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Autore: Aracne90    09/07/2011    2 recensioni
[...] “Barty.” ripeto per la quarta volta, con voce tremante, esattamente come la mia mano. “Sto morendo.”
Lui rimane in silenzio, sempre gli occhi su di me. L'immobilismo della sala è evidente; persino l'elfa si ferma, come se glielo avessimo comandato noi.
“Non dire sciocchezze” proferisce alla fine lui, alzandosi in piedi. “Tu non stai morendo.”
“No, è vero” ammetto, abbassando appena il capo, la mia chioma color paglia che ricade floscia sul mio viso ossuto. “Lo sono già.” [...]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch senior
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Barty.” lo chiamo, arrancando verso il salotto, dove so che lui si trova, gli occhi fissi sul giornale di stamattina.

“Barty.” ripeto, la voce un poco più debole, il male interno alle mie ossa che continua a divorarmi piano, inesorabile.

“Barty.” E' solo alla fine che mio marito alza lo sguardo verso di me, gli occhi castani che soppesano la mia figura, freddi come il ghiaccio.

“Non dovresti essere in piedi, Vera.” cerca di riprendermi, muovendo la mano verso un campanellino, che fa tintinnare un paio di volte. “Il dottore ha detto che devi riposarti il più possibile.” Sposta appena lo sguardo quando la nostra elfa compare dalla cucina, gli occhioni a palla rivolti verso di me. “Winky...” comincia verso di lei, senza smettere mai di guardarmi. “Accompagna la signora a letto.”

“Certamente, padron Barty” squittisce Winky, avvicinandosi di corsa verso di me, e predendo la mia mano. “Signora Vera...” prova a spostarmi, ma il misero barlume di volontà che rimane nel mio corpo devastato la ferma.

“Barty.” ripeto per la quarta volta, con voce tremante, esattamente come la mia mano. “Sto morendo.”

Lui rimane in silenzio, sempre gli occhi su di me. L'immobilismo della sala è evidente; persino l'elfa si ferma, come se glielo avessimo comandato noi.

“Non dire sciocchezze” proferisce alla fine lui, alzandosi in piedi. “Tu non stai morendo.”

“No, è vero” ammetto, abbassando appena il capo, la mia chioma color paglia che ricade floscia sulla mia faccia ossuta. “Lo sono già.”

Lui mi fissa, gli occhi sgranati in una richiesta inespressa. Poi li abbassa anche lui, mentre cerca la mia mano libera, carezzando appena le dita ricoperte dal sottile strato di pelle. “Cosa vuoi che faccia, Vera?” mi domanda, il volto nascosto dai capelli quasi tutti bianchi.

Mi libero dalla presa di Winky che si allontana, discreta. Quindi gli alzo il viso, cercando di contrarre le labbra in un sorriso che però è vuoto, esattamente come la nostra casa, troppo grande per due corpi senza alcun barlume di speranza.

“Scambiami con lui, Barty.” gli rispondo, la voce quasi rotta. “Salvalo. Sei ancora in tempo per lui. Per me no.”

Non mi chiede nemmeno a chi mi riferisco. Lo sa bene. Abbassa di nuovo il capo, in cenno di assenso. In una promessa silenziosa. Gli sorrido, questa volta col cuore, o almeno con quel piccolo frammento che mi è rimasto.

Mi chiamo Vera Crouch.

Moglie di Bartemius Crouch Senior.

Madre di Bartemius Crouch Junior.

   
 
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