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Autore: makeba    12/07/2011    3 recensioni
E questo è l’ultimo passo, l’ultimo gradino per Harry Potter. Tenersi stretto la vita.
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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If you die.

 

 

La porta si apre per un momento e milioni di voci contemporaneamente irrompono nella stanza.

La Guaritrice si affretta ad entrare e a richiuderla prima di poggiarci sopra la schiena, trafelata e sudata, tirando un forte sospiro di sollievo.

Mi alzo a sedere:- Chi è arrivato?

La donna pare accorgersi solo adesso di me e mi rivolge uno sguardo di rimprovero.

- Non ci pensi neanche signor Malfoy. E’ ancora troppo debole per alzarsi.

- Mi dica chi è arrivato.- insisto minaccioso.

Sono tre maledettissimi giorni che mi tengono segregato senza farmi sapere  nulla di quello che accade oltre quella porta, figurarsi fuori di qui, sul campo di battaglia.

Lo fanno per non farmi agitare, ma in realtà non fanno che peggiorare le cose.

La Guaritrice non sembra intimorita e scuote la testa decisa. Ancor peggio di Madama Chips.

Le altre volte ha funzionato per lei, perché a stento riuscivo ad alzarmi, ma adesso no. Scosto le lenzuola e cerco contatto col pavimento col piede sano.

Non bado ai brividi che sento in tutto il corpo e non do ascolto alla Guaritrice che comincia a sbraitare come una pazza.

Mi sembra di fare un passo ogni cinquant’anni. Ho una gamba e una spalla fasciati e lividi in parti del corpo che neanche immaginavo di usare. Ma non mi fermo. Questa volta lo sento, devo uscire di qui.

- Signor Malfoy!

- Voglio solo vedere chi è! Sono un prigioniero in questo maledettissimo ospedale? - ringhio furioso, senza fiato per il dolore. La porta sembra sempre più lontana e ho le lacrime agli occhi.

- D’accordo. D’accordo.- la Guaritrice mi si avvicina e sembra davvero disperata. Tiene le mani in alto come a volersi difendere, ma è ormai rassegnata.- Ma stia attento la prego!

Quando arrivo al pomello mi sembra di aver scalato un monte, improvvisamente vorrei dormire per settimane.

Ma la porta riesco a spalancarla e rimango stordito, investito da urla di dolore, di disperazione, urla autoritarie. Frastuono, dolore e ordini. Guerra.

Maghi e streghe feriti e sanguinanti, Guaritori con pozioni curanti e bacchette spianate corrono tutti in fondo al corridoio dove volgo lo sguardo giusto in tempo.

La barella che lo trasporta ha le lenzuola inzuppate di sangue.

Non scorgo il suo viso dolorante tra i mille camici ma riconosco le sue urla strazianti che invadono il corridoio.

Il fiato manca di nuovo, mentre tento di avanzare il passo.

La gente mi sorpassa e mi spinge senza alcun rispetto. Sono così presi da quello che sta succedendo, da non badare ad un paziente malfermo sulla loro strada. Ma questo non fa che spronarmi: se sono tutti così agitati, vuol dire che il ferito è grave.

Ed infatti.

Harry Potter sembra voler tirare fuori da sé tutta la voce che contiene, e io improvvisamente non avverto più nessun dolore. Dimentico la gamba, dimentico le spinte.

Mi faccio largo nella folla di maghi e streghe e riesco ad avvicinarmi nella sala dove lo hanno portato.

Più di dieci Guaritori sono intorno a lui con le bacchette puntate sulle ferite ma ad ogni incantesimo lui urla di più.

- Harry!- urlo stupidamente, ma dalla mia bocca non esce più di un suono strozzato. – Harry!

- Signor Malfoy, qui non può stare. Torni nella sua camera.- mi intima un mago col camice verde acido, voltandosi.

- Che è successo?

- Ho detto vada via! – urla per sovrastare il vocio e mi prende per un braccio cercando di farmi indietreggiare, ma io nel tentativo di resistere perdo l’equilibrio e finisco contro la parete della sala.

- Lei non capisce, deve farmelo vedere.- insisto.

- Categoricamente no. Lei non dovrebbe essere qui. Dov’è la sua Guaritrice?

- Ma…

- Harry Potter è in gravi condizioni e potrebbe perdere la vita se lei non ci lascia fare il nostro lavoro! – ruggisce.

Di nuovo mi manca il respiro e la stanza mi sembra che prenda a girare.

- È proprio per questo che devo vederlo subito.- riesco poi a dire con difficoltà.

Il Guaritore mi guarda per un attimo e mi accorgo che è ancor più stanco di quanto non sia io.

- Attenda fuori, la prego. - sospira alla fine.- Le prometto che la chiamerò non appena sarà in condizioni migliori.

Scuoto la testa con forza, ma Harry riprende ad urlare ad un altro incantesimo, se è possibile ancor più forte di prima, e le mie proteste appaiono egoiste e fuori luogo.

Sono costretto a seguirlo fuori. Ma mi rifiuto di tornare in camera.

Resto dinnanzi alla porta che rimane chiusa per molte ore.

La insonorizzano e la oscurano per giunta, di conseguenza non so se la situazione migliori o meno.

L’attesa mi lacera.

Continuo a ripensare all’ultima volta che l’ho visto, con la coda dell’occhio, correre che sembrava impazzito, calpestando i detriti di pietra di quella che era stata la Sala Grande.

Al momento in cui mi è sfrecciato accanto ed io gli ho urlato:- Dove scappi, Potter? – dopo aver stordito definitivamente il Mangiamorte con cui duellavo.

Lui si è voltato, già troppo lontano per potermi rispondere, ma mi ha sorriso.

Ha sorriso, per me, in mezzo a quel frastuono, a quel dolore. In mezzo ad una guerra.

E poi il mondo è scomparso.

Qualcuno mi ha colpito, e non mi è rimasta che quell’immagine.

 

Il corridoio si riempie e si svuota moltissime volte e per tutto il tempo, giornalisti sciacalli creano scompiglio eludendo i controlli per tentare di carpire informazioni nei modi più subdoli.

È da loro che capisco. Dai loro sorrisi, dalla loro euforia.

La guerra è finita. Lord Voldemort è morto.

E questo è l’ultimo passo, l’ultimo gradino per Harry Potter.

Tenersi stretto la vita.

 

Quando ormai ho anche quasi dimenticato il motivo per cui, così mal conciato, mi ritrovo seduto su una scomodissima sediolina di plastica, la porta si riapre e i Guaritori escono stanchi ma soddisfatti. E' notte fonda e in corridoio non c'è più nessuno. Mi auguro siano tutti a festeggiare e non a piangere le loro perdite.
Io, appena vedo colui che mi ha rivolto prima la parola, sento che  anche io festeggerò a breve.

Mi fa segno di entrare: - Non è molto lucido. Ma si riprenderà presto. Le concedo qualche minuto.

Avanzo a tentoni e libero un sospiro di sollievo quando lo vedo ripulito e tranquillamente steso con le braccia lungo i fianchi, gli occhi chiusi.

- Maledetto Potter, mi hai fatto prendere un colpo.- gli sussurro, massaggiandomi le palpebre.

Zoppico più velocemente mi concedano queste ferite e mi pare che apra gli occhi per un momento, percependo la mia presenza. Ma probabilmente neanche mi riconosce e comunque non gli do il tempo di farlo perché mi chino sul suo viso e gli bacio uno zigomo e poi labbra, ancora secche ed  incrostate.

Il suo respiro ancora attivo contro la mia pelle è la cosa migliore delle ultime settimane.

Sentirlo vivo, dopo tutto quello che avevo temuto, mi fa sentire improvvisamente libero.

Libero dalla guerra, libero dal mio corpo malridotto, libero da ogni paura e preoccupazione, da ogni schema.

Così, senza dire altro, me ne torno nella mia prigione, ma con serenità. Ora andrà tutto bene.

Sarà tutto migliore.

 

Lo raggiungo alle spalle.

Sembra soprapensiero mentre guarda fuori, il giardino di quella che per molti anni è stata la nostra seconda casa. Fa male immaginare di lasciarla, soprattutto con tutti i ricordi che ci portiamo dentro.

Lui sente la mia presenza alle spalle e non esita neanche un secondo nel dire: - Mi hai baciato.- senza alcuna evidente flessione nel solito tono.

- Che cosa?

- Al San Mungo, me lo ricordo bene.

- Stavi morendo, che ti devi ricordare?

- D’accordo, stavo morendo, ma non avevo bisogno di nessuna respirazione bocca a bocca. Cosa che tu hai fatto.

- Come sei lento, Potter. Era un chiaro tentativo per fartelo mancare, il respiro. Una specie di sabotaggio.

Ridacchia e prende a camminare sul prato verde e umido:- Ah béh, allora ti assicuro che ti è riuscito.

- Che intendi dire?- lo seguo e lo affianco.

- Diciamo che mi ci è voluto un po’ per riprendermi.

- Certo Potter, mica tutti hanno il privilegio di toccare le mie labbra sai?

- Béh, mi sembra parecchio ingiusto averlo fatto solo quando ero semicosciente. Non lo ricordo neanche bene.

- Dettagli. Mi dispiace Potter ma hai esaurito i gettoni.

- E ora mi tocca aspettare la prossima guerra?

Mi blocco d’improvviso.

- Perché, ne vorresti un altro?

- Di gettone?

- No, di bacio, idiota!- sbotto.

- Ah, perché era un bacio? – fa lo stupido sorridendomi malizioso - Ed io che credevo fosse una specie di sabotaggio, sai, un tentativo di farmelo manc…

Io non posso fare a meno di tirarlo a me ed accontentarlo.

 

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?

GOD SAVE THE SHIP!

I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

In occasione della meravigliosa WOODSTOCK- maratona dell'amore libero! ** Partecipate anche voi, c'è tempo fino a domani!

 

 

   
 
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