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Autore: waferkya    10/07/2011    2 recensioni
Sirius fuma, alle volte.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Scritta per il prompt Sigaretta @ La Scalata (wolfstar_ita) (3/15).

~ Long smoky nights.


Sirius fuma, alle volte. Ha cominciato durante l’estate del sesto anno, dice, e non è che abbia preso il vizio, dice, è solo una sigaretta ogni tanto, così, per ingannare il tempo. James lo prende in giro a non finire per quest’abitudine così tanto Babbana, Peter è convinto che il solo fatto di possedere un accendino li farà espellere tutti e Remus, sinceramente, non sa proprio cosa pensare.
Da un giorno all’altro – tra il trentuno di agosto e il primo settembre, – si è ritrovato sotto il naso un Sirius diverso. Sempre uguale, naturalmente, nei tratti del viso e per i capelli scuri e gli occhi grigi, persino con lo stesso baule di sempre, quello grandissimo, con le borchie dorate sugli angoli e la macchia più chiara sul cuoio là dove Sirius ha schiodato lo stemma dei Black, ma nuovo, per come stringeva tra pollice ed indice il filtro giallo vivido di una sigaretta, per come vi arricciava attorno le labbra. È stato assurdo, trovarlo così sul nono binario della King’s Cross Babbana, assorto a contemplare nulla in particolare, i capelli lunghi stretti in una coda bassa sulla nuca e quella sigaretta troppo estranea tra le dita – più assurdo di com’era stato rivederlo, due anni prima, cresciuto di almeno venti centimetri in due mesi, più alto e magro e di chiunque altro nella stazione e con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
Forse il problema è che Remus osserva Sirius fumare e – sente uno strappo dietro al cuore per la voglia che ha di buttarglisi addosso e baciarlo, assaggiando il sapore del tabacco dalle sue labbra, – si accorge che stanno crescendo. È come avere sotto gli occhi il ricordo costante che il tempo passa e non risparmia i loro sogni, i loro desideri, e le peggiori paure che hanno gliele sbatterà presto contro la faccia. Forse il problema è che Remus osserva Sirius fumare e ricorda che anche suo padre fumava, di nascosto, sul balcone, prima e dopo la luna piena, come se volesse avere anche lui un segreto inconfessabile e sordido da tenere celato al mondo. Forse il problema è che Remus osserva Sirius fumare e sente la gola annodarglisi in un groppo attorno al quale non riesce a respirare, e non sa veramente perché.
Sta tornando dalla capanna di Hagrid, una sera, sotto il braccio un bestiario completamente folle che ha dovuto chiudere con una cintura perché altrimenti gli avrebbe strappato a morsi una mano, quando guarda in su verso il castello e vede, in cima alla Guferia, l’inconfondibile puntino rosso della brace di una sigaretta. Prima ancora di avere il tempo di pensarci si ritrova sulle scale per la Torre Ovest, e dopo un momento è lì che si stringe nel mantello contro il vento che ulula forte nelle centinaia di orbite vuote delle finestre, e sta guardando Sirius che fuma, in ginocchio su un davanzale. La sua figura scura è ritagliata come un cammeo in negativo contro lo sfondo bianco dell’enorme spicchio di luna basso sull’orizzonte al di là della finestra, e Remus rimane a guardarlo in silenzio perché non riesce a pensare a niente da dire. Il fumo si solleva dalla sigaretta in ampie volute grigio chiaro, subito frastagliate dallo schiaffo del vento, e dalle labbra di Sirius, che lo soffiano in su verso il cielo.
Sirius si volta, dopo un po’, e sul suo volto in controluce s’intuisce l’ombra di un sorriso. Non sembra sorpreso. Spegne il mozzicone di sigaretta contro la pietra del cornicione e poi lo getta giù, osservandolo precipitare nel buio. Si alza, si spolvera un po’ i pantaloni, raggiunge Remus a passi lenti, misurati, sollevando lo sguardo su di lui solo quando gli è talmente vicino da riuscire a sentire il battito impazzito del suo cuore pur con il grido acuto del vento. Gli sorride, così vicino che Remus non può non vederlo, e c’è una nostalgia triste e appiccicosa nei suoi occhi, qualcosa di dolce e fastidioso che Remus non riesce a spiegare.
Sirius si china appena, premendo per un attimo la fronte a quella del licantropo, e poi gli sfiora il dorso di una mano con due dita. Si scosta, subito dopo, e se ne va come se non fosse altro che un’ombra. Remus ha troppo freddo perché possa essere un sogno, e il sapore acre del tabacco gli rimane appiccicato alla lingua per tutta la notte.



A/N.
— Spiegazione per i profani del fumo passivo: se una sigaretta è sufficientemente forte – Sirius nella mia testa fuma Gauloises Blondes, come me, con la classica Marlboro rossa di tanto in tanto che ci sta, come chiunque nell'universo, – e il fumatore vi sta vicino, l’odore del tabacco che impregna l’aria vi piglia le mucose del naso che sono praticamente tutt’uno con quelle della gola, per cui non ci vuole niente perché l’odore diventi un sapore che si senta anche sul palato/contro la lingua.
  
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