Una persona che torna dal passato

Era un bel giorno di primavera, non troppo caldo ne troppo freddo; insomma, il clima era perfetto.
Hidan si guardava intorno molto seccato.
Non gli era mai piaciuto camminare, figuriamoci in salita.
Il suo compagno, Kakuzu, invece, era assorto nei suoi pensieri;
naturalmente lo sguardo era sempre il solito, ma quando pensa intensamente il viso toglie quella faccia turbata che ha di solito e diventa più sollevato. Hidan a quanto pare ha notato da un po' di tempo questo particolare e quando il suo compagno è così concentrato, anche Hidan tenta di imitarlo.
Non perchè abbia voglia di prenderlo in giro, ma perchè invidia il fatto che arrivi a concentrarsi così pienamente.
Hidan ritiene impossibile concentrarsi quando si cammina, o pensa o cammina.
Così tenta di imitarlo.
Di recente pensa molto al suo villaggio natale...
Il villaggio delle Calde Primavere...
Così decide di concentrarsi su quel pensiero che lo perseguita da tempo.

Il villaggio delle Calde Primavere era sempre stato un posto bellissimo...
Il tempo era mite: le estati non erano mai troppo calde e gli inverni mai troppo freddi.
Gli abitanti sembravano tutti molto pacifici,
apparte il fatto che seguivano tutti una terribile religione che predicava l'uccisione e la morte delle persone.
Chiunque guardava quel luogo così bello e pacifico non avrebbe mai creduto che tutti seguivano una religione così sanguinaria e violenta.
Hidan a quell'epoca era solo un bambino di sei anni e non era consapevole di quello che stava succedendo nel mondo:
era in corso una guerra...
Una guerra che prima o poi avrebbe raggiunto anche quel paradiso.
Accadde tutto in poche ore:
arrivarono alcuni ninja di villaggi a lui sconosciuti e di nascosto questi nascosero carte bomba dappertutto nel villaggio.
Hidan stava aiutando sua madre nelle faccende domestiche, quindi non aveva la più pallida idea della situazione;
quando sentii delle esplosioni venire dalla parte sud del villaggio.
Poco dopo delle urla avevano invaso la sua mente:
erano le urla degli abitanti del villaggio che colti di sorpresa dell'attacco andarono a rifugiarsi nel bosco.
Sfortunatamente i ninja misteriosi si erano preparati nell'eventualità che questi provassero a fuggire e chi andava verso il bosco,
invece di salvarsi, incontrava la morte...
Hidan era rimasto appeso al kimono della madre.
Era un kimono bellissimo, era bianco come la neve con alcuni ghiricori oro sulle maniche, 
e quel kimono veniva tramandato in genereazione in generazione dalle ragazze della famiglia.
Purtroppo quel bellissimo kimono venne rovinato dal sangue della madre che era stata infilzata da una katana,
di cui la lama prese colore del suo sangue.
Hidan, non se ne era accorto...
Del resto non era colpa sua.
Sua madre cadde a terra e il ninja sconosciuto le rinfilzò la spada per darle il colpo di grazia.
Hidan era traumatizzato...
Non riuscì a muoversi per qualche secondo, poi con gli occhi pieni di lacrime si avvicinò al corpo della madre in fin di vita.
Aveva perso il padre in guerra e adesso anche la madre.
Hidan cercò di incitare la madre a non lasciarlo, ma per lei ormai era finita:
l'ultimo gesto che fece fu un lieve sorriso rivolto al figlio e poi morì.
Hidan non sapeva più cosa fare e poco prima che riuscisse a girarsi una spada lo trafisse all'altezza della milza.
Il ninja sconosciuto rivolse un sorriso assasino a Hidan e prima di ucciderlo si ritrovò una spada,
sempre una katana, solo grigio perla, infilzata nello stomaco.
Il colpo fu fatale e lui morì sul colpo.
Hidan intanto stava tentando di girarsi per vedere l'assasino di sua madre in faccia,
ma al suo posto vide una ragazza dai lunghi capelli neri come le ali di un corvo,
la faccia era coperta dalla lunga frangia che arrivava più o meno sul naso.
Lui con un fil di voce sussurrò:
- C-Chi sei?-
La ragazza lo guardò senza rispondere, prese dalla sacca che portava gelosamente con lei alcuni strumente medici.
Hidan la guardò come se volesse fargli qualcosa di male e poi lei senza farci caso, iniziò a medicarli la ferita.
Fortunatamente non aveva colpito nessuno punto vitale, anche se il piccolo aveva perso un bel po' di sangue.
Lei fece per disinfettargli la ferita, alla fine riuscì a fare una medicazione provissoria, ma almeno aveva fermato il sangue.
Hidan non riusciva a camminare ne a muoversi, così la ragazza prese in braccio il piccolo e si diresse verso il bosco...
Intanto il villaggio era stato massacrato e i ninja sconosciuti se ne erano andati senza fare troppo caso alla ragazza,
visto che non aveva l'aria di essere pericolosa o estremamente istruita sulle arti di combatimento.
Così lei portò il piccolo in un luogo sicuro...

Hidan dopo aver fatto un lungo pensiero dedicato a quel momento per lui così triste,
si ricordò che non aveva mai saputo il nome di quella ragazza.
Lo riportò alla realtà un pugno allo stomaco da parte di Kakuzu che erano due minuti che tentava di avvisarlo che avevano un problema.
Hidan con disinteresse chiese dove diavolo erano finiti, Kakuzu non rispose.
Hidan seccato glielo richiese.
Kakuzu ancora una volta non gli rispose.
Hidan imbestialendosi con il compagno notò che davanti a loro avevano una ragazza dai lunghi capelli neri come le ali di un corvo
e una lunga frangia leggermente spostata su un lato, in maniera che lasciasse vedere gli occhi color della luna.
Aveva un kimono blu notte, proprio come quella ragazza che tanti anni prima aveva conosciuto.
La ragazza si presentò:
– Vedo che sei cresciuto... Ah, il mio nome è Shinkiro... Shinkiro Yume.-
 

The End