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Autore: Atem    18/03/2006    1 recensioni
Lui, un ragazzo che ha perso memoria di sé, vive e convive in un corpo che in qualche modo gli appartiene ma che poco a poco sembra rifiutarlo.
Lei, una giovane egiziana giunta a Domino per trovare il pezzo mancante di un puzzle di ricordi, sogni e desideri…
Loro… Amici e nemici, dagli sguardi di ghiaccio, dai sorrisi mascherati e dalle parole velenose che si sfidano in un gioco pericoloso di cui a fatica comprendono le regole…
Narrava di cose strane Sephireja quando, sedute nell’immenso giardino del Palazzo, ci raccontavamo favole e ridevamo di un futuro che né io né lei avremmo mai visto. Si parlava di giorni che mai sarebbero venuti per noi, di mondi avanti millenni e più… di vite che invece sono state destinate ad incrociarsi ancora…
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Lo specchio dell’Anima-

°Note dell’Aiuto Autore: *si guarda intorno grattandosi il capo con aria seccata* Chi è che diceva che in questo capitolo IO non avrei proprio messo mano alla tastiera, biro, foglio o quel che è? *borbotta irritato verso l’autrice che gli fa gli occhi dolci* E finiscila di sbattere le palpebre idiota, tanto ormai non serve a nulla! Basta che mi vai a convincere Yami che quello che gli hai detto era tutto un TUO STUPIDISSIMO SCHERZO>___< !!! Spicciati!

*fissa i lettori*
Ah, già, ci siete pure voi-__-... (Atemu: Kaiba-kun, si può sapere perchè sei sempre così sgarbato, cerca di non farli scappare tutti almeno>.< !) Tsk... Bè, come avrete capito questo capitolo verrà scritto tutto da me... se non vi piace vi riporto alle minacce di quello precedente v_v, se vi piace invece... bè, ehm>///< ... bene, ecco é///è! E ora buona lettura. *sbuffa inforcando un paio di occhiali da vista e iniziando a battere il capitolo a computer con aria assorta, alza distrattamente lo sguardo fissando i lettori da sopra delle lenti* Bè, siete ancora qui? (Atemu: Kaaaaibaaa, ora basta! *gli tira il deck in faccia* Seto: Acc... sì, sì, ho capito!)


Capitolo 4° In classe col Passato

Si era alzato persto quella mattina.

Lo faceva sempre, era un’ottima abitudine naturalmente, ma tutto quella mattina sembrava volerlo rallentare.

Chissà, poteva essere il destino che aveva intenzione di dirgli qualcosa, di fargli capire quanto la sua decisione fosse sbagliata o, solamente, di confermargli ciò che lui aveva sempre pensato: La scuola è posto per pezzenti che non valgono nulla!

Vero.

E allora perché accomodato sui sedili rivestiti in pelle della sua limousine aveva appena dato indicazione all’autista perché lo conducesse davanti al cancello del liceo?

Ehe, le domande della vita...

Sbadigliò osservando distrattamente il vetro oscurato della vettura mentre velocemente attraversavano le vie principali di Domino.

Suo fratello Mokuba era uscito prima di lui da casa, era più che altro stato obbligato a farlo visto che la macchina l’aveva presa lui e al piccolo sarebbe toccato arrivare a scuola con i mezzi pubblici. Non che all’altro dispiacesse, se non ricordava male aveva iniziato a frequentarsi con un compagno di classe ed ora erano diventati grandi amici, facevano tutto insieme e non c’era momento in cui Mokuba non parlasse di questo Maki Oharu. E Maki di qua e Maki di là, Maki e ancora Maki! Era diventata una cantilena.

Bè, tanto meglio per suo fratello, infondo a lui poco importava delle sue amicizie... ovviamente sempre che queste non avessero influito sulla sua felicità. Dovevano soltanto provarci a far del male al suo fratellino quei mocciosi!

“Kaiba-Sama...”

Falsi lapislazzuli incastonati nel volto del ragazzo si alzarono allo specchio che divideva i sedili anteriori della vettura da quelli posteriori.

“Sì.” Rispose soltanto notando solo in quel momento che si erano fermati.

Erano arrivati a scuola.

Che seccatura.

Aprì lo sportello scendendo con una tranquillità che era invece definibile come assoluta noia, e la mano destra andò a schermargli gli occhi dai primi raggi solari.

“Passa più tardi a prendermi.” Ordinò all’autista che fece soltanto un cenno d’assenso con il capo. Ripartì subito e il giovane iniziò la sua camminata per attraversare il cortile della scuola.

Schiena dritta. Spalle indietro. Testa alta.

Non era un ragazzo quello, era qualcosa di più simile ad un militare... o ad un robot. Sì, un robot, molto più calzante.

Alcuni dei compagni lo additarono bisbigliando tra loro stupiti per la sua presenza, le ragazze invece arrossirono di colpo lanciandosi in sospiri d’amore quando, per pura casualità, incrociavano il suo sguardo, ed i ragazzi più grandi si limitavano a qualche smorfia di disapprovazione, consci che la sua presenza stava rubando una scena che doveva essere la loro.

Conseguenze piuttosto ovvie.

Erano mesi che non si faceva vivo a scuola.

Tsk, scherziamo? Seto Kaiba non si mischia con la plebaglia! E poi lui aveva già un cervello niente male e sviluppato oltre la norma, perché doveva abbassarsi a frequentare un luogo tanto proletario?!?

Che sciocchezza!

Ma anche così si tornava allo stesso discorso di prima.

Perché diamine si trovava lì, a superare l’entrata principale di un edificio per proletari?

Mah...

Chi lo capiva!

A lunghe falcate si portò alle scale mentre, dietro di lui, arrivava il solito gruppo degli “Amici del Mondo”, meglio conosciuti come gli “Mutou & Co.: Gli idioti più idioti” e già sentiva la voce della loro mascotte di turno: quel cagnaccio biondo che non sapeva fare altro che abbaiargli contro e leccare il culo a Mutou. Non si sarebbe affatto stupito a scoprirlo gay. (NdT: Ok, lo ammetto colpo basso v_v... ma non ho resistito XD... Seto, Seto e pensare che per me sei gay pure tu v_v... Err, mi è scappato, fate conto che non abbia detto nulla XD!)

Non si degnò nemmeno di voltarsi a salutarli.

Non fosse mai!

Tirò dritto su per le scale e poi a destra verso la propria aula, grazie a Dio diversa da quella di quegli stolti. Infondo lui era di un anno più grande e questa era una gran fortuna, a suo parere.

Sarebbe anche entrato per la porta già aperta -strano, pensava di essere il primo- ma venne sbattuto violentemente a terra da qualcosa che, catalogò, come una mandria di bufali imbizzarrita... oppure un’intera squadra di football americano, provvista di riserve, allenatore, parenti e pure tifosi!

“Ma che diamine?!?”

Sguardo ferino immortalato nel ghiaccio blu che si spostava all’istante a scoprire COSA lo avesse colpito.

Ed occhi nocciola su un volto straniero ad accoglierlo.

Si alzò di colpo quando scoprì che si trattava di una ragazza. Niente mandria imbufalita, niente squadrone di energumeni in divisa da football quindi... Dannazione, era stato atterrato da una stupida ochetta dall’apparenza esile ed indifesa!

“Ah! Ehm... go-gomen na...ssai?” azzardò lei con aria dispiaciuta che però perdeva molto della sua serietà per la pronuncia improvvisata della frase che terminava come fosse una domanda, e sottolineava il fatto che non fosse giapponese, o che perlomeno, non lo conoscesse molto bene.

“Tsk.” Ringhiò Seto cercando di scansarla.

Anche questo tentativo fallì miseramente.

“Non ti sei fatto male... vero?” domandò lei facendoglisi persino più vicino. Troppo per i suoi gusti.

“No.”

Sintetico come sempre.

Peccato che la tipa non mollasse.

“Ah... bè... scusami ancora, è che stavo correndo fuori pensando di aver sbagliato aula e non ti ho visto, così... bè, mi dispiace molto.”

Come se a lui potessero interessare le scuse di una ragazzina dalla pelle di bronzo e gli occhi di cioccolato.

“Sì, come ti pare. Ora però spostati.” Le disse riuscendo finalmente a superarla per sedersi al proprio posto. Non aveva alcuna voglia di conversare con lei e men che meno di fare amicizia, per carità!

Passarono dieci o undici minuti prima che i compagni arrivassero ed il professore di inglese con loro. Allora trovarono lui seduto con le gambe accavallate e la schiena poggiata al muro –ma comunque ben eretta- che leggeva degli appunti, molto probabilmente riguardanti il proprio lavoro alla Kaiba Corporation, e la ragazza in piedi accanto alla cattedra.

“Tu devi essere la nuova alunna, dico bene?” le domandò il professore sorridendole cordiale.

Lei annuì facendo un passo avanti.

“Perfetto, sei la cugina del ragazzo arrivato ieri, giusto?”

Annuì per la seconda volta.

“Allora dì pure il tuo nome ai tuoi compagni.”

Occhi di un caldo nocciola abbracciarono l’intera classe, soffermandosi in particolare su Seto, che invece continuò a tenere basso lo sguardo sul proprio taccuino e la sua voce dolce pronunciò per esteso il proprio nome.

“Ran Tanja Apòs. Sono per metà giapponese e metà egiziana.”

“Molto bene Apòs, vai a sederti.” Affermò il professore indicandole un posto libero, e il caso volle che fosse proprio quello accanto a Seto Kaiba.

Caso o sfortuna?

La seconda per lui.

Quando lei si sedette nel banco indicatole si voltò una sola volta verso il compagno, mostrandogli un sorriso sinceramente gentile e sussurrando un “Piacere” che in realtà si perse per l’aula senza mai giungere alle orecchie del ragazzo.

Attese persino che lui le dicesse il suo nome, presentandosi.

Attese invano naturalmente e finalmente si decise a tornare voltata dall’altra parte, non senza essersi concessa una sbuffata, cosa che le valse un’occhiata inceneritrice dal bel CEO.


Trascorsero più o meno velocemente le lezioni.

I professori davano aria alla bocca e gli alunni si sforzavano di tenere gli occhi aperti, una scena alla quale tutti erano abituati.

Ran si alzò velocemente in piedi infilando libri e quaderni nella cartella nera ma, purtroppo, non era stata abbastanza veloce.

“Ti togli?”

Al suo fianco infatti la voce di Seto le arrivò tagliente e seccata.

Una lama affilata di freddo acciaio.

Si voltò appena verso di lui.

Riflesso condizionato.

Chi non si volterebbe dalla parte di uno che vi rivolge una domanda a quel modo?

Fu un altro sbaglio.

“Invece di fissarmi con quell’aria da ebete, spicciati e fammi passare.”

Cavolo, era proprio un tipino antipatico, eh? E pensare che lei non era di quei tipi che si lasciavano fuorviare dalla prima impressione che, spesso, era quella sbagliata... Eppure era quasi sicura che con lui la prima impressione fosse quella che contava di più.

Si accostò completamente contro il banco, mancava poco che lo scavalcasse, e lui poté passare e proseguire per la sua strada.

A quel punto, però, qualcosa di strano incurvava le labbra morbide e rosse di Ran.

Un sorriso.

Affascinante nell’alone di mistero che la circondò, ma sempre e comunque dolce, come se un sorriso enigmatico di quel genere non fosse stato altro che un’espressione nata naturalmente.

Infine ci furono le sue parole, sussurrate al nulla e giunte a nessuno...

“Un tempo era più gentile... allora è vero che le persone cambiano.”

Sorrise ancora, caricandosi la cartella sulle spalle con l’espressione di chi si aspetta di veder accadere cose che trascendono dalla conoscenza umana. Eppure, in realtà... non sarebbe stata in grado di immaginarlo nemmeno lontanamente.


FINE 4° CAPITOLO


Parola di Atemu: Esultate perché avete avuto l’onore di aver letto un capitolo scritto interamente dal mio koibito, Kaiba-kun aka Toy^__^!!! (Toy: Puoi evitare di urlarlo ai quattro venti>///< ??? Lo sai che poi mi vergogno é//è! Seto: Tsk, ma taci pezzente e sottolinea invece che IO ho faticato per scrivere questa Cosa e che ora voglio il mio compenso!) Ehm... facciamo che ne riparliamo, va bene^^? (Seto: Va bene un cazzo! Io non lavoro a gratis!!! Per chi mi hai preso?!?)

Tralasciando le solite lamentele di Kaiba torniamo a noi.

La fic è ancora “bloccata alla presentazione dei pg”, ci abbiamo messo tanto per arrivare finalmente ad inserire anche Ran-chan e ce la siamo presa comoda (solo quattro capitoli infondo^^), ma visto che non abbiamo ancora le idee chiare non possiamo far altro che improvvisare capitolo per capitolo. Spero continuerete a sostenerci^__^!

P.S. Apòs, è passato in portoghese o almeno speriamo di averlo tradotto giusto^^;;...

Ran-chan è in realtà egiziana e metà giapponese, ma non abbiamo trovato una traduzione adatta per quella parola e Apòs suonava così... (Toy: fiQuo*__*/. Sarà perché a leggerlo mi è venuto in mente Apofis XD! Atemu: Siamo in due^^...)

  
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