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Autore: AyuTsukimiya    10/07/2011    1 recensioni
-Eccomi qui, Meiko, 22 anni diplomata e immersa nel mio lavoro. Da qualche tempo a questa parte mi sono staccata dal gruppo di amici di un tempo. Anzi…-
Si fermò un momento sospirando, guardando verso terra.
-…la mia rottura è iniziata…dal momento in cui ho capito di amare quell’idiota…che ora stà con Miku…-.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaito Shion, Meiko Sakine, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*stridio di violini*
Cammina nel silenzio della notte.
I suoi passi riecheggiano.
Lo sento, si avvicina e…
-ciao Meiko!-
Sussultò leggermente spaventata distolta dai suoi pensieri.
-c-ciao…Miku…-
La ragazza dai lunghi capelli verdi, dolce e gentile, sorrise alla castana.
-ti ho spaventata per caso?-
-no no tranquilla, ero solo immersa nei miei pensieri, sai com’è… il lavoro, la famiglia… un po’ di cose-
-ah…si capisco-
-e tu? L’università?-
-l’università va benissimo! Sai…- sussurrò –da quando ho iniziato a frequentarla mi sono avvicinata a Kaito-kun e…si insomma…ecco…sono più felice-
Silenzio.
Sorriso.
Freddezza.
-mi fa piacere, Miku, ora scusami ma il lavoro mi chiama ho quasi finito la mia pausa pranzo! Ci rivediamo presto!-
Un lieve gesto della mano, un giro di tacchi e via di volata. Passo svelto ma elegante.
“Eccomi qui, Meiko, 22 anni diplomata e immersa nel mio lavoro. Da qualche tempo a questa parte mi sono staccata dal gruppo di amici di un tempo. Anzi… “
Si fermò un momento sospirando, guardando verso terra.
“…la mia rottura è iniziata…dal momento in cui ho capito di amare quell’idiota…che ora stà con Miku…”
Sospirò ancora e finalmente decise di tornare a lavoro sul serio.
Entrò nello stablimento, timbrò il solito cartellino con gli orari e, dietro al solito bancone, a gran voce: BENVENUTI! PREGO ENTRATE!.
Lavorare in un shopping-center poteva essere frustrante ma alla fine non si trovava altro, era un periodo di crisi.
“e dire che sognavo di fare la cantante… i sogni non fanno proprio parte della vita reale… non ne fanno parte, solo gli incubi sono parte integrante del nostro essere”

Finito il turno di lavoro, la ragazza si apprestava a tornare a casa sua.
Si tolse la divisa, la piegò, e la mise in borsa.
-Ciao a domani- salutò svogliatamente le altre due colleghe che la risalutarono cortesemente.
-che palle- sbuffò avviandosi alla macchina.
*stridio di violini*
Quella strana sensazione non la lasciava in pace.
Percepiva di essere seguita.
Osservata.
Spiata.
Tutto a causa di incubi ricorrenti nei quali ella stessa si vedeva rincorsa da qualcuno, un’ombra forse. O chissà cos’era altrimenti.
In poco più di una decina di minuti era già sotto casa sua. Un normalissimo appartamento di un condominio ben tenuto. Non abitava più con i suoi genitori, oh meglio lei non voleva più abitare con i suoi genitori. Troppi problemi troppe discussioni troppa ansia. Da qualche tempo, infatti, col suo lavoretto si era affittata quel piccolo appartamento nel quale viveva tranquilla finalmente.
Il cellulare suonò una volta soltanto.
Lo prese in mano e lesse il messaggio.
-domani organizzerò una festicciola da me! Fammi sapere se ci sarai, bacissimi by Miku-chan-
Chiuse il messaggio senza rifletterci senza dare risposte.
Ormai aveva chiuso con quel mondo.
Ormai lei era un’adulta. Niente più feste vestitini cosplay ubriacamenti…
Invidia. Invidiava chi aveva più possibilità economiche, o di lavoro, o semplicemente sentimentali.
Un tempo lei era Meiko: solare allegra felice pazza… l’allegria la portava lei assieme a tutti gli altri e non c’erano stati momenti in cui si era sentita triste. Erano tutti amici… erano.
Quello era il problema. La vera Meiko si nascondeva dietro a una risata e a un boccale di birra, o una semplice cocacola schizzata e schiumosa aperta rovesciata.
Lei, Miku, Kaito, Rin, Len, Luka, Gakupo…
Un tempo tutti amici. Ora ognuno aveva preso strade diverse.
Ciò che più rimpiangeva era di aver gettato la spugna con Kaito.
Lui era gentile e dolce, e sapeva che aveva un debole per lei.
Meiko però da “brava” sciocca se lo era lasciato sfuggire comportandosi in maniera superficiale o per lo più sfrontata, mettendolo alle volte in ridicolo per i suoi difetti: come l’essere troppo gentile e ingenuo, o un po’ troppo stupido, o anche solo pigrone.
Poteva piangersi addosso, o addirittura incolparsi ma non serviva più a niente. Ormai non si può tornare indietro. Le scelte portano a delle conseguenze. Buone o cattive.
Prese il suo ipod e sdraiandosi sul letto con indosso solo un completo a pantaloncini e un top, dopo aver  fatto una veloce doccia rinfrescante, si lasciò cullare dalla sua musica preferita. Ultimamente aveva un debole per la musica classica, specie quella dove comparivano gli strumenti a corda: i violini.
-Kaito sei…uno stupido…-
Gli occhi umidi.
“sono io la vera stupida, ma non lo ammetterò mai… mai… ormai ti ho perso ed è inutile, posso solo incolparti! Ti odio, ti odio! E con più lo dico, meglio stò…”
D’un tratto suonarono alla porta.
Meiko riuscì a sentire il campanello. Un po’ titubante andò alla porta.
E la aprì.
Chi c’era dall’altro lato dell’entrata…
No, non poteva essere vero. Era assurdo.
Lui…cosa ci faceva lì?
-è tanto che non ci si vede…Meiko-
Un leggero sorriso, mentre la frangia ricopre i suoi occhi.
-K…Kaito…?-
-sorpresa di vedermi?-
Continuò lui restando sull’uscio, ma fece un passo in avanti.
Meiko era paralizzata.
*stridio di violini*
La porta venne chiusa.
-c…cosa ci fai qui?- disse con voce flebile la ragazza mentre lo vide passarle accanto ed entrare nel suo appartamento.
Lui era di spalle, e alzando lo sguardo si guardava attorno con aria quasi curiosa ma…strana. Teneva le mani nelle tasche della sua giacca.
-Passavo di qui…e ho pensato di farti un’improvvisata-
Meiko spalancò leggermente gli occhi.
“C-cosa? Possibile che…?”
Finalmente lui si voltò, e in quello stesso momento Meiko arrossì quasi senza rendersene conto.
Era leggermente cambiato, era un po’ più alto e…forse…meglio piazzato? Non era più magro magro come un tempo.
Si avvicinò alla ragazza tenendo sempre le mani in tasca.
-bè…che ti prende?- le disse lui sempre con quella voce strana.
-n-niente…e poi!- cercò di rispondergli con arroganza come un tempo ma non ci riusciva. Non appena i suoi occhi incrociarono finalmente quelli di lui, una vampata di timore attrazione e imbarazzo si impossessarono della sua voce.
-poi?- sussurrò lui togliendo una mano dalla tasca.
Meiko lo guardò e si accorse anche di essere ormai appoggiata alla porta chiusa qualche attimo prima dietro di loro.
Dovette alzare lo sguardo per poterlo guardare…così vicino a lei. Con un braccio accanto al suo viso chiaro e imbarazzato e l’altra mano che si avvicinava al suo mento.
-che succede alla spavalda Meiko?- disse lui per poi sussurrarle fintamente dolce –non vorrai farmi credere che ora ti lasci andare per così poco…-
Come lame taglienti quelle parole le fecero male.
Lei non era mai stata una tipa facile, affatto.
Si riprese e tolse la mano di Kaito dal suo viso.
-infatti non è così…- sussurrò arrabbiata.
Lui la guardò con freddezza e si staccò da quella posizione tornando a guardarla in piedi uno di fronte all’altra.
-è solo colpa tua- continuò lei.
-…colpa mia?- disse Kaito per poi ridere in modo cattivo.
Meiko non capì.
-quella che ha sbagliato sei stata tu! Tu e soltanto tu! Io chiedevo un po’ d’amore o di sano affetto… e tu? Cosa facevi per me oltre denigrarmi?!-urlò.
Meiko si spaventò.
-ho accettao l’amore di Miku perché la sua purezza e gentilezza mi hanno colpito ma… purtroppo non la amo…non la amo e sai perché?! Perchè ogni giorno che passa penso dannatamente a te…a te e…a quel tuo corpo…al tuo modo mascolino di importi…ai tuoi capelli castani e fluenti…alle tue dita dallo smalto rosso…-
La ragazza non sapeva che dire, il suo sguardo divenne triste e poi quasi disperato. Quelle parole erano una dichiarazione d’amore o…di sola passione?
-io ti voglio, Meiko. Non mi basta la purezza di una fanciulla innamorata della parte più docile di me-
Si avvicinò alla ragazza e prendendola per le spalle disse soltanto.
-voglio…te-
Detto ciò la baciò con irrefrenabile passione.
Meiko non riusciva a sottrarsi ma nemmeno lo voleva.
Arrossì di botto a quel gesto, stringendo le mani nella presa sulle braccia di lui.
Si staccarono per qualche attimo…sospirando.
-questa notte sarai mia-
*stridio di violini*
Forse solo in un sogno erotico tutto ciò poteva accadere.
Presi con violenta passione.
Impetuosi senza fine.
Non c’era un solo attimo in cui lo sguardo serio ma passionale di lui guardava quello gemente e arrossato di lei.
In entrambi scorreva un sangue rosso, passionale, diabolico.
Meiko mai si sarebbe aspettata un lato di Kaito così selvaggio e impulsivo.
E Kaito mai si sarebbe aspettato un lato di Meiko così docile e sottomesso.
Un’attrazione famelica.
Fatale.
E poi…
*stridio di violini*
Meiko si svegliò di soprassalto.
Si guardò intorno. Aveva ancora indosso il suo completino: top e pantaloncini.
Ansimò leggermente.Ripensando a quel… “sogno” la fece…emozionare non poco. Dovette perfino andare in bagno onde evitare di macchiarsi le mutandine appena cambiate dopo la doccia di qualche ora prima.
Si guardò allo specchio.
-dannazione… il mio sogno erotico…maledettissimo Kaito, sei tu il mio stalker colui che mi pedina e non mi lascia tranquilla-
Strinse i pugni.
-diamine! Perché non desidero altro che farlo con te! Dannata me! Perché altri ragazzi che ho conosciuto non mi attirano come mi attiri tu?! Dannato dannato dannato!-



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