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Autore: itsmandy    10/07/2011    1 recensioni
Fan Fiction ispirata alla mia one-shot "say goodbye". Ecco che tutto cambierà dopo il ritorno di Mandy dopo due anni di assenza
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti, mi scuso per non aver aggiornato prima, ma l'ispirazione faticava
ad arrivare. Inzierei col dire che questo capitolo l'ho dovuto sudare, anzi, fa abbastanza
pena.. Spero che vi piaccia e vi prometto che i prossimi capitoli saranno più interessanti
xoxo, Mandy

 

MANDY'S POV

Non seppi che Melanie andò a parlare con Joe, fino a quando, due giorni dopo, lui venne a suonare alla mia porta -cosa ci fai qui?- decise di entrare ancora prima che io glielo dicessi e andò verso il divano, rimanendo però in piedi -Melanie è venuta da me ieri, è venuta a parlarmi- la uccido, giuro che lo faccio -mi ha spiegato il motivo per cui te ne sei andata, il giorno del mio matrimonio- deglutii molto rumorosamente, avrei voluto seppellirmi all'istante sotto terra -fantastico..- mormorai -mi ha detto che eri innamorata di me, avresti almeno potuto dirmelo quel pomeriggio quando al parco ti ho chiesto cos'è che non andava, ma tu hai anche avuto la faccia tosta di dire "ci vediamo domani"- mi stavo innervosendo -cos'avrei dovuto fare? Venire a casa tua il giorno prima del tuo matrimonio a dirti "hey, sono innamorata di te"- e non ero l'unica ad essersi innervosita -sarebbe sempre stato meglio di non presentarti in chiesa, hai idea di che cosa voglia dire andare da tua madre a chiederle dove sei, sentirsi dire che sei in ritardo, ma anche dopo ore non vederti arrivare? Eri la mia migliore amica Mandy, e hai fatto questo a me, alla persona alla quale sai che puoi dire tutto- sospirai, mi sentivo terribilmente in colpa, però almeno un peso mi si era tolto dallo stomaco, ma allora perchè anche ora che mi ero liberata mi sentivo malissimo? -e tu hai idea di che cosa voglia dire vederti arrivare con l'invito in mano? Sai quanto ci sono stata male io? E tu neanche te ne accorgevi, come potevo venire al tuo matrimonio quand'ero innamorata di te?! E per la cronaca, tua moglie mi odia per il fatto di non essere venuta, ma non perchè gli dispiacesse per te, ma perchè ti avevo rovinato l'umore sai?- rimase in silenzio senza rispondere, e fare avanti e indietro a guardare prima me e poi il pavimento -per favore, adesso lasciami da sola- e così gli aprii la porta e lo guardai andare via.

In questi due anni non avevo mai ripensato al giorno della mia partenza, a ciò che avevo causato, avevo preferito mettere da parte i ricordi e nascondermi da questi, ma la verità è che ora, tornata a casa, avrei dovuto affrontare ogni cosa, rivivere ogni cosa per mettere tutto a posto. Per prima cosa dovevo pensare a delle scuse decenti da dare a Joe, secondo, dovevo ringraziare Mel e poi subito dopo pentirmene e ucciderla, terzo, non c'è un terzo punto. Dopo una mezz'ora passata a guardare tv e a mangiare una mela, sentii mia madre rincasare dopo il lavoro -hey mamma, com'è andata a lavoro?- mi sorrise -bene tesoro, stasera, per festeggiare il tuo ritorno ho invitato Melanie e i suoi genitori a cenare con noi- mi alzai in piedi ed iniziai a saltellare -sisisisi, mi piaceeeee, mamma è una grande, mamma è una grande, olèèèè- mia madre mi guardò stranita -è che a Washington non avevo molti amici, e non venivano mai a mangiare da me e papà- -afferrato, ora vatti a preparare-.

Salii di sopra, mi feci un bel bagno rilassante con tanto di sali profumati e candele, mi lavai i capelli, li asciugai lasciandoli mossi, indossai un paio di jeans colorati, una canotta bianca e delle ballerine abbinate, poi mi truccai appena e scesi di sotto per aiutare mamma con la cena. Dopo un'ora i Thompson arrivarono puntuali a casa nostra -cara, come sei cresciuta- scossi la testa -ma noo, sono sempre uguale, forse solo più vecchia di due anni, ma sono sempre la stessa- poi mi girai verso Melanie con un sorriso tutt'altro che amichevole -noi due dobbiamo parlare- dissi trascinandola in sala da pranzo -perchè sei andata da Joe? Sei forse impazzita? Okay adesso abbiamo parlato, ma abbiamo solo peggiorato le cose sai? E comunque grazie- mi guardò O.o -tu non stai bene, hai qualche problema davvero, passi dall'arrabbiato al gratificato, bah.. forza andiamo di la-.

La cena andò per il meglio, tranne quando il padre di Melanie, Richard, introdusse i Jonas nell'argomento, a parte questo, mi divertii molto -mamma, possiamo uscire a fare un giro?- feci la mia solita faccia da cucciola -okay, ma solo perchè non vi vedete da tanto- così presi il cardigan, la borsa ed uscimmo da casa dirette verso un bar del centro. Appena arrivammo ci sedemmo al primo tavolo libero e ordinammo lei una coca cola e io un bicchiere d'acqua e fragole con la panna -tipo Joe mi odia- sorrise tra se e se -no, Mandy, lui non ti odia affatto, più che altro è tanto dispiaciuto che tu te ne sia andata anzichè parlarne con lui- sospirai, stavo per ribattere, ma qualcuno ci interruppe -Melanie, non mi presenti la tua nuova amica?- riconobbi subito quella voce -hey riccio- ed evidentemente lui riconobbe la mia -Beh, non ce n'è bisogno, già la conosco. Mandy, quanto mi sei mancata- era Nick, la cotta storica di Mel, nonchè fratello di Joe e fratello da me adottato. Mi alzai dal tavolo e lo abbracciai -oh Nick, quanto tempo! Allora, sempre single?- lui annuì -si, non seguo di certo le orme di mio fratello Joe- Melanie mi guardò come per scusarsi per la risposta di Nick, ma non pare farci caso, quindi continuammo la chiaccherata per altre due abbondanti ore, fino a quando arrivò l'ora di rincasare. Appena tutti furono a casa, mi misi il pigiama e mi coricai nel letto.

Il giorno seguente mi alzai di prima mattina, feci una doccia rinfrescante, mi vestii in modo semplice e incominciai a mettere a posto quel porcile che era la mia camera. Presi un grosso sacco della spazzatura ed iniziai a buttare cartacce inutili e in un altro sacco misi tutti i vestiti che ormai non usavo più da portare in parrocchia per i più bisognosi. Più tardi avvisai Melanie di farsi trovare sotto casa mia, saremmo andate dai Jonas, ovvero da Denise, Paul, Nick, Frankie e il non più piccolo Elvis, era il minimo dopo essere ritornata dopo tanto.

Vedevo Melanie strana, così le chiesi che cos'avesse che non andava -niente, sono normalissima- e cercò di sfoderare il migliore dei sorrisi -mm, mi nascondi qualcosa, ma per ora non mi va di indagare, ti è andata bene-. Suonai alla porta e fui accolta da Denise che mi abbracciò calorosamente, seguita da Paul e da Frankie che si era fatto anche alto.

-venite, entrate pure ragazze, siete sempre le benvenute- entrammo, niente era cambiato, le camere erano rimaste sempre le stesse, anche quella di Joe. Ci accomodammo in salotto e tra una fetta di torta e un sorso di succo raccontai tutto ciò che avevo fatto negli ultimi due anni, tuttò filò liscio, finchè dalla camera al piano superiore non spuntò Joseph, tra me e me sbuffai, ero sorpresa si, ma la cosa non m'importava più di tanto, quindi continuai come se nulla fosse -non sapevo aveste ospiti oggi- disse alludendo a me e Melanie, io non mi mossi neanche di un millimetro, come se lui non ci fosse -voi due non vi salutate? È così tanto che non vi vedete- mi girai verso Denise e nel più gentile dei toni presi a parlarle -no, abbiamo già avuto modo di salutarci in altre occasioni in questi giorni-. Continuammo tutti a parlare, con l'aggiunta di Joe, al quale non risposi mai, all'ennesima domanda che mi fece mi alzai con il mio bicchiere e il mio piattino e mi diressi verso la cucina -Denise, vado a posare questi di la-. Non ne potevo più di quelle domande che stava facendo solo per farmi parlare, non avrei detto niente di niente -cos'è, hai deciso di non parlarmi?- sobbalzai quando sentii la voce di Joe dietro di me, feci finta di niente e posai la roba nel lavandino -mi spieghi perchè non mi parli?- mi voltai di scatto -vuoi sapere perchè non ti parlo? Bene, non ti parlo perchè appena sono arrivata a casa tua, non ti sei neanche degnato di dirmi ciao, perchè dopo averti chiesto scusa almeno 5 volte, tu hai continuato ad essere arrabbiato, e perchè ti sei presentato a casa mia e ti sei ancora arrabbiato per non averti detto la verità, che comunque non avrebbe cambiato niente visto che ti saresti comunque sposato il giorno dopo, mentre io ero li a farmi le fisse, tu eri in giro a scegliere confetti, tovaglie e servizio di porcellana per la cerimonia, ah no, mi hai chiesto di accompagnarti a scegliere lo smocking, poi però..- non finii la frase che Joe mi prese il viso e mi baciò. La cosa sbagliata al momento sbagliato, la ragazza che ero adesso doveva staccarsi, non provava più niente per Joe, ma la ragazza che ero fino a due anni fa non ne voleva sapere di muoversi, e infine vinse il mio io di adesso, mi staccai e andai velocemente in salotto, presi le mie cose e me ne andai -scusate, mi ero dimenticata di avere un altro impegno-.

Appena fuori presi a correre più veloce che potevo senza metà, senza sapere dove sarei andata e infine mi ritrovai a correre e piangere allo stesso tempo.

Capii che correre non mi sarebbe servito a niente, così tornai in fretta a casa, salii in camera e mi buttai sul letto. Perchè stavo piangendo? Tutto ciò non aveva senso, quello che aveva fatto Joe non aveva senso, e perchè stavo tremando? Forse sarebbe stato meglio rimanere a Washington con papà, senza sconvolgere la vita di tutti e senza avere di che preoccuparmi, senza dover rendere conto a nessuno.

Adesso che Joe sapeva il vero motivo per cui me n'ero andata, iniziai a pensare che mi avesse baciata solo per "accontentarmi" come a farmi capire che ciò che avevo sempre desiderato l'avevo ottenuto.

Mezz'ora dopo arrivarono Mel e Nick a casa mia, avevano intuito che c'era qualcosa che non andava, perchè loro non erano stupidi -allora, cos'avevi di così importante da fare?- mi chiese Melanie, sapeva che non avevo nulla da fare e odiava quando le mentivo -ehm.. dovevo ritirare un pacco alla posta- poi li squadrai -perchè voi due siete venuti insieme? Non è che mi nascondete qualcosa?- vidi Nick sbiancare -pft, ma noooo... è che sennò avremmo litigato per chi sarebbe dovuto venire prima- non mi convincevano affatto, però decisi di andare un attimo di sopra a prendere il cellulare in caso qualcuno chiamasse. Lo presi e quando iniziai a scendere le scale vidi Nick e Melanie mano nella mano che si stavano sbaciucchiando, continuai a scendere piano piano senza farmi sentire e poi appena sotto li sorpresi -BECCATIIIIIIIII- sussultarono, a quanto pare non si erano accorti di me -lo sapevo io, ohh, adesso posso vivere in pace ora che so il vostro segreto- a quanto pare la mia frecciatina aveva colpito Melanie, infatti non stette zitta neanche un secondo -bene, e allora dicci il tuo di segreto. Perchè te ne sei andata di corsa?- caddi in un silenzio di tomba -giuro che domani te lo dico, ora non posso.. Davvero- evidentemente non le andava di discutere perchè sapeva che non sarebbe riuscita a strapparmi una parola di bocca, quindi lasciò perdere e lei e Nick tornarono a casa.

Era ora di andare a chiarire con Joe, una volta per tutte. Mi cambiai i vestiti, presi coraggio ed uscii di casa; sperai di trovarlo ancora nella sua vecchia casa e così fu, entrai salutai velocemente Denise e andai da Joe che era nella sua vecchia stanza -Joe, dobbiamo parlare, seriamente- evidentemente il mio tono era molto serio perchè lui si girò soltanto a guardarmi e mi fece cenno di chiudere la porta -dunque, sono tornata da una settimana e mi hai prima respinta incazzato nero e poi mi hai baciata, sono un po' confusa- sospirai -Joe per favore parla, voglio solo che ritorniamo amici.. Come una volta- smise di fissare il muro e si voltò verso di me -Mandy, da quando Melanie è venuta a parlarmi, credimi, neanche io vedo tutto così chiaro. Torniamo amici okay? Lasciamoci questi 3 giorni alle spalle e ricominciamo da capo- abbozzai un sorriso e mi avvicinai a lui -posso abbracciarti? È da due anni che non lo faccio- ridacchiò e quella risata mi fece capire che il suo era un si.

Eravamo finalmente tornati ciò che eravamo sempre stati, andava bene così.

  
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