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Autore: JulesB    09/07/2011    1 recensioni
9 Anni. 0 Giorni. 2 Ore. 10 Minuti. 8 Secondi.
Mi giro verso la strada. Saluto i signori che ti fanno compagnia e arrivo alla tua bara. Grazia Frizzoni. 16 Novembre 1964. 31 Ottobre 2000.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9 Anni. 0 Giorni. 2 Ore. 10 Minuti. 8 Secondi.
 
Sono esattamente nove anni che sei morta, mamma. Sono qui, fuori dal cimitero in cui ti hanno seppellita. In cui ti hanno allontanata definitivamente da me, dai nostri ricordi.
Sono un po' di giorni che non passo a salutarti, domani purtroppo ho un'impegno ed è per questo che sono venuto a quest'ora di notte.
Il cancello di ferro è alto, ma sono sicuro che posso scavalcarlo facilmente. Non ci rinuncio per niente al mondo, mami.
Afferro con le mani le sbarre e poggio il piede su un piedistallo che c'è accanto. Faccio fatica ma ce la faccio. Devo parlarti mamma, ho bisogno di te. Ora più che mai.
Eccomi, sono dall'altra parte del cancello.
In effetti, fa molto freddo questa notte. Mi stringo di più nel giubbotto e mi inoltro nei vicoli del cimitero. Non c'è luce, se non per i lumini delle bare. E' molto silenzioso ed inquietante.
Cammino per il viale principale e alla terva vietta, svolto. I ciottoli fanno rumore ad ogni mio passo, c'è solo questo suono. Mi volto. Vedo la chiesa di cui solo il portone è illuminato. Gli angeli di statua sembrano gargoyle, più che missionari di Dio.
Se Dario Argento vedesse questo posto, girerebbe un film nuovo.
Mi giro verso la strada. Saluto i signori che ti fanno compagnia e arrivo alla tua bara. Grazia Frizzoni. 16 Novembre 1964. 31 Ottobre 2000.
Come eri bella. Viso bianco sovrastato da capelli e occhi neri, ma con un sorriso stupendo e mozzafiato.
Mi siedo davanti alla tua bara, incrociando le gambe.
Ti ricordi, mamma, quando giocavamo a nascondino? Mi facevi sempre vincere. E io mi arrabbiavo perché volevo che giocassi seriamente. Giocavamo sempre insieme, e ci divertivamo tantissimo. Eri la mia migliore amica, e lo sei ancora.
Ti ricordi quando papà se ne andò? Siamo rimasti uniti, nonostante lui ci avesse abbandonati. Non abbiamo più avuto sue notizie, sue visite. Nemmeno per me, il suo unico figlio - che io sappia ora.
Al funerale non si è presentato. Ero da solo con la nonna e le zie. Le uniche persone che ancora ti volevano bene. Di tutte le tue amiche che vedevo solo Betty è venuta, quella che non pensavo venisse.
La zia mi tratta benissimo, come se fossi suo figlio. Sappiamo entrambi però che tra un mese me ne andrò. Lavoro da tre anni e ho sempre tenuto tutti i soldi da parte, non voglio essere un peso per lei. Vivrò da solo, in un piccolo appartamento in affitto.
Che dirti mamma? Mi vedi dall'alto e non c'è bisogno che io ti racconti quello che ho fatto e che faccio. Ma sento la necessità di parlarti.
Ho rivisto Rebecca. Ironia della sorte, con il suo nuovo ragazzo. Un certo Claudio. Lei, lei che mi ha fatto credere ancora all'amore, lei che mi ha fatto vivere momenti indimenticabili..mi ha già dimenticato. Era lei che ha insistito nel farmi credere in tutte le emozioni buone, perché ero sovrastato da quelle orrende.
Non penso di farcela senza di lei. Capisci, era la mia vita. Il mio cuore lo ha ancora lei. Non vuole ridarmelo, è egoista. Falsa. Ipocrita. Dolce. Romantica. Bellissima.
No, devo smetterla di pensare a lei. Aiutami, ti prego. Mandami qualcuno.
 
Il vento sta diventando sempre più forte. I rami degli alberi si muovono velocemente e le foglie sono l'unico suono che si sente.
Tendo di più l'orecchio, non mi pare di sentire solo le foglie. Posso sentire dei piedi che calpestano i ciottoli. Non c'è molta luce, non posso vedere bene. Socchiudo gli occhi e finalmente riesco a scorgere una figura. E' una donna ma non riesco a capire.
Mi si avvicina e riesco finalmente a vedere. E' una ragazza, sembrerebbe più giovane di me. Mi si avvicina sorridendo, i capelli biondi che cadono sulle spalle esili e due occhi verdi che mi guardano. Non ho la forza di alzarmi. Sono stupidamente incantato.
Mi guarda e si siede accanto a me.
- Chi sei?
- Ciao, sono Francesca. Tu?
- D-Davide
Basta, non riesco a dire nient'altro.
I miei occhi sono completamente avvolti nei suoi, così lucenti..così..così
- Come mai a quest'ora di notte al cimitero?
Che bella voce
- Sono venuto a trovare mia madre, tu?
- Oh! Mi dispiace..io ci vengo sempre! Vengo a trovare i miei nonni
Fa un accenno alla bara accanto a quella di mia madre. Una coppia di anziani con il viso segnato dall'età sta sorridendo. Mi volto a guardare Francesca. Guarda la tomba con tristezza che traspare dallo sguardo, deve essere stata una grande perdita per lei.
Mi viene quasi naturale cingerle le spalle con un braccio e piano tirarla a me, abbracciandola. Lei affonda il suo viso sul mio petto e la sento piangere sommessamente. Stiamo in silenzio. Nessun rumore, anche il vento è cessato.
Sento che piano si stacca e mi abbraccia. Mi guarda e inizia a parlare dei suoi nonni. Non posso fare a meno che ascoltarla e penso che sia una luce che finalmente è arrivata a salvarmi.
Ascolto tutto quello che ha da dirmi poi decido di parlare anche io. Ho aperto il mio cuore e parlo di te, mamma. Di quanto eri e sei importante per me. Di quanto mi manchi.
E da te, passo a parlare della zia, che mi ha accolto in casa dopo il tuo funerale. Zia Simona, che personaggio. E' proprio il tuo esatto opposto ma mi fa ridere ugualmente. Mi ascolta tantissimo e mi consiglia su tutto, vorrebbe solo che fossi più aperto con i miei compagni di scuola, al posto che stare solo con il mio migliore amico.
Parlo di Rebecca. Non credevo nelle sue parole, non credevo che potessi davvero innamorarmi di lei. E invece è stato così. Eravamo felici. Ci bastavamo. Poi è sparito tutto in un soffio. Il vento porta ancora i nostri cuori legati.
 
Anche lei mi ascolta. E poi stiamo in silenzio.
Si è accoccolata in mezzo alle mie gambe. E' impressionabile sapere che questo silenzio non mi imbarazza neanche un po'.
Non so per quanto tempo rimaniamo abbracciati. Non voglio nemmeno pensarci. E' così favoloso.
 
Alza il viso e mi guarda, si volta appena. Chiude gli occhi e si avvicina alle mie labbra, premendomi contro le sue. Estremamente fredde. Chiudo gli occhi anche io, dopo un attimo di esitazione.
Un bacio casto che sta pian piano diventando passionale. Si volta completamente verso di me e allarga le gambe, cingendomi i fianchi.
Non sento più freddo e anzi, ho voglia di spogliarmi. E, come se lei mi leggesse nel pensiero, mi slaccia il giubbino poi la felpa e infila le mani sotto la mia maglietta.
Da sotto la sua felpa, le slaccio il reggiseno e piano glielo sfilo, lanciandolo dietro di noi.
In pochi attimi, i nostri vestiti sono del tutto a terra e noi siamo sdraiati sui ciottoli.
Sento che le fa male la schiena. Mi alzo da Francesca che mi guarda perplessa
- Prendo la felpa
Riprendo la mia felpa e la metto a terra, mi ci siedo sopra e faccio salire sopra di me lei.
Le lecco il collo, passando al lobo dell'orecchia, fino ad arrivare alla bocca. E' sensuale e sexy. Non avrei mai pensato di fare sesso in un cimitero, di notte!
Sembra che lei abbia fretta. Vuole assolutamente che la penetri. L'acconento, anche se non ho un preservativo. Questa serata non l'avevo minimamente prevista.
Finiamo così, a fare sesso sui ciottoli di un cimitero di notte, la notte di Halloween.
Mamma ti prego, non pensare male di me. Saprò farmi perdonare, promesso. Ma ora voglio concentrare i miei pensieri solo su di lei, solo su Francesca.
 
 
**
 
Mi sveglio con i boxer indosso, è ancora buio. Francesca non c'è più ma sulla bara di mia madre c'è un bigliettino
"Grazie per la nottata. Ci vediamo presto, spero"
Non posso fare a meno di sorridere. Mi alzo e mi rivesto. Fa un freddo cane.
Mi volto verso mia madre e le mando un bacio. Ciao mamma, ci vediamo tra due o tre giorni, non dimenticarmi.
Infilo le mani nelle tasce dei jeans e torno indietro. Gli angeli-gargoyle mi fissano minacciosi, ho peccato in un cimitero.
Esco, riscavalcando il cancello. Penso a Francesca. Mi ha detto che è sempre qua. Tra due notti ritornerò e mi farò lasciare il numero di telefono, ho proprio voglia di rivederla.
Il sole si sta alzando piano nel cielo, ed io non mi sono mai sentito così bene in tutta la mia vita.
 
 
 
18 Anni. 0 Giorni. 15 Ore. 7 Minuti. 35 Secondi.
 
 
- Ecco, Francy. Questa è tua nonna
 
Per la prima volta in tutta la mia vita ho portato mia figlia a vederti. Non ho mai mancato un appuntamento con te e oggi anche la mia bambina può vedere quanto ti assomiglia.
- Ma sono io da grande
- Si, piccola mia. Sei proprio tu
Sono passati altri nove anni. Nove lunghi anni.
Sono venuto qui tutte le notti, da allora..ma di lei nessuna traccia. Francesca. Che spettacolo. Me la ricorderò sempre, quella ragazza. Una parte del mio cuore lo devo a lei. In una sola notte mi ha riaperto il cuore, mi ha fatto credere in molte cose che per me non esistevano più. Mi piacerebbe rivederla.
Ho chiamato così mia figlia, la luce dei miei occhi. Grazie, grazie ragazza misteriosa. Ti devo molto.
 
Prendo per mano mia figlia e ci incamminiamo verso l'uscita. Mi sorride poi si scioglie dalla mia presa e corre fuori. La mia ragazza la prende in braccio e sorride. Finalmente la mia vita ha preso una giusta piega. Sono innamorato.
Mi avvicino alla mia fidanzata, le do un bacio sulla guancia e per mano ci avviamo verso casa nostra. Avrò un bel futuro, con loro.
 
 
 
Appena Davide si allontanò dalla bara della madre, da dietro una statua spuntò una donna dai lunghi capelli biondi, carnagione chiara e viso angelico. Sorrise nel vedere quella piccola scenetta famigliare. Mandò un bacio al vento, perché quello arrivasse a lui. Rise.
Dal loro primo incontro, Francesca si era sempre nascosta per non essere vista da lui. Non voleva che la vedesse. Il suo cuore era già impegnato da anni ed era capitata proprio quella sera per far capire a Davide che doveva aprire il suo cuore. Che se lo avesse effetivamente fatto, la sua vita avrebbe avuto una svolta incredibile.
Tutti i giorni e tutte le notti, in quegli ultimi otto anni, lo aveva seguito costantemente, passo dopo passo..senza mai farsi vedere.
Si era sorpresa nel vedere i suoi immediati cambiamenti, dopo la loro notte al cimitero. Era cresciuto notevolemente e aveva sempre intrapreso la strada migliore per il proprio futuro.
Smise di seguirlo e di cercarlo, era cresciuto abbastanza. Non aveva bisogno di un angelo custode.
 
Cosse il capo "Non sei cambiato minimamente in questo anno, Davide" pensò. Si spostò dalla statua in marmo e percorse il viale. Svanendo piano, tornando finalmente a casa sua.
   
 
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