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Autore: _Mio_Smile_    12/07/2011    2 recensioni
Continuando a guardarmi intorno e a non guardare avanti, andai a sbattere contro qualcosa … o qualcuno?
Alzai la testa e mi trovai davanti quello che doveva essere il tramite.
Era alquanto bizzarro: capelli blu elettrico, occhi viola e un corpo longilineo che lo faceva sembrare ancora più alto di quello che era.
Genere: Erotico, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Luce. La luce che filtrava dalla finestra mi ferì gli occhi quando li aprii. Affondai la testa nel morbido

cuscino, cercando di abituarmi a quel chiarore poco a poco. Mi rigirai nel letto e mi fermai a guardare il

soffitto.

Sentii un peso dentro, qualcosa che mi schiacciava il petto.

“Cosa mi sta succedendo?”

Vagai con lo sguardo nell’ampia stanza: mi soffermai prima sulle tende, poi sulle pareti verde acqua che

mi rilassavano al solo guardarle per non so quale motivo. Un luccichio proveniente dal tavolo attirò la

mia attenzione. Sorrisi. Sapevo cos’era: il bracciale che Bryan mi regalò quando ci separammo perché

avevamo finito la missione.

Quando poi scoprì che ero un infiltrato della Comunità dei Ribelli, dubitò di me … non si fidava più.

Ripensai a quegli occhi nocciola, i suoi occhi così profondi che mi guardavano con incredulità,

pensando che io fossi il nemico …

Il suono della sveglia mi riportò al presente. Dovevo alzarmi per aiutare l’Insorta a convincere Bryan a

passare dalla nostra parte: lui credeva ancora che Morpheus fosse dalla parte giusta, quella del bene, e

invece …

Mentre mi vestivo, la mente riportò a galla un altro ricordo, di un fatto accaduto una settimana prima.

Fu ancora più doloroso del precedente …

 

Mi avvicinai al campo di addestramento di Bryan per vederlo, dovevo parlargli. Mi incamminai tra gli alberi e quando stavo per uscire allo scoperto mi bloccai. Rimasi pietrificato da quello che vidi.

Bryan. Che baciava una ragazza dai capelli neri. Gli occhi si riempirono di lacrime amare. Ad un certo punto lui aprì gli occhi e mi vide tra gli alberi: dalla sua espressione sembrava sorpreso , probabilmente non si aspettava di vedermi. Non riuscii a guardare oltre, così corsi via …

 

Una lacrima stava scorrendo sul mio viso. La tolsi immediatamente. “ Non è il momento per pensare a questo, Kyl!” mi dissi.

Finii di vestirmi e mi precipitai fuori. Tuttavia pensai ancora a quella vicenda. “Non può essersi dimenticato di quello che c’è stato fra noi!”

 

*

 

Mentre facevo colazione continuavo a farmi sempre la stessa domanda: “Perché lo sto facendo?”

La risposta era semplice: per cercare di dimenticarlo. Ma era tutto inutile, il suo ricordo non voleva lasciare la mia mente. Il ricordo di noi due nella casa malmessa, i suoi occhi da cerbiatto che cercavano i miei, le sue labbra morbide …

Scossi la testa.

“Non posso fidarmi di lui”

Ma non potevo nemmeno continuare a mentire a me stesso. E in più stavo usando Leila. Quando lei mi ha baciato per la prima volta, ho pensato che avrei dovuto assolutamente dimenticarmi di lui.

Eppure non ci riuscivo.

Quando poi, una settimana fa l’ho visto al campo, sono rimasto sorpreso. Quello che mi faceva più male era che aveva le lacrime agli occhi, vedendomi con Leila. Non ho fatto in tempo nemmeno ad allontanarmi da lei, che lui era già fuggito via.

 

*

 

-Insorta, sono pronto! -

-Bene Kyl. Un tramite ti porterà subito nei pressi del campo di addestramento- mi disse quell’uomo tutto vestito di verde dalla testa ai piedi. Le uniche cose che si vedevano di lui erano la bocca, il naso e un paio di occhi verdi magnetici.

Mentre l’Insorta mi accompagnava dal tramite, mi guardai intorno: la valle, nascosta alla vista di tutti da una barriera che solo i ribelli sapevano riconoscere, era di una bellezza da togliere il fiato.

La collinetta con la casa dell’Insorta dominava su tutta la valle e sul villaggio che vi sorge sopra.

Continuando a guardarmi intorno e a non guardare avanti, andai a sbattere contro qualcosa … o qualcuno?

Alzai la testa e mi trovai davanti quello che doveva essere il Tramite.

Era alquanto bizzarro: capelli blu elettrico, occhi viola e un corpo longilineo che lo faceva sembrare ancora più alto di quello che era.

- Ciao! Tu sei Kyl vero? Io sono Elia -

-T - tanto piacere- risposi io, stingendogli la mano e guardando i suoi capelli.

- Kyl! Non fare quella faccia! E appena hai notizie contattami – mi ordinò l’Insorta.

- Certo! –

- Bene. Ora Kyl prendi la mia mano – Elia mi porse la sua mano, guantata di bianco, e in un secondo sparimmo. Ci ritrovammo nel Punto Focale (un punto dove nessuno poteva localizzarli, un posto sicuro insomma) nel bosco che circondava il campo.

- Ti chiamerò appena avrò finito – dissi ad Elia

- Ok, ci vediamo dopo – due secondi e già era sparito.

- Adesso sono le 12.10, quindi Bryan starà facendo il suo addestramento. Devo aspettare che arrivi il pomeriggio in modo da trovarlo da solo in camera – dissi, parlando ad alta voce.

“ Se non ricordo male il pomeriggio dorme un paio d’ore. Entrare in casa sarà uno scherzo se sarò fortunato!”

*

 

- Mamma che stanchezza! Io vado a dormire un po’ – dissi stiracchiandomi. Non vedevo l’ora di avere un po’ di pace. Guardai l’orologio: le 13.25. “Due ora di dormita!”

- Aspetta, vengo con te! – mi fermò Leila.

- NO! – le dissi con così tanto impeto che lei ne rimase sorpresa. Addolcii un po’ il tono.

- No, voglio dormire da solo oggi, sono stanchissimo .-

- OK … - mormorò piano lei, mentre io già salivo le scale.

“ Kyl, dove sei?”

Entrando in camera, mi fermai sulla porta a guardare tutto il disordine che regnava lì dentro: il letto sfatto sulla destra, l’armadio aperto con tutti i vestiti per terra sulla sinistra, le pareti color panna pieni di poster e sul comodino una foto di mia madre. Chiusi la porta e mi buttai sul letto, che mi sembrò il posto più bello del mondo, affondando la testa nel cuscino.

Quando stavo per cadere fra le braccia di Morfeo, sentii qualcosa nella tasca dei jeans che mi dava fastidio. Mentre tiravo fuori il cellulare, cadde una foto che avevo dimenticato di avere lì.

La sua foto, quella che, da quando ci separammo, portavo sempre con me.

La osservai per l’ennesima volta, anche se ne conoscevo a memoria ogni più piccolo dettaglio: i capelli color del grano, la frangetta da una parte che copriva in parte gli occhi azzurri, profondi come laghi di montagna e quel sorriso che mi aveva fatto sciogliere dalla prima volta che l’avevo visto.

“Una settimana fa ho fatto piangere quei suoi occhi stupendi … scusami kyl…”

Poi la stanchezza prese il sopravvento.

 

*

 

“ E’ stato facilissimo entrare senza farmi vedere ”. Infatti Marcus, l’addestratore dei ragazzi prescelti, dopo averli allenati fino alle 13 ed averli fatti mangiare, era andato in camera sua e ora dormiva della grossa mentre i ragazzi o erano nelle loro camere o a guardare la tv in soggiorno, dall’altra parte della casa.

“Dove sarà la stanza di Bryan?” Potevo anche evitare di farmi quella domanda perché quando arrivai al primo piano, percorrendo il corridoio, mi accorsi subito di quale fosse la sua stanza. Solo lui poteva mettere un cartello alla maniglia della porta con dei disegnini per dire “ non disturbare”!

Mi guardai intorno ed entrai nella stanza cercando di non fare il minimo rumore ma, ovviamente, quando cerchi di fare una cosa succede sempre il contrario.

Entrando, mi trovai di fronte un tale disordine che non sapevo dove mettere i piedi. Inevitabilmente, inciampai nelle scarpe di Bryan e caddi a terra, sui vestiti sparpagliati sul pavimento. Mi ritrovai faccia a faccia con una gonna. “Quella ragazza …”

Colsi un movimento alla mia destra.

“ Merda! Ha sentito il rumore della caduta! ”

- Ma che … - Bryan guardò a terra e sembrò non capire bene cosa succedesse, era ancora un po’ intontito dal sonno. Poi, un lampo di lucidità negli occhi. – Ky … !- con impeto mi scagliai su di lui, tappandogli la bocca. Mi ritrovai sopra di lui. “ Che razza di situazione!” Se qualcuno fosse entrato in quel momento,avrebbe pensato di aver interrotto qualcosa.

Per non guardare in faccia Bryan, spostai lo sguardo sulla sinistra e sul cuscino vidi una foto. Sgranai gli occhi. “ E’ la foto che gli ho dato quel giorno …” Tornai a guardare Bryan, il volto stupefatto. Visto che non aveva fatto un solo movimento gli tolsi la mano dalla bocca. Continuava a non muoversi.

Feci per alzarmi ma lui mi trattenne per un polso e invertì la posizione: questa volta ero io ad essere bloccato.

- Sei proprio tu Kyl!? – mi chiese.

- Chi dovrei essere scusa!? –

- Non lo so, magari qualcuno mandato dall’Insorta per uccidermi! – disse sarcastico.

- L’Insorta non vuole ucciderti, vuole aprirti gli occhi Bry …! – Mi fermai di colpo. Si era avvicinato così tanto che riuscivo a sentire il suo respiro caldo.

- Dammi una prova che mi dimostri che sei davvero Kyl … -

- Cosa vuoi che ti dica per … - non potei finire la frase perché lui mi zittì con un bacio. A quel contatto, che desideravo da tempo, abbassai tutte le mie difese.

Misi la mano tra i suoi morbidi e folti capelli e l’altra sulla sua vita. Bryan si staccò e mi guardò fisso negli occhi. Un sorriso si distese sulle sue labbra.

- Ora so che sei davvero tu … solo il vero Kyl avrebbe messo subito le mani nei capelli – mi abbracciò con le sue braccia forti, schiacciandomi con il suo peso.

- Bryan non … non respiro – dissi con voce flebile. Si alzò dal letto e mi guardò con quello sguardo intenso, come se volesse trapassarmi da parte a parte. Arrossii. Per fortuna la serranda sopra il letto era semi-chiusa così non si notò molto.

Alla fine mi chiese – Perché sei qui? –

- Dovevo parlarti. L’Insorta vuole che tu sappia che … -

- Si, lo so. Me l’hai già detto: che Morpheus è un impostore, il solito cattivo delle fiabe! – disse sarcastico – Scusa, ma non ti credo: già una volta mi hai mentito … - mi disse poi, serio.

- E’ vero, ma mi era stata cancellata la memoria. Però non ti direi mai di passare dalla mia parte se non sapessi che è quella giusta – mi alzai dal letto anch’io e mi avvicinai di nuovo a lui: era più alto dell’ultima volta che l’avevo visto.

- Tu sai che non lo sto facendo solo per l’Insorta … - appoggiai la testa sul suo petto, il viso in fiamme – Come potrei farti del male? – dissi, mentre le sue mani dietro la mia schiena mi stringevano a lui. Affondò il viso tra i miei capelli e intanto mi rispose – Lo so, Kyl … ma posso davvero fidarmi di nuovo di te? – Mi prese il mento fra le dita e mi sollevo il viso in modo da potermi guardare negli occhi.

- Certo che ti puoi fidare di me – fece per baciarmi ma gli misi un dito sulle labbra.

- Passerai dalla nostra parte? – gli chiesi.

Lui non rispose.

- Lo farai? – chiesi di nuovo.

- Kyl io … devo pensarci ok? – mi guardò negli occhi e vedendo la mia espressione, aggiunse - Ti contatterò entro domani mattina per darti la mia risposta –

- OK – girai la testa dall’altra parte.

- Non voglio vedere la tristezza nei tuoi occhi – mi sussurrò in un orecchio.

- ALLORA DIMMI LA VERITA’! – esplosi – STAI CON QUELLA RAGAZZA? Cadendo sul pavimento, ho visto una gonna ed io so per certo che non può essere tua! – Mi guardò con uno sguardo colpevole. Mi allontanai da lui, ferito. – Devo andare, il tramite mi aspetta … - mi girai velocemente e corsi via da quella stanza e giù per le scale. Arrivato al piano terra feci attenzione a fare meno rumore possibile, sgusciai attraverso la porta e mi diressi al punto in cui mi aveva lasciato Elia, nel bosco.

“ Elia sono Kyl! Vieni a prendermi”

“Arrivo.” Un’infinita tristezza mi attanagliò il cuore. “Perché sono così irritato?! Dovrei essere felice di averlo rivisto!” Poi capii.

Leila.

La ragazza dai capelli neri.

“ E' lei il mio problema.”

  
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