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Autore: xxGiuls.    10/07/2011    4 recensioni
La storia è ambientata nella Germania nazista e vede come protagonisti due ragazzi innamorati: Lena ragazza ebrea e Alfons avvocato tedesco.
La ragazza oltre a dover affrontare le difficoltà causate dalle leggi razziali deve curare anche il fratellino malato di cancro.
Cosa succederà ai due ragazzi? E al fratellino Ben?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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                          Come una pallottola nel petto.
                         

                                  Kapitel eins.
                                              GRUNEWALD.




Il cigolìo della porta svegliò Lena dal suo, apparente, sonno profondo. Era sua madre che si stava accertando che lei stesse bene.
La ragazza si girò sul letto, ma ogni tentativo di riaddormentarsi fu vano: allora si alzò.
Il suo primo pensiero andò al fratellino Ben: mise le ciabatte e si recò subito nella sua stanza. Entrò in punta di piedi per timore di svegliarlo e lo vide nel suo letto, coperto da tre trapunte azzurre e attaccato allla macchinetta d'ossigeno. Il suo cancro nell'ultimo periodo era peggiorato, faceva fatica a respirare, ogni cosa che mangiava la vomitava subito dopo. Lena guardò il fratello accennando a un sorriso anche se molto forzato: si immaginava il peggio per il fratello, voleva portarlo in ospedale il prima possibile. Baciò Ben sulla guancia ed uscì. Andò diretta in cucina ma si fermò sulla soglia: i suoi stavano discutendo...Stavano parlando del fratellino.
"Dannazione Hildegard, non possiamo portare Ben in ospedale, sono state emanate le leggi razziali! Portarlo in ospedale sarebbe come portarlo al patibolo!"
"Ma caro, non c'è modo per far qualcosa? Documenti falsi ad esempio..."
" Sì certo e con quali soldi?! In questa casa lavoro solo io e do' da mangiare a quattro persone, mangiamo a stento, figurati adesso con le leggi, per noi la situazione peggiorerà solo!"
"Ma Simon..." la madre non fece in tempo a finire il discorso che il padre uscì dalla porta sul retro sbattendola forte. Lena allora indietreggio, intimorita da quello che aveva appena sentito. Udì i singhiozzi della madre ma nonostante ciò si vestì di corsa e uscì.
Attraversò la strada e si trovò di fronte la casa di Alfons, giovane avvocato tedesco nonchè suo ragazzo. Arrivò davanti al cancello d'acciaio decisa a suonare ma esitò per qualche istante...Aveva paura di quello che poteva succedere: lei era ebrea, lui ariano. Con le leggi appena emanate dal cancelliere Hitler si sarebbe complicato tutto, in primis il loro rapporto. Dopo numerosi minuti si decise a suonare e il ragazzo scese subito. Alfons baciò Lena, la fece entrare e accomodare su una panchina situata nel giardino: un giardino ricco di alberi tutti spogli di frutti a causa della stagione. Fu il ragazzo ad iniziare a parlare: "Amore senti, prima di dire qualsiasi cosa devi sapere che ti amo e che..." il ragazzo non fece in tempo di finire il discorso che la ragazza lo zitti' con un bacio
: "ehi, tranquillo. So già tutto, ho sentito delle leggi...non ti nascondo la mia agitazione, sopratutto per quanto riguarda Ben ma...cosa dobbiamo fare? Si sapeva che prima o poi sarebbe successo. L'avevano preannunciato..." Alfons riprese la parola:"Ma ora tu e la tua famiglia cosa farete?! Se posso fare qualsiasi cosa amore...Ho delle conoscenze a Berlino, magari riesco a fare qualcosa!" "dici sul serio? No aspetta, non voglio farti finire nei guai per colpa mia." " ehi piccola, tranquilla." Con questa frase il giovane avvocato fini' la frase, baciò la sua ragazza e infine quest'ultima se ne andò. Non aveva voglio di tornare a casa, così prese la strada diretta al lago e si sedette su una panchina sulla riva. Cominciò a pensare e a guardare la piccola cittadina di Grunewald: c'era cresciuta in quella città, tutte le persone più importanti della sua vita erano lì: i suoi genitori, il piccolo Ben e Alfons, il suo ragazzo. Si conoscevano da cinque anni ed erano fidanzati da quattro. Lo amava come non aveva mai amato nessun ragazzo, la faceva sentire speciale e la rendeva felice. Ma ora? Cosa sarebbe successo a quella città o meglio, cosa sarebbe successo a tutti gli ebrei? Lena pensò al peggio e rabbrividì. La ragazza si avvolse nei suoi pensieri, finchè il rintocco delle campane della chiesa del paese la riportarono alla realtà: era mezzogiorno e così decise di ritornare a casa.                                                                     
  
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