Crossover
Segui la storia  |       
Autore: daeran    17/03/2006    1 recensioni
Che cosa lega le sorelle Halliwell al gruppo di Sanzo? Perché il “pelatone” biondo ha lasciato il Togenkyo alla volta della San Francisco del 2000, accompagnato solo da due dei suoi compagni? Che cosa mai può averlo spinto ad abbandonare il viaggio verso il Tenjiku e cosa potranno fare le tre streghe per lui? Probabilmente nulla, a parte evitare di farsi uccidere nel fuoco incrociato provocato dalla devastante rabbia di un dio della guerra condannato a morte e dalla furia di un bonzo defraudato della cosa a cui, suo malgrado, tiene più di ogni altra al mondo.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga, Telefilm
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 13

Vieni a giocare con me.



“Ma che diavolo …”
Il bonzo allontanò con rabbia la mano da quella del mocciosetto biondo ma dopo alcuni secondi si rese conto di trovarsi all’aperto, illuminato dalla luce del caldo sole californiano.
Una forte brezza soffiava da sud, trascinando con sé un intenso odore di iodio. L’uomo si guardò attorno sorpreso, lottando per mantenere un ciuffo di disordinati capelli biondi lontano dagli occhi. Con grande sorpresa, vide in lontananza l’acqua cristallina e luccicante del mare della baia; girò su se stesso e comprese di trovarsi sospeso varie centinaia di metri sopra il mare, a metà strada tra due colline.
Solo nell’istante in cui questa consapevolezza si fu fatta strada nella sua mente, si azzardò a guardare in basso, sgranò gli occhi e, con un gemito attonito, rischiò di perdere l’equilibro.

Sanzo indietreggiò cautamente fino a raggiungere uno degli enormi cavi color minio che sorreggevano il Golden Gate bridge e rimase esterrefatto, imbambolato con lo sguardo fisso sui propri piedi e sulla strada, tanto lontana da far apparire la miriade di macchine che attraversavano la baia di San Francisco, molto più simili ad insignificanti formichine. Si trovava sopra i tiranti delle colonne centrali del mastodontico ponte, sospeso sopra l’agitata ed oscura massa d’acqua oleosa.
Il senso di disagio che fin da piccolo provava ogni volta che si ritrovava ad attraversare un ponte lo colpì bruscamente, le sue gambe persero fermezza ed il fiato gli si mozzò in gola, mentre nelle orecchie presero a risuonargli le voci cantilenanti e le prese in giro dei bonzi con cui era cresciuto:
* Koryu, Koryu della corrente del fiume! *

“Zio Sanzo!” la vocina stridula del bambino riportò il bonzo alla realtà, l’uomo alzò il volto pallido su di lui e gli rivolse uno sguardo interrogativo.
“Vieni a giocare con me?”
“Dove siamo?” domandò allora l’uomo al piccolo angelo bianco che sgambettava allegro sulla trave di metallo.
“Qui!” sorrise il bimbo, scrollando le spalle.
“Qui, dove, piccolo inutile moccioso?” l’uomo perse nuovamente le staffe, non ci aveva mai saputo fare con i bambini, eccezion fatta per Son Goku che in effetti aveva sempre considerato più che altro come una scimmia.
Il piccolo si fermò improvvisamente e si voltò verso di lui, con il labbro inferiore sporto in fuori e gli occhi luccicanti di pianto.
“Sei cattivo.” borbottò ficcandosi le mani in tasca e riprendendo a camminare con gli occhi ora rivolti verso i propri piedi.
“Io volevo farti vedere un segreto, ma ora non te lo faccio vedere più!” aggiunse infine. Tornò a guardare il bonzo con un sorriso monello, gli fece una boccaccia e gli si avvicinò, saltellando ma, un momento prima che l’uomo potesse agguantarlo, venne circondato dalle familiari scintille azzurre e scomparve, lasciando dietro di sé un alito di brezza marina che investì il giovane monaco, assieme alla consapevolezza di essere stato abbandonato sopra i tiranti di un ponte, sospeso a centinaia di metri sul mare.
“IO TI AMMAZZO! TORNA QUI E GIURO CHE TI AMMAZZO!!” urlò rivolto al cielo, non riuscendo più a trattenersi.

Il venerabile Genjyo Sanzo Hoshi perse completamente la sua proverbiale freddezza, rimase avvinghiato ai tiranti con lo sguardo perso nel vuoto; incapace di muoversi o di decidere il da farsi, si limitò ad imprecare ripetutamente contro chiunque gli venisse in mente.
Improvvisamente il monaco si zittì, non riuscì ad allontanarsi dai cavi di metallo tuttavia i suoi occhi presero a muoversi freneticamente da una parte all’altra della baia. Una strana sensazione gli attanagliò le viscere ed un brivido gelido gli scivolò lungo la schiena, provocandogli un irrefrenabile fremito sotto la stoffa degli abiti per lui così inusuali che era stato costretto ad indossare, per passare inosservato in quello strano nuovo mondo.
Per un lungo interminabile istante l’unico suono che poté sentire fu il rumore provocato dai suoi stessi vestiti agitati dalla forte brezza marina ed il battito accelerato del proprio cuore che prese a martellargli nelle tempie, come accompagnando la nuova presenza che si faceva poco alla volta sempre più nitida e distinta.
Poté chiaramente percepire una presenza demoniaca in avvicinamento. Un’aura vitale enorme, in grado di far tremare lo spirito del giovane monaco, un’aura spaventosa ma allo stesso tempo tremendamente familiare.
“Goku …” bisbigliò, muovendo un passo in avanti.
In quello stesso momento, un’esplosione lo fece sussultare ed i tiranti del ponte vibrarono sotto la sua presa.
L’uomo abbassò la testa e lo sguardo con una velocità tale che barcollò e, per non rischiare di precipitare, fu costretto a cadere in ginocchio. Vide lontane le macchine sbandare, tamponarsi l’un l’altra per evitare la colonna di fuoco e fumo che avvolgeva una vettura carbonizzata e cappottata al centro della strada.
“Ma che diavolo …” 
Un’altra auto esplose a poche decine di metri dalla prima.

***********

“Wyatt, no!” l’urlo di Leo riecheggiò nei corridoi della scuola di magia.
L’Anziano rimase immobile al centro della vasta stanza, con gli occhi sgranati e si guardò attorno a bocca aperta.
“Uh oh …” borbottò Phoebe dalla porta. La strega ed il demone gentile non si erano ancora allontanati lungo il corridoio e, sentendo la voce di Leo, erano tornati indietro, per vedere il bambino sparire, trasportando con sé il giovane bonzo biondo.
“Sanzo!” sussultò Hakkai insinuandosi nello studio. “Ma cosa … Dove lo ha portato?” bisbigliò, sconvolto, rivolto al padre del bambino.
“Non lo so …”
“Ma non puoi seguirli o, che ne so, percepirli?”  domandò ancora Phoebe.
L’uomo chiuse gli occhi ma sbuffò deluso un attimo dopo.
“Non riesco a sentirli. È come se Wyatt si stesse schermando. Lo ha fatto anche la settimana scorsa, quando volevo punirlo per aver rotto i giocattoli di Chris.”
“Ma non sente neppure Sanzo, signor Leo?” chiese ancora Hakkai.
“No neppure lui.”
“Non avete neppure una minima idea di dove possa averlo condotto? Non esiste un luogo che il bambino ama, o che desidera mostrare a chi considera speciale?” chiese quindi Hakkai pensieroso.
“Non che io sappia.” Leo scrollò le spalle e si avvicinò alla moglie che ancora pallida non riuscì a parlare; la donna boccheggiò e sgranò gli occhi prima di sbottare:
“Se quel pazzo fa del male al mio bambino…” minacciò.
“Beh, a dire la verità, Piper, è stato Wyatt a …” Paige si zittì incrociando lo sguardo della sorella maggiore.
“Wyatt!” riprese all’improvviso la strega più giovane.
Gli altri la fissarono con aria interrogativa.
“Non capite? E’ come ha detto Gideon: Wyatt!” ripeté prima di avventarsi sul tavolo al centro del salone. Afferrò la lettera, la scorse velocemente e presto lesse con voce concitata.

“ < I tre portali sono racchiusi in tre rotoli di pergamene, nascosti in un luogo che conosci molto bene, Leo ma che, per timore che venga scoperto, non posso indicarti in queste parole, ciò che posso dirti è: lasciati guidare, Leo. Lasciati guidare da tuo figlio.
Se non sono riuscito ad ucciderlo è perché non era destino che morisse, forse tu e le tue protette sarete in grado di controllarlo, di difenderlo ed istruirlo.
Il piccolo Wyatt può guidarti verso i portali, poiché lui stesso detiene in sè… >
Oh mio Dio.” bisbigliò quindi a bocca aperta.
“Che cosa c‘è?” le sorelle, l’angelo ed il demone gentile parlarono all’unisono, avanzando tutti inavvertitamente di un passo verso la ragazza.
Piper le strappò di mano la pergamena e lesse le parole vergate con cura dall’Anziano vecchio preside della scuola di magia.
“Non è possibile … “ la donna scosse la testa, decisa.  “E’ un assurdità!” aggiunse ancora, ridacchiando con poca convinzione. “Mio figlio non è un demone!”
“Un demone?” Leo affiancò la moglie, seguito immediatamente da Cho Hakkai che lesse ad alta voce la conclusione della lettera.
“ < Il piccolo Wyatt può guidarti verso i portali, poiché lui stesso detiene in sé uno dei poteri dell’origine Celeste della Creazione. La tua unione proibita con la strega prescelta e la particolare nascita del bambino benedetto due volte, ha fatto sì che in Wyatt convergesse un potere che credevo perduto da secoli, il potere che mi mancava e che Ukoku Sanzo conosce tanto bene: il Potere dell’ Origine del Cielo Demoniaco. > “
Un silenzio teso calò nella sala quando si spense la voce calma e profonda del demone dagli occhi verdi.
Finalmente i reali motivi che avevano spinto Gideon a tentare di eliminare il piccolo Halliwell erano chiari ma Piper scosse ancora il capo scettica.
“E’ come ho detto io, è solo una stupidaggine. Wyatt non è un demone e Gideon  era un folle!” concluse la strega.

“Infatti non è un demone ma qualcosa di molto più potente e certamente più pericoloso.”
“Harrison!” Leo sussultò all’arrivo del segretario.
L’ometto, attirato dall’urlo di Leo, era tornato sui propri passi e, nonostante i tentativi di Gojyo di trattenerlo lontano, era rientrato nello studio proprio nel momento in cui Hakkai svelava l’ultimo segreto di Gideon.
“Dunque avete trovato un particolare che ci era sfuggito.” borbottò. “E così la chiave è il piccolo Wyatt. Come sospettavamo.“
Fissò con sguardo di ghiaccio tutti i presenti, si piazzò davanti a Piper e tese verso di lei una mano.
“Posso vederla anche io, mia cara Piper?” chiese con semplicità, indicando la lettera.
“No. E’ una lettera personale, indirizzata a Leo. Non vedo perché dovrei dartela.”
“Non è semplicemente una lettera indirizzata a Leo, Piper, è il risultato delle ricerche di Gideon, è tutto ciò che cercavamo di scoprire sulla natura dei poteri dell’Origine Celeste, e sul significato dei segni che hanno accompagnato la nascita di vostro figlio. E’ ciò che Gideon ci aveva nascosto sui poteri dei Portali. Ed è questo un argomento che interessa non solo la vostra famiglia ma il destino dell’intero mondo!”

Improvvisamente l’uomo si guardò attorno sorpreso:
“Ma dove sono il venerabile Sanzo ed il bambino?” domandò girando su se stesso.
“Al sicuro.” rispose Leo, tentando di mantenere la voce calma.
“Anziano Leo, tu meglio di chiunque altro dovresti capire quanto sia necessario per noi avere tuo figlio!” Harrison parve teso, i suoi occhi continuarono a saettare da un lato all’altro del grande studio, come se si aspettasse di veder sbucare il bambino da uno degli scaffali polverosi.
“Avere mio figlio, Harrison? E cosa vorresti fargli? Lo ho già salvato una volta da Gideon ed agirò nello stesso modo con te, se proverai a …” l’angelo bianco cominciò a vibrare di rabbia. Ricordava perfettamente le sensazioni che aveva provato nel momento in cui aveva torturato ed ucciso l’ex preside della scuola di magia e per niente al mondo avrebbe mai voluto rivivere una simile esperienza; o forse per una cosa si, per il bene dei suoi figli avrebbe attraversato di nuovo l’inferno, indipendentemente da chi avesse potuto pararglisi davanti.
“Tu non capisci, Leo. Ora più che mai tuo figlio è diventato un pericolo! Detiene in sé non solo il potere del nostro Cielo Demoniaco ma anche quello proveniente dal mondo di questi tuoi compagni.” indicò Hakkai.
“La sua sola esistenza potrebbe provocare la fine del Creato come lo conosciamo.”
“E’ mio figlio, Harrison e lo difenderò a qualunque costo!” sentenziò l’uomo.
“Tu non sei solo suo padre, Leo, prima di tutto sei un Anziano e come tale dovresti mettere davanti ad ogni altra cosa il bene di tutti i mortali. Per questo non avresti mai dovuto sposarti, per questo Wyatt non sarebbe mai dovuto esistere. Ma tutto questo ora non ha importanza.” aggiunse interrompendo l’obiezione di Piper che stava già per esplodere ed inveire contro il segretario.
“Gli altri Anziani saranno messi al corrente del contenuto della lettera. Loro decideranno il da farsi e tu dovrai sottostare al loro volere, Leo, anche se decidessero di eliminare tuo figlio, poiché agiscono, come dovresti fare tu, per il bene di tutta l’Umanità: del nostro mondo, così come del loro!” indicò Hakkai.
“In verità, io non sono umano, signor Harrison, non esattamente almeno.” puntualizzò il demone, incupendosi in viso. “Dunque non posso considerare il vostro agire a mio vantaggio.”
“Non siate sciocco!” sbottò seccato l’ometto, perdendo per la prima volta le staffe. “Avete capito benissimo cosa intendo!”
“Oh si, ho capito benissimo e ribadisco che non sono umano, dunque non mi sentirò minimamente in colpa, quando vi impedirò di far del male a quel bambino, signor Harrison.”
Hakkai si avvicinò minacciosamente al segretario che sgranò gli occhi ed indietreggiò di un passo.
“Che cosa vorresti fare, demone?”
Harrison appariva visibilmente spaventato dai movimenti lenti e calcolati del demone gentile ma ben presto la paura divenne rabbia.
“Abbiamo concesso a degli esseri indegni come te ed il tuo amico di entrare in questa scuola, vi abbiamo dato fiducia, nonostante la vostra natura abominevole. Come osi ora minacciarmi?”
“Io non la sto affatto minacciando, signor Harrison.”
Hakkai invece rimaneva calmo e tranquillo, pur mantenendo sul segretario uno sguardo glaciale che non si addiceva affatto al suo viso affilato, solitamente gentile e sorridente.
“Tutto ciò che le sto dicendo è che preferirei mille volte sprofondare all’inferno, piuttosto che sentirmi felice di sopravvivere dopo l’uccisione di un bambino. Soprattutto considerando il fatto che, stando alle parole di questo Gideon, il piccolo Wyatt è l’unica possibilità che resta ai miei compagni ed a me di tornare a casa e, non fraintendetemi se vi dico che questo vostro strano mondo non fa proprio per me.”

Improvvisamente comparve al centro della stanza un piccolo vortice di scintille azzurre; tutti i presenti sussultarono nel momento in cui le scintille si unirono assieme, andando a formare la sagoma di Wyatt.
Il bambino sorridente, tornato da solo dal suo viaggio con il bonzo, prese a saltellare canticchiando davanti al segretario; questi, riavutosi dallo stupore dell’improvvisa apparizione, prima che le streghe potessero reagire, afferrò il polso del mezzo angelo bianco e si concentrò per orbitare. Le scintille avvolsero di nuovo entrambi, Piper si slanciò in avanti, comprendendo le intenzioni di Harrison, lo stesso fecero le sorelle ed il marito ma tutti e quattro si bloccarono stupiti, quando Wyatt scosse il capo risoluto e corrucciò la fronte. Il segretario mugolò di dolore, le scintille tremarono violentemente ed esplosero all’improvviso, espandendosi a raggiera; il bambino aveva usato i suoi poteri per impedire all’uomo di orbitare.
“Maledetto… “ l’ometto strattonò bruscamente il polso del piccolo che urlò sofferente;  Piper sollevò le mani, pronta a colpire con rabbia l’uomo che maltrattava suo figlio, quando improvvisamente, Harrison sgranò gli occhi, sospirò convulsamente e cadde svenuto a terra, ai piedi del bimbo.

“Questo non è carino.” 
Sha Gojyo, pochi passi dietro l’uomo svenuto, stringeva tra le mani l’arma che aveva utilizzato anche nell’attacco alle sorelle Halliwell la sera prima; era entrato silenziosamente nello studio dietro il segretario e lo aveva colpito alle spalle non appena lo aveva visto diventare ostile nei confronti dei suoi nuovi compagni.
“La mamma non ti ha mai insegnato che non si fa male ai bambini?”

Hakkai lanciò uno sguardo divertito all’amico.
“Da quando in qua sei diventato un difensore dei bambini?” domandò ridendo.
“Da quando i bambini in questione hanno delle mamme e delle zie così carine!” ammiccò in direzione delle tre streghe che lo fissarono stupite.
“Quindi il bonzo corrotto aveva ragione a non fidarsi di questi vegliardi.” aggiunse, inciampando inavvertitamente nel corpo esanime del segretario.
“Così pare.” annuì Hakkai.
“A proposito, che fine ha fatto il nostro venerabile Sanzo?” chiese quindi il mezzo demone, guardandosi attorno.
“Bella domanda.” rispose quindi Leo, avvicinandosi alla moglie che era corsa ad abbracciare il figlioletto, prima ancora che Harrison toccasse terra.
“Wyatt, dove hai portato Sanzo?” chiese quindi risoluto.
“A giocare!” rise il bambino, divincolandosi dall’abbraccio della madre.
“A giocare, dove?” domandò ancora Leo.
“Su!” Wyat prese a saltellare ed indicare con il ditino teso verso l’alto. “Su, su, su” canticchiò allegramente.
“Su?” Phoebe avanzò con aria interrogativa, tenendo in braccio il piccolo Chris che sorrideva, divertito dal balletto del fratello maggiore.
“Nel mondo degli anziani?” si chiese quindi Piper ma il bambino scosse il capo ed attese sorridente come un presentatore di quiz televisivi.
Leo sembrava ormai sul punto di perdere la pazienza, affrontò il figlio, pronto a sgridarlo ma, non appena prese fiato per parlare, il suo volto si piegò in un’espressione di dolore, si portò una mano alla tempia e gemette.

“Leo!”
Le streghe lo accerchiarono preoccupate.
“Cosa succede?” domandò Piper, aiutandolo a rialzarsi in piedi.
“Non lo so… Ho sentito come …” gemette nuovamente.
“Dolore, sento sofferenza e paura. Sta accadendo qualcosa, sento molti mortali urlare in preda al panico.” balbettò, sospirando convulsamente.
“Cosa? Dove?” chiese quindi Hakkai, colto da un cattivo presentimento.”
“Il ponte!”
Rispose Phoebe in un sussurro.
Tutti i presenti la fissarono stupiti.
“Che c’è?” domandò la strega.  “Sono un’empatica, no? Sento anche io il dolore dei mortali … Ricordate la mia visione? Quella con il ragazzino sul ponte? Credo si stia avverando.” aggiunse preoccupata.
“SU!” Wyatt urlò trionfante e corse in cerchio attorno alla zia.

“Anche Sanzo è su questo ponte?” domandò allora Hakkai al bambino che annuì sorridente. Gojyo scoppiò improvvisamente a ridere.
“Il bonzo corrotto su un ponte? Vorrei vedere la sua faccia!”

 





--------------------------------------------------------------------------------------------------

DK, si scrivo anche sull'altro sito :-D e leggo. Devo decidermi a lasciarti un commento per "L'amore è il proggetto, il proggetto è morte" mi è piaciuto da matti ma ancora non ho avuto occasione di scrivertelo. Scusa. Per Ukoku, si ci avete preso, intendevo proprio lui vabbò lo dico, tanto non è più uno spoiler per chi ha letto il manga, poi entro la fine della fic si capirà comunque, Ukoku è Ni JeNi il professore folle che era un Sanzo.
KillKenny, Sanzo più incazzoso? Beh si, immagino che si stia innervosendo, poi pensando al titolo della fic, quel "... o quasi" significa pur qualcosa, no? Anche se non lo dà vedere, gli manca la scimmia ;-).
Continuo a chidere scusa per i tempi lunghi ma tra lavoro e tutto il resto, scrivo quando posso.
Grazie a chi ancora ha la costanza di aspettarmi.
Daeran.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: daeran