò che era meglio fermarmi. Mi sentivo travolto da una marea di sensazioni meravigliose. Le sue labbra mi regalavano un’infinità di emozioni sconvolgenti. Quando la lasciai respirare mi spostai sul collo. Lo adoravo, anche se la mia gola bruciava ancora di più vicino alla sua carotide. Ma mi beavo del suo intenso profumo di fresia, senza il minimo accenno di desiderio di morderla.
Mentre lei mi stava slacciando i bottoni della camicia, sentivo solo un fremito di anticipazione. Tra pochi secondi mi avrebbe accarezzato. Lo desideravo intensamente da una vita. Ed infine fece scorrere le sue mani piccole, calde e morbide su di me. Una scarica elettrica più potente delle altre mi trapassò tutto il corpo. Un piacere indescrivibile mi avvolse. Quanto lo avevo desiderato e temuto. Chiusi gli occhi e mi lasciai invadere da tutte le sensazioni che provavo, fino all’ultima goccia. La sua bocca mi cercò di nuovo ed io le risposi senza tentennamenti. La baciavo avido e la stringevo a me. La desideravo da impazzire. Ogni bacio, ogni contatto fisico mi spingeva a volere di più. A volerla tutta. Una minima parte del mio cervello, mi faceva presente che nonostante fossi rapito da tutte quelle sensazioni, rimanevo capace di gestire la mia forza. Ma fino a che punto ne sarei stato capace?
E comunque, dovevo a tutti i costi ricordarmi che non era solo quello, il motivo per cui non volevo farlo ora. Che avevo una buona ragione per fermarmi, oltre alla paura di farle del male.
Quando Bella iniziò a sbottonarsi la camicetta, il cuore mi andò in gola per il panico. Un campanello d’allarme iniziò a suonare violentemente nella mia testa e mi riportò a galla dal mio stato di beatitudine. Se si fosse spogliata, non sarei mai stato capace di fermarmi. Già facevo una fatica immane per bloccarla ora. Spaventato all’idea che un solo altro bottone mi svelasse il suo corpo - e di conseguenza perdessi la capacità d’intendere e volere - le afferrai a velocità supersonica i polsi e le misi le mani al di sopra della testa.
“Non toglierti la camicetta, ti prego”, le soffiai in un orecchio.
La forza di volontà di fermarla mi aveva ridato lucidità e sicurezza. Potevo giocare al suo stesso gioco per ottenere ciò che volevo, anche se mi sarebbe costato darle ciò che voleva. Ma – forse – visto ciò che era appena accaduto, ne sarei stato capace. Dovevo se non crederci, sperarlo. Se il suo desiderio era fare l’amore con me - mentre era ancora umana - dovevo a tutti i costi trovare la forza per riuscirci. Per me era fondamentale, che avesse tutto ciò che desiderava - avrei fatto qualunque cosa per esaudire ogni suo desiderio - sempre.
Ma questa volta, per ottenere ciò che bramava, avrebbe dovuto esaudire prima il mio di desiderio. Ogni cosa nella giusta sequenza.
Lo dovevo alla mia educazione.
Lo dovevo alla sua anima.    

   
 
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