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Autore: e m m e    12/07/2011    3 recensioni
I ricordi, per un fantasma, sono come grandi macchie di colore.
[Dama Grigia/Barone Sanguinario]
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Fandom: Harry Potter
Titolo: Rossa Vendetta
Rating: R
Conto Parole:  732 (fdp); 761 (Word) [comunque sono meno di 800!]
Riassunto: I ricordi per un fantasma sono come grandi macchie di colore.
Personaggi/Pairing:  Dama Grigia/Barone Sanguinario
Avvertimenti: Omicidio-Suicidio, Het, Drammatico, Angst
Note: Scritta per la sfida
[Grey Blood, Barone Sanguinario/Dama Grigia], indetta da AlexLuna, per la Maratona dell’amore Libero.
Non è betata, ogni errore è mio, e NON me ne vanto! :D
Prompt: Lunghezza: non più di 800 parole.
Genere: drammatico, sentimentale.
Contesto: ultimo libro della Saga.
Prompt: il diadema di Priscilla Corvonero.

 

Rossa Vendetta


"She never found true love
as she never found a man
up to her standards."

J.K.R.
Riferendosi alla Dama Grigia

 

I ricordi per un fantasma sono come grandi macchie di colore.
La Dama Grigia - è questo il suo nome adesso - si è sempre chiesta se il motivo fosse nel fatto che loro erano trasparenti.
Dopotutto per un fantasma la propria vita passata è una girandola di gioie e di dolori, infinitamente più gradevole di quella esistenza infinita, fatta di ragnatele e polvere.
A volte pensava che sarebbe stato meglio accettare la morte, e le sue conseguenze, piuttosto che essere costretta ad osservare la propria vita attraverso un velo, perseguitata dal suono agghiacciante delle catene del Barone.
E mentre il giovane Harry Potter correva via da lei, senza nemmeno perdere tempo a disprezzarla, come tutti avrebbero dovuto fare, la Dama Grigia ripensò ad uno dei colori del suo passato, che mai avrebbe potuto dimenticare: il rosso.

Correva per la foresta guardandosi alle spalle ogni pochi passi. Dietro di lei l’ansimare del cavallo si faceva sempre più vicino: provò di nuovo a smaterializzarsi, ma senza successo.
Il Barone aveva posto un incantesimo su buona parte del territorio, e se non fosse uscita dal cerchio di magia, non sarebbe stata in grado di scappare.
Strappò via il vestito, impigliato in qualche cespuglio, rischiando di cadere a terra e farsi prendere.
Fu in quel momento che capì di dover nascondere il diadema.
Qualsiasi cosa fosse successa, non glielo avrebbe consegnato.
Il mondo era una macchia scura di paura, e lei ansimava, cercando disperatamente un luogo dove nasconderlo, mentre gli zoccoli del cavallo risuonavano cupi sul terreno indurito dal gelo.
« Non potrete fuggire per sempre! » sentì gridare il Barone, ma la Dama non si fermò ad ascoltare, continuando a correre e a tastare intorno a sé alla ricerca di un nascondiglio.
Finalmente trovò un tronco cavo e vi fece scivolare il diadema, senza rimpianti.

Non aveva continuato a fuggire per molto tempo, le sue gambe non la reggevano più, e il sudore le imperlava la fronte.
Il lungo abito sobrio ma elegante le rendeva difficile la ritirata e era strappato in più punti.
Aveva il volto graffiato dai rami degli alberi e dai cespugli. Ed era stanca, mortalmente stanca.
Così si fermò, appoggiata con un braccio ad un albero, attendendo la sua punizione.
Il cavallo del Barone giunse a piccolo trotto, l’uomo, imponente e scuro sedeva in groppa, con gli occhi glaciali puntati su di lei.
« Vi arrendente, dunque? » domandò l’uomo, scendendo dall’animale.
« Se volete intenderla in questi termini... » replicò fieramente la giovane, sollevando il mento.
« Restituite ciò che avete rubato, e tornate al castello. Vostra madre è molto malata, vi cerca disperatamente. »
« E ha mandato voi come suo segugio. » ribattè lei, nauseata.
« Ho deciso io di venire! Vi prego... amore. » a quella parola, gli occhi del Mago si addolcirono, e tentò di fare un passo avanti, porgendole una mano.
« Non osate chiamarmi in quel modo. Io non vi amo, né vi ho mai amato. »
Improvvisamente il Barone portò la destra alla spada che gli pendeva dal fianco sinistro, estraendo buona parte della lama.
« Volete uccidermi? » domandò la donna sprezzante. « Siete inferiore a me in tutto. Non sapete nemmeno quando ritirarvi, quando è il momento di smette di combattere e abbassare la testa. Avete perso. Io non sarò mai vostra, nemmeno se mi obbligheranno a legarmi a voi! »
Se anche il Barone poco prima era stato frenato dai sentimenti che provava per lei, adesso non riuscì a trattenere la rabbia davanti all’amata che lo disprezzava in quel modo, la stessa donna che aveva tradito i propri ideali e alla quale lui aveva cercato di rimanere fedele, di accettarla così come era.
Non riuscì ad impedirselo, e, estratta la spada, la trapassò da parte a parte, con un grido d’ira, macchiando la lama del sangue della giovane.
Ed era quella macchia che la Dama Grigia ricordava così bene. Quella macchia che avrebbe dovuto portare la pace su di lei, ma che era riuscita a ricoprire di dolore sua madre, e il Barone.
Era rimasta in vita ancora pochi minuti, il tempo di vedere l’uomo, che dentro di sé, almeno un po’, sapeva di amare, il quale si chinava su di lei, le guance rigate di lacrime e gli occhi spiritati, gemendo qualcosa di incomprensibile, un suono più da animale in punto di morte che da essere umano.
Era morta prima di vederlo trafiggersi con la sua stessa spada.
L’ultima immagine che ricordava era il rosso del sangue sulle mani del Barone, appannato dal velo delle proprie lacrime.

Fine

 

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »




  
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