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Autore: Elanor Eliniel    11/07/2011    2 recensioni
"Mentre si inoltrava nel giardino, e poi tra le fronde dei boschi di betulle, sentì amaro il sapore del fallimento e della colpa. Una vita dedicata a difendere la Terra di Mezzo ed alte questioni, ma l’incapacità di proteggere colei che amava sopra ogni altra cosa. L’inettitudine a guarirla fino in fondo, l’aver violato la sua mente, quella sensazione di non aver fatto abbastanza, la rabbia, il dolore, la colpa affollavano i suoi pensieri, soffocandolo."
Una fanfiction che cerca di costruire la loro tragica storia, soltanto accennata in vari punti dal Professore. Sono graditissime recensioni!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Elladan, Elrohir, Elrond, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il pomeriggio seguente era fresco e dorato come un’elanor di Lothlorien mente l’Elfa si recava da Elrond e allorché vi fu giunta conversarono a lungo circa il destino dei Primogeniti. Il Mezzelfo stava spiegando come gli spiriti venissero liberati da Mandos dopo molti anni e reincarnati nel Reame Beato, dal quale non vi era ritorno alle sponde mortali; quando ella, d’un tratto, lo interruppe.
- Chiedo scusa, sire – fece – Ma mi chiedevo cosa pensassero i vostri figli del lavoro svolto con me.-
- Che impari in fretta e che sei abile con le armi e la segretezza, benché in un primo momento non ti si addicessero. – rispose lui - Ma perché mi chiedi questo? –
Morwen si morse il labbro, nervosa, e si guardò attorno.
- Permettetemi di partire con loro. Ho un debito di vita e sono al vostro servizio; inoltre la mia esistenza non avrà alcun significato finché non potrò lottare contro i servi del male –
Elrond la guardò con espressione indecifrabile, tuttavia le sue parole non lo furono.
- Ascolta, Morwen. Non hai contratto alcun debito, tantomeno nei miei confronti. Non desidero che getti via la tua vita in modo così avventato. Sebbene tu abbia sofferto molto, non sai fino in fondo di cosa sono capaci quelle creature. –
L’Elfa, che era di indole impulsiva ed avventata, si sentì esasperata da quel rifiuto.
- E voi lo sapete, invece? – ribatté con forza, indispettita.
Il Mezzelfo inspirò profondamente per calmarsi, per ricacciare indietro quelle immagini che tale frase aveva richiamato.
- Sì – rispose reprimendo la rabbia, ma i suoi occhi dardeggiavano –  Lo so, ancorché preferirei fosse altrimenti. –
Il viso di Morwen s’incrinò nel sostenere il suo sguardo, pure, ella non era disposta ad accantonare i suoi propositi.
- Sapete qual è il punto cruciale della questione, Sire Elrond? Che il mio nome è Morwen, non Arwen, e non è in vostro potere dire ciò che posso fare o meno. Se verrò assegnata ad Elladan ed Elrohir, partirò da sola. –
Quelle parole lo lasciarono perplesso, ché non riusciva a coglierle fino in fondo.
- Perché parli della Stella del Vespro ora? – chiese, dimentico di tutto il resto.
- Arwen desidera trascorrere del tempo presso Dama Galadriel e, benché in passato fosse solita spendere dei periodi a Lòrien, voi glielo negate! Inoltre, da quando sono qui, non ho mai udito parlare della Signora di Imladris, benché mi sembri chiaro che esista. Non crediate che, poiché donna, io sia sotto la vostra custodia o obbedisca a ciò che decidete per me. –
Tirò fuori quelle parole con veemenza ed alzandosi in piedi; il suo volto era contratto per l’eccessiva foga.
Il Mezzelfo chiuse gli occhi dopo aver udito quelle parole, per lui prive di alcun senso.
- Mi spiace se sei giunta a tali, sciocche conclusioni. Ora siediti –
Ma Morwen non si mosse.
- Siediti, per favore – disse stancamente.
Questa volta ella fece come le aveva detto.
- Mai ho pensato di poter compiere scelte in vece di Arwen. Pure, se come hai avuto modo di capire tuo malgrado, l’Eriador può occasionalmente essere un luogo pericoloso, il valico tra le Montagne Nebbiose certamente lo è, anche in presenza di scorta. E il motivo per cui non hai mai visto, né sentito parlare della Signora di Imladris, è che ella si trova al di là del mare, dopo essere stata rapita, torturata, violata da quelle bestie che chiami orchi, mentre si recava a Lòrien. Credo che questo giustifichi le mie perplessità come padre. –
Ora era il suo tono ad essere duro e tagliente per nascondere la sofferenza che provava.
Morwen aprì la bocca, sconvolta, ma non seppe cosa dire.
- Per quanto riguarda te, sei libera di andare, se i miei figli ti accettano al loro fianco. Non rispondo in alcun modo della loro decisione. –
La sua voce era ancora più fredda e Morwen poté coglierne la delusione; si sentì ancora più ingrata ed avventata.
- Io…vi ringrazio. E vi chiedo di perdonare le mie parole, benché io non abbia scuse. –
Ma il Mezzelfo aveva il volto coperto da una mano.
- Ora va’ – rispose.
- Vi prego… - supplicò alzandosi. – Sono stata una sciocca a rivolgermi in tal modo – aggiunse sull’uscio della stanza.
- Sei perdonata, ma desidero la solitudine. – concluse lui.
- Grazie, mio signore – sussurrò l’elfa e obbedì richiudendo la porta dietro di sé, agitata.
Il Mezzelfo restò lì, a rimuginare a lungo su eventi ormai passati; terribili immagini sottratte alla mente dell’amata gli sovvennero e si scoprì incapace di allontanarle. Gli pareva che fossero trascorsi soltanto pochi giorni da tutta quella sofferenza, tanto vivida si mostrava nella memoria.
Poi ripensò alle parole di Morwen su sua figlia; era evidente che Arwen sentisse il bisogno di parlare di sua madre con Galadriel, d’altronde egli stesso non era molto incline ad affrontare l’argomento e probabilmente ciò l’aveva spinta a desiderare di recarsi a Lorien.
Sarebbe stata la cosa migliore lasciarle trascorrere del tempo nella terra di sua madre. Decise che l’avrebbe lasciata partire, ma soltanto se Elladan ed Elrohir avessero acconsentito ad accompagnarla durante il viaggio, ché si fidava unicamente della protezione dei propri figli, coloro che avevano sfidato mille pericoli per riportargli Celebrìan.
Morwen si sarebbe unita ai fratelli nello scortare Arwen; un’impresa che con un po’ di fortuna non l’avrebbe esposta a gravi pericoli, ma le avrebbe consentito di realizzare i propri propositi.
 
Fu così che qualche tempo dopo Elrond si separò da sua figlia e per il momento congedò Morwen, in partenza con la scorta. L’Elfa aveva accolto con gioia la notizia, pure, quella fu per lei una triste ora; comprese che per tutto il tempo in cui sarebbe stata lontana il suo cuore sarebbe rimasto in quella valle.
A turbarla non fu il viaggio, che si rivelo piuttosto tranquillo, bensì l’ arrivo nel Bosco d’Oro, poiché furono naturalmente accolti da Galadriel e Celeborn. E la Dama di Lothlorien, com’è noto, trapassa gli interlocutori col suo sguardo e ne legge i desideri del cuore; non ebbe alcun modo di sottrarsi a quell’esame e impossibile era nasconderle i propri pensieri.
Non appena le fu possibile, Morwen s’allontanò dai compagni di viaggio bramando la solitudine e agilmente salì su un grosso ramo; lì si sedette appoggiando le spalle al tronco e coprendosi il volto con le mani, conscia dell’impossibilità di realizzare i suoi desideri.
 
- Cosa ti succede? Stai forse male? –
La voce di Elrohir riecheggiò nel silenzio, forte ma al tempo stesso premurosa.
- Tua nonna fa sempre quest’effetto? – chiese lei, più aspra di quanto non volesse suonare.
Il Mezzelfo la guardò per un istante incuriosito, poi scoppiò a ridere.
- Direi di sì, Morwen, se ti riferisci all’aver udito la sua voce nella tua testa. Ma si oppone al Male sin dai Tempi Remoti, te lo posso assicurare, benché appaia talvolta arcana e misteriosa. –
- E’ meravigliosa e terribile – commentò Morwen fissandosi le mani – E se tua madre le assomigliava, ben comprendo perché Elrond la ami così profondamente. –
Pronunciò queste ultime parole con un misto di tristezza e rassegnazione che al Mezzelfo non sfuggì.
- Mio padre ti ha parlato di lei? – domandò aggrottando le sopracciglia – Non è solito farlo, da quando ella ha lasciato queste sponde. –
- Me ne ha parlato, ma non per sua scelta – s’affrettò ad aggiungere Morwen, scendendo con un balzo dall’albero. Atterrò con grazia ed agilità e si rimise in piedi poco dopo scostandosi i lunghi capelli scuri dal viso.
Poi si allontanò, le vesti blu ondeggianti, sparendo nel buio della notte. Elrohir la osservò soppesando le sue enigmatiche parole e chiedendosi cosa avesse voluto dire.
Era forse quel suo essere sfuggente ad affascinarlo a quel modo; pure, il suo cuore doveva essere un abisso di segreti a giudicare dalle parole con cui si esprimeva, dalle mezze risposte che dava ai suoi interlocutori. Insieme al fratello non era stato altro che il suo maestro d’armi; pensò dunque che gli unici a conoscerla davvero potessero essere Elrond ed Arwen. Tuttavia si sbagliava: sua sorella poteva aver trascorso molto tempo insieme all’Elfa, ma dei suoi remoti pensieri condivideva ben poco; soltanto suo padre avrebbe potuto dire di conoscerla, ancorché non fino in fondo.


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Ecco un altro capitolo che, come il precedente, è un po' di transizione. Sì, il personaggio è totalmente inventato e anche per quello che ne so io le uniche due Morwen canoniche sono quelle citate da Black_Moody! PS: nell prossimo capitolo riavremo Celebrìan :D
Di nuovo grazie a chi recensisce, legge, segue o preferisce!

elepaddy85: diciamo che qui la risposta che posso dare è né sì né no! ;)
Thiliol: Ti ringrazio della fiducia ;) Ti confesso che in un primo momento non sapevo neanche io se inserire o meno questa sorta di "parentesi" da qui all'epilogo. Alla fine mi sono buttata. Per il pericolo Sue, oddio spero vivamente di non caderci, anche se a me più che perfettina mi pare impulsiva e in alcuni momenti meschina, anche se di buon cuore. Ma forse questa cosa sarà più evidente nel prossimo capitolo...in ogni caso spero di riuscirlo a "trasmettere".
Afaneia: Sì, lo immagino anche io come straziante :(  anche se per fortuna non lo so! Un bacione anche a te!
Black_Moody: Grazieee per i complimenti, sono felice che ti sia unita a noi :) Naturalmente anche io ho adocchiato la storia di Thiliol e la leggerò (e recensirò ovviamente) non appena avrò terminato questa, proprio per non essere, in un certo senso, influenzata nella stesura per via del tema comune ;)
  
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