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Autore: MiNnUcCiA    10/07/2011    4 recensioni
Ho pianto scrivendo questa storia :( c'è Minerva (che sweety), c'è Albus e ci sono tante lacrime..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Lei lo guardava con un’aria tesa, con le labbra più sottili del solito il che, dedusse prontamente lui, voleva dire solo una cosa:doveva fargli una domanda.
<< Perché tu? >> chiese la donna. Albus aveva perfettamente capito a cosa si riferisse ma preferiva che lei formulasse l’intera domanda.
<< Di che cosa parli, cara? >>
<< Perché devi andare proprio tu? Non può andare qualcun altro?>>. Albus le si avvicinò con gli occhi lucidi, come se avesse già da tempo pronta questa risposta.
<< Minnie cara >> disse raccogliendo l’esile mano della donna tra le sue << sai bene che ti amo più di ogni altra persona al mondo ma d’altronde sai anche che questa è una guerra personale con Voldemort e se non combatto io, chi altro lo dovrebbe fare? >>. Sorrideva. “ Siamo alle solite, non capisce la gravità della situazione. “ pensò Minerva. Poi, come se le avesse letto nel pensiero disse :
<< Oh cara, certo che so quanto tu stai male e l’ultima cosa che voglio è vederti soffrire per me..>>
<< E allora perché vai? >> chiese Minerva trattenendo a stento i singhiozzi.
<< Perché Harry conta su di me e non posso fargli combattere una guerra più grande di lui. >>
<< Ma perché non qualcun altro? Solo per una sera..>>. Gli occhi le si velarono di lacrime, voleva piangere, voleva battere i pugni per terra come una bambina, voleva che Albus restasse da lei, quella notte, SOLO quella notte. Era da qualche tempo che avvertiva dentro di se una strana sensazione, “ Un presagio dell’Occhio Interiore “ avrebbe detto quella stupida professoressa Cooman. Ogni sera pregava le stelle che le rimandassero indietro il suo Albus e ogni volta che lo vedeva varcare la soglia della loro casa ringraziava Iddio per averla ascoltata; ma sapeva che questa cosa non sarebbe durata per sempre, che prima o poi Albus non avrebbe più messo piede nella loro casa, che lei lo avrebbe aspettato giorno e notte davanti alla finestra finchè qualcuno non le avesse esplicitamente detto che Albus non sarebbe più tornato da lei perché era morto. Era la cosa che temeva di più, la cosa che la faceva piangere appena faceva capolino tra i suoi pensieri, la cosa che le avrebbe distrutto la vita. Scoppiò a piangere. Non riusciva più a trattenere le lacrime, voleva un abbraccio, voleva che Albus non andasse più via.
<< Oh tesoro non piangere, non temere, vedrai che tornerò da te il più in fretta possibile, per stare con te..per sempre. >>. Albus le asciugò le lacrime e la baciò profondamente. Lei lo trattenne a se e lo condusse in camera da letto mentre le slacciava il corpetto per concedersi a lui l’ultima volta.
***
Lei stava dormendo quando lui si svegliò. Si vestì in fretta e poi rimase a guardarla. Le accarezzò dolcemente i capelli e le sfiorò le labbra con un bacio silenzioso. Gli cadde una lacrima, sapendo che lei credeva che lui se ne andasse per andare a scuola, non perché doveva andarsene per sempre. Durante la settimana aveva finto di non sentire la solitudine che lo stava lambendo ma aveva preferito tacere con lei questa cosa, per non spaventarla. Non voleva vederla sconvolta, preferiva ricordarla così, i capelli sciolti, le labbra appena dischiuse in un sorriso bellissimo, i grandi occhi gioiosi. Chiuse la porta dietro di se lentamente, per ricordare ogni particolare e per respirare per l’ultima volta il profumo della donna che amava.
***
Minerva si svegliò di scatto. Si girò ma lui non c’era. La paura le invase in cuore rendendole difficile perfino respirare. Sentì il cuore contrarsi in una morsa letale, sentiva le lacrime venire ma non fece nulla per fermarle. Tremava, aveva paura di non poter più essere felice assieme all’uomo che amava. Non era giusto, era stata con lui per così poco tempo, soffrendo per anni ed ora..Lei sapeva benissimo che era inutile rimandare la disperazione alla notte, sperando di vederlo tornare, perché non sarebbe successo. La sensazione di solitudine infinita era troppo forte quella mattina. Non andò a scuola, non mangiò, non andò in bagno, non si mosse dal letto. Dopo un’infinità di tempo sopraggiunse la notte. E con essa il terrore di rimanere sola, senza qualcuno che la capisse. Ad un certo punto sentì dei passi in giardino. Ebbe un tuffo al cuore. Era lui. Corse alla porta:
<< Albus, sei tu..che bello sei..>> ma le parole le morirono in bocca. Era Caramell, il Ministro della Magia. Senza tanti preamboli disse :
<< Abbiamo trovato il corpo di Albus, è morto. >>.
Il mondo le crollò addosso. Fiumi e fiumi di lacrime scesero, consapevoli che non sarebbero state le ultime. Nello stesso istante una lettera la colpì dolcemente, era la sua scrittura.
Minerva,
 sei stai leggendo questa lettera vuol dire che non tornerò. Ti ho amata dal primo momento in cui ti ho vista e non ho avuto altra donna al di fuori di te, perché io volevo solo te. Ed ora che ti ho, me ne devo andare. So che stai pensando, non è giusto. Mentre scrivo immagino le tue labbra sottili che si piegano ai lati mentre i tuoi meravigliosi occhi ambrati si riempiono di lacrime. Minerva non piangere. Mi spezzeresti il cuore e non voglio vederti star male perché tu meriti di continuare a sorridere. Da ora in avanti dovrai essere forte, forte come non lo sei mai stata, ma non temere, io ti guiderò da quassù e mi assicurerò che tu non ti senta mai sola. Ora purtroppo devo andare, ti sei mossa e ho paura che tu ti possa svegliare e chiedermi di restare con te ed io non riuscirei a dirti di no. Quando la sera guarderai il cielo e vedrai una stella brillare più di tutte, quella stella sarò io che ti guarderò ogni giorno.
Ti amo Minerva, non scordartelo mai.
Tuo Albus

Minerva disse ad alta voce al cielo nero come l’inchiostro :
<< Ti amo anch’io Albus >>. In quel momento apparve una stella che illuminava tutto. Minerva sorrise e lasciò cadere un’ultima lacrima solitaria.  
  
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