Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Yukiko_Suzuki    10/07/2011    3 recensioni
Salve! Questa è la mia prima fic quindi siate clementi... allora...
Yusei è un demone che sfida la profezia che dice che in un isola vive un angelo capace di uccidere i demoni nonostante essi siano immortali. Yusei spinto dalla curiosità si reca su quest'isola per vedere come è fatto un'angelo. chissà se riuscirà a vedere l'angelo e se cambierà qualcosa in lui.... chissà se quest'angelo lo ucciderà... ma soprattutto cosa gli succederà?
[Yusei x Aki]
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di iniziare, vorrei fare una precisazione che, nel precedente capitolo, ho scordato di fare, cioè che Misaki non è la madre di Yusei, ma solo la compagna di suo padre che si è comportata da madre con lui per compensarne la mancanza. Ok, ho finito la precisazione, ecco a voi il capitolo:

 Era passata una settimana da quando Aki aveva ospitato Yusei a casa sua, ora si potevano considerare migliori amici, andavano molto d’accordo nonostante la freddezza del ragazzo che ormai sapeva a memoria la città e da un po’ di tempo gli pareva di essere seguito.
Si era abituato al cibo umano quindi non gli veniva più la tentazione di assalire qualcuno quando aveva fame e, secondo lui, ciò che preparava Aki era molto più buono di quello che preparavano  nei ristoranti. (tsk... esagerato... Nd me).
Come detto prima, da un po’ di tempo, gli sembrava di essere seguito da qualcuno, ma ogni volta che provava a guardarlo, lui scompariva come se non ci fosse mai stato. Da allora, i suoi sensi di demoni si affinarono per riuscire a capire chi fosse che lo seguiva o spiava e, per sua sfortuna, Aki lo aveva notato.
Accompagnava sempre la ragazza a scuola, poi si faceva un giro per la città e la riaccompagnava a casa quando aveva finito.
A lei non dispiaceva tutto ciò, c’era solo un difetto che si divideva in due: Amiche – Alex.
Le sue amiche facevano le cascamorte appena arrivava Yusei, i loro occhi si illuminava o diventavano a forma di cuoricino e punzecchiavano la povera ragazza con domande molto imbarazzanti. Per Alex, invece, che considerava Aki di sua proprietà, gli si leggeva negli occhi che era molto geloso, ma si tratteneva solo per tenere alta la sua reputazione e questo a lei faceva molto piacere perché almeno non le avrebbe rotto le scatole anche fuori dalla scuola.
Yusei, ora, stava andando a prendere Aki, le cui lezioni erano terminate, quando sentì di nuovo quell’ombra osservarlo e guardò con la coda dell’occhio e senza voltarsi per vedere dove fosse, ma, niente, non riusciva ad individuarlo. Si nascondeva bene, ammise. Dopo qualche minuto arrivò davanti all’Accademia dove studiava la ragazza e andò da lei.
-“Yusei! Eccoti! Sei sempre puntuale a quanto vedo!”- disse lei avvicinandosi a lui e sorridendo
-“Io sono sempre puntuale”- rispose semplicemente lui
Prima che potesse dire un’altra parola, Aki notò lo sguardo delle sue amiche, stavano completamente sbavando per il ragazzo e, per poco, non cadevano a terra perla troppa emozione di essergli così vicino. (ma se sono a 5 metri di distanza da lui? O.o Nd me).
Ad Aki venne un gocciolone sulla testa, poi accennò a Yusei di cominciare a camminare mentre lei lo seguiva compiaciuta dello sguardo furioso e geloso di Alex. Lui le chiese perché mai il suo compagno di classe ce l’avesse tanto con lui e lei gli disse solo che era geloso del fatto che stesse con lui. Sospirò per la troppa stupidità di Alex, come poteva credere che lui e Aki stessero insieme? Ok... la accompagnava e la riportava a casa da scuola, e allora? Mah... non faceva niente per far capire che si volevano un bene che superasse quello dell’amicizia (raccontala a qualcun’altro altro.... Nd Me “-.-).
Chissà perché pensava così... Lui e Aki erano semplicemente amici, anche se da qualche tempo, la guardava sotto una luce diversa, sembrava più bella. Scacciò immediatamente quel pensiero, non poteva essersi innamorato di lei, non perché non lo voleva, ma perché non poteva. Lui era un demone e lei un’umana. Creature troppo incompatibili per stare insieme. Lui era nato per divorare la sua anima mentre lei per... per cosa? Non ci aveva mai pensato... Gli umani erano nati per quale scopo? Sicuramente non per essere divorati dalle creature degli Inferi.  Questa domanda lo assillò per un tratto del tragitto quando qualcosa interruppe i suoi pensieri, era, di nuovo quel qualcuno che lo osservava e, stavolta, lo aveva individuato. Cominciò a correre verso la direzione in cui l’aveva visto mentre Aki, un po’ confusa, si mise a seguirlo.
Si ritrovarono in un vicolo, al figura davanti a loro, era nell’ombra e non si vedeva se non solo la bocca. Yusei gli chiese perché lo stava seguendo, ma questo si girò e saltò dall’altra parte del muretto atterrando sulla strada. Il ragazzo lo seguì facendo un salto molto e lungo finendo così, anche lui, dall’altra parte della strada e urlando all’amica di tornare a casa perché lui doveva sbrigare una faccenda.
La ragazza era a dir poco sconvolta, nemmeno il campione mondiale di salto in alto, poteva fare un salto così, ma, alla fine, decise di fare quello che Yusei le aveva detto cioè di tornare a casa.
Intanto, la situazione nell’inseguimento tra il ragazzo e la figura misteriosa continuava e si poteva definire neutra cioè che lui non riusciva a raggiungere la figura, ma quest’ultima non riusciva a seminare Yusei.
A un certo punto, il ragazzo accelerò il passo e, finalmente, riuscì ad affiancarsi al tipo, a spingerlo verso il muro e bloccare la sua corsa.
-“Perché continui a spiarmi?!”- gli chiese Yusei
La figura sorrise:-“Tale e quale a tuo padre, Yusei, ragazzo mio”-
Il demone non poté che essere sorpreso.
-“Come fai a conoscere mio padre, umano?!”- disse mentre i suoi occhi diventarono rossi scarlatto.
Anche quelli del tipo diventarono rossi come i suoi e, ovviamente, lui si stupì ancora di più.
-“Ma come? A-anche tu sei un demone?”- chiese sorpreso e lasciando la presa con cui bloccava al muro il suo simile.
-“Ebbene si, Yusei. Non puoi ricordarti di me, ti vidi quando eri ancora un bambino e tua madre era ancora in vita”-  rispose togliendosi l’indumento che gli copriva il capo.
Era un uomo in là con gli anni, aveva lunghi capelli grigi e occhi del medesimo colore se riacquistavano il colorito originale e non quello rosso.
-“Chi sei, allora?”- chiese il ragazzo
-“Il mio nome è Rex Goodwin”- rispose
Yusei fu ancora più sorpreso. Rex Goodwin. Il primo demone che 1000 anni fa aveva avuto il coraggio di andare lì, anzi qui a Neo Domino. Gli occhi di Yusei tornarono normali, da rossi a blu.
Anche Rex era sorpreso, cosa ci faceva lì, il figlio di un suo amico? Glielo chiese e il ragazzo rispose che era per curiosità, per vedere com’era fatto l’angelo, unico essere esistente che poteva uccidere un demone. L’uomo sorrise e gli disse semplicemente che prima o poi arriverà quel momento o che magari arriverà.
Yusei, invece, non capiva, che voleva dire con questo? Se quel momento sarebbe arrivato presto, lo avrebbe aspettato, ora la sua unica domanda era:
-“Che ti è successo per tutti questi anni?”-
Rex rispose che tanti anni fa, si era innamorato di un’umana e che sapeva che, in quanto demone, non poteva infatuarsi di lei, poi, non sapeva come, si era sparsa la voce che lui era stato ucciso da un angelo qui, in quest’isola e da allora nessuno ci veniva più. Col passare degli anni, però, l’umana di cui si era innamorato invecchiava fino a morire e lui rimase da solo, ma non decise di tornare da dove veniva, era troppo legato a quel posto e poi perché era in quell’isola che aveva conosciuto la sua donna.
Yusei rimase in silenzio per qualche secondo, poi chiese ancora:-“Ma l’angelo quindi non esiste?”-
L’uomo sorrise ancora:-“Lo scoprirai da te se esiste o meno, lo scoprirai molto presto...”- disse per poi allontanarsi lasciando con il ragazzo con più domande e meno risposte.
Yusei tornò a casa di Aki che, stranamente, era lì e non al suo lavoro part-time.
Le chiese cosa ci faceva lì e lei rispose semplicemente che per quel giorno non avevano bisogno di lei per prendersi cura dei gemelli. Lui annuì e ricominciò a pensare a ciò che gli aveva detto Goodwin, la ragazza se ne accorse.
Aki:<> pensò.
Dopo cena, Yusei andò in camera sua e Aki, dopo aver sistemato quello che avevano mangiato, si diresse in camera sua, ma non lo trovò, poi trovò la finestra aperta e intuì. Salì sulla finestra e uscendo da essa cercò di salire sul tetto della villa, sapeva che lo avrebbe trovato lì, gli piaceva guardare le stelle. La ragazza riuscì a salire sul tetto e, come aveva pensato, Yusei era lì. Si stese vicino a lui. Gli chiese cosa stava nascondendo e disse anche che non poteva rispondere negativamente alla domanda. Lui chiuse gli occhi e sospirò.
-“Anche se volessi dirtelo non potrei comunque”- rispose
Lei lo guardò confusa chiedendo il perché.
-“Te l’ho detto, oltre a non volertelo dire, io non posso dire cosa nascondo”-
Aki si rassegnò sospirando. Era davvero bello il cielo quella notte, pieno di stelle che illuminavano il cielo scuro come se volessero illuminare la strada a qualcuno che si è perso, che cerca qualcosa, ma che non si rende conto di averla già trovata. La ragazza si godé la vista di quel magnifico cielo come se fosse il suo tesoro, ma poi le venne in mente una domanda: chi era la persona a cui teneva di più? Per una momento non trovò una risposta, poi guardò Yusei, non poteva essere lui o forse si...
Il ragazzo chiese cosa c’era che non andava, poi si girò verso di lei, sempre sdraiato, e si accorse di quanto erano vicini.  Guardò la ragazza e la chiamò per nome risvegliandola dai suoi pensieri. A quel punto, Aki diventò rossa, non pensava di essere andata così vicina a Yusei mentre lui restava, come sempre, del tutto indifferente alla cosa. Le chiese, di nuovo, cosa aveva, ma lei non disse niente abbassando lo sguardo. SI mise a sedere e anche lui si sedette. La guardò. Si vedeva che qualcosa la turbava, forse una domanda a cui doveva cercare la risposta da sola o con l’aiuto di qualcuno. Finché non sapeva quella domanda che l’assillava, non poteva aiutarla.
-“Per l’ultima volta, che cosa ti assilla?”- chiese.
Lei mosse il capo verso di lui incontrando i suoi occhi color del mare:-“Niente...”- rispose, ma si capiva perfettamente che mentiva.
-“ Ah davvero? Spiacente Aki ma a me non la fai, so che c’è qualcosa sotto”-
-“Certo che è proprio impossibile nasconderti qualcosa vero?”-
Il ragazzo tirò fuori uno dei suoi rarissimi sorrisi e, ancora una volta, grazie a quell’umana.
-“Comunque...veramente, non è niente...solo una domanda che mi è venuta in mente qualche minuto fa...”-
-“E riesci a trovare la risposta da sola?”- chiese.
La ragazza annuì nascondendo il suo viso tra le gambe mentre il ragazzo si distese, di nuovo, accennando un se lo dici tu...
I due andarono a dormire dopo qualche decina di minuti dall’ultima parola detta da Aki che, assillata dalla domanda non riusciva a dormire.
La sua mente era occupata a cercare una risposta, invece, di occuparsi di farla addormentare. Si rigirò per la milionesima volta nel letto tentando di trovare una posizione comoda per addormentarsi, ma niente, perfino il letto ce l’aveva con lei.
-“Non riesci a dormire vero?”- disse una voce che conosceva molto bene che la fece sobbalzare.
SI girò verso di lui. Indossava i suoi soliti indumenti, maglietta nera e pantaloni blu, l’unica cosa che mancava era la giacca, anch’essa blu. Era appoggiato alla porta e si stava avvicinando a lei. 
-“Mi hai spaventato... e poi...che ci fai qui?”-
-“Il tuo continuo rigirarsi arriva perfino in camera mia”- rispose.
Aki di stolse lo sguardo da lui.
-“Si può sapere che hai?”-
-“Niente...te lo assicuro...”-
-“Te l’ho detto prima...A me non la fai...e comunque...non continuare a tormentarti con quella domanda, dimenticala per qualche momento e dormi...lo dico per il tuo bene”- disse Yusei inginocchiandosi all’altezza del letto per guardarla meglio negli occhi.
-“Non ci riesco...devo trovare subito una risposta...e poi...è molto personale”- disse girandosi dalla parte opposta perché non riusciva a sostenere lo sguardo freddo e magnetico di lui.
Forse era veramente lui, la persona per cui provava un sentimento che andava oltre l’amicizia, la persona a cui tenesse di più e la cui mancanza le farebbe male.
I suoi pensieri furono interrotti da due braccia forti che l’abbracciavano da dietro e poi una voce le sussurrò nell’orecchio:-“Non so a quale domanda devi trovare una risposta, ma se hai bisogno di qualcuno, non esiterò nel aiutarti”- 
Il cuore di lei cominciò a battere molto velocemente per la nuova emozione provata. Il suo abbraccio faceva molto più caldo delle coperte, in quella stretta si sentiva protetta, si sentiva al sicuro da ogni difficoltà. Era, proprio come le aveva detto, se avesse bisogno del suo aiuto lui ci sarebbe stato e, infatti, in quel momento di difficoltà non si era fatto mancare, al contrario.
Con quello che stava passando, adesso, dimenticò le sue preoccupazione e si addormentò tra le braccia di lui.

Spazio Autrice:
Perdonatemi!!! Sono in ritardo... mi dispiace! E' che ho avuto gli esami e poi sono immediatamente partita per le vacanze... La mia unica consolazione è che ho preso 10 e lode come voto finale!
^-^ Comunque, spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto. A me sembra un pò.... corto.
Ringrazio Gattino Bianco e _Michy_ONDPDeYL per aver commentato e anche chi legge semplicemente la mia storia.
Non esitate a dirmi cosa sbaglio nello scrivere! Si accettano critiche.
 

   
 
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