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Autore: jessica80    11/07/2011    6 recensioni
Il re si avvicinò di più all'insolente mortale continuando a fissarla. La donna poteva sentire il fiato di lui mescolarsi al suo.
- Sarah rilassati, io non ho fatto proprio niente al tuo… amico. -
Dopo tredici anni Sarah torna nell'Undergroud per riprendere qualcuno che lui ha rapito.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Denny aspettava il suono della campanella che annunciava la fine delle lezioni appoggiato al tronco di un albero. Da quella posizione avrebbe sicuramente visto Toby uscire dalla scuola.
- E chi avrebbe dovuto rapirla?-
- Come posso saperlo? Magari il re dei goblins.-
Re dei goblins…”. Quel nome, o meglio, quel titolo gli era stranamente familiare e non gli suggeriva nulla di buono.
E se fosse stata semplicemente una battuta del ragazzo per scherzare e prendersi gioco di lui?
 
Il suono improvviso e squillante della campana lo destò dai suoi pensieri.
I ragazzi cominciarono ad uscire dalla scuola e Denny si scostò dall’albero cercando con lo sguardo il fratello di Sarah.
Eccolo, con il solito abbigliamento da rapper e l’immancabile cappellino con il frontino girato all’indietro.
Toby si era fermato di fianco alla moltitudine di biciclette accatastate al muro della scuola. Poggiò lo zaino a terra, lo aprì con cura e ne estrasse uno skateboard.
- Ciao Toby!-    
Il ragazzo, ancora con la schiena piegata sullo zaino, sollevò lo sguardo. Era in evidente imbarazzo.
- Se ti azzardi a dire a mia madre che metto lo skateboard nello zaino al posto dei libri sei un uomo morto, fratello!-
Sì non c’erano dubbi, Toby era decisamente contrariato dall'improvvisa apparizione di Denny e non poté fare a meno di notare per la seconda volta quanto fosse diverso da sua sorella.
L’amico di Sarah sollevò le braccia in segno di resa. Lo sguardo di finta innocenza.
- Ma di quale skateboard stai parlando? Io non vedo niente.-
Toby lo ricambiò con un sorriso genuino.
- Bene fratello, così si fa! Sei ancora qui per chiedermi di mia sorella, non è vero?-
Denny l’aveva decisamente sottovalutato. Il ragazzo era più sveglio di quello che credeva.
- Sì Toby, è così. Vorrei chiederti un po’ di cose e con l’occasione invitarti a pranzo, magari per un hamburger. Che ne dici?-
Hamburger? Aveva capito bene? Certo che aveva capito bene! E come rinunciare ad un succulento e caldo hamburger circondato da una montagna di patatine fritte e ketchup?
Denny lo vide sorridere mentre con una mano si sistemava il cappellino.
- Certo che vengo a pranzo con te, puoi contarci! Ma come faccio ad avvisare mia madre? Quella mi starà aspettando con il suo solito menù da ospedale apparecchiato sulla tavola!-
Senza dire una parola, Denny gli porse il cellulare.
 
- Allora amico, sono tutto orecchie! Cosa vuoi sapere?-
Chiese Toby prima di addentare un enorme Big Mac.
Denny si portò il bicchiere alle labbra per bere un sorso di Coca Cola prima di cominciare.
- L’altra sera, quando sono passato a trovarvi, sono rimasto molto sorpreso dal comportamento dei tuoi genitori. Credevo fossero preoccupati per Sarah e invece…-
Toby inghiottì il boccone velocemente, quasi senza masticarlo e lo interruppe.
- Devi sapere una cosa fratello. Mia sorella è la persona più eccentrica che esista sulla faccia della terra. Certo, vestirà come una persona apparentemente normale ma ci sono delle cose che sa solo lei e nessun altro. Nemmeno i miei genitori possono interagire con il suo mondo. Solo io ce l’ho fatta, una sola volta però.-
Cose che sa solo lei?
- Cosa intendi dire?- Chiese Denny.
- Vedi, Sarah una volta mi raccontò di un mondo sotterraneo parallelo al nostro, ma allo stesso tempo con una sua netta distinzione. Mi parlò di un regno costruito prevalentemente sull’immaginazione e la fantasia di noi mortali, di nani e folletti che rapiscono bambini, di labirinti da risolvere, paludi puzzolenti da attraversare. Anch’io una volta fui rapito da queste creature e lei venne in mio aiuto e mi salvò. Se non avesse fatto in tempo a raggiungermi sarei stato trasformato in uno di loro.-
Era la stessa storia che le aveva raccontato Sarah quel pomeriggio in pasticceria…
Denny lo guardò perplesso mentre Toby dava un ulteriore morso al suo panino. Anche lui conosceva quel mondo, ne era sicuro.
- Cosa ricordi di quel posto?-
Chiese Denny mentre si appoggiava con i gomiti al tavolo, lo sguardo indagatore fisso sul ragazzo di fronte a lui.
Toby si pulì la bocca e le mani con il tovagliolo e sollevò la testa, ricambiando lo sguardo di Denny con la stessa intensità.
- Io non ricordo quasi nulla del mio viaggio nel sottosuolo tranne…-
- Tranne?- Chiese Denny socchiudendo gli occhi.
- Tranne questa!-
Toby estrasse dallo zaino una sfera di cristallo.
Un lieve ricordo attraversò la mente di Denny come un lampo. Aveva già visto un cristallo simile in un altro mondo e rifletteva al suo interno il volto di Sarah. Era sostenuto da una mano guantata…
- Dove l’hai presa?-
Chiese Denny visibilmente allarmato.
- Credo di averla sempre avuta.- Rispose Toby. – Mia sorella non sa che possiedo questa sfera e non deve saperlo. Questo… Questo credo sia un dono.-
Denny indietreggiò e si appoggiò allo schienale della sedia.
- Il re dei goblins, vero?- Chiese continuando a fissare Toby.
Il ragazzo annuì con la testa.
- Cosa sai di lui?-
- Purtroppo ne so molto poco e come ti ho già detto non ricordo quasi nulla. Mia sorella l’ha sempre descritto come un essere calcolatore, arrogante, meschino. Allo stesso tempo però diceva di essere irrimediabilmente attratta dal suo fascino e che forse non tutto era ciò che sembrava in quel posto. Nemmeno lui. Non ha mai pronunciato il suo nome ma una volta l’ho sgamata mentre accarezzava la statua del re dei goblins che è sopra la sua scrivania. Quando le chiesi se si fosse innamorata di un pupazzo non mi parlò per tre giorni.-
Toby rise a quel ricordo mentre appoggiava la sfera sul tavolo. Denny, invece, era molto serio e perplesso.
- Com’è questa statuetta? Si insomma… Che sembianze ha?- Chiese Denny.
- Mi stai chiedendo di descriverti il re dei goblins?-
- Sì Toby, esattamente!-
- Beh… la statua indossa un paio di pantaloni attillati chiari, stivali scuri che arrivano al ginocchio, ha  capelli lunghi biondi e apparentemente scompigliati. Se vuoi la rubo dalla stanza di mia sorella e te la porto.-
Denny voltò la testa di lato con un sospiro.
- No, lascia stare. Non serve.-
Ma forse poteva fare qualcos’altro… Si voltò di nuovo verso il ragazzo.
- Toby, vorrei chiederti un favore.-
- Tutto quello che vuoi fratello!- Rispose mentre si riempiva la bocca di patatine.
- Vorrei chiederti in prestito quella sfera.-
Disse Denny guardando intensamente il globo appoggiato sopra al tavolo.
Senza dire una parola, Toby prese in mano il cristallo e glielo porse delicatamente. Quando Denny appoggiò la mano sopra la sfera, il ragazzo non allentò la presa ma si limitò a fissarlo intensamente.
- Denny, io questa sfera te la presto ma tu promettimi di stare attento. Ok?-
- Grazie Toby, non preoccuparti. Starò attento. Ora se non ti dispiace dovrei andare. Ho degli impegni di lavoro da sbrigare e non vorrei arrivare in ritardo. Tu finisci pure il tuo pranzo e poi va a casa subito. Tua madre ti aspetta per le quattro, devi studiare.-
Si alzò dal tavolo riponendo la sfera nella tasca della giacca. Era più pesante di quello che sembrava.
- Denny?-
Il ragazzo si voltò verso Toby.
- Ovunque sia mia sorella e qualunque cosa sia successa, ti prego, riportala a casa.-
 
*** *** ***
 
Il fae e la ragazza mortale uscirono dalla città di Goblin insieme.
Attraversarono il labirinto in silenzio fino ai confini del regno.
Il re sentiva il profumo di Sarah, le ciocche dei suoi capelli che gli accarezzavano il viso, le forme invitanti dei suoi fianchi che si modellavano sotto le sue braccia.
- Jareth quello è un fiume!-
Disse indicando un rivolo d’acqua in lontananza, di fronte a lei.
- Sì Sarah, quello che vedi è il fiume Anduin. Delimita i confini del regno di Goblin con quelli del regno di Rauros.-
La ragazza si voltò verso di lui, perplessa.
- Rauros?-
- Sì, esistono dei confini territoriali naturali anche in questo mondo mia preziosa, come nel tuo.-
Il re scese da cavallo porgendo le braccia verso Sarah, per aiutarla a scendere.
La ragazza gli sorrise gentilmente e accettò quel gesto cavalleresco.
- Grazie.-
Ovviamente lui non le rispose, limitandosi a legare il cavallo all’albero.
Sarah ammirava ammaliata quel luogo ricco di tranquillità e bellezza.
Il fiume aveva un insolito colore turchese ed era costeggiato da pini, abeti e strane piante che Sarah non aveva mai visto prima.
Jareth la vide correre spensierata verso la riva ed inginocchiarsi sull’erba, mentre con una mano sfiorava la superficie dell’acqua. Tra poche ore se ne sarebbe andata e non l'avrebbe più rivista.
Diede un forte calcio ad un sasso mentre un dolore ormai familiare gli serrava lo stomaco.
Sarah stava camminando lungo la riva del fiume quando il re la raggiunse.
Il sole si infrangeva sui suoi capelli corvini donandogli una lucentezza sfavillante.
Camminavano lentamente, fianco a fianco, in silenzio.
- Jareth?-
Disse Sarah dopo un lungo momento.
- Sì Sarah?-
Lei si fermò alzando lo sguardo verso di lui.
- Perché siamo venuti qui con un cavallo?-
Il re la guardò perplesso, poi rise.
- Beh, nel mio regno non abbiamo ancora il concetto delle automobili e non credo arriveranno mai, quindi ci adattiamo con quello che abbiamo.-
La ragazza sbuffò, non era affatto contenta della risposta e si puntellò le braccia sui fianchi, seria.
- Maestà, sai perfettamente cosa intendevo dire! Come mai non hai usato il teletrasporto?-
- Mmmhhh, questa è una domanda diversa, mia cara.-
Jareth distolse lo sguardo da quello di lei.
- Vedi Sarah, laggiù?- Disse indicando il letto del fiume. – Guarda i riflessi dorati del sole sull’acqua. Lo senti il fruscìo delle fronde degli alberi mosse dal vento, il canto degli uccelli, l’acqua che scorre tra le rocce? – Riportò lo sguardo su di lei. – Camminare sotto la pioggia mentre fredde gocce ti bagnano il viso, sentire il vento che ti scompiglia i capelli, il profumo dei fiori e dell’erba appena tagliata che ti invade le narici. Con il teletrasporto non ci sarebbe la possibilità di godere di tutto questo.-
Sarah lo ascoltava ammaliata. Davvero era la stessa creatura che la sera prima voleva farle del male? No, lui non le avrebbe mai fatto del male, lui l’amava ed era stato costretto ad ammetterlo. Solamente che non era mai stato in grado di dimostrare i suoi sentimenti; il re era incapace di manifestare un'emozione così naturale, così umana come l’amore. Lui era un fae.
Si guardarono per un lungo istante, in silenzio.
All’improvviso il re indurì la sua espressione e divenne serio.
- Su avanti, cosa devi dirmi?-
L’espressione del sidhe era severa e la ragazza avrebbe dovuto spaventarsi, intimorirsi, ma non ora, non dopo quello che era successo.
Sarah scosse le spalle e distolse lo sguardo, come se non le importasse nulla di quello che aveva chiesto il re.
- Jareth, guarda che animali strani, sembrano dei cigni!-
La ragazza corse verso gli animaletti. Sembravano davvero dei cigni, solo che avevano il manto più scuro e il becco violaceo. Erano affettuosi e si lasciavano accarezzare.
Quando si voltò, il re non c’era più.
Lo vide dirigersi a passo veloce verso il cavallo. Si affrettò per raggiungerlo e gli appoggiò una mano sulla spalla.
- Ehi maestà, già ce ne andiamo?-
Jareth si voltò di scatto costringendo la ragazza a fare un passo indietro. Il fuoco bruciava nei suoi occhi di ghiaccio.
- Sarah bada a te, sto perdendo la pazienza.-
La donna fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato. Si avvicinò a lui guardandolo con dolcezza e appoggiò una mano sulla sua guancia.
- Non ho più paura di te Jareth. Smettila di nasconderti dietro una maschera che non ti appartiene. Io so che sei migliore di quello che appari e voglio essere tua amica.-
Amica” ancora quella maledetta parola.
Con un gesto seccato tolse la mano di Sarah dal viso.
- Io non voglio la tua amicizia ragazzina, né ora né mai!-
Le passò di fianco e cominciò a slegare l’animale dall’albero.
- Dove mi porti adesso?-
Ancora lei, ancora la sua presenza così vicina, così dolorosamente piacevole.
“Amy”. Forse gli era venuta un’idea.
- Avanti Sarah, andiamo nel regno di Rauros.-
La ragazza sembrava perplessa.
- Sei sicuro che possiamo sconfinare in un altro regno?-
- No, un fae regnante non può sconfinare ma questa volta faremo un’eccezione.-
Sembrava così sicuro…
Salirono sul cavallo e si avviarono oltre i confini di Goblin.

*** *** ***

Mie care ragazze, se questo capitolo vi sembra noiosamente lungo, il prossimo credo che lo sarà il doppio!!!
E' già stato scritto ed è sotto betaggio di Federica (santa donna...).
Baci e alla prossima
J.



  
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