— Tema abusato, lo so, lasciatemi in pace, okay? Also, il titolo l'ho fregato ai Disturbed.
— 09/vii/2011
This moment.
Sirius, lo vedi, sta combattendo, e poi, quando guardi di nuovo, cade al di là del Velo e non c’è niente – niente – che tu possa fare per fermarlo, per impedire che – per impedirgli di. Non riesci neppure a pensarlo. Hai già sollevato la bacchetta, un milione di Incantesimi che ti si affollano nella testa e li scarti tutti, uno dopo l’altro, perché nessuno va bene, nessuno, nessuno, neppure il primo, quello che avete imparato assieme, Wingardium Leviosa, non serve a niente, non serve. Sirius precipita e non puoi salvarlo, puoi solo guardare e sai che è già troppo tardi, un attimo fa era già troppo tardi, Sirius è –
Sirius.
Harry. Lo senti gridare e corri a fermarlo, Harry, Harry non capisce, non capirà ma non può andarsene anche lui, non deve; lo trattieni a stento, stai ancora guardando il Velo, l’arco, il corpo di Sirius che pianissimo cade, cade, cade e l’hai perso, non riesci a pensarci, l’hai perso, ed è successo in un attimo.
Non hai mai avuto fortuna, con le cose che accadono in fretta, Remus, mai. È assurdo ripensarci adesso, con Harry che ti strepita e piange tra le braccia e invoca il nome di Sirius, Sirius, Sirius, Sirius che in un attimo hai perso, perso, per sempre – eppure la prima volta te la ricordi come fosse accaduta un momento fa, ti tormenta negli incubi più neri e ogni volta che sorge una luna piena nel cielo. La prima volta che qualcosa ti è accaduto così in fretta eri un bambino e un mostro che nei tuoi sogni ha cento braccia e tre file di denti aguzzi ed enormi ti mordeva sul collo, feroce e crudele: eri tranquillo, un attimo prima, e un attimo dopo ti contorcevi tra la polvere con il dolore di mille incendi a pungerti tutta la pelle. È successo così in fretta, quella notte, quasi in fretta come ora, e ti ha fatto così male che avresti voluto morire, eppure ti sembra che quel dolore, quella paura nera e vischiosa non fossero neppure una scheggia del terrore e del male che provi adesso, che adesso, da un attimo all’altro, ti consumano tutto quello che hai dentro, il sangue e i polmoni e le ossa, perché Sirius, Sirius, l’hai perso, Sirius, così in fretta che non sei riuscito neanche a respirare.
Succede, semplicemente, in un attimo.
Sirius.
Harry. Lo senti gridare e corri a fermarlo, Harry, Harry non capisce, non capirà ma non può andarsene anche lui, non deve; lo trattieni a stento, stai ancora guardando il Velo, l’arco, il corpo di Sirius che pianissimo cade, cade, cade e l’hai perso, non riesci a pensarci, l’hai perso, ed è successo in un attimo.
Non hai mai avuto fortuna, con le cose che accadono in fretta, Remus, mai. È assurdo ripensarci adesso, con Harry che ti strepita e piange tra le braccia e invoca il nome di Sirius, Sirius, Sirius, Sirius che in un attimo hai perso, perso, per sempre – eppure la prima volta te la ricordi come fosse accaduta un momento fa, ti tormenta negli incubi più neri e ogni volta che sorge una luna piena nel cielo. La prima volta che qualcosa ti è accaduto così in fretta eri un bambino e un mostro che nei tuoi sogni ha cento braccia e tre file di denti aguzzi ed enormi ti mordeva sul collo, feroce e crudele: eri tranquillo, un attimo prima, e un attimo dopo ti contorcevi tra la polvere con il dolore di mille incendi a pungerti tutta la pelle. È successo così in fretta, quella notte, quasi in fretta come ora, e ti ha fatto così male che avresti voluto morire, eppure ti sembra che quel dolore, quella paura nera e vischiosa non fossero neppure una scheggia del terrore e del male che provi adesso, che adesso, da un attimo all’altro, ti consumano tutto quello che hai dentro, il sangue e i polmoni e le ossa, perché Sirius, Sirius, l’hai perso, Sirius, così in fretta che non sei riuscito neanche a respirare.
Succede, semplicemente, in un attimo.