PREMESSA
Non scrivo mai prima della storia in sé
per sé, ma in questo caso lo ritengo necessario (altrimenti con capite più niente).
Allora la storia non è
assolutamente scritta in ordine cronologico. Perché? Sfizi dell’autrice.
No, vabbè, scherzo ragazzi. È che era
nata come una long, ma siccome mi rompevo di scrivere tanto sono in un
periodo drabble, era più figo scriverla così. Dunque,
le drabble verranno postate nell’ordine in cui le ho
scritte.
Non vi preoccupate, si capisce perché
metterò comunque i numeri – in realtà, anche senza numeri avreste capito – ma
voglio che le leggiate in quest’ordine. Umm… Non c’è una vera motivazione, però
fa figo. Fa figo tutto in questa raccolta?!
Mi sto declassando da sola.
Okay, ragazzi, cancellate tutto e tenete
solo a mente che i capitoli non sono in ordine cronologico e che sono postati
nell’ordine in cui li ho scritti. Punto.
Buona lettura!
Vale
~
Don’t ever say goodbye.
IV
“Da quanto ho sentito, mi
è sembrato di capire che odi tuo padre”.
“Pettegolo”.
“E da quanto vedo, sembra
che tu odi anche me”.
“Stupido impiccione”.
Nonostante i miei insulti
risultassero borbottii, lui li percepì ugualmente, accogliendoli con un sorriso
quasi complice.
“Non mi importa di tuo
padre, ma perché odi così tanto me?”.
Fissai il soffitto.
Evitai il suo sguardo, apparentemente
dolce.
“Ti odio, perché…”.
Una pausa, ricca di
esitazione.
“Ti odio, perché tu sei mio padre”.
Spalancò le palpebre ed
io mi alzai dal materasso per allontanarmi.
“Ed odio mio padre,
perché mio padre sei tu”.
98
parole